Piazza S. Giovanni solo per il “grande Vasco”
ROMA – Grande concerto di Vasco Rossi, all’insegna della musica e della solidarietà. Vasco non finisce mai di stupire, anche se ormai tutti si aspettano da lui sempre qualche cosa di nuovo. E così a Piazza S. Giovanni al tradizionale “concertone” del 1 maggio, promosso da Cgil, Cisl e Uil, ha regalato tante emozioni intonando il suo vastissimo repertorio, con ” il mondo che vorrei”, poi “stupendo”, e ancora “vieni qui”, “c’è chi dice no“, “gli spari sopra“, e poi la sorpresa promessa. Incomincia a cantare –
“io sono quel che sono, non faccio la vita che fai…….sono un ragazzo di strada e tu. Ti prendi gioco di me……..sono un ragazzo di strada, non faccio la vita che fai”
e manda letteralmente in visibilio i suoi fans con la canzone dei mitici “corvi” incisa negli anni 1966, che Vasco ha voluto dedicare alla “piazza”, cantandola per la prima volta nel concertone del 1 Maggio. Tra una canzone e l’altra anche qualche sua esternazione, come aveva già preannunciato dedicandole a “chi ha poco e rischia di perdere tutto” e non solo, ma anche perché ha sottolineato “voglio restituire quello che ho ricevuto in tutti questi anni. In questo momento di grave crisi economica è importante dare solidarietà a chi ha poco e rischia di perdere tutto”, e poi “Guardate meno i telegiornali, chi detiene il potere vuole persone tristi e impaurite perché così c’è bisogno di loro e si giustifica la loro esistenza. Ormai circola una brutta aria le conquiste di libertà sociali vengono rimesse in discussione e questo mi preoccupa molto”.
Il concerto continua con le note de “il mondo che vorrei” e “un senso”. Castellitto presenta man mano gli Afterhours, i Caparezza, i Nomadi, La premiata Forneria Marconi, la Fornaciari, Paola Turci e man mano tutti gli altri, ma il “concertone” era solo per lui: il grande Vasco.
Mentre si consumava il grande evento i sindacati CGIL, CISL e UIL, invece, in veste molto sobria, con Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, celebrano la Festa del lavoro tra i terremotati dell’Abruzzo, niente bandiere, né cortei o striscioni, ma solo il messaggio di un sostegno forte alla popolazione e di un impegno fattivo alla ricostruzione post-sisma, in una ritrovata sintonia confederale.
Favoloso. Vasco sei grande.
Esilarante. Parlano di lavoro e di lavoratori…ma mai uno di costoro che abbia piegato la schiena in vita propria. Come, d’altronde, molti politicanti e sindacalisti.