Le primarie “estremizzino” la scelta dei candidati. In tal caso quello scelto è un candidato sbagliato, perdente.
Rischi e stranezze di una scelta. Le primarie prodiane erano un modo per rafforzare e legittimare un candidato che era un leader senza partito, e che non aveva il sostegno di un suo partito.
Le primarie fanno male al Pd
di Giovanni Sartori
MILANO – Le elezioni primarie sono una invenzione americana. E negli Stati Uniti servono specialmente (ma non soltanto) per selezionare i candidati alla presidenza del Paese. In Italia sono state, invece, una invenzione di Prodi e del suo fido Parisi. Dico invenzione e non importazione perché le primarie prodiane non erano una vera contesa, una vera gara; erano piuttosto un modo per rafforzare e legittimare un candidato che era un leader senza partito, che non aveva il sostegno di un suo partito.
Negli Stati Uniti esistono molte varietà di primarie, alcune «aperte» a tutti, altre «chiuse», e cioè riservate agli iscritti o a chi si dichiara tale. Ma non mi addentro in questa casistica, che è varia, cangiante e complessa. Il punto è che dopo il fallimento del progetto prodiano le primarie, quelle vere, sono state adottate dalla sinistra.
È una buona idea? In linea di principio, sì. Perché non c’è dubbio che le primarie sono uno strumento e un «aumento di democrazia» molto più efficace del voto di preferenza. Sono le primarie, ben più che le preferenze, a dare voce e peso effettivo all’elettorato nella scelta dei candidati. Inoltre la sinistra italiana soffre oggi di mancanza di idee, di nuove «idee di sinistra». E le primarie diventano una idea di sinistra, visto che Berlusconi ha una concezione padronale del suo partito, e visto, quindi, che per lui le primarie sono inaccettabili.
Ciò detto, non è detto che le primarie funzionino sempre come dovrebbero. Un primo rischio è che le primarie «estremizzino» la scelta dei candidati. È così, o può essere così, perché chi va a votare nelle primarie è di solito più coinvolto nella politica, e quindi più «intenso», più appassionato dell’elettore medio, dell’elettore normale. In tal caso il candidato scelto dalle primarie è un candidato sbagliato, un candidato perdente. Se, per esempio, Vendola trionfasse nelle primarie della sinistra, la mia previsione è che per il Pd sarebbe una catastrofe.
Un secondo rischio è che le primarie producano, all’interno del partito che le adotta, un forte frazionismo. Per vincere nelle primarie i pretendenti debbono avere una propria organizzazione elettorale interna. La prima volta, o per un paio di volte, le primarie possono essere salutari: immettono aria fresca, svecchiano un partito troppo ingessato e intorpidito. Ma poi la frammentazione in correnti, oggi variamente travestite da «fondazioni», centri studio e simili, diventa inevitabile. Negli Stati Uniti non è così perché lì i partiti sono deboli, non scelgono i candidati ma, piuttosto, sono scelti dai candidati. Inoltre negli Stati Uniti i soldi (elettorali) saltano il partito e vanno direttamente a chi scende in campo. In Italia, invece, i soldi per i partiti vanno ai partiti. E questa differenza fa molta differenza.
Infine, una stranezza (forse). A lume di logica i partiti con primarie dovrebbero piacere agli elettori più dei partiti senza primarie. Ma in Italia non è così. Agli elettori di Berlusconi sembra (dai sondaggi) che delle primarie non importi un fico.
Giovanni Sartori
dal CORRIERE DELLA SERA
03 gennaio 2011
Il progresso non può che essere la somma delle invenzioni e talora, da un loro oculato inedito assemblaggio ne nasce un’autentica innovazione un sistema, ecc. (Monod) per implementare efficienza e rendere in efficacia servono innovazioni pertanto, per non continuare a piangerci addosso mordendo sempre le stesse ossa, urgerebbe introdurre aggiornamenti per non continuare a perdere posizioni come BelPaese nel compendio mondiale serve cogliere per benchmark quanto già lo stesso compendio mondiale offre per mettere a punto un autentico Sistema Paese!
Stiamo ossessivamente schizofrenicamente arrabattandoci da decenni senza mia concludere niente senza alcuna progettualità e prospettive per un futuro di sicurezza giacché ci ritroviamo immersi … nella totale incertezza data l’arretratezza strutturale e sistemica in cui ci troviamo impaludati sia di hard – infrastrutture che di soft – programmi – sistemi ulteriore segno dell’essere in presenza d’una democrazia bloccata e volutamente mantenuta in un siffatto anacronistico modo, “allevata” incompiuta e tenuta immatura: siamo fermi e piatti – FLAT!
Quando alla porta stanno bussando sempre più innovazioni d’ogni genere da poter accogliere… per mettere a punto un autentico moderno completo sistema elettorale plasmo elastico adattivo ed auto- correttivo per ingenerare un autentico concorrenziale bipolarismo contendibile aperto: quanto il SEMIALTERNO propugna! Sistema il SEMIALTERNO che si struttura su una base proporzionale che verrebbe sostituito da una mandata al maggioritario in caso di fine anticipata della legislatura, ma, in questa evenienza la legislatura entrante non può modificare la Costituzione dopo la quale comunque, si ritornerà a mandate a base proporzionale.
Urgono ammodernamenti per dissipare autoreferenzialità, rendite di posizione, e rischi d’autoritarismo!
Queste sarebbero le innovazioni da doversi introdurre per iniziare a mettere a sistema il nostro secondo paese quanto le nuove tecnologie ed internet pretendendo adeguarsi per potersi sintonizzarsi a questi “new normal” criteri che una siffatta accelerata realtà reclama dato l’epocale cambiamento antropologico in corso! Questioni evidenziate dalle contraddizioni che stanno ormai scoppiando ad ogni latitudine.
Perfino i Britannici ne sono “contagiati” tant’è che stanno buttando all‘aria il loro considerato insuperabile classico modello Westminster – Maggioritario all’uninominale per passare al Proporzionale. Quel Proporzionale che abbiamo abbandonato con la Prima Repubblica per continuare ad impegolarci da quasi 20 anni nelle solite inconcludenze: “Porcellum o Mattarellum”. Aspetti comprovati dall’attuale italico sconfortante panorama d’irresponsabilità che ci ritroviamo. Un marasma figlio delle volontà speculative della nostrana casareccia casta che si dimostrandosi sempre meno paga ci gioca per innalzarsi ancor più la posta. Casta che pur essendo stata graziata da un cospicuo premio di maggioranza non riesce comunque a governare nonostante possegga o meglio “brandisca” una legge elettorale che le permette di “far scegliere” all’elettorato con liste blindate l’interso bicamerale Parlamento da ben due legislature. Se questo non è sufficiente a dimostrare l’ulteriore scarsa volontà della casta di voler mettere a punto una legge elettorale che permetta di determinare maggioranze coese! Quanto sostanzialmente dovrebbe essere il sostanziale compito d’ogni dispositivo elettorale riprodurre una più “naturale” organica sistemica fisiologia rispetto all’obsolescenza attualmente in dotazione e così semplicemente massimizzare: governabilità-decisionalità, rappresentatività, economicità implementando responsabile sussidiarietà!
