L’Ebolitana si affida a don Fernando Sparano. Sarà il Padre spirituale

Don Fernando: Coraggio! Occhio alla barra dell’aratro. Non ci siano muri divisori, ma ponti levatoi, per operare in sinergia e guardare lontano.

Il sacerdote in una lunga lettera ringrazia il Presidente Marchesano, ricorda le emozioni vissute e lancia un messaggio di incitamento e di speranza alla squadra e ai tifosi. “Andrà bene, ne sono sicuro”.

Don-Fernando-Sparano

EBOLI – L’Ebolitana è appena tornato dal ritiro di Cascia, che si è concluso brillantemente, sia nelle partite amichevoli disputate, specie quella con l’Andria, vero e proprio test importante, conclusasi con un pareggio (1 – 1), che per verificare l’insieme, e per consentire di organizzare  e portare gli ultimi ritocchi ai reparti, e mentre pensa già alla Coppa Italia, si affida “in alto” e così il presidente Marchesano pensa alle “anime e squadra” e li affida a don Fernando Sparano, sacerdote di “lungo corso” e grande tifoso azzurro.

Caro Presidente, Ti sono grato per avermi proposto di ricoprire la funzione di Assistente Spirituale della squadra “Ebolitana”, iscritta per la prima volta nella Lega Professionisti Seconda Divisione girone B. – è così che don Fernando Sparano scrive al Presidente dell’Ebolitana Vitantonio Marchesano, il Vice Presidente Nicola Carleo e tutto lo Staff dell’Ebolitana calcio per ringraziarli  – Pur essendo un parroco anziano, ma pur sempre uno sportivo ed un “pezzo di storia” della nostra Comunità ebolitana – ricordando il suo lungo ministero – (circa 59 anni di ministero sacerdotale sempre ad Eboli), potrò anche avvalermi della mia modesta competenza sul piano psicologico, per essere utile alla squadra: comunque una presenza discreta, intelligente ed in punta di piedi, tesa soprattutto a far maturare i valori umani e cristiani, ai fini di garantire un clima di serenità, di pace, di coraggio e di fiducia, oltre che a stemperare quelle nubi che sono ovvie nel cammino di ogni essere umano.

Nel contempo ringrazio Te e lo “staff dirigenziale” per avermi riservato ed offerto l’abbonamento n. 1 della nuova gestione; ho voluto però ricambiare, versando il contributo intero, senza alcuno sconto o privilegio, per essere di esempio e di stimolo ai nostri concittadini che certamente capiranno che il forte salto di qualità della squadra non è solo un onore per la città, ma soprattutto un “onere” per quanti hanno avuto il coraggio di essere i “big-master” di questa avventura.

In parole più povere, – don Fernando precisa – cè bisogno del sostegno di tutti, non a parole o stando alla finestra a guardare o giudicare, ma collaborando a che si crei gradualmente un “budget” economico, che possa dare sicurezza e decisione non solo all’oggi, ma anche al domani. La logica “dell’abbonamento a pioggia” potrebbe costituire un’ipotesi di “azionariato popolare” da affiancare ad eventuali “cordate” di garanzia. Siamo fermamente convinti che la carta vincente, il carburante per iniziare questo campionato e continuarlo senza problemi debba essere espresso dall’unità del gruppo dirigente, dall’aiuto finanziario, da scelte oculate e dal sostegno (non solo morale) della nostra città.

Solo in questa direzione ogni ebolitano potrà sentire questa squadra come la “propria squadra”.

Molti di noi provano una sensazione strana: quella di affacciarsi dal palazzo calcistico nazionale, non dal pianterreno dove siamo sempre stati, ma dal quarto piano dell’edificio, mentre altre città e tante Province si affacciano dai piani inferiori; siamo esterrefatti, ma quasi con un senso marcato di timidezza…; eppure quel posto l’abbiamo guadagnato, mattone su mattone, senza rubare nulla a nessuno, con una progressione, un entusiasmo ed una sicurezza che per quasi tutto lo scorso campionato ci hanno lasciati “solitari” al primo posto in classifica.

Sembrava una “Marcia Trionfale”, una “Cavalcata delle Valchirie” come si esprime un autore di musica classica. La stessa sensazione che hanno certamente provato per il passato, pur operando in  contesti diversi, squadre come Chievo, Cittadella, Albinoleffe, Sassuolo, Gubbio, Nocerina, Sorrento, Melfi, squadre che poi si sono stabilizzate, perché sorrette, come già evidenziato, non certo a corrente alternata, ma dall’aiuto economico, dalla volontà armonica dei dirigenti e dal sostegno morale di intere città.

Nicola-Carleo-Vitantonio-Marchesano

A questo punto si sente spontanea l’esigenza di ringraziare con tutto il cuore i passati dirigenti, che hanno avuto il coraggio di non mollare e che ci hanno regalato queste sensazioni, seguendo la squadra con passione e diligenza fino al termine del campionato, e con loro tutti i collaboratori, dal primo all’ultimo. E che dire dei giocatori tutti, titolari e riserve, che hanno acceso il nostro entusiasmo e ci hanno fatto vivere dei giorni di sport difficili da dimenticare? Come si fa a dimenticare, ad esempio, la passione dell’ultima partita con la “Forza e Coraggio”, i circa 6000 spettatori, i cori, la commozione e tutti quei sentimenti che si esprimo in un essere umano? E poi la festa, con la spinta emotiva soprattutto da parte dei Gruppi “Ultras” con i loro cori, le bandiere e soprattutto uno stadio, mai così pieno, mentre tutto si tingeva di “azzurro”? Come non ricordare la città con centinaia di bandiere azzurre, i fuochi d’artificio in alcuni quartieri e la gioia di quei giorni? Poi lentamente il silenzio, un disinteresse strisciante, quasi la difficoltà a ricominciare, l’incapacità di cogliere realisticamente l’esigenza di una programmazione soprattutto a livello economico ed organizzativo, pronta in tempo utile per le scadenze, considerando tutte le coordinate necessarie per regolarizzare la posizione di una squadra che per la prima volta entrava nel calcio professionistico nazionale. Ed infine la passione degli ultimi giorni, per non dire delle ultime ore…ed infine la sospirata iscrizione a Firenze negli uffici della Lega Calcio, lasciando al palo squadre ben più titolate della nostra.

