Marino: “E’ necessario un rapporto più stretto Banca-Impresa. Bisogna crederci, occorre più fiducia”.
Ruffo:“Le piccole Banche svolgono un ruolo supplente rispetto al credito nel mezzogiorno”.
Paestum 9 giugno. Il problema del Sud è la difficoltà da parte delle imprese e delle famiglie, di accedere al credito e di sostenerne i costi.
PAESTUM – Si è tenuto ieri mercoledì 8 giugno 2011 presso l’Hotel MEC Paestum, in località Licinella di Paestum il Convegno, organizzato dalla BCC di Acquara e voluto dal suo Direttore Antonio Marino, “Il Credito al Sud: Verso la Banca del Mezzogiorno“. Le intenzioni del dott. Marino e quelle del Convegno sono quelle di Affrontare il tema del credito nel Mezzogiorno d’Italia che oggi non può assolutamente prescindere dal sistema delle micro banche. Sistema che caratterizza il Sud ed il credito cooperativo in particolare.
Purtroppo non è sufficiente solo analizzare il fattore del Credito e dei servizi intorno ad esso, se non analizzando più complessivamente i vari fattori che inevitabilmente interagiscono insieme al Credito, agli Istituti di credito, piccoli, medi, o grandi, come per esempio i mercati, la produzione, i servizi, le infrastrutture, mercato del lavoro e non ultimo l’atavica e opprimente presenza della criminalità organizzata, vero e proprio freno allo sviluppo delle nostre aree e più in generale del mezzogiorno.
Quindi un mezzogiorno che opera come un cavallo scalpitante che è frenato alla partenza, da un “morso” che non viene mai allentato. Se poi insieme a quei fattori individuati come freno per l’economia del Sud, si aggiungono anche le politiche del Governo, poco attente nei confronti delle potenzialità del meridione, il quadro si complica e diviene sempre più difficile operare una strategia che ne possa accompagnare la ripresa economica.
Il Convegno della BCC di Acquara affrontando il tema del Credito, ha messo il dito nella piaga, specie alla luce degli ultimi dati che sono stati diffusi e che registrano una ripresa del PIL, che nel Nord-Est dell’Italia è vicina al 3% e quella del Sud che non arriva all’1%, offrendo un quadro che fa apparire il Nord-Est virtuoso e un Sud “zavorra”. Quel rapporto però non offre fino in fondo le motivazioni che sono alla base di questi risultati e che vedono un evidente squilibrio in ragione degli investimenti che sono stati messi in cantiere in quell’area che superano di 2/3 quelli impegnati nell’Italia del Nord-Ovest, del doppio rispetto al centro Italia e di ben 8 volte rispetto alle risorse impegnate al Sud.
Se si fossero impegnati gli stessi soldi al Sud il PIL del mezzogiorno sarebbe stato di oltre il 5%.
A questi dati se si aggiungono quelli forniti dal Rapporto Ecomafie 2011, allora si capisce come è difficile per un imprenditore del Sud operare e come è ancora più difficile affrontare i mercati abbandonato come è a se stesso. Queste sono state le considerazione che ha offerto il Convegno e il direttore Marino nel suo intervento ha messo in luce con i suoi interrogativi: “Esiste davvero, all’interno della più generale questione meridionale, una questione del credito? Oppure è la debolezza diffusa del sistema imprenditoriale la vera causa nel trovare credito bancario? E’ l’impresa che attira il credito o è la banca che spiana la strada all’impresa?” – Marino offre la terza via – “E’ necessario un rapporto più stretto Banca-Impresa. Bisogna crederci, occorre più serenità e più fiducia, ma è anche necessario aprire un “Focus” sulla Regione, per cercare di coinvolgerla e portarla a comprendere la realtà”.
BCC Convegno Il Credito al Sud verso la Banca del Mezzogiorno
In effetti i problemi del Sud sono rappresentati proprio dall’estrema difficoltà da parte delle imprese, ma anche delle famiglie, di accedere al credito e di sostenerne i costi, nonostante vi sia una pressante esigenza di generare un’economia sana che non sia solo legata alla tradizione dei depositi bancari che caratterizza la storia delle famiglie meridionali.
L’utilizzo ampio delle risorse bancarie che si fonda solo su garanzie certe, senza tener conto del fattore “fiducia”, non può reggere, così come non si può non tenere conto e non finanziare da parte degli istituti di credito la progettualità, l’idea che può essere vincente, la prospettiva, la ricerca, pensando semmai anche ad una forma vicina al Mentoring.
