Gli effetti nocivi delle radiazioni sull’uomo sono quelli di rompere i legami delle unità elementari (molecole) che formano le cellule.
I danni prodotti sono deterministici e stocastici. I primi insorgono rapidamente e la gravità si manifesta a seconda del tempo di esposizione. I secondi si trasmettono sulle generazioni future: Mutazioni genetiche e aberrazioni cromosomiche.
di Erasmo Venosi
(Astrofisico)
ROMA – I documenti della Commissione Internazionale per le Protezioni Radiologiche (ICRP), del Comitato Scientifico delle Nazioni Unite sugli Effetti delle Radiazioni Atomiche (UNSCEAR), dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ( IARC) di Lione, e infine la legislazione italiana di settore, considerano le radiazioni da radioisotopi come causa di gravi patologie. L’ICRP ha pubblicato oltre 50 rapporti riguardanti l’esposizione e la protezione dalle radiazioni ionizzanti (radiazioni corpuscolari ed elettromagnetiche) che trasportano energia e che hanno la capacità di “rompere” (ionizzare) i legami nelle cellule. Se la ionizzazione interessa il DNA, si possono produrre effetti sulle cellule che formano l’organismo. Gli effetti nocivi delle radiazioni sull’uomo sono la conseguenza della capacità delle radiazioni di rompere i legami delle unità elementari (molecole) che formano le cellule.
Le due categorie di danni prodotti sono distinti in deterministici e stocastici. I danni deterministici insorgono abbastanza rapidamente dopo l’esposizione, e la gravità varia in base alla dose, al tipo di radiazione, ed esistono soglie dose, ovvero limiti, al di sotto dei quali tali effetti non si manifestano. I danni stocastici si dividono in due gruppi: stocastici somatici e stocastici genetici. Gli stocastici somatici sono costituiti dalle neoplasie.
La IARC di Lione considera le radiazioni ionizzanti “cancerogeni di categoria 1 ” ovvero “certamente cancerogeni per l’uomo”. Gli effetti stocastici genetici sono quelli trasmessi sulle generazioni future, come mutazioni genetiche e aberrazioni cromosomiche. Gli effetti stocastici sono dimostrati dagli esperimenti fatti e da studi epidemiologici. Gli effetti stocastici non hanno un valore di soglia, quindi non esiste nessun limite al di sotto del quale esista una tutela.
Nei documenti della ICRP si riscontra una significativa inversione: laddove una volta venivano considerati più importanti gli effetti ereditari prodotti dalle radiazioni, oggi l’induzione di neoplasie viene considerato il prevalente effetto stocastico. Il Rapporto della Reale Commissione sull’Inquinamento Ambientale di 30 anni fa simulava le conseguenze di un incidente nucleare in una centrale di 100 Mw (potenza equivalente a un settimo di ogni singolo reattore ad acqua bollente giapponese, e a un sedicesimo del reattore EPR che si intende installare in Italia).
La simulazione prevedeva il rilascio del 10% dei prodotti di fissione gassosi e volatili e veicolati attraverso la nube radioattiva. I rischi prevalenti erano determinati dallo iodio 131 (dimezza la sua radioattività in 8 giorni e la riduce di mille volte dopo 80 giorni) che irradia la tiroide, e dal cesio 137 (dimezza la radioattività in 30 anni) ed è causa della contaminazione protratta di campagne e residenze. Considerato che direzione e velocità dei venti e strati di inversione termica svolgono un ruolo fondamentale, le persone esposte e i rischi sono espressi in termini di probabilità.
Il Rapporto valuta l’inalazione di iodio 131 per la popolazione che si trova nel raggio di 24 Km. Il rischio di neoplasia alla tiroide ha una probabilità del 20% ovvero che un quantità variabile tra 1000 e 10.000 persone potranno ammalarsi di una grave neoplasia alla tiroide nel giro di 20 anni. Altri dati riguardano neoplasie polmonarie leucemiche. Tali cifre, avverte il Rapporto, potrebbero essere dieci volte maggiori o minori in rapporto alle circostanze. Rapporto che può esser opinabile come quelli che ha interessato Chernobyl. Noi osserviamo che esiste un problema di accumulo radioattivo di sostanze radioattive a vita lunga e accumulo biologico di alcuni elementi radioattivi negli esseri viventi dovuti al fondo naturale e ai residui delle esplosioni atomiche concluse nel 1971.
Il Legislatore italiano attraverso il DLgs 230 del 1995 all’art. 92 considera le radiazioni ionizzanti al pari degli agenti cancerogeni , di cui al Titolo VII del DLgs 626/1994. Il decreto che al Titolo X tratta la tutela della popolazione in caso di incidenti in impianti nucleari, dopo tre lustri necessità ancora di alcuni decreti attuativi di cui all’art 160 comma 1!
Roma,