Alcuni balordi nella notte mettono a ferro e fuoco il Viale Amendola.
Distrutta una libreria ambulante, dei cassonetti, l’ombrellone di un bar, un’insegna. Acciuffati i responsabili: sono minorenni. Si chiede più sicurezza da parte delle Forze dell’Ordine.
EBOLI – Una notte da dimenticare per Riccardo Russomando, titolare della libreria ambulante sul Viale Amendola nei pressi della Chiesa di San Bartolomeo. Russomando, con gli occhi nel vuoto, a fianco di un mucchio di cenere che fino al giorno prima era la sua fonte di sostentamento, ascoltava inebetito Don Fernando Sparano che tentava di dargli conforto. Rispondeva meccanicamente alle domande che i passanti gli facevano.
Russomando è originario di Giffoni sei Casali e dal 1995, gestisce con la moglie la sua attività commerciale, anche se era ingombrante, sul Viale ormai era diventata un punto di incontro la sua bancarella. Ci si trovava di tutto, dai libri di cucina, alle enciclopedie, dai romanzi di narrativa a saggi storici, libri di testo scolastici e vocabolari, alcuni nuovi o usati che fossero erano tutti a prezzi abbordabili.
Nella notte tra il 31 marzo e il primo aprile dei balordi con un’azione vandalica hanno dato fuoco alla bancarella, ed in poche decine di minuti sono andati in fiamme tutti i libri che c’erano all’interno. In pochi minuti hanno azzerato l’attività dell’ambulante Russomando. Nella stessa notte sempre sul Viale nei pressi della libreria Campanozzi, hanno dato fuoco ad un contenitore dell’immondizia. Nella stessa notte hanno incendiato anche un ombrellone del Bar Pigall, un poco più giù della bancarella distrutta. Mentre nella notte tra il 13 e il 14, alla fine del Viale, nei pressi della Rotatoria, prendeva fuoco l’insegna luminosa di Trendy Girl, un negozio di abbigliamento.
Nel frattempo si è sparsa la voce che i Carabinieri avevano acciuffato dei giovani che avrebbero anche ammesso le loro colpe. Due minorenni e un 18enne, che hanno trasformato una notte in incubo. Giovinastri che in branco e per noia sarebbero capaci di fare qualsiasi cosa, così come hanno fatto per la Bancarella di Rossomando e guai a chi ci capita.
Questi episodi se si sommano ad altri che quotidianamente si sono verificati nella Città, si presenta un quadro veramente sconfortante. Agli episodi di vandalismo e di bullismo, si aggiungono le risse, i furti negli appartamenti, anche in pieno giorno, lo spaccio e la normale delinquenza, di cui la stampa locale ne ha dato ampio resoconto, tutti episodi che rappresentano una misura ormai colma.
A provarne le spese nei giorni scorsi furono i Consiglieri Massimo Cariello ed Ennio Ginetti, che si sono visti ripulire da ladri ignoti i loro appartamenti; sempre qualche giorno fa, un altro Consigliere, Salvatore Marisei, denunciò un atto di vandalismo ai danni dell’auto della moglie.
Per quanto mi riguarda io stesso ho avuto negli ultimi anni brutte esperienze: un furto nella mia abitazione, due auto rubate, un’aggressione in pieno giorno e oggettivamente, non è che mi sia sentito molto assistito o protetto in quelle circostanze.
Purtroppo in questa città, e specie nella notte, può succedere di tutto, e se talvolta non succede niente è solo un miracolo. Ci va fin troppo bene. Il problema della sicurezza è fondamentale e tutti gli indicatori ci dicono che i cittadini la pongono al primo posto addirittura prima del lavoro.
La delinquenze in generale, quella urbana, e la cronicità dei fatti criminali oltre che la “tolleranza” sugli eventi delinquenziali, hanno reso il fenomeno endemico e la delinquenza viene “accettata” come un fenomeno naturale, addirittura inevitabile, che fa paura, ma fatale.
La sconfitta più cocente per le forze dell’ordine è quella di intervenire solo dopo che un atto delinquenziale è stato commesso, quello della società invece, è non aver saputo azionare tutti i meccanismi per prevenire qualsiasi fenomeno delinquenziale e criminale che sia.
