Il Presidente Bruno scrive al Commissario ASL Bortoletti: “ Il Piano attuativo Mortifica i Medici Veterinari”.
Il Commissario dimostra di non avere una visione chiara e completa della realtà aziendale, tralascia relegandolo ad un ruolo marginale il Dipartimento di Prevenzione e affossa la Sanità pubblica veterinaria.
SALERNO – Il Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Salerno Giovanni Bruno ha inviato una lettera al Commissario Straordinario dell’ASL di Salerno Maurizio Bortoletti.
Il Presidente Bruno nella sua nota è deluso, e severamente critico oltre che deluso e preoccupato sia per la filosofia che lo ha ispirato, che per le carenze che il Piano stesso presenza, in relazione al Dipartimento di Prevenzione e alla Sanità Pubblica Veterinaria la quale, dal documento presentato, ne esce profondamente mortificata, che non nasconde affatto un tentativo per affossarla.
“Quest’Ordine – scrive il Presidente Giovanni Bruno – convinto che la Sua presenza, per il ruolo, le competenze e le esperienze in essere, fosse oltre che una risorsa soprattutto un riferimento importante al fine di poter raggiungere i traguardi che questa Provincia merita, si è mosso anche in termini progettuali ed è riuscito a chiudere un accordo in Regione per la istituzione nell’ASL Salerno di un centro di riferimento regionale sulla risorsa mare e sui prodotti della pesca.
In tale ottica ho atteso una Sua convocazione, ovviamente più volte sollecitata in segreteria e purtroppo mai avvenuta, per condividere, unitamente all’Università, all’Istituto Zooprofilattico, alla Regione ed altri importanti Enti, anche questo percorso verso l’eccellenza.
Il giorno 1 luglio ho letto il Suo Piano attuativo. Mi creda, sono rimasto basito.
Condivido e sottoscrivo l’analisi in premessa, – continua Bruno – anche se in molti (i ciechi e forse i protetti) si offenderanno, ma spero che una siffatta strigliata possa stimolare uno scatto d’orgoglio. Purtroppo però non condivido quando poi viene organizzato.
Ella ha dimostrato di non avere una visione chiara e completa della realtà aziendale ed in particolare delle varie attività sanitarie che vengono erogate dall’Azienda. Si è impegnato solo ed esclusivamente sulla riorganizzazione di talune attività che ha potuto constatare carenti sul piano amministrativo, gestionale e funzionale, oltre all’applicazione del Decreto 49.
Pertanto, – accusa il Presidente Bruno – il Dipartimento di Prevenzione risulta residuale, trattato con ingiustificata superficialità, mediocre visione strategica e con vistose criticità rispetto all’intera impalcatura curata nei particolari in altri settori.
Eppure il territorio ed in particolare il Dipartimento di Prevenzione meriterebbe ben altro in termini di crescita sostenibile nel rispetto del finanziamento previsto. Il Dipartimento in questione nello speso non ha mai superato il 3% del finanziamento complessivo sebbene il previsto 5%. Nonostante tutto vi sono stati più che tagli dei veri e propri sradicamenti.
Non ha ragione di esistere una azienda che” impiega persone”, – sottolinea Bruno – ma l’azienda deve essere concepita come una squadra di tecnici che, nella diversità professionale ed organizzativa, hanno uno stesso obiettivo, e siano capaci di colloquiare e collaborare anche con altre aziende, che valorizzino le risorse umane ritenendo quest’ultime il valore aggiunto di una sanità che deve necessariamente migliorare l’efficacia delle azioni. Questo significa fare “sistema”.
Dalla organizzazione elaborata il Dipartimento di Prevenzione ed in particolare la Sanità Pubblica Veterinaria ne esce mortificata. Mi sono più volte chiesto se fosse solo poca conoscenza di una professione o anche un preciso disegno di affossare la Veterinaria.
Nel Piano – che Bruno critica senza mezzi termini – si parla di autonomia tecnico-funzionale ed organizzativo-gestionale dell’Area di Sanità Pubblica Veterinaria e poi si produce una organizzazione senza rispettarne l’autonomia.
Si parla di lavoro per obiettivi ma si producono Unità Operative territoriali, che hanno la mission produttiva, indistinte e generalistiche.
Si parla di organizzazione flessibile capace di adattarsi alle esigenze del territorio e poi si producono Unità Operative statiche.
Si parla di distretti Veterinari e poi non se ne vede l’accenno.
Ma si ha contezza di cosa si scrive?, si ha contezza delle attività veterinarie?
Egregio Commissario, – Conclude il Presidente Bruno affondando pesantemente il Piano – copiare atti regolamentari o programmatori potrebbe non essere una vergogna purché se ne capisca il senso e si agisca di conseguenza. Diversamente rimarrebbe una volgare ed irrazionale copiatura. Ed allora vale la pena rivolgersi direttamente all’autore originale!”
Salerno, 4 luglio 2011
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Ecco il testo integrale della missiva che il Dott. Giovanni Bruno, Presidente dell’Ordine dei Veterinari della Provincia di Salerno, ha inviato al Commisario Straordinario dell’ASL Salerno dott. Maurizio Bortoletti.
