COMUNALI A SALERNO
Gagliano: “La Ferrazzano non ha niente che la riconduca alla destra salernitana. Gli elettori ne sono consapevoli”. – Cioffi: “Il principio dell’uomo che comanda e gli altri che lo seguono e ubbidiscono non ci interessa”.
La Campagna elettorale si infiamma: De Luca corre, Gagliano lo “insegue” e cerca il sorpasso sulla Ferrazzano. Cioffi è la novità.
SALERNO – Si fa sempre più rovente lo scontro tra i candidati e le opposte tifoserie. I temi politici sono passati in secondo ordine, mentre prevale l’aspetto muscolare, talvolta volgare, offensivo, calunnioso, denigratorio. Mostrare la forza è un imperativo categorico. Esibire il potere e gli effetti del potere, quello liquido, palpabile, curando di utilizzarlo senza ritegno come merce di scambio, è ormai un esercizio che ha preso il sopravvento sulle reali questioni politiche che invece andrebbero affrontate in una Città come Salerno.
Una campagna elettorale che ha raggiunto livelli di scontro di una truculenza inaudita, tanto da scommettere che ben presto si passerà dai palchi al Tribunale, costringendo i salernitani ad assistere più che ad una competizione elettorale, nella quale operare delle scelte serene, sulla base di proposte politiche riguardanti il futuro della città, a schierarsi e a prendere parte ad una rissa continua con protagonisti che si scannano per conquistare il potere, più che badare di migliorare i servizi, di far funzionare i trasporti, di assicurare che le scuole funzionino, che le strade siano percorribili, che vi sia più sicurezza, che crei condizioni di lavoro per tutti, che rivolga maggiore attenzione ai bambini e agli anziani, e che dia il giusto valore all’arte, alla cultura, all’ambiente.
Una campagna elettorale viziata da un difetto di base, che vede i due maggiori schieramenti confrontarsi, influenzati dai due maggiori Leader Vincenzo De Luca e Edmondo Cirielli, che schierano entrambi quel potere di cui dispongono, e che non sono affatto campioni di buone maniere, con spiccate tendenze al comando, particolarmente autoritari e poco inclini al confronto.
Insomma, due prepotenze a confronto. Un confronto/scontro tra la macchina comunale e quella provinciale. Un confronto che schiera i due maggiori partiti (anche se il PD si camuffa) con le rispettive alleanze e i suoi uomini di potere, e non invece i due veri leader. In effetti il PdL candidando Anna Ferrazzano, ha demandato ad un “sergente” anziché un “generale” di guidare l’esercito in battaglia. Una condizione che non risparmia considerazioni, la prima fra tutte: La Ferrazzano è l’unica candidata inopportuna e non rispondente al ruolo che di fatto è ascrivibile a Cirielli.
Di questo ne sono consapevoli tutti, e ne è consapevole anche il Senatore Nino Paravia, che alla stampa ha dichiarato che la Ferrazzano “sta crescendo” ammettendo il “ritardo” della sua candidata e che Gagliano propende verso “piccoli partiti senza prospettive”. Forse era il caso di scegliere un candidato già cresciuto piuttosto che aspettare di vederlo crescere e nel frattempo perdere le elezioni, e contestualmente si poteva evitare che Gagliano scegliesse piccoli partiti perché ignorato dal suo.
Di questo “ritardo” ne è consapevole Salvatore Gagliano che nel mentre ravvisa un certo nervosismo nei ranghi del PdL dichiara: “Con Paravia ho buoni rapporti personali e di lavoro, tuttavia le sue considerazioni, anche se rilasciate in buona fede, risentono di quel nervosismo che ormai ha preso il PdL. Non ho scelto Piccoli partiti, semmai una posizione politica che ben presto diventerà grande, anche perché sia a livello Nazionale che provinciale il PdL sta per scoppiare. A Salerno con le elezioni Amministrative accadrà prima”.