Servono aggiornamenti anche sul come gestire le primarie alla Top Two a bipolarismo contendibile aperto a tutto tondo e a tutto campo! Affinché risultino soluzioni coerenti all’articolo 3 della nostra Costituzione per rimuovere gli ostacoli… affinché alla Rawl, le cariche e le posizioni per la pari opportunità di accesso alle cariche pubbliche risultino aperte a tutti, dove la scelta possa risultare la più a-valutativa possibile ovvero, prescinda da intenti particolaristici (pensare a se stessi) o utilitaristici (pensare alla maggioranza) in quanto dovrebbe invece essere compiuta in nome dell’universalità della natura umana. Questo è quanto gli stessi Californiani stanno or ora sempre più a dimostrarcelo nel volersi distinguere effetto del loro esito referendario che con la “proposition 14” si possono permettere di buttare avanti la palla della democrazia giacché con la –Top Two– soluzione intendono aprire le primarie alla libera contendibilità d’ogni spontanea rappresentanza politica a tutti i cittadini indifferentemente dai loro orientamenti politici che potranno liberamente proporsi per competere. Poi i primi due che avranno superato le primarie risultando i primi due (top two!) potranno competere per contendersi il collegio alle elezioni! E’ appunto, con la libera concorrenza a tutto tondo aperta al potenziale delle conformazioni politiche presenti sul territorio che si genera una virtuosa contendibilità che fisiologicamente potrà meglio contrastare l’assolutismo, la nomeklatura, la casta per riprodurre efficienza! Questo contribuirà senz’altro a sparigliare perfino l’ordinamento istituzionale, modelli che si stanno rendendo sempre più precari!?
• Altra prerogativa alla liberalizzazione degli accessi sarebbe auspicabile adottando l’opzione del “write in” sulla scheda elettorale. Rappresenterebbe un’utilissima efficace opzione potenziale e funzionale per contrastare l’autoreferenzialità delle caste la cui efficace applicabilità e stata concretamente dimostrata alle ultime elezioni di midterm per il Senato in Alaska. Invece, noi preferiamo far finta di scegliere con “liste blindate” propinateci da un manipolo di politici che si possono comodamente nominare un intero bicamerale parlamento!
• Un’ulteriore liberalizzazione viene rappresentata dalla necessità d’eliminare il Quorum a tutti i Referendum ed oltre a quelli “confermativi” ed abrogativi, urge la necessità di dover introdurre per “irrinunciabile fisiologico -balance- equilibrio” quello propositivo! Giacché alcun sistema può reggersi sempre sulla dinamica del solo togliere per controbilanciamento qualsiasi equilibrato sistema reclama anche sotto il profilo referendario, per contrappunto la possibilità di poterci aggiungere: col propositivo! Vedonsi quanto già accaduto ultimamente in California come quanto già sin dal medioevo continua periodicamente ad “accadere” e si pratica continuativamente nella stessa Svizzera quale esempio di “democrazia matura” e, patria del referendum per antonomasia!
• Oltre al problema del sistema elettorale come su detto e delle liste bloccate che ci impediscono non solo la possibilità di scelta ma anche di controllare il parlamentare, è palesemente lesivo di ogni basilare democrazia, aspetti che vanno assolutamente combattuti è quella di impedire le pluricandidature, che consentono oggi a un 40% di eletti il controllo sostanziale sulle nomine dell’intero Parlamento! Aspetti che ulteriormente si assommano negativamente e che sarebbe opportuno eliminare.
Quando, vivendo in una società degli accessi inconcepibile risulta continuare a farsi imbrigliare e/o legare in compassati archetipi, schemi quando, la pervasività delle nuove tecnologie ed internet stanno radicalmente rivoluzionando il nostro modo di essere e di vivere, imprimendone un’inesorabile iperbolica continuativa accelerazione…quella che ci permette sempre più di essere tutti globalmente interconnessi in un dinamico interattivo coinvolgimento negli interscambi da cui discende l’esigenza di nuovi approcci autenticamente sistemici e completi anche per l’aspetto elettorale dove il SEMIALTERNO ne rappresenta una coerente risposta a quel grido di libertà che viene dal futuro!
Appunto per risolvere il più positivamente possibile lo sfacelo in corso serve un approccio disilluso, più realistico e pragmatico introducendo quelle realistiche indispensabili radicali riforme ed ammodernamenti che il nostro BelPaese irrevocabilmente abbisogna! Pertanto serve caricarci di volontà e coraggio saper iniziare a rimediare ed incarreggiare il nostro paese. Quindi, si rende doveroso introdurre su tutti i fronti e livelli aggiornamenti per migliore i rapporti che intercorrono tra: gli elettori (attivi & passivi) e la politica (legge elettorale in primo luogo); l’informazione (mass-media – tv); il funzionamento della giustizia (indipendenza e tempi dei giudizi), tra Nord e Sud e portare a compimento il federalismo per incamminarci verso un incrementale responsabile e razionale sussidiarietà tale da ridurre le eccessive filiere politico-amministrative burocratiche ed il numero dei membri di siffatte ridondanti pletoriche assemblee. Ai sindaci non piace il federalismo: ci toglie 2,5 miliardi
Al nostro sempre più appiattito Paese urgono introdurre quelle iniezioni di concorrenza indispensabili per ingenerare un virtuoso contendibile bipolarismo aperto quanto col sistema SEMIALTERNO si propugna! Sistema che si struttura su una base proporzionale che verrebbe sostituito da una mandata al maggioritario in caso di fine anticipata della legislatura, ma, in questa evenienza la legislatura entrante non può modificare la Costituzione dopo la quale comunque, si ritornerà a mandate a base proporzionale. Servono ammodernamenti per dissipare rendite di posizione e/o rischi d’occupazione perpetua!
Articolazione quella del SEMIALTERNO indispensabile per poter ingenerare quel dinamico innovativo processo auto correttivo che permetta di far disegnare ideali sostenibili orizzonti e che implementi funzionalità ed efficienza: socio-tecnicità. Aspetti generabili soltanto adottando questo dinamismo sin dalle front line dagli ingressi ovvero, dalla legge elettorale che enucleino meccanismi ingeneranti un miglioramento incrementale continuo. Giacché le novità si ottengono arrangiando in modo inedito le cose del passato: Monod!
