Federalismo: La diretta. Ecco come si uccide il Sud e si calpesta la Costituzione.
PD: Inaudito, approvato dal Consiglio dei Ministri il Decreto bocciato in Parlamento.
ROMA – Si propone la cronaca diretta secondo il giornale l’UNITA’, di una giornata piena di novità e colpi di scena, ma anche piena di “schiaffi” alla Costituzione, agli ordinamenti parlamentari, alla politica corretta e soprattutto alla “demoralizzazione” dell’Italia. Un’altra spallata alla democrazia e per contro ci avviamo sempre di più in una “dittatura” dolce.
Quel “…B&B……” del titolo non sono le iniziali del “Bunga Bunga”, bensì quelle di Berlusconi e Bossi.
Il decreto del Consiglio dei Ministri seguito ai lavori della Commissione Bicamerale sul Federalismo municipale, ha aperto un altro fossato tra il Governo e le opposizioni; tra il PdL e Lega, e il centro-sinistra; tra Pdl e FLI e Terzo Polo; tra Berlusconi e Fini; tra la Lega Nord e il resto del Paese.
Un’altra pugnalata al SUD. Berlusconi prende i voti al Sud e li utilizza per gli interessi delle clientele del Nord. Un ulteriore strappo ancorché democratico tra il Nord, o una parte del Nord e il resto del Paese. Un Paese lasciato abbandonato alle “piraterie” di un Partito di “barbari” che con la scusa della secessione da anni sta facendo la più spietata delle clientele, approfittando del fatto che il Cavaliere, tra un affare e l’altro con Putin e Gheddafi, è sempre più impegnato insieme al suo partito nella sua più serrata difesa “contro” la Magistratura che lo insegue da anni.
Una giornata che ha eliminato definitivamente quel sottile velo che divideva il Berlusconi privato dal Berlusconi pubblico, costringendo il Parlamento a parlare delle feste serali per trastrullare il Premier dalle sue stanchezze quotidiane. Un velo ormai che non riusciva più a nascondere niente, ma che semmai rendeva le vicende più torbide di quanto non lo fossero di già.
In questa giornata mentre si discuteva in Parlamento su chi dovrebbe interessarsi del Processo Ruby Gate se il Tribunale di Milano o il Tribunale dei Ministri, praticamente un cavillo procedurale, si è violato il Parlamento con il voto a “protezione” del Premier e si è violata la Costituzione approvando il Federalismo municipale con un Decreto legislativo. La cronaca attimo per attimo che ha fatto l’articolista dell’UNITA’ rende appieno lo stato confusionale che regna e mette in evidenza una sorta di smantellamento di quelle che sono state fino ad ora delle certezze democratiche, offese da uomini che non hanno il benché minimo senso dello Stato.
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ROMA – È «inaudito» il sì del Consiglio dei ministri al decreto sul federalismo municipale sul quale oggi, in Bicamerale, è finita in pareggio. È la posizione del Pd. «E` una scelta inaudita – commenta il vice capogruppo alla Camera, Michele Ventura -. Convocare d`urgenza un consiglio dei ministri per adottare un provvedimento bocciato in parlamento nello stesso giorno significa aver abbondantemente superato il limite del rispetto delle regole». «E` un atto politico scandaloso – dice Pierluigi Castagnetti, mentre per Francesco Boccia si tratta di «un atto di rottura ingiustificabile. La Lega non si lasci raggirare da un Pdl allo sbando e non accetti scorciatoie. Riaffermi il principio del dialogo come metodo per costruire e condividere il federalismo: il Pd ha dato prova di serietà e responsabilità. Non si renda complice di un nuovo fallimento, perché questi colpi di mano lasciano pensare che tutto finirà come è accaduto per la devolution». Una decisione, osserva Davide Zoggia, responsabile enti locali, che «aumenterà le tasse ai cittadini è solo il disperato tentativo di placare il popolo leghista facendo credere loro che si è fatta la riforma federale. Peccato che così non è, se ne accorgeranno presto che si tratta solo di un disperato bluff. Con Berlusconi non si fa e non si farà il federalismo».