Punto dolente vero è proprio è il sistema bancario del Sud che Alfonso Ruffo, direttore del Danaro, il Giornale economico del Sud, ha messo in evidenza precisando allo stesso tempo: “Non esiste un modello a cui fare riferimento per evitare il sommerso e far crescere il rispetto verso l’Impresa del Sud che ha il coraggio di affrontare i mercati – Ruffo aggiunge – le piccole Banche svolgono un ruolo supplente rispetto al credito nel mezzogiorno, perché accanto al credito non si sviluppano altre funzioni, come ad esempio, una maggiore autonomia dei banchieri nel loro quotidiano esercizio” – in questo il Direttore de il Danaro lancia una frecciata alle Poste Italiane, che vorrebbero essere anche banca senza esserlo, non fornendo servizi “fiduciari” ma basando la sua attività solo nel deposito – Le Poste, facciano le Poste, e saremo sicuri di avere un servizio al meglio”.
In effetti il vero problema del Sud, come ha centrato il tema del Convegno, è il credito e la fiducia, che certo non possono essere colmati attraverso la creazione della famosa “Banca del Mezzogiorno”, una vera e propria “illusione finanziaria” che oltre a registrare un fallimento perché lontana dai reali bisogni del Sud, tende a ridimensionare l’esperienza virtuosa del credito locale. Credito che ha avuto una funzione suppletiva ma che ha sostituito le Banche del SUD come il Banco di Napoli, il Banco della Sicilia e le varie Casse di Risparmio, che prima sono state indebolite, e successivamente annientate, poiché annesse alle Banche del Nord, sguarnendo una rete che ha azzoppato l’intero mezzogiorno.
Insomma, Antonio Marino ancora una volta ha offerto un ponte verso soluzioni illuminate, centrando le questioni essenziali che sono state discusse nel convegno, che altri non sono se non offrire anche una esperienza virtuosa che la sua Banca, la BCC di Aquara e tutte le sue filiali, che a ragion veduta si è guadagnato l’appellativo di “Banca dal volto umano“, offre alla sua clientela quotidianamente e il Direttore Marino lo dichiara senza equivoci: “Il nostro intento non è competere con i grandi gruppi, semmai competere con noi stessi. I servizi bancari li offrono tutti, noi vogliamo offrire altro: qualità, attenzione ai particolari, professionalità, ascolto. La mission è quella non di fornire prodotti, ma unirci ad aziende e famiglie per crescere insieme”.
Paestum, 9 giugno 2011
3 commenti su “Il Credito al Sud: verso la Banca del Mezzogiorno”
Obbiettivamente è una buona Banca e Marino è in gamba.
Le banche da noi sono come l’ufficio postale che dice il dott. Ruffo, fanno solo incetta di soldi. impegati freddi che non riescono a guardarti nemmeno in faccia, specie se non hai un soldo, come si può pensare a una banca dal volto umano.
Garanzie, garanzie e garanzie.
Una volta offerte di ca…..no in mano. E nessuno dice niente.
Il credito alle imprese? un sogno.
Quando hai bisogno nessuno ti aiuta. Cambiare l’approccio al credito è importante, ma sbarrarlo come si fa ora è il peggiore aiuto che si può dare agli imprenditori o alle famiglie, specie quelle del sud.
Al sud le famiglie ricorrono ai prestiti personali addirittura per pagare l’aggressione del Governo attraverso la tassazione.
Obbiettivamente è una buona Banca e Marino è in gamba.
Le banche da noi sono come l’ufficio postale che dice il dott. Ruffo, fanno solo incetta di soldi. impegati freddi che non riescono a guardarti nemmeno in faccia, specie se non hai un soldo, come si può pensare a una banca dal volto umano.
Garanzie, garanzie e garanzie.
Una volta offerte di ca…..no in mano. E nessuno dice niente.
Il credito alle imprese? un sogno.
Quando hai bisogno nessuno ti aiuta. Cambiare l’approccio al credito è importante, ma sbarrarlo come si fa ora è il peggiore aiuto che si può dare agli imprenditori o alle famiglie, specie quelle del sud.
Al sud le famiglie ricorrono ai prestiti personali addirittura per pagare l’aggressione del Governo attraverso la tassazione.