Il funzionamento della Magistratura ordinaria si può risolvere attraverso la soppressione dei Tribunali Militari e il trasferimento delle risorse umane aiTribunali ordinari.
Cardiello preannuncia un ddl di modifica costituzionale che si aggiunge alle altre ossessioni di Alfano e Berlusconi.
SALERNO – Il Senatore Avvocato Franco Cardiello, responsabile del settore Giustizia del nuovo movimento a sostegno del Governo Berlusconi, “Coesione Nazionale“, a proposito della Riforma della Giustizia di cui il Ministro Angelino Alfano e lo stesso Presidente Silvio Berlusconi ne hanno preannunciato per giovedì 10 marzo, la discussione e la relativa definitiva approvazione alla Camera dei Deputati ha dichiarato: “La riforma della giustizia è una priorità per il Paese e bene sta facendo il presidente Berlusconi a porla in testa all’agenda del governo. In questo momento è necessario intervenire non solo per evitare una deriva politica della magistratura, ma soprattutto per mettere in campo interventi improntati all’efficienza, alla produttività ed al risparmio.
Come altri comparti dello Stato – sottolinea Cardiello – anche la giustizia deve imparare a tenere conto delle propri spese. Per fare questo è necessario superare il campanilismo dei tribunali e mettere mano alle circoscrizioni giudiziarie, sopprimendo quelle che non producono e non rispondono agli standard nazionali.
Allo stesso tempo però – ritiene il Senatore – bisogna intervenire per istituire tribunali in quelle realtà dove se ne riscontra l’esigenza. In questo senso va il disegno di legge di modifica costituzionale, che proporrò la prossima settimana, e che punta alla soppressione dei tribunali militari. Una competenza che potrebbe essere destinata a quelli ordinari, anche in considerazione del fatto che tenere in vita questo settore della magistratura rappresenta un notevole sperpero di risorse e di unità lavorative. Unità che potrebbero invece essere destinate ai tribunali ordinari, che sempre più spesso sono in sofferenza ed hanno bisogno di personale.
Insomma – conclude Franco Cardiello – un ddl che permetterebbe una redistribuzione di forze tale da consentire allo Stato di risparmiare migliaia di euro. Un segnale importante al Paese ed alle famiglie che sono costrette a combattere con una delle crisi economiche più gravi degli ultimi decenni”.
Un DDL quello di Franco Cardiello che si aggiunge ad altri, per altri aspetti del funzionamento pratico dei Tribunali. Evidentemente per formulare la proposta è a conoscenza di determinati dati che indicano il personale impiegato, i magistrati e tutti gli annessi e connessi per far funzionare gli stessi Tribunali Militari, la risoluzione di tutti i problrmi. Tuttavia la loro soppressione presupporrebbe che il giudizio nei confronti del personale militare dovrebbe essere poi di competenza dei Tribunali Ordinari.
Il problema in ogni caso andrebbe risolto in un quadro complessivo che è più di carattere organizzativo e semmai logistico che legislativo, e per questo non è affatto necessario modificare la Costituzione, basterebbe solo precisare che i Tribunali Militari si organizzano di volta in volta e solo per trattare determinati argomenti che riguardano i militari in generale.
L’ossessione che la Maggioranza, il PdL, il Ministro Alfano e lo stesso Presidente del Consiglio Berlusconi hanno, e che sembra aver preso anche il Sen. Cardiello, mostra un particolare riguardo solo ed esclusivamente per il “Potere” che la magistratura ha e che essi ritengono, sia impiegato solo nel tentativo di cercare di processare Berlusconi. E solo per questo si vuole fare una “riforma della giustizia“.
La condizione che fa muovere l’interesse a ridimesionare il “potere giudiziario” e renderlo subordinato agli altri due “poteri”, amministrativo e legislativo, è devastante e tende a smantellare gli equilibri dello stato democratico. Equilibri che i nostri Padri Costituenti hanno voluto dare attraverso la separazione dei poteri, per modo che nessuno potesse prendere il sopravvento sugli altri.
Qualsiasi altra intenzione che non tiene conto di questo principio costituzionale fondamentale è eversivo e a nulla serve cercare di trovare argomenti e motivazioni che possano giustificare un’azione che mini l’autonomia della magistratura.
Salerno, 6 marzo 2011
Condivido il commento. Questi partono dal presupposto che esiste un altro potere che gli va a rompere le scatole nelle loro faccende quotidiane, laddove loro vorrebbero ogni possibile mano libera, al punto da sentirsi ingiustamente limitati se un giornalista, un magistrato o addirittura un semplice cittadino si permette di manifestare il minimo dubbio sul loro operato. Purtroppo, la casta, invece di autoproteggersi, dovrebbe sviluppare gli anticorpi, come in altri paesi, per autodepurarsi ove ci fosse non dico il sospetto di un reato, ma solo la possibilità di un comportamento indecoroso: anche il fare le corna a qualcuno o mettersi una maglietta con una vignetta sopra, o anche solo indossare una cravatta o un fazzoletto di uno specifico colore, dovrebbe già essere sufficiente per definirsi indecoroso per essere parte delle istituzioni. Mi fanno ridere quando, per entrare in Parlamento, per il decoro dello stesso è obbligatorio indossare giacca e cravatta, per poi, all’interno dello stesso, con la giacca e cravatta festeggiare mangiando mortadella o lanciandosi aeroplanini di carta. Questi comportamenti, pur non essendo penalmente rilevanti, sono il chiaro indice di braccia rubate all’agricoltura, altro che magistratura comunista. Peccato che il nostro popolo non si indigna neanche se viene travolto da un camion in corsa sulle strisce pedonali. In altri paesi, questi farebbero da sempre un mestiere più consono al loro livello comportamentale.