Per SEL la Piana del Sele è terra di nessuno

La Piana del Sele è terra di nessuno!, in balia di scelte improvvisate della destra, frutto della mancanza di un progetto complessivo.

Il governo di Berlusconi, a totale trazione nordista, taglia gli incentivi alle energie rinnovabili ed ubica una delle centrali alla foce del fiume Sele, mentre i dirigenti locali subiscono senza opporre resistenza.

Centrale nucleare

EBOLI – Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota politica del Circolo “La Sinistra” di Sinistra Ecologia e Libertà di Eboli, che punta i riflettori sulla Piana del Sele e l’assenza di politiche territoriali da parte della destra di governo che fa riferimento all’Ente Provincia di Salerno e al suo Presidente Edmondo Cirielli.

Secondo SEL lo dimostrano l’assenza di politiche territoriali coerenti con le vocazioni della Piana del Sele e più in generale dell’intera Provincia e i riflessi delle politiche del Governo Berlusconi, che prigioniero della Lega imprime politiche di regressione nei confronti del Meridione d’Italia, vedi sottrazione dei Fondi FAS o i contributi per l‘Alluvione del Sele.

Scelte politiche, ivi compreso quella anacronistica del Nucleare e della probabile scelta della Foce del Fiume Sele per dislocare una Centrale Nucleare, in perfetta controtendenza di buona parte delle nazioni più avanzate del Mondo a seguito della tragedia del Giappone, ravvisano la completa sudditanza di una classe politica di centro-destra, incapace di accennare ad una ben che minima protesta, attenti come sono a non contrariare Berlusconi e quindi l’alleato forte, con la conseguenza di far regredire ancora di più le regioni meridionali nella crisi più profonda.

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La Piana del Sele … terra di nessuno!

EBOLI – Nel 2003 un importante convegno alla cassa rurale di Battipaglia – dove erano presenti economisti, imprenditori, mondo della finanza, sindacati, istituzioni – definì la Piana del Sele come un’area che avrebbe potuto assumere il ruolo di volano motore dell’economia non solo della provincia di Salerno, ma dell’intera Regione Campania.

Ecco qual è il quadro che oggi ci viene consegnato dalle scelte di una destra priva di un disegno complessivo che parli di sviluppo di quest’area strategica:

Il governo nazionale di Berlusconi, a totale trazione nordista, nel mentre in Giappone e nel mondo intero si rimane col fiato sospeso per la preoccupazione del disastro nucleare, abbraccia la politica dell’energia atomica (e, giusto per far capire bene il messaggio, taglia gli incentivi all’utilizzo delle energie rinnovabili) ed ubica una delle centrali alla foce del fiume Sele.

Dopo questa scelta, vorremmo chiedere alla destra locale, vergognosamente incapace di prendere posizione contro, di quale turismo parleremo? di quale agricoltura di qualità parleremo? Di quale qualità della vita e di quale tutela della salute dei cittadini parleremo?

A questo schiaffo che viene da Roma si aggiunge quello che ci viene dalla Provincia guidata dal “colonnello” Cirielli: la scelta di spostare il porto commerciale di Salerno sulle coste di Battipaglia, devastando tutta l’area che va fino all’Aversana, dove si concentrano importantissime attività agricole, e destinando alla chiusura tutto ciò che nella zona attiene al turismo.

La Piana del Sele terra di nessuno!, in balia di scelte improvvisate, frutto dell’assoluta mancanza di un progetto complessivo sull’area da parte di questa destra.

Invitiamo tutte le forze politiche delle città della Piana, le Amministrazioni Comunali, i rappresentanti istituzionali ed i cittadini a scendere in piazza per fermare questa aggressione alla Piana del Sele, ultima grande zona agricola della Regione Campania, ad una terra dal potenziale turistico enorme, sebbene ancora inespresso. Settori che adeguatamente valorizzati potrebbero assicurare posti di lavoro a decine di migliaia di nostri giovani, soprattutto diplomati e laureati.

Riteniamo che stiano innanzitutto qui le responsabilità enormi delle Amministrazioni Comunali di Eboli, di Battipaglia e delle altre realtà della Piana, incapaci di mettere in campo un progetto condiviso di “area vasta”, che vada dalle idee di sviluppo, alla mobilità, ai servizi.