CDM APPROVA DECRETO, RECEPITO PARERE BILANCIO SENATO
E` stato approvato dal Consiglio dei ministri il decreto legislativo sul federalismo municipale «recependo in maniera assoluta il parere espresso dalla commissione Bilancio del Senato». Lo riferisce in una nota il ministero dell’Economia Tremonti.
Ultima parola a Napolitano
Il Consiglio dei Ministri è convocato per l’esame del decreto legislativo sul federalismo fiscale municipale. Se Il Cdm deciderà di approverà comunque il decreto legislativo, nonostante il pareggio in Commissione Bicamerale, l’ultima parola spetterà al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. È il Presidente della Repubblica che emana infatti i decreti legislativi, firmati dal Presidente del Consiglio e dai ministri.
FINI: È UNA BOCCIATURA MERITO
«Ci troviamo in una situazione senza precedenti». Così il presidente della Camera Gianfranco Fini commenta la bocciatura della Bicamerale sul federalismo. «La Bicamerale – dice Fini intervenendo al convegno del Forum del Terzo Settore dedicato proprio alla sussidiarietà e al nuovo modello sociale – ha sostanzialmente respinto il parere governativo in materia di federalismo fiscale: in caso di pareggio infatti esso si intende respinto, e non c’è spazio per nessun altro parere alternativo». Fini lega il tema al ruolo del Forum del Terzo Settore, ricordando che la ridefinizione dei poteri locali «pone delle questioni al dibattito politico e agli operatori del terzo settore, e carica di nuove responsabilità gli amministratori locali». Ma su questi temi, che riguardano concretamente settori ampi come i servizi sociali e la sanità, «credo che occorra concentrarsi – dice Fini – deponendo le bandiere di parte» e pensando al bene generale. «Ecco perchè – afferma – condivido l’opinione di chi sostiene che il risultato di oggi non è conseguenza di un gioco delle appartenenze politiche, ma solamente di una valutazione nel merito del provvedimento». Il che spiega, dice Fini, «perchè anche due forze che inizialmente hanno sostenuto e che ancora oggi sostengono in termini culturali il federalismo si sono trovati obbligati ad esprimere il proprio diniego».
MARTINA (PD): BLOCCATO AUMENTO DELLE TASSE
«Il voto della Commissione Bicamerale ha bloccato un decreto che nascondeva tra i suoi effetti principali un aumento delle tasse verso imprese e cittadini, assai pesante. E non è un caso che proprio diverse realtà dell’impresa e del mondo produttivo anche del nord, in questi giorni, abbiano lanciato un allarme forte e chiaro su questo rischio concreto, denunciandone i limiti e i problemi evidenti». È quanto osserva Maurizio Martina, segretario Pd della Lombardia, che invita la Lega a «prendere atto di questa sconfitta politica e a essere coerente con le cose che ha detto per settimane. La maggioranza ammetta di non essere più in grado di governare. Una vera riforma federalista è necessaria e noi la vogliamo per rendere davvero più efficiente il sistema pubblico e le decisioni delle Istituzioni. Ma il federalismo vero – chiude Martina- non si fa a colpi di propaganda o con qualche semplice intervista, come spesso qualcuno ha voluto far credere».
BOCCHINO: PARI NUMERICO, MA SCONFITTA POLITICA
«È stato un pareggio numerico ma una sconfitta politica». Lo dice il capogruppo Fli alla Camera, Italo Bocchino, parlando con i cronisti del voto in bicamerale sul federalismo.
BERLUSCONI A BOSSI, NESSUNA RETROMARCIA
Il governo non arretra sul federalismo. È questa la posizione emersa al termine del vertice tra Pdl e Lega a palazzo Grazioli. Si va avanti, nessuna retromarcia, non facciamo precipitare la situazione, il federalismo è una riforma prioritaria per l’azione dell’esecutivo, è l’invito rivolto da Berlusconi a Umberto Bossi. Il presidente del Consiglio, riferisce chi ha partecipato all’incontro in via del Plebiscito, ha spiegato al ‘Senatur’ che la maggioranza ha i voti per poter proseguire la legislatura.
BOSSI, NON PENSO SI VADA AL VOTO
«Non penso». Così Umberto Bossi ha risposto ai giornalisti che, davanti alla Camera, gli chiedevano se si andrà al voto.
