Berlusconi: “il PD finirà liquidato dopo il voto”
Francesco Rutelli ed Enrico Letta: “Sono solo fantasie”, “piuttosto risponda a Repubblica su Noemi”.
Silvio Berlusconi come un pugile messo all’angolo “lega” l’avversario per evitare un KO e perdere il match. In evidente difficoltà, l’ha sparata grossa su Rutelli e Letta, nella speranza di distogliere i mass media da tutti i suoi problemi, e intervistato da Giovanni Mazzoni, Direttore del gruppo “E-TV” ha buttato alle agenzie quello che sarebbe un suo desiderio, nella speranza di trasformarlo in realtà: – «Il Pd è in liquidazione. Tutti sanno che dopo il 7 giugno Rutelli farà un nuovo partito, Enrico Letta andrà con Pier Ferdinando Casini».
Silvio Berlusconi ha voluto dare per certe indiscrezioni che in diverse occasioni sono apparse su alcuni quotidiani che “pettegolando” sui partiti e che disegnavano come scenari post-elettorali anche l’ipotesi di una scissione all’interno del PD, o meglio dopo la sconfitta preannunciata del Partito Democratico.
Sono state immediate le reazioni di entrambi gli uomini politici, che hanno risposto al Premier a muso duro. Se Francesco Rutelli è stato duro ma diplomatico nella sua replica – «Dichiarazioni ridicole: a Berlusconi non tocca occuparsi dei suoi avversari, bensì risolvere i problemi del Paese che si aggravano sempre di più, mentre lui si occupa di tutt’altro»; Enrico Letta, contravvenendo al suo carattere mite, cortese e notoriamente di uomo diplomatico, è stato ancora più duro – «Nel giorno in cui escono particolari sulla sua vita privata, che se confermati sarebbero disgustosi, si permette di tirarmi in ballo per dire stupidaggini. Piuttosto risponda a Repubblica su Noemi».
Nella vicenda, incalzando il Premier, è intervenuto anche Dario Franceschini che ha tagliato secco – «il PD non è stato mai così unito come in questo momento altro che liquidazione» – e poi ha ribadito ancora un’altra volta che bisogna a tutti i costi abbandonare i gossip e tornare alla politica e al paese.
E’ evidente che le difficoltà di Berlusconi sono proprio quelle legate al suo carattere di uomo, che tutto può e tutto fa, e la sua rabbia viene fuori proprio quando viene interrotto nella sua quotidiana attività di “padrone”. Ne combina una dietro all’altra pretendendo poi una “normalizzazione” delle sue esternazioni, anche perché i suoi, quelli più avvezzi alla “difesa ad oltranza”, sono subito pronti a trovare ogni forma di giustificazione.
E allora il Cavaliere si può permettere di offendere il Parlamento ritenendolo “pletorico”; i Parlamentari, chiamandoli “capponi e tacchini”; il Presidente della Confindustria Emma Marcegaglia “velina”; parlare a telefono mentre è in corso un incontro internazionale; scherzare e chiacchierare ad altavoce a corte della Regina d’Inghilterra; fare continuamente “cucù e settè” nelle riunioni di Capi di Stato di mezzo mondo; senza contare una serie di versioni, una più ridicola dell’altra, sulla questione di Noemi Letizia.
Insomma, anche volendo essere buonisti, è veramente difficile giustificare il nostro Presidente del Consiglio “papi” Silvio Berlusconi, ma si può comprendere perché è così, perché è un uomo potente a prescindere dall’essere un Capo di Stato; perché si è fatto un sacco di leggi; perché è riuscito a far approvare una Legge che nomina Deputati e Senatori; ma soprattutto perché è imbattibbile sulla comunicazione e sull’immagine.
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