La zootecnia salernitana è in crisi. La politica e le rappresentanze istituzionali non danno risposte.
Petrone: “E’ indispensabile un progetto riformatore che sappia coniugare l’importanza della filiera zootecnica, l’approvvigionamento, nuovi soggetti acquirenti e le regole del mercato.
CAPACCIO – Il settore zootecnico della Provincia di Salerno è in crisi. Crisi di mercato, gestionali, di prospettive, aggravato da una politica agricola, nazionale, regionale, provinciale inesistente e che spesso mette ad arte in competizione fra loro gli stessi produttori, come è avvenuto nel caso dell’alluvione che colpì la Provincia di Salerno.
In quella circostanza, le Aziende Agricole in generale e quelle Bovine e Bufaline a fronte degli ingenti danni si videro beffati dal Governo che immediatamente finanziava per 300 milioni di euro il Veneto per i danni subiti dall’Alluvione, e dopo una serie di mortificazioni elemosinò 20 milioni di euro in due anni per i danni causati dall’alluvione nel salernitano.
Oltre al danno la beffa. Il danno per aver messo in ginocchio un settore, la beffa per vedersi soli ad affrontare una crisi che inevitabilmente ha peggiorato le condizioni già precarie delle Aziende. Beffa aggravata dalla delusione di Imprenditori agricoli e allevatori che hanno verificato quanto inutile fosse la propria classe politica-dirigente e quanto questa, fosse soggiogata dall’appartenenza e succube di politiche dettate dalla Lega Nord, contro il SUD.
Per sottolineare la delicatezza e lo stato di crisi in cui versa il settore zootecnico interviene Daniele Petrone di Altragricoltura Salerno: “Il buon senso, mi suggerisce di tenermi lontano da infruttuose polemiche politiche, ma in me, prevale il senso civico, la passione e l’impegno che continuo a profondere in difesa dell’agricoltura.
Superfluo, ribadire lo stato di crisi della nostra agricoltura, il forte indebitamento delle nostre aziende agricole e il susseguirsi di farse celebrative per sostenere un settore in forte agonia per responsabilità e scellerataggine della politica, nonché di logiche spartitorie della cosiddetta “rappresentanza” del mondo agricolo.
In verità, – continua Petrone – non sono animato dal gridare allo scandalo sul nuovo C.d.A. della S.p.A. Centrale del Latte, in quanto conosco personalmente gran parte dei nuovi incaricati per cui mi è ben nota la loro passione e matrice politica, pertanto preferisco sorvolare sulle vere o presunte ragioni della loro nomina. Ma, non posso non esternare tutta la mia preoccupazione per le recenti dichiarazioni del neo presidente della Centrale del latte Ugo Carpinelli: “Un’azienda …..paragonabile ad un’auto di lusso e di grandi prestazioni”.
Il silenzio a volte è oro.
Personalmente, – sostiene il responsabile di Altragricoltura – non vedo sfoggiare un gran lusso, per le aziende zootecniche della nostra provincia, sia bovine che bufaline, forse per il neo Presidente l’auto di lusso è il Palazzo. Il Palazzo, però, non ha cuore, il vero cuore dell’auto è l’Azienda zootecnica, la quale faticosamente e con innumerevoli sacrifici, continua a pulsare e a reggere il Palazzo.
- Ma fino a quando?
- Quante sono le Aziende zootecniche da latte, sopravvissute alla profonda crisi?
- Per quanto tempo ancora saranno in condizioni di reggere costi spropositati per conferire latte alla Centrale?
- Per quanto tempo ancora, reggeranno i costi di gestione politica e amministrativa della Centrale?
- Chi garantirà tutta la produzione di latte della nostra provincia?
Domande che meritano risposte e non battute.
Le battute ad effetto lasciano il tempo che trovano, la risoluzione dei problemi della nostra zootecnia, esige ben altro. Ad esempio, di sedere o meglio ancora di essere alla guida dell’auto.
Pertanto, – continuando nella sua analisi Petrone oltre alle domande offre al dibattito alcune proposte – mi permetto ancora una volta, di riproporre un’annosa questione e cioè, se nell’ottica di un nuovo riformismo municipale, le (ex) municipalizzate possono essere attrattori di investimenti e capitali dell’imprenditoria privata. Quesito a cui non si è mai dato risposta, se non da qualche venditore di fumo.
Con l’augurio che il nuovo C.d.A. della Centrale del Latte, – Antonio Petrone di Altragricoltura conclude il suo intervento – sappia in tempi brevi (tre mesi di lavoro sono più che sufficienti) cantierare un vero progetto riformatore della filiera zootecnica sia sul versante dell’approvvigionamento di latte fresco, sia sul versante della Costituzione di un nuovo soggetto acquirente, capace di garantire la sopravvivenza dell’intero settore e dare centralità e rappresentanza ai veri attori della filiera. Tutta la Zootecnia, Vi sarà grata, la Politica, quella vera, vi sarà riconoscente per l’esempio dato.
Capaccio, 8 luglio 201
salviamo Monte D’Oro