CALDEROLI, CHE SUCCEDE ORA? LO DECIDIAMO INSIEME
Dialogo sui divanetti di fronte alla commissione Bilancio della Camera tra alcuni componenti del Pd e il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli dopo che la commissione bicamerale ha bocciato il decreto del federalismo fiscale sul fisco municipale. «Che succede – chiede Sergio D’Antoni al ministro, riferendosi alla tenuta del governo – andate avanti?». «Non lo decido io – replica il ministro leghista – lo decidiamo insieme». Ai cronisti che gli chiedono che accadrà tecnicamente dopo la bocciatura del parere sul fisco comunale oggi in bicamerale, Calderoli replica: «decideremo», e osserva che comunque «è stato respinto un parere, non il dcereto».
SERENI (PD): SE VOGLIONO RIFORME SI FERMINO
«Il risultato della Commissione Bicamerale sul federalismo fiscale conferma lo scenario che avevamo previsto. Berlusconi non è in grado di far approvare in Parlamento il decreto sul federalismo municipale, non ci sono le condizioni politiche per una riforma coerente con la legge sul federalismo fiscale alla quale il Pd ha contribuito in modo essenziale». Lo afferma Marina Sereni del Pd. «Il fatto che il presidente della Commissione Bilancio Giorgetti, esponente della Lega, abbia preso atto che non c’è più il decreto su cui esprimere il parere è la testimonianza più evidente della situazione di stallo in cui la mancanza di credibilità di Berlusconi ha portato l’azione di governo. Si dimetta e lasci che altri guidino il Paese fuori da questa paralisi».
MURA (IDV): SCONFITTA DURISSMA PER GOVERNO
«Con la bocciatura del parere sul federalismo l’opposizione pareggia con un solo colpo le mezze vittorie riportate in questi mesi dalla maggioranza grazie alla campagna acquisti dei parlamentari. Poichè ancora una volta la Lega fallisce il suo obiettivo fondamentale è evidente che da oggi inizia un’altra storia per il governo e per la stessa legislatura». Lo dichiara Silvana Mura, deputata di Idv.
Chiti, bocciatura non politica, ma di merito
«L’elemento che non ha fatto approvare il decreto sul federalismo municipale non è politico: il decreto non va bene nel merito. Io sono un federalista fortemente convinto. Ma questo decreto fa acqua da tutte le parti: introduce una patrimoniale sulle seconde case e soprattutto sulle imprese, stabilisce una assurda distinzione di fatto tra i comuni turistici e quelli a densità abitativa, accentua il divario tra nord e sud». Così il vice presidente del Senato Vannino Chiti.
Zoggia (PD): Sbagliato e gravissimo andare avanti
«Sarebbe uno strappo gravissimo se il governo volesse andare avanti, si tratterebbe di un atto di forza inaccettabile. Il giudizio della bicamerale è tecnico e politico. Il provvedimento è stato bocciato perchè non raggiunge i suoi obiettivi principali, non assicura l’autonomia degli enti locali, non innesca meccanismi virtuosi, non trasferisce competenze e soprattutto agisce con meccanismi che determinano un incremento delle tasse e gravi sperequazioni territoriali». Lo afferma Davide Zoggia, responsabile enti locali del Pd, per il quale «è chiaro che questo governo è al capolinea e che non riuscirà mai a fare nessuna riforma sia essa federale o di altra natura. Si apra quindi la crisi. Il federalismo come sa bene la Lega è una riforma importante per il paese. Noi siamo disponibili a lavorare per dare forma e sostanza necessarie per farne un riforma che assicuri crescita ed autonomia. Chi vuole dimostrazioni muscolari – chiude- è interessato solo alla sua sopravvivenza. Così non si va da nessuna parte. Se invece si scelgono gli interlocutori giusti si può operare per un vero cambiamento».
Urso: la maggioranza non è solida. Ne prendiamo atto
«L’impianto non stava in piedi, era malfatto, è rimasto tale e non poteva essere votato». Lo afferma il coordinatore di Fli, Adolfo Urso, commentando l’esito del voto sul federalismo in commissione. Un esito che Urso definisce «importante anche sul piano politico: a dicembre c’era stato l’accordo tra Bossi e Berlusconi sulla base che entro gennaio ci sarebbe stata una maggioranza solida. Siamo a inizio di febbraio e la maggioranza non si è allargata, non è solida, il federalismo si è bloccato. Ne prendano atto».