A fronte di queste due verità si nota una carenza cronica di una politica della sicurezza e di strategie idonee per la tutela e la salvaguardia dell’ordine pubblico. Senza voler entrare nel merito organizzativo delle Forze dell’Ordine, si ha la percezione che il territorio non sia sufficientemente controllato e sorvegliato, sia di giorno che di notte, così come si avverte che la ferrea condizione legata all’orario di lavoro canonico, impedisce la presenza fisica nelle caserme in quegli orari che vanno oltre l’orario tradizionale 8,00-14,00.
Allo stesso modo riempire le città di telecamere, per esercitare la videosorveglianza, non garantisce affatto l’azione preventiva, semmai favorisce eventuali indagini, ma solo nel caso un fatto criminoso sia stato già commesso, così come anche un pronto intervento risulta essere sicuramente tempestivo, ma per niente efficace ai fini di evitare un delitto, una violenza, un furto, un’aggressione, un qualsiasi atto di delinquenza.
Nel caso della nostra Città, è evidente, che nelle ore pomeridiane ed in quelle notturne, non sia sufficientemente presidiata. Gli uomini e le unità impegnate, rispetto alla vastità del territorio, non garantiscono una copertura adeguata e questa condizione complica qualsiasi intervento urgente si debba mettere in atto.
E’ il caso che il Sindaco Melchionda si faccia carico di sollecitare la convocazione del Comitato Provinciale per l’Ordine Pubblico e la sicurezza presieduta dal Prefetto di Salerno Sabatino Marchione perché si pensi a nuove strategie e nuovi interventi atti a fronteggiare il crescente fenomeno della delinquenza comune.
Tornando al fatto specifico dell’incendio della Bancarella, è evidente che in un attimo il sig. Rossomando ha visto svanire tutti i suoi sacrifici nelle fiamme dell’incendio, e questo è motivo di dispiacere, ma prendendo spunto dal disastro, sarebbe il caso di rivedere la concessione degli spazi pubblici in tutto il territorio. Il proliferare di decine di gazebo e/o baracche che occupano permanentemente spazi pubblici, semmai concessi in regime di occupazione provvisoria, e per altro intralciano marciapiedi cittadini aree pubbliche.
Anche questo è un fenomeno distorto della “tolleranza”. E’ opportuno rientrare su tutti i fronti nella legalità.
Innanzitutto, vorrei esprimere la mia più sincera e umana solidarietà al Sig.Riccardo Russomando che in pochi minuti ha visto svanire anni di lavoro e sacrificio. Con i miei due bambini, la fermata presso quell’esercizio commerciale era diventata una tappa obbligata in ogni passeggiata in piazza e discesa per il viale Amendola. Quest’episodio non deve passare sotto traccia e deve essere un monito per quello che doveva essere fatto e non è mai stato fatto in questa città.
Nel consiglio comunale riservato all’analisi dei processi economici della valle del Sele, nel mio intervento avevo ammonito severamente l’amministrazione circa la diffusa sensazione di mancanza di sicurezza nella nostra città. Parole al vento. Tempo sprecato, meglio forse starsene a casa con i propri figli invece che impiegare ore per scrivere e dire cose che nessuno ascolta e che nessuno applicherà mai. In quell’occasione avevo detto che:
“È importante che i cittadini riconquistino la fiducia nelle istituzioni e che si abbatta quella strana percezione di insicurezza che limita l’iniziativa privata e rallenta ancora di più il processo di sviluppo economico, Non voglio analizzare qui il problema dal punto di vista sociologico, non è questo il luogo, ma tengo a segnalare che la domanda di sicurezza non si limita più alla richiesta di tutela dell’incolumità del singolo, ma contiene aspettative ben più ampie e diversificate che tendono ad ottenere l’innalzamento della “qualità della vita” anche attraverso il miglioramento della vivibilità dell’ambiente urbano e lo sviluppo in sicurezza dei rapporti interpersonali.
