Masci: “La mia storia ultra trentennale parla per me. Nel passato ho dimostrato sempre la mia disponibilità anche a farmi da parte”.
“Non consento a nessuno di fare illazioni, senza averne titoli e competenze, riguardo alla mia persona, e riguardo alla mia professione, specie quando si ha una identità professionale incerta e legata, se non mescolata alla propria “attività” politica e istituzionale“.
EBOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente comunicato stampa del Presidente della Eboli Multiservizi S.p.A. e ex Direttore Generale del Comune di Eboli Gianfranco Masci, con il quale risponde al Consigliere Provinciale e Comunale Massimo Cariello del Nuovo PSI, in relazione ad alcune dichiarazioni di stampa, riportate anche su POLITICAdeMENTE (Comunicato Stampa sulla Multiservizi del Consigliere Cariello), nelle quali Cariello esprimeva giudizi personali e professionali ritenuti offensivi.
Oggettivamente forse nella foga del dibattito può sfuggire anche ai più attenti qualche frase o qualche considerazione che travalica i canoni della correttezza, ma è comprensibile quando il livello dello scontro politico assume toni alti a cui non è ossibile porre freni se non con il senso di responsabilità comune che in certi casi non deve mai mancare.
Tuttavia, senza scendere nel personale e senza essere oltremodo offensivi, si poteva esprimere il proprio dissenso politico e si poteva condividerlo ed eventualmente approvarlo o meno. Che vi siano molti dubbi e molte cose poco condivisibili della Multiservizi in generale ed in particolare delle gestioni che si sono susseguite, non è una novità, così come non è affatto una novità, e chi non lo ammette e un ipocrita, che questa Società è nata per gestire per conto del Comune alcuni servizi, ma soprattutto per caricargli la bellezza di 43 dipendenti, di cui 8 di un’impresa di pulizie. Un’operazione che non ha un altro nome se non: assunzioni clientelari, specie se si considera che è partita con un capitale irrisorio solo 12omila euro a fronte di un costo di quella manodopera che si aggira intorno a un milione e 200mila euro.
Non per imitare il peggiore Berlusconi: ma vuoi vedere che se queste assunzioni anziché farle i comunisti le avessero fatti Carmelo Conte o Martino Melchionda erano clientelari?
Il Piano Industriale così come è articolato, “scolasticamente parlando” non è affatto male, ma se si aspetta da quel Piano anche una risoluzione politica, si è sulla strada sbagliata. L’errore grave è semmai aver voluto spingere perché il CDA dell’Azienda redigesse un Piano, che pure andava presentato, ma sicuramente dopo aver avviato e conclusa una discussione e dopo aver dato gli indirizzi politici all’Azienda.
Ipocritamente si cerca di attribuire responsabilità che sono anche di oggi, ma non sono solo di oggi, ci sono ma risiedono solo nella volontà di mantenere in piedi una “creatura” che non è nata per niente bene, non dispone di buona salute ed ha avuto una degenza disastrosa a seguito di una cura inappropriata. E più che la ricerca dei responsabili, occorre dare ora delle risposte politiche, che guardino al futuro e che evidenzino politiche sbagliate.
Al momento comunque ci si trova di fronte ad un bivio, o liquidare la Società e dire senza mezzi termini ai dipendenti che non c’è più lavoro per loro, o individuare una volta per tutte le strategie prima politiche e poi tecniche per dotarla di una autonomia finanziaria. Nel primo caso si perde tutto, nel secondo si può sperare in una ripresa, anche alla luce della ricerca di un socio o più cosi privati, che dovranno per legge acquistare il 40%.
Ma quando ci si muove si sentono anche i rumori, e pare che il “rumore” indica che vi sia un gruppo di persone in Città, che vorrebbe cercare di entrare nella Società. Un socio qualsiasi non è salutare, un socio che abbia competenze relative ai servizi che si vuole aggiungere potrebbe andare, ma se, per esempio dietro questo fantomatico gruppo locale vi sia qualche “disinteressato” omino politico associato a pseudo imprenditori e pseudo “finanzieri” in cerca di affari, allora bisogna stare con gli occhi aperti.
Ma allora perché nonostante sia una Società fallimentare e strutturalmente indebitata ci sono diversi appetiti politici e “sottopolitici“? Evidentemente perché muove danaro, perché gestisce, perché comunque il Comune non potendo gestire direttamente i servizi di cui necessita, deve per forza affidarli all’esterno e quindi ha bisogno di una società.
E in questo quadro che sono maturate le accuse, le offese a cui Masci ha inteso rispondere:
“Ho appreso da alcuni organi di Stampa e dal web, il contenuto di un comunicato stampa del Consigliere Comunale Massimo Cariello, nel quale esulando sia dalla sfera politica che tecnica, sono stati espressi giudizi, e personali, e professionali sul mio operato, in relazione alle mie funzioni da Presidente della Eboli Multisevizi e al Piano Industriale presentato in Consiglio Comunale.
In particolare – punta l’indice Masci – mi riferisco al seguente scritto: “grosso esperto manager che….. ha sviluppato un piano industriale indegno , per manifesta incompetenza , che poneva come obiettivo quello di far eseguire alla società la riscossione dei tributi”.
A tale proposito – aggiunge l’ex Direttore Generale – a difesa della mia onorabilità personale e professionale, mi corre l’obbligo di sottolineare quanto già ho evidenziato in una mia intervista: la mia è una storia professionale ultra trentennale e parla per me. Tra l’altro, e l’ho già dimostrato in altre circostanze, sono come sempre disponibile anche a farmi da parte.
Non consento a nessuno di fare illazioni, o quanto meno senza averne titoli e competenze, e riguardo alla mia persona, e riguardo alla mia professione, specie quando si ha una identità professionale incerta e legata, se non mescolata alla propria “attività” politica e istituzionale.
Si è andato altre il segno, e non perché non si intende accettare dichiarazioni che esprimono giudizi politici e tecnici, che anche se non condivisibili sarebbero accolti con rispetto ed interesse, ma perché si vuole operare un’azione denigratoria che tenderebbe a danneggiare anche professionalmente, chi vive del proprio lavoro e della propria dignità professionale.
Riguardo al Piano Industriale – conclude il Presidente della Multiservizi – presentato in Consiglio Comunale, non è “infame” solo perché non si hanno argomenti validi da contrapporre, è il frutto di uno studio professionale che oltre a fotografare situazioni economiche che nascono da lontano cerca di dare risposte concrete e definitive. Non è detto debba essere condiviso, politicamente parlando, ma non può essere bocciato con superficialità nei suoi contenuti, soprattutto da chi invece di recitare le scuse alla Città, per le sue pregresse responsabilità politiche rispetto alla Multiservizi, non collabora, esprimendo come è nelle sue facoltà, proposte politiche e critiche appropriate.