Pistorio (MPA): questo Governo va archiviato
«Oggi il governo ha subito una forte battuta d’arresto su un progetto di federalismo che non ci piace. L’Mpa aveva votato favorevolmente alla legge delega perchè immaginavamo un federalismo equo e solidale che rendesse responsabili i territori e garantisse un processo di coesione nazionale, purtroppo però così non è stato». Lo dice il senatore Giovanni Pistorio, presidente del gruppo Misto a Palazzo Madama ed esponente del Movimento per le autonomie. «Il progetto federalista messo in campo da questo governo, che con la sua azione in questi anni ha ulteriormente allargato il divario tra Nord e Sud, rischia di lacerare il Paese – aggiunge Pistorio – facendo del governo centrale un arbitro non imparziale del destino dei territori. Un governo che in questi anni non ha certo dato buona prova di sè e che dev’essere archiviato».
Chiamparino: Evitato il peggio, attendiamo risposte
Sul Federalismo municipale il lavoro dell’Anci ha evitato il peggio ma restano ancora aperte due questioni. Questo il senso dell’intervento del presidente dell’Anci e sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, dopo il pareggio sul decreto in commissione bicamerale. «Il voto – ha detto – è espressione della sovranità del Parlamento e noi lo rispettiamo. Per quanto ci riguarda ci sono due questioni sulle quali, qualunque sia il percorso, c’è bisogno che Governo e Parlamento diano risposte». Chiamparino ha ribadito quindi le richieste dell’associazione dei Comuni: «I Comuni hanno bisogno di autonomia fiscale, perché siamo quasi l’unico paese al mondo in cui non ce l’hanno; in secondo luogo, abbiamo bisogno di un pò di ossigeno per i bilanci 2011». In merito poi ai risultati della trattativa con il Governo che ha portato ad alcune modifiche del decreto, il presidente dell’Anci ha spiegato: «Non siamo stati così bravi, a cominciare da quando non siamo riusciti ad opporci con forza ai tagli, anche se bisogna tenere conto del contesto di crisi e di debito pubblico. Mettendo insieme la nostra sufficienza con il contesto possiamo dire di aver evitato il peggio».
Verdini: il Governo andrà avanti
«Il governo va avanti». Lo afferma Denis Verdini, coordinatore del Pdl, lasciando Palazzo Grazioli, dove è in corso un vertice tra Lega e Pdl, dopo il voto sul federalismo municipale.
Bunetta: È solo un parere, il Governo andrà avanti
«Il governo andrà avanti assolutamente». Così il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, ha commentato la battuta d’arresto in Commissione bicamerale sul federalismo fiscale. «Era ampiamente previsto – ha sottolineato Brunetta – è ovviamente un parere e l’Anci pare sia d’accordo». Quindi, ha concluso, «il governo andrà avanti».
Bersani: ora il governo si fermi
«Adesso ci si fermi, non ci sono condizioni nè giuridiche nè politiche per andare avanti. Berlusconi e Bossi prendano atto della situazione. Si creino condizione politiche nuove per un nuovo federalismo». Così Pier Luigi Bersani ha commentato la bocciatura del decreto sul federalismo municipale.
Vertice di maggioranza a Palazzo Grazioli
È in corso a palazzo Grazioli un vertice di maggioranza presieduto dal premier Silvio Berlusconi. Dopo il pareggio in commissione bicamerale sul federalismo, a palazzo Grazioli sono giunti i vertici della Lega guidati da Umberto Bossi, insieme al ministro dell’Economia Giulio Tremonti al titolare delle Infrastrutture Altero Matteoli e al presidente della Commissione bicamerale, Enrico La Loggia. Per il Carroccio sono presenti anche il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, la vicepresidente del Senato, Rosy Mauro e il capogruppo a palazzo Madama, Federico Bricolo. A via del plebiscito era già riunito da oltre due ore tutto lo stato maggiore del Pdl.
Alemanno: urge confronto nel centrodestra
L’esito del voto della Bicamerale «non credo che porterà ad una crisi di governo, però credo fermamente che a questo punto sia necessario avviare un confronto politico sulla situazione all’interno del centrodestra»: è quanto ha riferito il sindaco di Roma e vicepresidente dell’Anci, Gianni Alemanno, al termine dei lavori del Consiglio nazionale dell’Associazione dei Comuni.