Per l’articolazione del meccanismo del sistema SEMIALTERNO è sta estrapolata dall’excursus storico dei processi che hanno caratterizzato fino ai nostri giorni lo svilupparsi delle democrazie nel compendio mondiale. Processo tutto in corso e che tuttora enuclea quelle stesse dinamiche latenti: centrifugacentripeta sin dal suo greco concepimento giacché sono sempre state alla base e si sono espresse nelle sue secondarie articolazioni Proporzionale e Maggioritario. Aspetti che in un siffatto momento iperbolicamente accelerato sempre più ci evidenziano e ci lasciano intendere che Proporzionale e Maggioritario non possono che essere dei dispositivi reciprocamente complementari indispensabili da assemblare per ricavarne quell’autentico sistema a dinamiche a ciclo compiuto: centripetocentrifughe quanto col semialterno si propone. Essendo state queste dinamiche presenti sempre sottotraccia pur contrarie risultano complementari e tali da determinare quel sistema plasmo elastico adattivo ed auto- correttivo, che il SEMIALTERNO enuclea; articolazione quanto in ultima analisi sempre più la realtà c’insegna doversi considerare per ingenerare ed implementare efficienza.
Quindi, urge dipartire prioritariamente da quei meccanismi elettorali per effettivamente iniziare ad iniettarvi, secondo quel “new normal” criterio che grazie alle nuove tecnologie ed internet-globalizzazione sta sempre più avanzando e mettendo sempre più in evidenza quelle contraddizioni in corso da correggere questione ormai evidenziata ad ogni latitudine.
Urge avere il coraggio d’introdurre improrogabilmente “up to date – sistemi più completi e più appropriati” essendo in corso un palese cambio di paradigma che reclama aggiornamenti! Diversamente l’incapacità di giungere a nuove riformulazioni “sistemiche” manterrà tutto l’insieme nelle solite isole – camere stagne d’autoreferenzialità per scarsa articolazione sistemica ottusa da quegli ottocenteschi “lock in” frutto di statuizioni formalmente corrette che non le permettono quel suo fisiologico sviluppo quanto il SEMIALTERNO premetterebbe che ottunde connettività e che sta provocando -switching costs– costi sempre maggiori. Urgono quei “new normal” aggiornamenti per superare le solite contorsioni conseguenti alla rigidità in attuazione che ritarda i processi rispetto a quanto una siffatta nuova realtà pretenda: snella, fluida flessibilità per migliorare a tutto tondo le interazione i processi serve una diversa riorganizzazione ed riarticolazione iniziando dagli ingressi – dalle front line – dai meccanismi elettorali. Diversamente sempre più diabolico risulterà voler continuare in un siffatto anacronistico modo che ingenerare sprechi, discrasie, ridondanze ad ogni livello con una sterile e permanente conflittualità. Tutto questo acclama l’esigenza d’acquisire leggi chiare e trasparenti a “check and balance & feed back control criterio”!
Urgono innovazioni e muoversi e per non cadere dalla padella alla brace servono meccanismi elettorali più completi quanto il sistema SEMIALTERNO propugna! Esigenza pretesa ed avvalorata dalla presenza di vari e diversi meccanismi in dotazione che per benchmark comparazione no fanno evincere le loro perfettibilità del venir assemblati ed articolazione quanto il SEMIALTERNO propone! Parimenti tale l’esigenza di provvedere in tal senso viene comprovata da come si stanno muovendo le cose ad ogni latitudine data l’ormai incontenibile effervescenza che accresce ineluttabilmente! Giacché, perfino i Britannici ne sono “contagiati” tant’è che stanno buttando all‘aria il loro considerato insuperabile classico modello Westminster – Maggioritario all’uninominale per passare al Proporzionale. Quel Proporzionale che abbiamo abbandonato con la Prima Repubblica per continuare ad impegolarci da quasi 20 anni nelle solite inconcludenze. Aspetto comprovato dall’attuale italico sconfortante panorama d’irresponsabilità che ci ritroviamo. Questo marasma non può essere che figlio delle volontà speculative della nostrana casareccia casta che si dimostrandosi sempre meno paga ci gioca per innalzarsi ancor più la posta. Casta che pur essendo stata graziata da un cospicuo premio di maggioranza non riesce comunque a governare nonostante possegga o meglio “brandisca” una legge elettorale che le permette di “far scegliere” all’elettorato con liste blindate l’interso bicamerale Parlamento da ben due legislature. Se questo non è sufficiente a dimostrare l’ulteriore scarsa volontà della casta di voler mettere a punto una legge elettorale che permetta di determinare maggioranze coese! Questo dovrebbe essere appunto sostanzialmente il compito d’un completo sistemi elettorale!
Ed è quanto il SEMIALTERNO propugna: agevolare virtuosa fisiologia per avviluppare un bipolarismo concorrenziale aperto ed ingenerare governi coesi. E’ proprio assembrando in modo inedito quanto il SEMIALTERNO propugna che si permette di far dinamicamente virtuosamente interagire quelle articolazioni Proporzionale e Maggioritaria che si dà compiutezza a quel ancestrale assiomatico nitido ciclo induttivo centrifugocentripeto: che ci accompagna sin dal concepimento della democrazia che si da compiutezza al meccanismo elettorale stesso. Pertanto solo adottando una più completa articolazione quanto il SEMIALTERNO avviluppa e sviluppa meglio si potrà implementare nello spazio tempo virtuosa qualità- democraticità! Questo è quanto un siffatto epocale momento di cambiamento antropologico una siffatta nuova realtà reclama “new normal”: paradigmi, soluzioni, sistemi! Giacché come asserisce Rawls “da prassi …una teoria deve essere abbandonata o modificata se non risulta vera, così le leggi e le istituzioni devono essere abolite o riformate se sono ingiuste!” Necessità che una siffatta nuova iperbolicamente accelerata realtà liquida (Bauman) dimostra voler acquisire quanto sostanzialmente il sistema SEMIALTERNO enuclea nella sua articolazione quelle suddette distinte complementari induzioni centripetocentrifughe in modalità tali da poter ottenere virtuose e coese soluzioni governative aperte alla più ampia ed estesa gamma d’indirizzo politico governativo possibile per percorribilità attuativa quanto in un certo qual modo lo esprimerebbe per massimizzazione le risoluzioni alla Moebius!!! Appunto, abbiamo bisogno di un completo sistema che dia una più “naturale” organica sistemica fisiologia rispetto all’obsolescenza attualmente in dotazione per semplicemente massimizzare: governabilità, rappresentatività, economicità implementando responsabile sussidiarietà!
Allora, bisogna serve avere le volontà ed il coraggio di voler cambiare senza farsi imprigionare dentro quegli stessi obsoleti schemi e/o modelli transitivi che la casta usa propinarci per continuare ad aumentarsi la posta in gioco e rendersi intransitiva ed ancor più autoreferenziale. Giacché la nostrana casta s’alletta aggiungercene sempre di nuove e talora ancor più anacronistiche caselle quanto molto probabilmente lo sarà prossimamente proponendo quella presidenzialista! Quale ulteriore variabile per così continuare ad eludere il problema e, menar il can per l’aia, questo od altro ancora cercherà immaginarsi, nonostante i modelli presidenziali risultino essere in continuo affanno e sofferenza rispetto ai parlamentari tant’è che negli USA Ackermann e Fishkin suggeriscono addirittura di creare una nuova festività nazionale chiamata Deliberation Day, che dovrebbe cadere subito prima delle elezioni nazionali e durante la quale gli elettori potrebbero partecipare ad una serie di incontri in cui discutere, se lo desiderano, di questioni elettorali… Appunto i “parlamentari” sono i sistemi che stanno ottenendo sempre migliori riconoscimenti per le loro performance (Sartori) e, la Germania sembra insegni!