Per fare alcuni esempi concreti:
• una buona illuminazione pubblica può sortire effetti non dissimili da una vigilanza fissa in una certa area;
• l’edilizia pubblica ben progettata e non quella a cui siamo abituati (es. vecchi edifici adattati a civili abitazioni in cui fioriscono il degrado sociale e le attività illecite) può aumentare quel senso di sicurezza che favorisce l’iniziativa personale;
• la creazione di spazi per occasioni di svago o di vita di relazione può risultare un’utile alternativa ad azioni teppistiche ed a comportamenti devianti;
• interventi sui sistema di vitalità del quartiere, agendo sulla dislocazione e l’apertura di attività commerciali, ricreative e culturali e sulla sicurezza nei trasporti pubblici può sensibilmente aumentare il senso di sicurezza;
• il ricorso alle tecnologie più avanzate (videosorveglianza, sensori “intelligenti”, rete integrate di comunicazioni tra i vari organi di polizia, ecc…) può supportare l’azione di prevenzione sul territorio;
• la ricerca di sinergie degli Enti locali, la PA e il mondo economico, gli operatori del sociale, e le forze dell’ordine può favorire l’individuazione precoce dei comportamenti illegali e criminosi;
• la promozione di “iniziative di sensibilizzazione”, che coinvolgono il mondo della scuola e le più diverse realtà favorirebbero senz’altro la diffusione della cultura della legalità e lo sviluppo di un rapporto sempre più collaborativo tra società ed apparato di polizia e di sicurezza;
Occorre, pertanto, coinvolgere i diversi attori per investire insieme nella sicurezza, nella comune consapevolezza che essa costituisce un fattore dinamico destinato ad accompagnare nel tempo, i processi di crescita economica e sociale. Oggi, in questa sede voglio lanciare una proposta. L’istituzione di uno Sportello della Legalità e della Sicurezza.”…..
Mi rivolgo, all’assessore Remo Mastrolia invitandolo ad incrementare il controllo del territorio con la polizia municipale inserendo, tanto per iniziare, il turno serale (dalle 18:00 alle 24:00), facedo partire prima possibile la vigilanza attraverso la video sorveglianza e a mettere in atto tutti i punti di cui al mio intervento al consiglio comunale.
Lazzaro Lenza
Consigliere Comunale PdL
Caro Massimo, è doveroso associarsi alle vittime di questi raid vandalici; ancor di più nel caso di un venditore di cultura che, con la sua bancarella, rappresentava uno dei pochissimi segni di vitalità intellettuale in questa nostra città. Se riflettiamo per qualche istante, Eboli non offre molto da questo punto di vista: un cinema/teatro, una libreria, qualche cartolibreria/edicola che vende pochi libri, una biblioteca comunale avulsa dal contesto, un museo provinciale non valorizzato e … basta! A questo dobbiamo aggiungere, di contro, una consolidata assenza di politiche culturali strutturali, capaci di coniugare domanda e offerta; in grado di promuovere obiettivi a lungo termine e segnare cambiamenti nel tessuto sociale della comunità. Il tuo articolo focalizza l’attenzione su indicatori della qualità della vita della nostra città che non sono affatto invidiabili. Se, ai dati relativi alla microcriminalità e alla dispersione/elusione scolastica aggiungiamo quelli relativi alla condizione socio-economica c’è da rabbrividire. Eboli risulta una città sorniona, priva di prospettive, chiusa su se stessa; una città dove altissima è la dipendenza strutturale (i figli dipendono economicamente dai genitori, ben oltre il matrimonio), dove il senso del vuoto imbarbarisce con facilità le relazioni; dove le interazioni non sono stimolate correttamente, anche per l’assenza di spazi sociali; dove le micro esperienze positive di società civile sono distaccate dalla gestione politica e programmatoria della città, spesso avulse ad essa o mal sopportate; dove il rispetto delle regole di civile convivenza lascia il passo, sin dalle generazioni più giovani, alla cultura del non rispetto, dell’intolleranza, dell’egoismo, della strafottenza, della