ASL Salerno
Sig. Commissario Straordinario
Dott. Maurizio BortolettiSalerno, 2 luglio 2011
Egregio Commissario,
con nota n° 102 del 28 marzo u.s. nel ricambiare i saluti ed inviale gli auguri di buon lavoro sottolineai l’importanza della Veterinaria nella ASL Salerno stante il ruolo del Medico Veterinario che non è solo specificamente sanitario, perché si ritrova, nell’ambito delle politiche agricole ed industriali, ad esercitare indirettamente influenze socio-economiche attraverso l’applicazione di normative che impongono controlli sanitari e annonario-commerciali sempre più serrati.
Osservavo che la Provincia di Salerno si caratterizza, tra l’altro, per le rinomate produzioni agrozootecniche, tanto che risulta fondamentale per la nostra economia il comparto della filiera bufalina.
Inoltre, facevo osservare il numero rilevante dei Medici Veterinari in servizio presso il Dipartimento di Prevenzione che, ad oggi, ammontano a circa 230, di cui circa 75 di specialisti ambulatoriali, e che rappresentano più del 70% della Dirigenza del Dipartimento.
Per le suddette ragioni abbiamo dato la Nostra disponibilità a condividere le scelte da operarsi, nel rispetto dei ruoli e delle singole responsabilità.
Quest’Ordine convinto che la Sua presenza, per il ruolo, le competenze e le esperienze in essere, fosse oltre che una risorsa soprattutto una opportunità da utilizzare (mi scuso per la crudeltà del termine) al fine di poter raggiungere i traguardi che questa Provincia merita, si è mosso anche in termini progettuali ed è riuscito a chiudere un accordo in Regione per la istituzione nell’ASL Salerno di un centro di riferimento regionale sulla risorsa mare e sui prodotti della pesca.
In tale ottica ho atteso una Sua convocazione, ovviamente più volte sollecitata in segreteria e purtroppo mai avvenuta, per condividere, unitamente all’Università, all’Istituto Zooprofilattico, alla Regione ed altri importanti Enti, anche questo percorso verso l’eccellenza.
Il giorno 1 luglio ho letto il Suo Piano attuativo. Mi creda, sono rimasto basito.
Condivido e sottoscrivo l’analisi in premessa, anche se in molti (i ciechi e forse i protetti) si offenderanno, ma spero che una siffatta strigliata possa stimolare uno scatto d’orgoglio. Purtroppo però non condivido quando poi viene organizzato.
Ella ha dimostrato di non avere una visione chiara e completa della realtà aziendale ed in particolare delle varie attività sanitarie che vengono erogate dall’Azienda. Si è impegnato solo ed esclusivamente sulla riorganizzazione di talune attività che ha potuto constatare carenti sul piano amministrativo, gestionale e funzionale, oltre all’applicazione del Decreto 49
Pertanto, il Dipartimento di Prevenzione risulta residuale, trattato con ingiustificata superficialità, mediocre visione strategica e con vistose criticità rispetto all’intera impalcatura curata nei particolari in altri settori.
Eppure il territorio ed in particolare il Dipartimento di Prevenzione meriterebbe ben altro in termini di crescita sostenibile nel rispetto del finanziamento previsto. Il Dipartimento in questione nello speso non ha mai superato il 3% del finanziamento complessivo sebbene il previsto 5%. Nonostante tutto vi sono stati più che tagli dei veri e propri sradicamenti.
Con siffatta organizzazione assistiamo, dunque, che l’obiettivo “prevenzione” si trasforma in potenziamento e rimodulazione esclusivamente della medicina dei servizi e della diagnostica precoce.
Invece, ritengo e condivido che la sanità deve essere organizzata partendo non solo dai bisogni espliciti ma anche impliciti e latenti del cittadino e non può prescindere dalle diverse dinamiche prestazionali.
Non è possibile organizzare strutture avulse dal territorio e sperare poi in un decollo delle stesse. Dobbiamo riorganizzare una sanità che superi la logica del “campanile” andando a adottare percorsi organizzativi diversi ove prevalga il lavoro per obiettivi che collegati al principio della contestabilità e della responsabilità, preludono anche ai processi di valutazione dei risultati.
Dobbiamo essere capaci di fare “sistema” e costituire effettivamente quella “rete” di controllo coordinato tra tutti gli attori che partecipano al “progetto salute”.
Non ha ragione di esistere una azienda che” impiega persone”, ma l’azienda deve essere concepita come una squadra di tecnici che, nella diversità professionale ed organizzativa, hanno uno stesso obiettivo, e siano capaci di colloquiare e collaborare anche con altre aziende, che valorizzino le risorse umane ritenendo quest’ultime il valore aggiunto di una sanità che deve necessariamente migliorare l’efficacia delle azioni. Questo significa fare “sistema” Valorizzazione delle risorse umane significa dare degli obiettivi e puntare su una meritocrazia documentata affinché la discrezionalità non si tramuti nell’arbitrarietà Dobbiamo parlare di “governance” della salute secondo l’accezione etimologica del termine ovvero “governo e alleanza” ossia connubio tra chi ha la responsabilità politica e di chi ha la responsabilità gestionale.