Mai, come in questo periodo, le locandine e le cronache dei giornali sono state lette e divorate dagli sportivi. Poi l’estate, il gran caldo e il mare che hanno quasi stemperato interessi e progetti e probabilmente levigato giudizi e pregiudizi. Si sta per cominciare. Coraggio! Occhio alla barra dell’aratro. Non ci siano muri divisori, ma ponti levatoi, per operare in sinergia e guardare lontano. Questa è la carta vincente. Comunque bisogna superare l’approssimazione e l’ingenuità e mettere nel conto anche le invidie e le insinuazioni.

E’ facile passare dall’applauso all’insulto, alla menzogna ed alla diffamazione; non ci vuole tanto a dare un giudizio spietato e a manovrare la diffidenza, i sospetti e le credulità delle persone. E poi ci vogliono prudenza e corresponsabilità. E’ necessario comunque, nell’elaborazione di un progetto, superare la logica “dell’Io”, per aprirsi alla logica del “Noi”. Sul piano concettuale, il protagonismo è la malattia dell’uomo mai cresciuto, che riserva per sé la prima e l’ultima parole e prende l’autorità non come servizio, ma come potere, autoaffermazione e culto della propria immagine. Emerge automaticamente l’adorazione “dell’Io”, fertilizzando l’arroganza e la presunzione.

Caro Presidente, – conclude la lunghissima lettera di don Fernando Sparano – cari amici, non vi rattristate per queste espressioni realistiche e sincere. Nella vita ognuno di noi deve essere pronto alla difesa. Abbiate fiducia in Dio, sentitevi sorretti dalla nostra stima ed andate avanti con coraggio. Andrà bene, ne sono sicuro!

Ci sarebbe ancora tanto da dire: 1) L’augurio di sensibilizzare l’Autorità costituita e l’Amministrazione comunale. Sappiamo che il Sindaco ha mostrato sempre interesse al problema, anche stemperando, servatis servandis, alcune difficoltà. 2) Come stimolare l’interesse delle famiglie ebolitane per la domenica al campo sportivo con i figli; 3) E’ possibile impostare il problema di uno stile nuovo da parte di gruppi precostituiti, superando eventuali intemperanze e violenze? 4) Negli anni passati si sono registrate tante violenze negli stadi. Anche il nostro “foglio matricolare” ebolitano ha alcune macchie che ci hanno fatto perdere molti punti in classifica. E’ possibile voltare pagina?

Un saluto affettuoso a tutti voi. Viva Eboli, viva l’Ebolitana.

Eboli, 13 agosto 2011

4 commenti su “L’Ebolitana si affida a don Fernando Sparano. Sarà il Padre spirituale”

  1. Mamma mia e como si fa a sopportarlo? E’ così prolisso. Il calcio è un gico di movimento, quando don Fernando faa le prediche, addormenta la squadra. Ma se va bene al presidente allora alziamo le mni.
    A proposito che ne pensa l’altro presidente?

    Rispondi
  2. Grazie don Fernando,Lei non rappresenta solo un pezzo di storia di questo paese ma è una bellissima persona. Sono uno dei tanti che ha battezzato quando era giovane parroco di S. Francesco, la sua attiva presenza in questa nuova avventura che sta per iniziare ci rende orgogliosi come cittadini e come sportivi e fa sperare in tante altre cose belle per questo paese che tanto amiamo.
    Grazie al Presidente Marchesano,al mitico Presidente Cicalese, De Vita, Cariello, Carleo, agli appassionati tifosi e ai tanti che hanno a cuore la squadra. Il miracolo Ebolitana dimostra che quando si lavora in sinergia tutto è possibile perchè l’amore comune innesca solo comportamenti e azioni di alto profilo, annullando ogni miserabile tentazione di interesse di parte. In questo momento Eboli ha bisogno di questo. Solo di questo. Non è mai troppo tardi perchè chi di dovere cominci a lavorare con lo stesso spirito,ognuno per la sua parte ma remando tutti nella stessa direzione guidati da un’unica, ossessiva passione: l’amore per Eboli.

    Rispondi
  3. grazie don fernando credo che con la sua presenza si fermino anche le violenze che alcune volte hanno macchiato la nostra squadra , credo che con il suo aiuto spirituale avremo una marcia in più

    Rispondi
  4. E’ vero che a Don Fenando lo hanno chiamato .
    E’ vero che ci sono preti e preti.
    Ma le religioni , soprattutto quella cattolicA NON è folclore.
    E’ vero che come i lavoratori quando sono vecchi vanno in pensione e cosi dovrebbe essere coi padri spirituali.
    E’ anche vero che dove ci sono soldi alcuni operatori spirituali attecchiswcono meglio.

    Rispondi

Lascia un commento