Quindi, urgono appropriate nuove declinazioni per infondere in modo sistematico meritocrazia dando modo di poter riscontrare sistematicamente consuntivi di: responsabilità, meriti e demeriti, rischi, onori ed oneri! Quindi, per effettivamente cambiare serve meramente mettere a punto quanto in corso per non continuare a deragliare e finire nella solita inconcludenza ed irresponsabilità di una tangibile inefficienza che da decenni continua ad aumentare.
Da ciò diparte l’esigenza di una’autentica riformulazione elettoral-istituzionale che sia coerente al nostro assetto istituzionale parlamentare. Urge procedere a montare diversamente ed in modo completo quelle articolazioni “Proporzionale –centrifuga) e Maggioritario –(centripeta)” che solo assemblandole a reciproca complementarietà quanto col SEMIALTERNO si propone, si potranno attivare dinamiche fisiologiche atte a rendere strutturalmente virtuose il sistema nel suo complesso e conseguentemente meglio incarreggiare il Sistema Paese. Solo così si permetterebbero ingenerare una maggiore estendibile percorribilità a bipolarismo aperto capace di aprire effettive concorrenziali maggiori opportunità governative a tutta la potenziale gamma politica opzione di quel momento e conteso! Criterio indispensabile per agevolare d’ottenere concrete risposte dai governi democraticamente eletti. Per rendere fisiologici i ricambi delle democrazie delle fazioni dove, ogni coalizione governativa (indipendentemente che essa si presenti composta da una coalizione di partiti o da un partito di correnti!) potrà disfare ciò che un’altra ha fatto, visto che una minoranza può diventare maggioranza e viceversa. Agevolare questi cambiamenti e renderli fisiologici si rende improrogabile giacché è questo che sostanzialmente si dovrebbe pretendere da un sistema completo. Questo lo si renderebbe possibile semplicemente montando le suddette articolazioni “Proporzionale e Maggioritaria” in un modo completamente quanto il SEMIALTERNO alla Monod assembla in modo inedito giacché è cosi che si ottengono le novità! Un inedito modo quanto per analogia dimostra esser stato fatto alla Moebius montando in altrettanto inedito modo un semplice nastro! Solo così ci si potrà aprire ad un virtuoso concorrenziale bipolarismo aperto e liberare maggiori opportunità incrementando: “Commodities and Capabilities” alla Amartya Sen.
Diversamente sempre più illusorio sarà aspettarsi cambiamenti da un paese della controriforma che continua a trastullarsi nel solito insipido pappo galleggiamento soffocato da una pletorica conflittualità istituzionale farcita dalla quotidiana “bi- & poli-partisan specchiata inconcludenza” creata dai soliti intramontabili nostrani politici?!
Pertanto anacronistico risulta voler continuare a mordere sempre le stesse ossa di un Porcellum o di un Mattarellum o di quant’altra obsolescenza che ci facciamo supinamente propinata dalla cinica casta in quelle solite limitati e limitanti transitive modalità per così renderla sempre intransitivi come casta politica ed autoreferenziale di questo purtroppo non ce ne rendiamo mai conto che quotidianamente l’Italia sta perdendo colpi e posizioni in competitività.
Diversamente senza una strutturale sistemica infusione di contendibilità aperta sempre più illusorio sarà pretendere virtuosi cambiamenti Perché così continuando resteremo preda di quel solito anacronismo che quotidianamente già da decenni ci mantiene purtroppo ed inesorabilmente perennemente bloccati ed impaludandoti sempre più in questa mordente assillante crisi economica. Privi di ogni prospettiva in quanto così continuando si rischia d’intaccare oltre al sociale anche l’istituzionale dato il divario di competitività e di modernizzazione che si sta sempre più distanziando rispetto ad ogni altro paese! Specialmente rispetto a quelli emergenti che nonostante la crisi, essi mostrano una più consistente virtuosa ripresa, a palese riprova della nostra limitata appetibilità e conseguente scarso richiamo d’investimenti effetto delle nostre strutturali inadempienze e manchevolezze che non esercitano alcun appeal. Queste purtroppo, sono le cartine di tornasole della nostra critica situazione; posizione che ci dovrebbe indicare di quanta sistemica patologia risultiamo afflitti per effetto di una siffatta irremovibile casta resasi ad alto tasso d’autoreferenziale.
Comprovato dal fatto che negli ultimi decenni restiamo in continuazione succubi sempre degli stessi intramontabili pletorici personaggi politici, nonostante le loro promesse di ridurre il sovrabbondante numero dei membri di un si ridondate Bicamerale Parlamento quando i nostri partner europei si sono già ricambiati ben tre generazioni di pimpanti leaders politici. Invece noi, ci vediamo costretti a dover riciclare grazie a questi obsoleti meccanismi elettorali monchi d’ogni concorrenza sempre gli stessi matusa cambisti che in un incessante sempre più vorticoso gattopardesco trasformismo cambiano di denominazione ai loro partiti quando non cambiano di casacca! Questione che inequivocabilmente ci mette sempre più fuori gioco se non si provvederà ad invertire questo perverso trend che ci aggrava ulteriormente d’inefficienza per l’eccesso d’obesità strutturale buroplutocratica in continuativo aumento al di là d’ogni promessa!
la cui velocità spiazza sempre più la politica. Pertanto se non si provvederà improrogabilmente a porvici adeguato rimedio scrollandoci di dosso quell’obesità plutoburocratica il tramonto sarà inesorabile se continueremo a mordere sempre le stesse ossa di quel “Porcellum” che unisce i nuovi difetti ai precedenti anzi li esalta entrambi contribuendo nel contempo a far svernare e rigonfiare sempre più la casta plutoburocratica. Dimostrato dal fatto che da quasi un ventennio nonostante i ricambi a diverso colore politico del governo ed i tanti loro dichiarati rassicuranti propositi elettorali di smagrire e snellire il ben al 43,5% un trend in continuativo aumento giacché i livelli burocratici politico amministrativi continuano a rigonfiarsi essendo ormai giunti questi a ben sette livelli elencandoli dal circoscrizionale al comunale, dalla comunità di valle alla provinciale e dalla regione fin su a quello statale per arrivare all’europeo tutto… questo non può che ingessare e generare una siffatta opprimente pressione fiscale per effetto d’un’overdose di politici che ulteriormente ferisce la democrazia (Verzichelli) rispetto a quanto le nuove tecnologie ed internet. Sconcertante pertanto risulta che un’invenzione tanto feconda sia nata in occidente e non venga profittevolmente utilizzata per permetterci d’accorciare le filiere ed i livelli di una siffatta anacronistica pletorica intermediazione e segnare quel indispensabile processo per diminuire attraverso le nuove tecnologie quei pletorici processi d’intermediazione e così poter ridurre sempre più la spesa e conseguentemente le tasse, le imposte, ecc.