E ciò è quanto mai necessario quando ci riferiamo ad un complesso sistema come quello sanitario.
Le soluzioni di ingegneria istituzionale quali l’accorpamento, la centralizzazione, la dipartimentalizzazione possono rappresentare punti di forza ma anche di estrema criticità e non di equità, proprio perché il lavoratore della sanità si vede emanare dall’alto una serie di direttive percependole come imposizioni e questo genera malcontento, disaffezione ed esacerbazione burocratica quasi a significare che la sanità fosse simile ad un qualsiasi altro ufficio pubblico.
Dalla organizzazione elaborata il Dipartimento di Prevenzione ed in particolare la Sanità Pubblica Veterinaria ne esce mortificata. Mi sono più volte chiesto se fosse solo poca conoscenza di una professione o anche un preciso disegno di affossare la Veterinaria.
Nel Piano si parla di autonomia tecnico-funzionale ed organizzativo-gestionale dell’Area di Sanità Pubblica Veterinaria e poi si produce una organizzazione senza rispettarne l’autonomia.
Si parla di lavoro per obiettivi ma si producono Unità Operative territoriali, che hanno la mission produttiva, indistinte e generalistiche.
Si parla di organizzazione flessibile capace di adattarsi alle esigenze del territorio e poi si producono Unità Operative statiche.
Si parla di distretti Veterinari e poi non se ne vede l’accenno.
Ma si ha contezza di cosa si scrive? si ha contezza delle attività veterinarie?
Egregio Commissario, copiare atti regolamentari o programmatori potrebbe non essere una vergogna purché se ne capisca il senso e si agisca di conseguenza. Diversamente rimarrebbe una volgare ed irrazionale copiatura! Ed allora vale la pena rivolgersi direttamente all’autore originale!.
Crediamo che neanche il più umile dei Veterinari in servizio abbia potuto mai proporre siffatta organizzazione, tra l’altro in evidente distonia con quanto in premessa, e l’architettura organizzativa sia stata preparata dal solito personaggio (in senso astratto, il “Travet” di turno o anche quello che appartiene “allo stato dei dritti”.) che regna nell’ASL
E dunque parafrasando la citazione “ … il popolo … di santi, poeti, navigatori, nipoti e cognati” aggiungerei anche “… amici ed amici degli amici, eunuchi, vassalli, ciambellani, sudditi e dritti ”
Ella, forse, con questo piano ha confermato l’assunto di North!, e forse, ma non me lo auguro, favorirà la disaffezione tra chi, negli anni, con dignità, passione e senso di responsabilità ha cercato di rendersi utile per la propria Azienda dando senso, professionalità e concretezza al proprio lavoro, magari subendo talune mortificazioni da parte dei “protetti di turno”
Caro Commissario, il 30 giugno sono stato all’Università di Napoli proprio per partecipare alla premiazione di alcuni Colleghi che con professionalità e passione danno lustro alla Azienda Salerno ed alla Nostra Provincia. Il mio cuore si è riempito di soddisfazione! Oggi, invece, sono indignato perché sono state recise le ali a quelli che cercavano di provare a volare.
Questo piano attuativo, dunque, ci offende come categoria e come professionisti e crediamo che creerà solo ulteriori confusioni in una sanità veterinaria che ha, invece, la necessità di rafforzare quelle soluzioni organizzative in linea con le attese della Comunità Europea.
Ed allora auspico che il piano presentato possa essere rivisto nelle parti critiche e dia inizio all’apertura di un dibattito serio che veda protagonisti in primo luogo gli operatori della sanità, le organizzazioni sindacali, il mondo dell’associazionismo, le forze politiche e gli enti istituzionali quale questo Ordine professionale, questo per realizzare quel “patto della salute” in cui ci sia il consenso di tutti e non la supina approvazione degli “… amici ed amici degli amici, eunuchi, vassalli, ciambellani, sudditi e dritti ”
Solo i mediocri non rivedono le proprie posizioni!, ovviamente se risultate sbagliate.
Se coinvolti ci saremo, con il garbo, la serietà, la competenza e la determinazione di sempre, perché oltre ad essere rappresentanti delle istituzioni ed operatori di sanità siamo prima di tutto cittadini di questa meravigliosa Provincia e come tali pretendiamo e meritiamo prestazioni di qualità.
Mi sia consentita fare una citazione “ La democrazia non è solamente la possibilità ed il diritto di esprimere la propria opinione, ma anche la garanzia che tale opinione venga presa in considerazione da parte del potere, la possibilità per ciascuno di avere una parte reale nelle decisioni” – Alexander Dubcek –
Tanto lo dovevo soprattutto per il rispetto della professione che ho l’onore di rappresentare. Cordialità
Il Presidente
Dr. Giovanni Bruno
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Salerno, 5 luglio 2011