Pd: governo apra la crisi
«Si è dimostrato che il governo non ha la maggioranza per approvare il federalismo. Ora il governo apra la crisi». Lo afferma Francesco Boccia, deputato del Pd, lasciando Palazzo San Macuto al termine del voto sul federalismo municipale.
La Loggia: avanti con decreto
«Adesso si va avanti a fare il decreto». Così il presidente della Commissione Bicamerale per il federalismo fiscale, Enrico La Loggia, replica ai cronisti che gli chiedono se adesso si andrà alle urne dopo che è stato bocciato con un 15 a 15 il parere della commissione bicamerale per il federalismo fiscale sul fisco municipale. «Andiamo avanti», sottolinea La Loggia. A chi gli chiede se si andrà avanti sul decreto originario oppure su quello che era contenuto nel parere della Bicamerale La Loggia replica: «Andiamo avanti su quello modificato perchè ha già ricevuto l’ok della commissione Bilancio del Senato».
Baldassarri: ancora è poco
Baldassarri che stamattina è stato ricevuto dal presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, alla prima votazione su un emendamento del pd si è astenuto, mentre il terzo polo ha votato a favore. sugli altri emendamenti Baldassarri ha votato insieme al polo centrista. ai giornalisti che facevano presente come il governo avesse accolto due sue proposte su tre, Baldassarri ha risposto che «ancora è poco. sul fondo a favore degli inquilini non sono state indicate le cifre. io voglio almeno un miliardo altrimenti non va bene». la terza proposta, quella dell’applicazione dell’imu anche sulla prima casa, scalandola poi dall’irpef, sarebbe considerata dal governo assolutamente non accoglibile.
La Loggia: abbiamo accolto 2 proposte su 3 di Baldassarri
«Ci sono alcuni punti importanti che sono oggetto di approfondimento, in particolare alcune proposte del senatore Baldassarri al quale va dato atto di grande lungimiranza e del quale sono state accolte almeno due proposte su tre: il fondo ad hoc per gli inquilini e la compartecipazione all’Iva anzichè all’Irpef che sarà calcolata secondo le quote provinciali, abitante per abitante, e per la quale va trovato un aggancio tecnico-numerico nel periodo transitorio». Lo ha detto il presidente della commissione bicamerale per il federalismo fiscale, Enrico La Loggia, durante la sospensione dei lavori sul decreto sul fisco municipale. Impossibile, invece, accogliere quella sull’Imu sulla prima casa: «si tratta di una scelta politica» ed il governo non è disponibile a riproporre una tassazione sulla prima casa.
Pdl: è solo un parere consultivo, si va avanti
«È solo un parere consultivo, il governo può tranquillamente andare avanti con il decreto sul federalismo”. Lo dice lasciando Palazzo San Macuto, il vicepresidente della Camera Antonio Leone (Pdl)
Federalismo: è pareggio, testo respinto
È finito 15-15 il voto della ‘bicameralinà chiamata a esprimere il suo parere sul decreto per la fiscalità municipale. E, secondo l’articolo 7 del regolamento della Commissione, il decreto dunque si intende respinto, almeno in commissione. Si legge infatti nel Regolamento: «Le deliberazioni della commissioni sono adottate a maggioranza dei presenti, considerando presenti coloro che esprimono voto favorevole o contrario. In caso di parità di voti, la proposta si intende respinta».
Baldassarri: sono contrario, continuità con Visco
«La mia valutazione su questo provvedimento non può essere positiva». Lo dice il finiano Mario Baldassarri, durante le dichiarazioni di voto in corso alla Bicamerale sul federalismo. Baldassarri si rivolge ai colleghi sottolineando «profondo rammarico e speranza che il decreto si possa ancora riequilibrare». Baldassarri punta il dito sl rischio «dell’aumento della pressione fiscale, su una cedolare secca scoperta o sull’autonomia dei Comuni che di fatto diminuisce». Il senatore finiano attacca anche Tremonti che lo ascolta: «Capisco la continuità con Visco ma non si può dire che questo federalismo abbassi le tasse, lo slogan del provvedimento è più tasse per tutti e non si può ribaltare».