Pertanto, per mettere a sistema un paese non ci si potrà accontentare del solo karisma del: “ghe pensi mi” o dell’insipienza per contrasto riprodotta da un’irremovibile casta quando il tasso d’un siffatto astensionismo in continua crescita dovrebbe essere di monito per capire che la misura è ormai colma e che sarebbe opportuno radicalmente cambiare: spartito, musica e suonatori ed approdare ad un completo sistema quanto il SEMIALTERNO avvalora per riprodurre un effettivo contendibile virtuoso bipolarismo aperto!
Urgono idee chiare e trasparenti inedite regole e mettere a punto una riforma elettorale senza veti introducendo quegli necessari ammodernamenti alla luce dei cambiamenti effervescenti in corso ormai ad ogni latitudine per effetto della rivoluzione impressa dalle nuove tecnologie e dalla globalizzazione servono inedite innovazioni indispensabili per ammodernarsi ed aggiornarsi a siffatti nuovi tempi. Realtà che reclama nuove coniugazioni sistemiche attraverso modalità elastico flessibili adattive per rompere e dissipare l’auto d’avvitamento referenziale della casta!
Serve un sistema elettorale completo quanto il SEMIALTERNO rappresenta per estendibilità l’idealtipo che apre opportunità per incrementare “Commodities and Capabilities” date da un inedito diverso accorpamento analogo al montaggio (del nastro) di Moebius ma, di quelle stesse ancestrali latenti articolazioni: centripetocentrifughe ovvero Maggioritaria e Proporzionale. Articolazioni che sono sempre state a latente disponibilità sin dai tempi del concepimento della democrazia lì, in attesa d’un più appropriato e più organico per complementarietà assemblaggio affinché possa permettere quella fisiologica maggiore percorribilità! Giacché come asseriva Monod le novità si ottengono arrangiando in modo inedito le cose del passato!
Poiché anche negli stessi meccanismi elettorali risiede il potenziale per poter espandere ed aumentare la percorribilità e rendere più pervasiva e di qualità la nostra democrazia implementando quella capabilities capacità possibilità di acquisire funzionamenti di rilievo, ossia la libertà di scegliere fra una serie di vite possibili che Amartya Sen ripone nello sviluppo umano “sostenibile” in termini di libertà (development as freedom).
Modalità che si riallacciandosi alla tradizione greca, inaugurata da Aristotele, intende l’espandersi in eudaimonìa intesa questa più che come “semplice” happiness (felicità) bensì in termini di fulfillment, ovvero realizzazione completa di sé! Giacché ancora Sen passando dalla critica delle altrui posizioni, riscontra che il grado di eguaglianza di una determinata società storica dipende dal suo grado di idoneità a garantire a tutte le persone una serie di capabilities di acquisire fondamentali funzionamenti, ossia un’adeguata qualità della vita o well-being generale. Non possiamo permetterci di farci imprigionare il nostro futuro da una siffatta cinica pavida autoreferenziale casta!
Non possiamo rimanere passivamente… inermi… e lasciando che s’assommino le fughe delle responsabilità della classe politica date le palesi contrattazioni in continuo aumento quella:
• economica del capitale dal lavoro per effetto della facilità con la quale grazie alla globalizzazione la finanza si permette sempre più poter delocalizzare;
• quanto in altrettanto modo, sembra voler sempre può arrogarsi fare la politica – “l’elettore passivo” grazie a quello stesso mantenuto vizioso gioco dell’oca del continuare a voler cambiare modello elettorale per meglio così poter eludere il mandato ricevuto dall’”elettorato attivo”! Prerogativa che si è assunta la casta data la facilità con la quale può permettersi come croupier-mazziere di cambiare e ricambiare modelli elettorali mantenendoli purtroppo, sempre più incompleti e transitivi per così come casta rendersi così sempre più intransitiva;
• Questo in altrettanto modo concederselo per ulteriormente rifuggire da quella stessa contrattazione che dovrebbe coerentemente legare “eticamente” col mandato elettorale, l’elettorato attivo a quello passivo al di là delle prerogative che l’articolo 67 concede ad ogni membro del Parlamento d’esercitare le su funzioni senza alcun vincolo al mandato stesso! In quanto ciononostante questo dovrebbe venir inteso come patto di lealtà che il candidato ha stretto nei confronti dell’elettorato e con il partito d’appartenenza quanto col suo leader giacché questa lealtà, in linea di massima, si renderebbe necessaria al buon funzionamento di qualsiasi sistema politico indispensabile per poter ottenere coerenti soluzioni, risposte alle istanze espresse dall’elettorato attivo senza doversi richiamare al “mandato imperativo” dei Parlamenti a regime feudale. Snobbare il mandato ricevuto significa cullarsi cinicamente nell’autoreferenzialità di casta disconoscendo identità e contribuire ad ulteriormente conclamare la crisi in corso sia quella dell’89 col crollo del muro che quella epocale dell’11 settembre 2001 quanto quella frutto della creatività finanziaria… Pertanto sarebbe opportuno velocemente riconoscere tutti quei “dead lock” e “cul de sac” nei quali ci siamo cacciati per “lock in imprinting e/o condizionamento” ed umilmente iniziare a ricercare radicali sostanziali soluzioni più appropriate alle esigenze dei nostri tempi.
• Urgono radicali cambiamenti di sistema, diversamente così continuando sempre più contradditorio sarà rilevare… quanto già asserisce J. Attali dell’assurdità riscontrabile dal fatto del “dover” continuare studiare sui libri di storia l’avvicendarsi di re e principi, le guerre, i grandi eventi politici, quando la vera storia dell’umanità, si decide e/o condiziona le sorti e lo stile di vita delle persone… sui mercati… dai derivati, dalle plusvalenze effetto dei giochi con caroselli finanziari allocati offshore appannaggio dei soliti ignoti?!
L’attuale conflittualità istituzionale non può che essere ascrivibile ad un sistema in frollatura che reclama aggiornamenti pertanto per non rischiare l’irreparabile urge muoversi!? Quanto in corso rappresenta il più madornale segno di quanta “viziosa” autoreferenzialità abbia ormai raggiunta la nostrana classe politica che per rendersi sempre più intoccabile ci porta anacronisticamente verso una repubblica delle “banane” dato in continuativo declassamento dato dal fatto che ci vengono in continuo propinarci i medesimi obsoleti incompleti, limitati e limitanti modelli elettorali. Obsolescenze che ingenerano scarsa concorrenza opzionale politica giacché determinano scarsissime risposte rispetto alle istanze ed esigenze espresse della cittadinanza che una sempre più iperbolicamente accelerata realtà presenta. Tant’è che più del 40% dei cittadini alle elezioni “si dimostra” indeciso o si astiene completamente dato che oggettivamente comunque restiamo senza adeguate infrastrutture sia “hard che soft” vedonsi la digitalizzazione quanto una più pervasiva implementazione a banda larga!
