Il trasporto urbano è un servizio essenziale. Il comune se ne assuma carico e responsabilità pagando il servizio.
La videosorveglianza non è attiva ma in ogni caso non garantisce sicurezza se non è affiancata dalla vigilanza del territorio. Scoprire solo dopo chi ha commesso un crimine è un danno che si aggiunge alla beffa.
EBOLI – Gerardo Rosania e Sinistra Ecologia e Libertà incalzano l’Amministrazione guidata da Martino Melchionda. Lo fanno sul trasporto urbano e sulla Videosorveglianza. SEL ad Eboli è sempre più impegnata, la sua opposizione ormai la combatte su due fronti: quello del Governo Berlusconi; quello dell’Amministrazione Comunale; e di tanto intanto ne apre uno verso il vecchio compagno di “merende” Massimo Cariello.
Le ragioni di una critica, però, non mancano e non sono campate in aria. Se da una parte vi sono sprechi e cattiva amministrazione come nel caso della Videosorveglianza, con le telecamere che non funzionano o della nuova segnaletica, rimossa in tutta fretta, vi sono anche delle difficoltà legate al patto di stabilità e ora al taglio drastico delle risorse economiche da parte del Governo centrale, per il trasporto urbano vi è da una parte cattiva amministrazione per non aver saputo programmare le spese e dall’altra le difficoltà legate al patto di stabilità, ma in ogni caso se si è ricevuto un servizio è giusto che questi si paghi.
E Rosania e SEL fanno i conti puntando il dito sull’amministrazione: “siamo passati da 331.000 Km di trasporto urbano garantiti del 2005 ai 49.000 del 2010, in altri termini, il servizio del trasporto urbano si è ridotto drasticamente ad 1/7 rispetto a quello assicurato e fornito nel 2005; fornitori del servizio pagati a 2 anni; il credito vantato dalla ditta fornitrice del servizio comunale del trasporto urbano è di euro 300.000, con l’incombente rischio di far fallire la società.
Per la Videosorveglianza invece si tratta di aver già speso circa 260.000 euro per 21 telecamere nel 2007 e al momento non funzionano e SEL scopre il perché. “Il 12 ottobre 2008 delle 20+1 telecamere, ne funzionano solo 12. La storia si trascina per tutto il 2009, in cui il tetto massimo di funzionamento è di 15 telecamere su 20+1, e per tutto il 2010, fino a quando il sistema viene addirittura disattivato.
La motivazione, – continua Rosania – sembra, è da ricercarsi in una situazione di continui salti di tensione della corrente elettrica, per cui diventa necessario una sorta di “gruppo di continuità“. Una spesa che viene quantificata in circa 8.840 euro”.
E’ evidente che entrambi i casi lasciano sgomenti. Si sommano cattiva amministrazione e superficialità, ma anche poca attenzione ai bisogni e alle problematiche delle aziende che operano con il Comune come nel caso della Società ATEC di Eboli, che fino a questo momento ha assicurato il trasporto pubblico a sue spese correndo seri rischi societari.
Ma si comprende anche come poco credibile era il progetto di videosorveglianza del territorio comunale, se invece a fronte di aver speso danaro pubblico e per qualche spicciolo non si completa un lavoro ritenuto essenziale per la sicurezza. La sorveglianza con pattugliamenti e controlli è la strada maestra per la sicurezza, e significa anche fare azione di prevenzione. In quell’ottica il completamento ad una azione di vigilanza sul territorio si potrebbe anche inquadrare un servizio di videosorveglianza, ma affidare la sicurezza alle solo telecamere con la beffarda soddisfazione di poter poi scoprire responsabili o colpevoli di qualsiasi atto poco corretto solo dopo che si è consumato è la negazione della sicurezza, quella vera.
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Ecco i due documenti di Sinistra Ecologia e Libertà che affrontano il tema de Trasporto pubblico e della Videosorveglianza.
VIDEO SORVEGLIANZA: FUNZIONERA’ MAI?