maleducazione, del “fottere” il prossimo, delle furberie. Eboli era considerata, fino a 20 anni fa, una cittadina vivibile, nonostante la pressante presenza camorristica. Paradossalmente, oggi, in assenza di maglie delinquenziali organizzate, Eboli appare molto peggiorata. Più volte abbiamo espresso, anche su questo blob, come sia impossibile pensare ad un vivere comune armonioso, di qualità senza comprendere che la qualità della vita è il risultato di politiche di sviluppo sociale in grado di coniugare gli aspetti sociali, economici, urbanistici, culturali, occupazionali della città. Questi diffusi episodi di inciviltà denotano, appunto, l’incapacità di agire in tal senso, ergo, la città si incancrenisce inevitabilmente. Agli arbori dell’insediamento del I Melchionda, ricordiamo, molteplici furono i segnali di forte intransigenza che l’amministrazione intimava nelle politiche di sicurezza urbana (lotta al vandalismo e contrasto ai clandestini). Oggi, raccogliamo l’ennesima prova che se non si investe seriamente sui temi richiamati ma si azionano sporadiche e timide risposte, tra l’altro scarsamente efficaci, di carattere repressivo, la parabola sarà inarrestabile. Caro Massimo se visitiamo i rioni ghetto della città (Pescara, Borgo, centro storico, Santa Cecilia, Cioffi, Fiocche, Serracapilli, San Cataldo, etc.), soprattutto in orari serali, ne valuteremmo negativamente la fruibilità, l’accessibilità, la sicurezza, l’igiene, i presidi pubblici e tanto altro ancora; gli spazi pubblici rionali con la loro carenza e lacunosità urbanistica, la deprivazione di panchine e di verde, la sporcizia; le scuole pubbliche che offrono il senso del distacco dalle esigenze dei bambini e un’assoluta indifferenza alla cultura del gioco, dello stare insieme; l’assenza del poliziotto municipale di quartiere, oltremodo, sancisce questa totale distanza tra la politica gestionale della città e le sue aree più densamente popolate. Il senso che vorrei dare a questa riflessione è, quindi, l’indispensabilità di immaginare politiche più ampie, certamente più faticose ma le uniche in grado di avviare un cambiamento sociale in questa città. Occorre crederci, però. Occorre essere in grado di pensarle ed attuarle. Permettimi di nutrire forti rilevanti dubbi su questa possibilità. Dubbi che non scaturiscono da convincimenti ideologici personali ne da valutazioni soggettive. Mi permetto di analizzare, semplicemente, quanto e come negli ultimi 10 anni si è investito sui temi richiamati; che rilevanza è stata data alle politiche sociali strutturali piuttosto che alle politiche assistenziali; che impegno è stato profuso nello sviluppo socio-economico della città, etc. Mi auguro di aver sbagliato!
io credo che vandali come questi dovrebbero essere non puniti con la giustizia, ma dovrebbero essere tutti sterminati e le famiglie dovrebbero stare molto più attente ai propri figli
10, 100, 1000 bancarelle sul viale Amendola!
In periodi magri, quando ad ingrassare sono solo certi politici, esse sono germogli di vita su di un territorio morto. Non se ne può rendere conto chi ha avuto la fortuna di venire nominato nei consigli di amministrazione di società foraggiate dagli Enti locali e , quindi, dal denaro pubblico e, quindi , dal denaro dei cittadini e, quindi, anche dal denaro degli ambulanti. Riserviamo la priorità della libertà di passeggio sul marciapiede dei liberi pensatori a tempi più floridi. Per quanto riguarda gli autori di questi scempi, se minori, è giusto che i genitori paghino i danni fino all’ultimo centesimo, e le autorità non badino alle loro condizioni sociali ed economiche.
Innanzitutto esprimo la mia sincera e umana solidarietà al Sig. Russomando con il sincero augurio che anche con il contributo tangibile scaturito dall’iniziativa di noi cittadini e il sostegno dell’amministrazione comunale possa rimettere in piedi il suo gazebo. Sarebbe già un bel segnale.
Mi associo e concordo totalmente con quanto scritto dal Sig. Giovanni Russo.