Gagliano, consapevole dell’handicap del Popolo delle Libertà, con le sue tre liste va all’assalto della Ferrazzano per tentare il sorpasso: “Più passano i giorni e più ricevo attenzione da parte di centinaia di elettori di destra. Il voto disgiunto è l’occasione per far ricadere la preferenza su di me e consentirmi il sorpasso sulla Ferrazzano. Ci credo e ci faccio affidamento. La destra sociale non è quella che a chiacchiere vuole rappresentare il PdL, siamo noi. Nella Ferrazzano non vi è niente che possa ricondurla alla destra salernitana. Ne sono consapevoli tutti, di qui il disagio degli elettori che preferiranno me“.
In effetti un’altra considerazione che appare prepotente in questa campagna elettorale è sicuramente quella della identità. I candidati fanno a gara a disfarsi della loro per assumere altri connotati politici, nella speranza che trasformandosi si rendano più riconoscibili agli elettori. Accade a De Luca, che oltre a pretendere ed ottenere di “oscurare” il PD, non perde occasione per ricordare agli elettori che lui è la Destra, ed è sempre lui che rappresenta i valori della Destra. Cirielli non è da meno quando in più di un’occasione dichiara di essere più lui di sinistra che De Luca, e Gagliano, candidato di centro, invece si offre agli elettori di centro-destra come il vero portatore dei valori della Destra.
Questa mescolanza consente a Rosa Egidia Masullo che approfittando delle aspirazioni “destrorse” di De Luca vorrebbe occupare lo spazio, che a suo avviso si sarebbe liberato, a seguito di queste contorsioni politiche.
Sarebbe bene che i candidati non confondessero gli elettori e si presentassero per quelli che realmente sono, già questa condizione sarebbe un serio motivo di dubitare delle loro intenzioni e bocciarli, e proprio questa condizione di sovrapposizioni di identità politiche che non si dovrebbe accettare. Ci riprova Valerio Torre nella sua battaglia solitaria e ci prova Andrea Cioffi, il giovane ingegnere che sotto la bandiera del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo vorrebbe, per assurdo, scompigliare le carte per riportare un poco di ordine nel parterre politico.
Infatti Cioffi, la vera e propria novità di questa campagna elettorale, cerca di spiegare il suo impegno: “Il Movimento 5 Stelle si muove seguendo motivazioni di fondo, attinenti la partecipazione o meglio la mancata partecipazione ai processi decisori della stragrande maggioranza degli elettori. Siamo diversi. Innanzi tutto non abbiamo un capo. Io stesso sono candidato perché ricopro il ruolo di portavoce, rispondendo ad una scelta di principio politico e non di persone. Il principio dell’uomo che comanda e gli altri che lo seguono e ubbidiscono non ci interessa. Proponiamo modelli sicuramente diversi da quello di De Luca e di Cirielli attraverso la Ferrazzano“.
Anche Cioffi mette in evidenza il clima politico che si è instaurato: “Quello in atto tra le due così dette coalizioni maggiori, è uno scontro per definire chi deve comandare. Noi proponiamo e ci aspettiamo altre cose”.
Riguardo alle aspettative e alla prospettiva di vincere Cioffi dichiara: “Le elezioni sono difficili, combattiamo contro due poteri consolidati. Mi aspetto di vincere, nel caso contrario, mi aspetto che i temi che abbiamo posto all’attenzione degli elettori, siano assorbiti e fatti propri, da chi, indipendentemente sarà il Sindaco. Il Movimento 5 Stelle si pone come obiettivo anche quello di ripristinare un rapporto corretto con gli elettori. Il personalismo e i grandi partiti, stravolgendolo, hanno cambiato il rapporto cittadini-istituzioni”.
Ma indipendentemente da come i singoli candidati si pongono, di fatto, vi è un De Luca che passa da una televisione all’altra ad illustrare una Salerno europea, moderna, efficiente, in perfetta controtendenza ad un meridione che affanna e propone un modello di potere basato sul decisionismo-personalistico, che malgrado tutto, ha prodotto e messo in cantiere una miriade di opere: realizzate, in itinere e in progetto. A fronte di questo, che rende il Sindaco di Salerno l’uomo da battere, vi è il contraltare di un altro potere che fatica a rappresentarsi e a essere alternativo a quello di De Luca se non presentandosi con maggiore aggressività e muscolarità.
Salerno 23 aprile 2011