Eppure una proposta su cui ragionare c’è già: il progetto “Costa del Sele” elaborato dai Comuni di Eboli, Battipaglia, Capaccio, Pontecagnano e Bellizzi, coordinati dalla Provincia allora guidata da Alfonso Andria.

Sta là, nei cassetti della Provincia, in attesa di essere rispolverato, a dimostrazione che i Comuni – se opportunamente coordinati (cosa di cui la Giunta Cirielli è assolutamente e pacchianamente incapace) – possono elaborare un disegno di sviluppo di un’area geografica, anche se così vasta, come la Piana.

Smettano i sindaci nostrani, finalmente, il ruolo dei “polli di Renzo”, che hanno ridicolmente ricoperto in questi mesi, litigando sul se l’Ospedale doveva stare a Battipaglia o ad Eboli, cerchino di fare lo sforzo di guardare oltre il proprio piccolo orticello elettorale (cosa che ha finito per indebolire l’intera Piana del Sele) e si facciano carico di convocare i Consigli Comunali congiunti dei Comuni della Piana del Sele per discutere di quale prospettiva vogliamo dare alla nostra terra; chiamino alla mobilitazione partiti, forze sindacali, forze imprenditoriali, semplici cittadini, contro lo scempio della Piana che si intende perpetrare fra il Governo di Roma e governa della Provincia di Salerno.

Possibile che questi “signori” riescono a trovare i soldi solo per quello che dicono i loro sodali e non trovano un euro per turismo ed agricoltura? Che fine hanno fatto i soldi per il polo agro-alimentare? Che fine hanno fatto i soldi per l’interporto? Che fine hanno fatto i soldi per le infrastrutture turistiche?

Noi di S.E.L. promuoveremo ogni forma di lotta, di mobilitazione e di iniziativa per sconfiggere, innanzitutto fra la gente, i piani di questi personaggi e dei loro sodali locali, che indecorosamente governano il paese.

Per questo continueremo a stare in piazza per raccogliere firme contro il porto commerciale sulle nostre coste e per invitare a votare SÌ al referendum per bloccare il nucleare voluto da Berlusconi & C. (insieme agli altri per l’acqua bene comune e contro il legittimo impedimento).

6 commenti su “Per SEL la Piana del Sele è terra di nessuno”

  1. Posso dire soltanto che uniti si vince. Via, quindi, le sigle dei partiti per attivare movimenti aperti alla società civile e, soprattutto, sensibilizzare i giovani su proposte concrete e di interesse generale. Dietro l’angolo può esserci un Paese migliore per tutti. Ache per quelli che lo stanno depredando e distruggendo. Buon lavoro a tutti.

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  2. Speriamo che questa volta, i nostri politici tutti, si sveglino dal sonno dell’interesse personale, e la finiscano di schiacciare un terittorio sotto spinte economiche di interesse di pochi.
    Sarebbe veramente un disastro immane una centrale nucleare alla foce del Sele, è un pensiero da menti a dir poco fantasiose

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  3. La Piana del Sele terra di nessuno? Chiedetelo a rosania. La piana del sele poteva essere il volano motore dell’economia? Chiedete al malgoverno di melchionda che non rispettando il patto di stabilità ha regalato agli ebolitani altri quatro milioni di debiti che gli ebolitani dovranno pagare con tutti gli interessi. Centrale nucleare nella piana del sele? Non si farà perchè zona sismica e tecnicamente impossibile, Il vostro è solo sciacallaggio politico. coord.pdl eboli

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  4. Uniti si vince ed è proprio vero,combattere senza colori e bandiere politiche
    anche se si combatte contro i nostri connazionali ,anche se è contraddizione
    contraddizione con l’unità d’Italia ma è proprio vero che siamo divisi tra nord e sud potenti e deboli ricchi me poveri.
    Uniti contro delinquenti assassini spetati si vince .NO al Nucleare giu le mani dal nostro territorio andate via non vi è posto per gli avvoltoi.