Sarebbe molto importante che i nostri amministratori, magari coadiuvati nell’azione con lo stesso spirito di fattiva collaborazione anche dai consiglieri di opposizione come L. Lenza, agissero in tempi rapidi per dare una risposta concreta a un atto vandalico non fine a se stesso perchè simbolicamente assume un valore sinistro che se non adeguatamente contrastato rappresenterebbe la resa definitiva al degrado socio culturale(quello economico e già avvenuto) della nostra città e il preludio a ben altri scempi dando la sensazione a questi micro a macro criminali di avere completamente in pugno la nostra città.
Sia questa l’occasione per la politica politicante di tacere(….per una volta). Si ascolti l’accorato appello di Massimo e di tutti i cittadini ebolitani e si agisca in fretta ed efficacemente. Qui non si tratta di salvarci dalla Centrale nucleare (…ci ha pensato lo ztunami giapponese), nè di salvare il nostro ambiente dal degrado nè di salvare il nostro mare dall’inquinamento o dal porto commerciale o di risolvere problemi forse oggettivamente troppo grandi per una singola amministrazione comunale.
Questo è un problema serio,serio, “SERIO” ma alla vostra portata : trovate la soluzione!!!
Siete stati eletti per questo.
Dimostrate lavorando in silenzio (…basta chiacchiere please!) e con i fatti di meritare la fiducia di chi vi ha eletto e che Dio vi illumini!
MI DISPIACE. MI DISPICE MOLTO.
SPESSO HO ACQUISTATO LIBRI DAL SIG. RUSSOMANDO.
IMMAGINO LA SUA AMREZZA.
DA MOLTO TEMPO AVEVA SCELTO EBOLI PER VENDERE A PREZZI MODICI LIBRI CERTO DATATI MA IN CUI OGNUNO DI NOI POTEVA TROVARE QUALCOSA DI INTERESSANTE.
MI SIPICE. MI DISPIACE MOLTO PER L’IMMAGINE CHE SI DA DI EBOLI.
IL DEGRADO IMPERA, IL POPULISMO E QUALUNQUISMO IMPERA.
DAVANTI AD EPISODI VANDALICI COME QUELLI DELL’ALTRA NOTTE- MA NON SONO ISOLATI ED EPISODICI- CI SI CHIEDE SE NON VI SONO COLPE E RESPONSABILITA’. CERTO VANNO DISTRIBUITE MA TUTTI SIAMO COINVOLTI, LE FORZE DELL’ORDINE, DELLA PROTEZIONE CIVILE, I VV.FF.,GLI AMMINISTRATORI, ETC.. MA ANCHE NOI CITTADINI EBOLITANI.
QUANDO HO SAPUTO DELL’ACCADUTO, HO SENTITO IL DOVERE DI ANDARE E VEDERE.LO SPETTACOLO. ERA VERAMENTE DESOLANTE, MORTIFICANTE.
MI AUGURO CHE NON VENGA PULITO IL VIALE PER ALCUNI GIORNI. BISOGNEREBBE LASCIARE QUEL “TOTEM” DELLA VERGOGNA PER UN TEMPO NECESSARIO PER FAR CAPIRE LA GRAVITA’ DELL’ATTO.
Mi dispiace, mi dispiace molto e fuori da ogni forma retorica mi dispiace molto anche per il danno economico arrecato al sig. Rossomando, che certo non aveva un guadagno importante da quella attività, come dovrà fare ora? Mi auguro che abbia le risorse necessarie e spero che con l’aiuto concreto della cittadinanza ebolitana in tutte le sue componenti non rimpianga la scelta di EBOLI,Al buon Riccardo Rossomando. AUGURI vorrei rivedere un bel GAZEBO di libri rinascere da quelle ceneri.
…abbiamo superato il limite dell’inimmaginabile,siamo ad un tornante della nostra Storia.o cambiamo rotta,o il declino sarà inconfutabile!!!