Ad Eboli il sistema della videosorveglianza assomiglia sempre di più ad una storia senza fine. Non passa giorno che non si senta parlare di furti, di incidenti, di altri eventi negativi che, se il sistema delle telecamere funzionasse, sarebbero registrati e le registrazioni aiuterebbero a risalire ai responsabili.
Eppure, abbiamo appurato dall’Amministrazione comunale che per le telecamere in questo Comune, dal 2007, sono stati spesi 259.200 euro!
Ma, a fronte di questa spesa, il sistema non ha mai funzionato a pieno regime. La vicenda inizia nel 2007, dunque, allorquando il Comando di Polizia Urbana decide di far ricorso alla rete di videosorveglianza per tenere sotto controllo le aree più “sensibili” della città. Ad ottobre 2008 il collaudo.
Il 12 ottobre 2008 delle 20+1 telecamere, ne funzionano solo 12.
La storia si trascina per tutto il 2009, in cui il tetto massimo di funzionamento è di 15 telecamere su 20+1, e per tutto il 2010, fino a quando il sistema viene addirittura disattivato. La motivazione, sembra, è da ricercarsi in una situazione di continui salti di tensione della corrente elettrica, per cui diventa necessario una sorta di “gruppo di continuità”. Una spesa che viene quantificata in circa 8.840 euro.
La determina di spesa da parte del settore competente risale al 7/10/2010. Alla fine di gennaio 2011 questo pezzo indispensabile per il funzionamento del sistema di telecamere (per il quale si è speso circa 260.000 euro) ancora doveva arrivare e quindi il sistema stesso era disattivato.
Preferiamo non commentare. Sarebbe troppo facile! Come sparare sulla Croce Rossa! Preferiamo, invece, raccomandarci a San Gennaro, perché quest’anno faccia un doppio miracolo: da una parte far sciogliere il sangue, dall’altro far mettere in funzione a pieno regime la rete di videosorveglianza del Comune di Eboli.
E, come suol dire il Cardinale Sepe, “CH’A MADONNA C’ACCUMPAGNA “.
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IL TRASPORTO URBANO CHE NON C’È PIÙ
Ci avevano raccontato che il non rispetto del patto di stabilità da parte del Comune di Eboli per l’anno 2009 non avrebbe inciso sui servizi comunali e, quindi, sulla qualità della vita degli Ebolitani.
Senza bisogno di commenti, questi sono i dati forniti dall’Amministrazione stessa sul servizio del trasporto urbano(un servizio che è forte indice di qualità della vita, perché da esso dipende la mobilità nella città e, dunque, la possibilità di vivere l’intero territorio comunale; pensiamo al peggioramento delle condizioni di inquinamento dell’aria, perché la carenza del trasporto urbano diventa un incentivo ad usare il mezzo privato, intasando le strade urbane ed alzando gli indici di inquinamento):
- Km annui garantiti da trasporto urbano nel 2005: 331.000;
- Km annui garantiti da trasporto urbano nel 2010: 49.000;
in altri termini, il servizio del trasporto urbano si è ridotto ad 1/7 di quello che esisteva nel 2005. A questi dati vanno aggiunti quelli relativi ad un’ intera economia locale che viveva su questo servizio:
- fornitori del servizio pagati a 2 anni;
- credito vantato da ditte fornitrici del servizio comunale: euro 300.000.
Queste sono le conseguenze, solo su un servizio, del mancato rispetto del patto di stabilità. Nel 2010 l’Amministrazione comunale, vendendo (svendendo?) il patrimonio comunale, è riuscita a rispettare il patto di stabilità.
Sinistra Ecologia e Liberta’ chiede che vengano, allora, immediatamente ripristinati i servizi fondamentali per la crescita di una comunità, partendo proprio dal trasporto urbano.
Si provveda ad azzerare il debito verso le ditte fornitrici del servizio, si provveda a ripristinare il servizio così com’era al 2005.