Urge provvedere a smagrire siffatte pletoriche ridondanti assemblee politico-amministrative che ci appesantiscono e ci rendono sempre più strutturalmente obesi ed incapaci di competere per siffatti eccessivi appesantimenti d’obesità d’apparato burocratico della nomenclatura che ci mantiene prigionieri e ci rimando ad un anacronistico purtroppo concreto feudalesimo e non più di farsa!
Quando per non rischiare di perire urgerebbe iniziare ad invertire questo perverso autoreferenziale trend in cui ci si sta cacciando ed incastrando quale autentico dead lock anzi un lock in frutto dell’essere più o meno volutamente prigionieri di quelle stesse statuizioni formalmente corrette e sempre più corrotte questione elevata ancora da Weber!
Una contraddizione alla quale si dovrebbe velocemente ovviare per non continuare a soccombere provvedendo ad eliminare questi anomali perpetui rigonfiamenti… che se mantenute tenderanno presto imitare quelle bolle creative finanziarie d’oltreoceano che ci hanno trascinato nell’attuale mordente crisi…
Pertanto, sempre più diabolico sarà volersi far propinare dalla casta quel suo solito famigerato gioco dell’oca fatto d’usuali copioni che prefigurano consueti pit-stops farciti di resi inutili o sterilizzati referendum e/o sempre nuove infruttuose bicamerali per scambiare sempre gli stessi meccanismi elettorali. Modalità con la quale la casta s’alletta per sostanzialmente mantenere i modelli elettorali incompleti ovvero, inequivocabilmente transitivi per rendersi come casta politica sempre più intransitiva! Un’autoreferenzialità che prefigura farci ricadere in un autentico nuovo epocale assolutismo se non si invertirà la rotta! Quindi, inutile sarà piangersi addosso evocando l’analogia con la caduta dell’impero romano quando chi è causa del suo mal dovrebbe piangere se stesso!
Pertanto sarebbe opportuno finirla di farsi preda della solita frenesia fatta di continui suddetti insulsi cambiamenti -“pit-stops”- che ci fanno in modo schizofrenico percorrere a ritroso la storia dove anche per le questioni elettorali continuiamo a doppiare le stesse ibride caselle; dalle filo Proporzionali a quelle filo Maggioritari e/o viceversa senza considerarne il fatto che per complementarietà l’una induzione centrifuga non può che per complementarietà coniugarsi nell’altra centripeta e, viceversa coerente al nostro assetto istituzionale parlamentare quanto il sistema SEMIALTERNO propugna! Essendo appunto, il sistema SEMIALTERNO strutturato su una base proporzionale che verrebbe sostituito da una mandata al maggioritario in caso di fine anticipata della legislatura, ma, in questa evenienza la legislatura entrante non può modificare la Costituzione dopo la quale comunque, si ritornerà a mandate a base proporzionale.
Pertanto serve acquisire quelle innovazioni ed aggiornamenti per potersi rendere competitivi quanto ormai ad ogni latitudine ogni paese cerca di provvedere per non rischiare di scomparire dato che le continuative perdite di posizioni che registriamo sotto ogni profilo nel compendio mondiale rappresentano l’eloquente nostra scarsa strutturale sistemica competitività! Proprio perché immergendoci sempre più irruentemente nella globalizzazione questa farà sempre più celermente accrescere il ruolo al mercato e tenderà a ridurre sempre più quello della democrazia se questa non saprà per isometria sistematicamente aggiornarsi come quanto già accade in ogni ambito e livello per potersi meglio sintonizzare a questi nuovi ritmi senza restare inesorabilmente in affanno.
Dobbiamo invertire la rotta a quel trend nel quale la casta tenderebbe rituffarsi per continuare a cullarsi per mantenere invariati i propri privilegi a scapito dell’intero nostro BelPaese nel suo complesso! Quindi, urgerebbe reagire ed interagire e ricorrere a nuove soluzioni sistemiche adottando anche più completi ed aggiornati meccanismi elettorali che permettano di recuperare quel gap di scarso tempismo sul versante della democrazia in continuativa defezione. Giacché il rapporto col mercato non è esclusivamente conflittuale, ma anche complementare che conseguentemente per isometria reclamerebbe porvi opportuni adeguamenti quanto col SEMIALTERNO si propugna quale concentrato di semplicità: sistema elastico flessibile adattivo auto-correttivo… attinto per implementazione a quanto ad ogni latitudine si sta già muovendo in sempre maggiore effervescenza per meglio poterci sintonizzarsi ad una siffatta nuova accelerata realtà in continuativa progressiva evoluzione!
Servono aggiornamenti anche sul come gestire le primarie alla Top Two a bipolarismo contendibile aperto a tutto tondo e a tutto campo! Affinché alla Rawl, le cariche e le posizioni per la pari opportunità di accesso alle cariche pubbliche risultino aperte a tutti, dove la scelta possa risultare la più a-valutativa possibile ovvero, prescinda da intenti particolaristici (pensare a se stessi) o utilitaristici (pensare alla maggioranza) in quanto dovrebbe invece essere compiuta in nome dell’universalità della natura umana. Questo è quanto gli stessi Californiani stanno or ora sempre più a dimostrarcelo nel volersi distinguere effetto del loro esito referendario che con la “proposition 14” si possono permettere di buttare avanti la palla della democrazia giacché con la –Top Two– soluzione intendono aprire le primarie alla libera contendibilità d’ogni spontanea rappresentanza politica a tutti i cittadini indifferentemente dai loro orientamenti politici che potranno liberamente proporsi per competere. Poi i primi due che avranno superato le primarie risultando i primi due (top two!) potranno competere per contendersi il collegio alle elezioni! E’ appunto, con la libera concorrenza a tutto tondo aperta al potenziale delle conformazioni politiche presenti sul territorio che si genera una virtuosa contendibilità che fisiologicamente potrà meglio contrastare l’assolutismo, la nomeklatura, la casta per riprodurre efficienza! Questo contribuirà senz’altro a sparigliare perfino l’ordinamento istituzionale, modelli che si stanno rendendo sempre più precari!?
• Altra prerogativa alla liberalizzazione degli accessi sarebbe auspicabile adottando l’opzione del “write in” sulla scheda elettorale. Rappresenterebbe un’utilissima efficace opzione potenziale e funzionale per contrastare l’autoreferenzialità delle caste la cui efficace applicabilità e stata concretamente dimostrata alle ultime elezioni di midterm per il Senato in Alaska. Invece, noi preferiamo far finta di scegliere con “liste blindate” propinateci da un manipolo di politici che si possono comodamente nominare un intero bicamerale parlamento!