Senza giri di parole e non venite a afre la solita tiritera sulle colpe della societa’ ecc…. forni crematori e castrazione chimica ma a volte non solo per i genitori.Il resto sono solo chiacchiere da radical chic
In democrazia è così che si fa… vero? Per quanto mi riguarda, credo molto di più nelle regole e nelle pene che vengono dettate da leggi precise, in America, Paese molto più giovane del nostro, ma dal quale abbiamo importato la sociologia, esistono modalità diverse per condannare queste cose…. chi subisce il danno, ma in genere si tratta della società tutta, deve essere ripagato del danno subito a qualunque costo, esistono svariati modi per punire senza tutta questa disgustosa cattiveria, chi commette dei reati, mi riferisco ai minori, ovviamente… e mi riferisco a reati simili a quello di cui si sta discutendo… le famiglie, prime di tutto, devono garantire la copertura del danno, e fin qui siamo tutti d’accordo, qualora non vi fossero le possibilità economiche, si trovano soluzioni adeguate al caso, la cosa importante è comunque garantire alla vittima la copertura dei danni subiti! Per quanto riguarda il minore, piuttosto che prenderlo a bastonate, cosa che dovrebbero fare i genitori con scopi educativi, vengono applicate metodologie molto più costruttive…. l’offesa alla vittima corrisponde ad una offesa per l’intera società, dunque, è sopratutto verso di essa che il minore deve pagare le sue pene, ma pagare una pena prendendo delle mazzate o, addirittura, finendo in un forno crematorio ( disgustoso riferimento a pratiche naziste che sono ancora oggi uno sputo acido sulla nostra storia), non credo proprio possa essere intesa come una possibilità di riparare al danno causato e dimostrare di essere “adeguato” ad una civiltà che si rispetti!
Le pene, a mio avviso, come accade nella patria della sociologia… devono essere educative e non punitive…. costringere gli autori del gesto a lavorare gratuitamente in qualche associaziuone, essere severi nel pretendere risposte positive, canalizzarli verso esperienze diverse, seguirli come ombre per prevenire eventuali altri errori, non concedere mai più di quanto meritano, mostrargli la faccia pulita del mondo, impegnarli in attività di sostegno a malati, esserci sempre e comunque, anche e sopratutto nei momenti peggiori…. solo così potremo ritrovare la loro vera identità, solo così potremo evitare di fabbricare mostri più adulti, umiliati dalla rabbia che ha corroso la loro anima ed abbandonati prima ancora di essere raggiunti!
Cavolo signori… non posso credere davvero che le vostre uniche soluzioni siano di così basso livello….. c’è un commerciante a cui dare risposte positive, per il momento, ma dobbaimo pensare anche al futuro, dobbiamo imparare ad educare i nostri giovani, perchè ammazzandoli non raggiungeremo alcuna soluzione!
non esiste giustizia e sicurezza ad Eboli ,vige l’anarchia assoluta un vandalismo inaudito,telecamere costate tanti soldi e mai funzionate ,la legge è inesistente.
Le istituzioni assenti ognuno pensa ai fatti propri devono vergognarsi. Quando la disoccupazione aumenta,l’economia è sempre piu in basso cioe inesistente li attecchisce il delinquere quindi è facile prevenire se si vuole. Ma non si vuole risolvere il problema anche se complesso è un circuito vizioso dagli avvocati corrotti e che ffanno affari alle spalle dei delinquenti impuniti perche le leggi ,la giustizia non funziona.Ma bisogna controllare anche i controllori ,è proprio vero che non funziona nulla la macchina sociale si è bloccata e nessuno vuole smuoverla.Che bell’affare.
Vorrei toccare un altro argomento nazionale e grosso si è mai indagato sui farmaci equivalenti? chi li fa chi li prescrive e perche proprio quelli e non altri?
in questo paese siete tutti bravi a parlare. non se ne salva uno.
da destra a sinistra al centro.
Giusto Sherlock… peccato che non si tratta assolutamente di politica… di fronte a questi enormi problemi, il sistema politico attuale non rappresenta alcuna soluzione, è altamente responsabile, semmai! In ogni caso, condivido la rabbia nei confronti di tutti gli schieramenti!
Dopo l’atto di inciviltà consumatosi a danno del nostro amico Riccardo, atto che ha fatto assurgere il nome di Eboli ancora una volta agli onori della cronaca … nera, le autorità si sono strappate le vesti, hanno manifestato solidarietà e vicinanza a Riccardo per l’atto brutale di cui è stato vittima. Cio attendevano qualcosa di puù concreto ma nulla è arrivato da queste persone; ci stanno pensando semplici cittadini, associazioni e partiti di buona volontà.