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  5. “REGIONI E ZONE ITALIANE CHE SAREBBERO FRA QUELLE GIUDICATE IDONEE DALLA SOGIN PER IL DEPOSITO DELLE SCORIE RADIOATTIVE: Viterbese, Maremma, confine tra Puglia e Basilicata, confine tra Puglia e Molise, Colline emiliane, Piacentino e Monferrato. Dai depositi di scorie verrebbero escluse Sicilia e Sardegna, le località di alta montagna, le zone troppo abitate, i terreni con rischio sismico rilevante, i luoghi soggetti a frane o allagamenti. Queste alcune delle aree che secondo alcune ricostruzioni dovrebbero essere incluse, o escluse, nella mappa dei siti idonei per il deposito. La comunità che accetterà di ospitare le scorie verrà ricompensata con forti incentivi economici;
    – CRITERI PER LO STOCCAGGIO DELLE SCORIE: stabilità del suolo, non sismicità e bassa densità di popolazione sono i criteri per definire il deposito delle scorie radioattive. Per individuare le aree ci si é basati su un sistema ricostruttivo sulle mappe chiamato ’strati a Gis’: in esso si incrociano, sovrapponendo le mappe, i contrassegni dei diversi criteri e alla fine si prendono in considerazione come idonee le aree in cui rimangono dei ‘buchi’.

    – POSSIBILI SITI PER LE CENTRALI NUCLEARI IN ITALIA: secondo una mappa dei Verdi la centrale nucleare in Lombardia di cui parla il ministro dello Sviluppo ,Economico, Paolo Romani, “molto probabilmente, sarà realizzata tra le province di Cremona e Mantova lungo l’asta pluviale del fiume Po”. Secondo i Verdi il “primo reattore” nucleare d’Italia sarà, con ogni probabilità, a Montalto di Castro, nel Lazio in provincia di Viterbo. Poi, in “pole position” per gli altri tre reattori che il governo ha in mente, l’area di Caorso in Emilia-Romagna e vicinissima alla Lombardia, quella di Chioggia (Venezia) e una terza da assegnare a Oristano, in Sardegna, oppure a Nardò, in Puglia.
    Le altre aree adatte a ospitare una centrale nucleare sono – sulla base della mappa dei Verdi – Monfalcone (in Friuli Venezia Giulia), Fossano e Trino (Piemonte), Scarlino (Toscana), San Benedetto del Tronto (Marche), Latina (Lazio), Termoli (Molise), Mola di Bari oppure tra Nardò e Manduria (Puglia), Palma (Sicilia)”.
    Da nessuna parte si parla di Eboli e della foce del fiume Sele. Sel vuole creare inutili allarmismi e dopo aver governato con rosania per tanti anni, mettendo in ginocchio questa città ha ancora il coraggio di parlare… fatevi da parte… la gente non vi vuole più.

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  6. fonte corriere della sera
    “Da tredici anni l’Italia ha chiuso col nucleare, ma 13 centrali straniere sono a un passo da casa nostra e l’Anpa, l’Agenzia nazionale per la protezione ambientale, le considera come se fossero praticamente nel territorio italiano, ai fini delle conseguenze di un incidente rilevante sulla popolazione e sugli ecosistemi naturali.
    Le 13 centrali che si trovano a meno di 200 km dai nostri confini sono quelle di: Phenix, Tricast, Cruas, Saint-Alban, Bugey e Fessenheim in Francia; Muenleberg, Goesgen, Beznau e Leibstadt in Svizzera; Grundemmingen e Isar in Germania; Krsko in Slovenia.
    Per esse sono state fatte valutazioni di rischio ed è stato messo a punto un piano nazionale d’emergenza. Sebbene protette dalla barriera alpina, le nostre regioni confinanti con le centrali elencate subirebbero ugualmente il fall-out di un’eventuale nube di particelle radioattive liberata nel caso di un incidente. Le province italiane più direttamente interessate sono quelle di: Cuneo, Torino, Aosta, Varese, Sondrio, Bolzano, Udine e Trieste. Ma, a seconda della quantità del materiale liberato e della direzione dei venti, le aree coinvolte potrebbero estendersi ben sotto la fascia settentrionale del nostro Paese.
    Anche altre centrali nucleari dell’Est europeo più lontane, di cui una quindicina del tutto simili all’impianto di Chernobyl, vengono considerate sorgenti di rischi potenziali perché, in caso di grave incidente, potrebbero disperdere il materiale radioattivo fino nel nostro Paese”.

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