• Un’ulteriore liberalizzazione viene rappresentata dalla necessità d’eliminare il Quorum a tutti i Referendum ed oltre a quelli “confermativi” ed abrogativi, urge la necessità di dover introdurre per “irrinunciabile fisiologico -balance- equilibrio” quello propositivo! Giacché alcun sistema può reggersi sempre sulla dinamica del solo togliere per controbilanciamento qualsiasi equilibrato sistema reclama anche sotto il profilo referendario, per contrappunto la possibilità di poterci aggiungere: col propositivo! Vedonsi quanto già accaduto ultimamente in California come quanto già sin dal medioevo continua periodicamente ad “accadere” e si pratica continuativamente nella stessa Svizzera quale esempio di “democrazia matura” e, patria del referendum per antonomasia!
• Oltre al problema del sistema elettorale come su detto e delle liste bloccate che ci impediscono non solo la possibilità di scelta ma anche di controllare il parlamentare, è palesemente lesivo di ogni basilare democrazia, aspetti che vanno assolutamente combattuti è quella di impedire le pluricandidature, che consentono oggi a un 40% di eletti il controllo sostanziale sulle nomine dell’intero Parlamento! Aspetti che ulteriormente si assommano negativamente e che sarebbe opportuno eliminare.
Quando, vivendo in una società degli accessi inconcepibile risulta continuare a farsi imbrigliare e/o legare in compassati archetipi, schemi quando, la pervasività delle nuove tecnologie ed internet stanno radicalmente rivoluzionando il nostro modo di essere e di vivere, imprimendone un’inesorabile iperbolica continuativa accelerazione…quella che ci permette sempre più di essere tutti globalmente interconnessi in un dinamico interattivo coinvolgimento negli interscambi da cui discende l’esigenza di nuovi approcci autenticamente sistemici e completi anche per l’aspetto elettorale!
In sostanza, ritornando a noi, urge rinnovarsi ed implementare correttamente il sistema rimuovendo quelle anomalie che riverberano discrasia e conflittualità in modo permanente su ogni fronte e livello che rendendo ancor più “impotente l’azione politica”: le ultime legislature ce lo stanno sempre più avvalorando giacché la conflittualità che riproduce si espande in modo sempre più pervasivo su tutti i fronti con fibrillazioni che si riverberano verticalmente ed orizzontalmente per tutta la struttura istituzionale di quella galassia di cui si compone politics, policy and polity! Tant’è che perfino entrambe le coalizioni sia di centro destra (che nonostante in modo più o meno occulto bipartisan) abbiano assunto il porcellum allo scopo di voler semplificare –“omogeneizzare” il quadro politico, or ora, anche il centro destra si ritrova composto con un agglomerato di ben 12 partiti!? Quel modello riproduce un’esterofilia quanto quella di centro sinistra anzi sta determinando una tripolazione e sempre più conflittuale giacché tutto risulta sempre più scosse e compromesso e tutto “imperlato” d’una continuativa e permanente campagna elettorale e ad ulteriore riprova delle scarse proprietà di sistema che enuclea questo siffatto famigerato porcellum!? Le scarse proprietà liberali e democratiche che enuclea sono date da quelle sue genetiche partigiane prerogative di casta che l’hanno ideato che lasciano appunto, ad un manipolo di politici la designazione di un intero bicamerale Parlamento con liste bloccate, senza permetterne alcuna diversa scelta all’elettorato per poi far finta di “lagnarsi” dell’astensionismo!? Pertanto, questo dovrebbe esserci di sufficiente insegnamento per abbandonarlo e muoverci verso l’acquisizione di nuovi e di inediti sistemi che permettano d’ingenerare effettiva concorrenza nel suo complesso a tutto tondo ed a tutto campo per riprodurre un sinergico dinamico contendibile concorrenziale a bipolarismo aperto quanto il SEMIALTERNO propugna per determinare soluzioni governative a bipolarismo aperto più omogenee quale criterio per poter massimizzare: governabilità, rappresentatività, economicità implementando una responsabile sussidiarietà!
Pertanto, dovremmo liberarci d’ogni improprio “ingorgo” obsoleto meccanismo specialmente quelli che la casta ci propina in modo assolutamente “autoreferenziale” (sia esso frutto di una scelta formalmente bipartisan o polipartisan) giacché rimane ogniqualvolta sempre più incompleto e conseguentemente transitivo per rendersi come casta intransitiva! Dimostrato dal fatto che sostanzialmente siffatti parziali modelli vengono utilizzati cinicamente dalla casta per semplicemente avvalersi d’eterogenee sommatorie elettorali d’aggregati politici forzosamente compattati entro coalizioni governative assemblate per meri speculativi fini di partigiani quanto il modello “porcellum” continua a dimostrarlo! Aspetto avvalorato dal fatto che il governo che si determina indipendentemente da suo corposo carico numerico come lo era stato nell’ultima tornato del 2008, si dimostra incapace di produrre sintesi politica e dare soluzioni a quelle istanze che la coalizione ha esposto nel suo programma elettorale che resta lì, inevaso in egual misura a quello precedente governo di centrosinistra ulteriore segno di quanta potenza autoreferenziale inequivocabilmente la casta si sia ormai aggiudicato!
Pertanto, da decenni restiamo impantanati ed imprigionati da compassati ottocenteschi schemi politici; un’inconcludenza che ci fa quotidianamente regredire rispetto ad ogni altro paese senza renderci conto che è cambiato di molto il mondo ch ci circonda in ogni dove, grazie alle nuove tecnologie ed internet tutto si sta muovendo in modo più celere per esigere d’assumere più nuovi ed inediti sistemi, paradigmi e cambiare prospettiva per iniziare a risolvere quei soliti inevasi propositi perennemente elencati e mai risolti in quanto continuamente rimandati per rifarcire ogni nuova tornata elettorale. Quando urge da decenni:
• Ridefinire i poteri tra Esecutivo e Parlamento e rafforzare il potere del governo sul processo legislativo ricorrendo anche a legge ordinaria o con modifiche dei regolamenti, senza il complesso iter delle riforme costituzionali per conferire al premier il diritto di fissare priorità per l’ordine del giorno, stabilendo l’obbligo del parere favorevole del Tesoro (e/o art. 81) su leggi che comportino aumenti di spesa o diminuzione di entrata, dando priorità e tempi certi per i progetti del Governo;
• Istituzionalizzare il metodo con una legge che colleghi il finanziamento pubblico dei partiti, all’articolo 49 soprattutto per infondere democrazia interna!