Cosa ha fatto la nostra cara amministrazione per dimostrarsi alla’altezza di quello che è … ha revocato il permesso a Riccardo così che, se riuscisse a rimettere in piedi la sua attività, potrà farlo solo il sabato e la domenica, gli altri giorni gli sono stati revocati.
ALLA FACCIA DELLA SOLIDARIETA’ SBANDIERATA DAI NOSTRI SENSIBILI AMMINISTRATORI SUI GIORNALI.
Armando Voza ha ragione.
Se il permesso per l’occupazione del suolo pubblico all’amico Riccardo è stato revocato per sette giorni su sette, certamente non è un buona cosa. Montare e smontare “la bancarella” ogni sabato mattina e ogni domenica sera non è una cosa molto comoda e certamente poco redditizia.
Devo riconoscere all’amico Rossomando che aveva scelto uno spazio che non dava molto fastidio al “passeggio” sull’ampio marciapiedi.
Mi chiedo se la revoca è stata fatta o VERRA’ FATTA non tanto alle sedie, tavolini ed ombrelloni dei bar, ma ai veri e propri pseudo locali “FISSI” ed a tutti i VERI IMPEDIMENTI sui viali cittadini, in alcuni casi un vero e proprio pugno nell’occhio ed ostacolo alla “circolazione” dei disabili, anziani e dei passeggini per i bambini.
Ritornando alla solidarietà per Riccardo, chiedo di sapere e di far sapere le modalità concrete che si stanno realizzando in modo da consentire una partecipazione più attiva:
1- come fare e a chi fare donazioni economiche per Riccardo?
2- come fare, aci fare e dove fare fare donazioni di libri a Riccardo?
3-si può fare una petizione con firme di cittadini ebololitani per la concessione di occupazione di uno spazio “fisso”, per es. in Piazza della Repubblica, sul marciapiede dell’edificio scolastico “Giudice”?, Se ci stanno spesso giostre , burattinai, venditori di palloncini e dolciumi vari, NON PUO’ STARCI UNA POSTAZIONE FISSA PER LA VENDITA DI LIBRI ?
Insooma, come dice il mio amico Armando si può passare dalle dichiarazioni solidaristiche ad una solidarietà REALE E NON VIRTUALE?
Aspetto informazioni da chi ritiene di poterle dare.Grazie Antonio Lioi
Non ho mai visto, ne sentito, una città più autolesionista della nostra! Già il quadro sociale non offre un bel volto di se per vari motivi, l’economia continua ad essere ferma al palo, il commercio piange ogni giorno i suoi ” caduti” ( attività che chiudono per assenza di pubblico), le strade sono praticamente vuote, il tempo libero non ha alcuno sbocco interessante…. ecc, ecc… e cosa fa la nostra amministrazione???? Approfitta di un evento drammatico, per il Sig. Riccardo Russomando, ma io preferirei aggiungere per l’intera società, per ridurre il numero di giorni in cui l’unica isola felice della cultura può esercitare la sua attività! Eboli, ormai, è diventata una città paragonabile a quel personaggio interpretato da uno del trio Aldo, Giovanni e Giacomo a mai dire gol… quell che si picchiava con una bottiglia di plastica sui maroni; Tafazzi! La città dormitorio…. e tra un pò non si potrà nemmeno più dormire!
A tutti coloro che fossero intenzionati a dare un concreto sostegno alla causa di Riccardo posso segnalare, per quel che ne so io, il Centro Culturale Studi Storici di Eboli (sede difronte portone chiesa San Nicola) e i ragazzi di SEL (sede nei pressi di piazza Borgo) stanno adoperandosi per la raccolta di denaro e libri.
Di altre iniziative nulla so.
Ebolitani! Questo è il momento di dimostrare quale sia il nostro valore di solidarietà e di risposta concreta agli atti criminali.
Domenica sera, ho visto con piacere che il sig. Russomando ha riaperto il suo chioschetto. Se lo ritrovo aperto ci vado a spendere, fatelo anche voi.