La Loggia: in corso contatti per esito positivo
«Sono in corso contatti che potrebbero portare a un esito positivo del voto». Così il presidente della Commissione bicamerale per il federalismo, Enrico La Loggia, intervenuto a Radio 24, ha parlato di una situazione ancora aperta in vista del voto finale previsto per oggi. «Non trattiamo solo con Baldassarri– ha aggiunto La Loggia- certo con lui ci siamo parlati. Le sue proposte sono molto buone, si tratta solo di conciliarle con il resto del testo e con i limiti che il testo visto che non si può andare oltre i limiti della legge delega. Con chi altro stiamo trattando? Lasciatemi un minimo di riservatezza ma con altri componenti della commissione di diversi gruppi politici sono in corso contatti che potrebbero portare a un esito positivo al voto. Tanto mancano poche ore…». Nella commissione bicamerale al momento il voto sul federalismo vede i parlamentari divisi, 15 a 15: «Al momento la situazione vede un pareggio – ha aggiunto La Loggia- anche se le ultime modifiche al decreto su iniziativa del ministro Calderoli e su iniziativa mia lasciano sperare in qualche ripensamento». In caso di pareggio, secondo La Loggia il governo potrebbe comunque andare avanti: «Se c’è pareggio il parere sarebbe respinto. Se il parere è respinto, non c’è un parere. Questa è l’interpretazione più corretta. E la legge prevede che in mancanza di parere il governo possa comunque procedere, perciò in questo ha ragione Berlusconi». Poi una battuta sui malumori della Lega: «Che ci sia una situazione numerica di questo tipo non lo scopriamo nè ieri nè dall’altro ieri ma da quando si è costituito il gruppo di Fli– ha concluso La Loggia- ai leghisti voglio dire che la situazione è conosciuta da tempo. Finora la commissione è riuscita grazie al sereno confronto a restare fuori dalle grandi polemiche politiche. È ovvio che se ora a prescindere dal testo, seppure fosse scritto a lettere d’oro con tutti soddisfatti, permanesse una pregiudiziale politica, allora il discorso è diverso. C’è il rischio che qualcuno voglia prendere a pretesto la situazione? Mi pare di un’evidenza solare».
Inizia il voto: Lanzillotta no, SvP sì
Iniziano le dichiarazioni di voto sul decreto in materia di fisco comunale, nella Bicamerale per il federalismo. Linda Lanzillotta (Api) ha annunciato il suo voto contrario , mentre la senatrice Svp Helga Thaler ha confermato il suo voto favorevole.
Vertice Pdl
E’ iniziato a palazzo Grazoli un vertice con Silvio Berlusconi e lo stato maggiore del Pdl. Sono presenti, tra gli altri, i coordinatori del Popolo della libertà Ignazio La Russa, Denis Verdini e Sandro Bondi, il ministro Franco Frattini, i capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto, Maurizio Gasparri, con i vice Gaetano Quagliariello e Massimo Corsaro. Con loro anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti. La riunione si tiene mentre è atteso il voto della Bicamerale, previsto per la tarda mattinata.
Bossi vede Fini
Di buon mattino, lontano da sguardi indiscreti, il ministro delle Riforme Umberto Bossi ha varcato la soglia dello studio del presidente della Camera Gianfranco Fini. Un incontro che è servito a fare il punto sulla delicata partita del federalismo. L’incontro, al quale non ha partecipato nessun altro esponente leghista o di Fli, è durato diverse decine di minuti. Poco dopo, il leader della Lega ha risposto in modo sibillino ai cronisti che gli chiedevano se in caso di pareggio nel voto nella Bicamerale si sarebbe tornati alle urne: «Vediamo, vediamo…», si è limitato a dire.
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Dal CORRIERE DELLA SERA
sul Federalismo Municipale
Le reazioni
PD: «ATTO SCANDALOSO» – «È un atto politico scandaloso, non si è mai visto un Consiglio dei ministri convocato d’urgenza per esprimersi contro una scelta del Parlamento», ha commentato Pierluigi Castagnetti, capogruppo del Pd alla Camera. Aggiunge la vice presidente della Camera, Rosy Bindi: «Il governo approva un provvedimento viziato nella procedura, dato che non ha tenuto conto dei pareri del Parlamento. La Corte costituzionale può ritenerlo incostituzionale». «Il governo Berlusconi-Bossi finisce per approvare con un colpo di mano il federalismo delle tasse», ha aggiunto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, secondo il quale si tratta di «un inaudito schiaffo al Parlamento, una lesione senza precedenti delle prerogative delle commissioni parlamentari fissate per legge, un vero atto di arroganza».
IDV: «EVERSIVO» – «È un vero e proprio esproprio eversivo contro il parere del Parlamento. A questo punto Lega e Pdl dicano se vogliono chiudere le Camere. Non è mai accaduto che un governo non tenesse conto della bocciatura di un provvedimento in Parlamento», afferma in una nota il portavoce dell’Italia dei valori, Leoluca Orlando.
UDC: «VOLGARE E VIOLENTO» – Per l’Udc l’atto del governo è «volgare e violento, adottato nella più assoluta illegalità costituzionale, che apre un ulteriore conflitto istituzionale, questa volta tra governo e Parlamento. A questo punto la Commissione bicamerale è inutile e il suo presidente La Loggia dovrebbe dimettersi»».
BERSANI – Dopo lo stop in commissione, il Pd si era detto pronto a discutere di federalismo, a patto però che il premier si dimetta. «Adesso ci si fermi», aveva detto Bersani. «Per sbloccare la situazione, Berlusconi deve fare un passo indietro. Se Berlusconi se ne va, ne possiamo parlare con condizioni politiche nuove a cominciare dalle proposte che abbiamo avanzato», ha aggiunto Bersani. «Il punto di fondo è che in quel decreto di federalismo non ce n’è. Chiunque conosca la materia vede che in quel testo ci sono solo tasse, non federalismo».
ANTONIO DI PIETRO – Sul piede di guerra l’Idv: «Il voto certifica l’inesistenza di una maggioranza in Parlamento. Bisogna restituire la parola ai cittadini e tornare alle urne», ha detto Antonio Di Pietro che ha aggiunto: «In un Paese normale quando una proposta di legge non viene approvata, non viene né promulgata né emanata. Invece in Italia assistiamo anche a questo abuso che non è un semplice atto, ma un golpe». Per Francesco Pionati, portavoce dei Responsabili, invece si tratta di «una tempesta in un bicchiere d’acqua gonfiata dalla propaganda del centrosinistra». «Le forze del centralismo hanno paura e si sono messe insieme per fermare la volontà del popolo», ha commentato preoccupato il governatore leghista del Veneto, Luca Zaia.
FINI – Sul voto era intervenuto con un netto giudizio anche il presidente della Camera e leader di Futuro e libertà, Gianfranco Fini. «Chi conosce il regolamento, sa che un pareggio significa respinto e non c’è un parere alternativo. In commissione c’è stata un bocciatura nel merito e non un voto politico», ha detto il capo di Montecitorio, indicando che è l’impianto del federalismo così proposto a essere stato bocciato. Sul medesimo tono il capogruppo di Fli, Italo Bocchino: «È stato un pareggio numerico, ma una sconfitta politica».
INCONTRO BOSSI-FINI – Il Carroccio aveva trattato sino a pochi minuti prima del voto in commisione pur di scongiurare il pareggio. Di buon mattino, lontano da sguardi indiscreti, Bossi aveva anche incontrato Fini. Secondo fonti di Futuro e libertà, Fini avrebbe detto a Bossi che con questo governo e con questa maggioranza il federalismo non si farà. E Bossi avrebbe proposto a Fini un patto sulle riforme in cambio di un via libera al federalismo, chiedendo in particolare il voto favorevole in commissione. Fini si sarebbe detto pronto a discuterne, ma non con questo governo e soprattutto non con questo premier.
Roma, 3 febbraio 2011
Poveri noi. Non voterò mai più per il centro destra e men che mai per Berlusconi. Ha tradito il SUD per qualche sottana, o meglio per qualche mutandina.
Meno male che c’è Napolitano. Il Nostro Presidente della Repubblica è veramente una garanzia
vi consiglio di dare uno sguardo a questo link:
http://www.lernesto.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=19626
ma chi se lo deve leggere tutto questo testo? io voglio cambiare il mondo non invecchiare leggendo. Quindi… stringi! Semplicità!