• Riconoscere più specificità funzionale alle Camere rispetto all’attuale ridondate doppione legiferante quindi, chiudere il bicameralismo “perfetto” per dare consistenza ad un Senato Federale;
• Rendere improrogabile (al di là degli atteggiamenti dei tacchini verso Natale!) un concreto dimezzamento del pletorico numero dei Parlamentari (a 300 alla Camera e 50 al Senato) Ovviamente anche per nostrani Europarlamentari) rispetto alla misera anacronistica riduzione in percentuale prevista dalla bozza Violante… un abbozza che umilierebbe il tanto vantato italico Europeismo!? Giacché come asserisce Verzichelli l’overdose di politici ferisce la democrazia così come in altrettanto modo urgerebbe diminuirne i loro lauti appannaggi fuori d’ogni ordine rispetto alla media Europea!? Molti in altrettanto modo sarebbero le contraddizioni da rimediare su molti piani vedonsi i divari stipendiali fra i manager e la media d’un semplice lavoratore talora 500 volte maggiori grazie agli altrettanto anacronistici benefici “socializzati” delle “stock option”, ecc!!?
• In quanto basterebbe semplicemente recepire dal Parlamento europeo le direttive, le normative senza frenarne con la solita “nostrana plutocratica retorica” quelli opportuni adeguamenti là a “Strasburgo” legiferati! Perché un netto dimezzamento numerico dei Parlamentari dimostrerebbe una più attenta volontà e propensione alla razionalizzazione;
• Che il federalismo riconosca centralità alle città e non solo alle regioni che spesso si rilevano essere dei semplici carrozzoni burocratici;
• Eliminare innanzitutto la possibilità delle candidature plurime – multiple che si badi bene, era stata cancellata con il referendum elettorale del giugno 1991 ciononostante resta affinché il capolista possa decidere di poter optare a suo piacimento farsi eleggere in un collegio rispetto ad un altro e viceversa. Rimuovere questa stortura rappresenterebbe iniziare a poter invertire quel trend d’autoreferenzialità ;
• Dimostrare nel contempo quella necessaria sensibilità ad accogliere ed introdurre quella reale “governance documentale” come già sta avvenendo da tempo in molti paesi del nord Europa in quanto solo razionalizzando i flussi documentali si potrebbero risparmiare economicamente fino al 30%. Questa potrebbe rappresentare un’ulteriore prerogativa per liberarsi dalla nostrana pluto burocrazia e dall’inefficienza per diventare così veri imprenditori di se stesse sintonizzandoci come veri “civil citizen prosumer – in a real stakeholder citizen engagement” come suggerisce A. Toffler?!
Giacché solo avendo a cuore il proprio destino si potrà perseguire e realizzare quella propria personale ambita autonomia indispensabile a potersi riscattare da quell’ancoraggio in si permane condizionati da un siffatto italico imprinting che si caratterizza attraverso costanti ricorsività date da: un paternalismo discente, una pervasiva cooptazione, un famelico nepotismo ed un endemico familismo, che rischia di imprigionarci in ottusi compiacimenti plebiscitari ed altre commendevoli derive autoritarie, ecc. frutto d’un allevamento generazionale di consumatori/trici passivi al dominio della televisione sterilizzate d’ogni potenziale esprimersi.
Anche se un siffatto processo non è per niente stabilizzato in quanto già dagli anni ‘90 è diminuita progressivamente l’identificazione partitica, dimostrato dal fatto che or ora, sempre più l’elettorato tende scegliere all’ultimo momento (last minute)! Quindi, la volatilità dell’elettorato inizia ad aumentare e conseguentemente la prevedibilità degli eventi elettorali permette sempre meno di restituire quella “perpetua” stabilità paternalistica “partitica” quella che nel periodo della democrazia discente precedentemente quasi sempre accadeva giacché sin dagli anni ‘70 con l’attivazione referendaria si è dato inizio a quel costante trend di disallineamento dagli ordini di partito. Aspetti tutti che ulteriormente continuano a dimostrarci la strutturale deficienza dei modelli elettori in attuazione! Che esigono semplicemente un completo sistema elettorale più equilibrato quanto il sistema elettorale SEMIALTERNO propugna quale concentrato di semplicità. In quanto il SEMIALTERNO contribuendo ad iniettare maggiore virtuosa competitività mantenendosi nel contempo con i piedi per terra con le mandate al proporzionale che restano di base, meglio riuscirebbe a renderci strutturalmente competitivi nel compendio mondiale così come performando migliori indici distributivi (Pil & QUAR – Qualità regionale dello sviluppo) contrastando meglio il rischio che i vertici s’involino nell’autoreferenzialità totale, quanto lo dimostrano fare gli attuali limitati e limitanti modelli elettorali in dotazione!
Accelerazione che inevitabilmente porta a far collassare precedenti supposte certezze quelle che si stanno svelando sempre più contraddittorie giacché ci stanno ingabbiando in inediti “cul de sac” che ci bloccano dentro omologanti categorie del compassato frutto di quelle statuizioni formalmente corrette: antinomie rilevate ancora da Weber alle quali restiamo più o meno “consciamente” legati, che ci costringono a percorrere e/o ripercorrere risoluzioni che non rappresentano quelle migliori ai problemi per cui erano state progettate oltretutto, dato un siffatto cambiato e sempre più accelerato tempo!? Che ci rileva ulteriormente l’incapacità strutturale degli attuali meccanismi a saper reggere siffatti nuovi vorticosi ritmi che la realtà contingente impone! Un gap che si sta sempre più allargando frutto del mantenersi vincolati a quelle soluzioni e decisioni del compassato senza che mai alcuno dimostri il coraggio di fermarsi a riflettere sulle conseguenze che quanto in corso stia provocando e causando… giacché così continuando rischiamo di progressivamente rimanerci definitivamente imprigionati in quei primordiali imprinting che ingenerano l’attuale elettoral-istituzionale ingorgo: “lock in”!?
Giacché siffatti nuovi ritmi “digitali” imprimono un’iperbolica accelerazione della realtà (Bauman) che fanno or ora, perfino eclissare le differenze fra modelli a genesi rivoluzionaria rispetto a quelli ottriati …. Aspetti segnalati fino a ieri, da A. Lijphart, come esempio fondante del “Modello Westminster”, stanno sbendo invece sostanziali cambiamenti tali da non poter più rientrare in pieno nella classificazione di democrazia maggioritaria!? Quando rappresentano un’ulteriore dimostrazione di quanto ineluttabilmente… per mainstream confluenza tutta l’obsolescenza ne venga scossa e/o post posta e messa in dissolvenza per instillarne inedite “new normal” prospettive quali soluzioni frutto di ben più “poliedriche fusioni plasmo elastiche flessibili adattive” che richiedono riformulazioni a tutto tondo… quanto col SEMIALTERNO si propugna! Questo dimostrato nei fatti dato che il G7 dell’altro ieri pur avendo rappresentato l’80% della ricchezza del mondo risultava unificato da un codice linguistico – l’inglese, da uno monetario – il dollaro e da un codice politico – la democrazia occidentale. Ora il G20 ha sì l’80% della ricchezza ma, non risulta più unificato da alcun codice bensì pragmatico declinatore d’un inedito “arricchito” polimorfismo!? Questo è avvenuto tutto d’un colpo data la globalizzazione che ne sta sempre più accelerando la rotazione… quella che pretende anche per le questioni elettorali nuove inedite più organiche articolazioni… sistemi che ingenerino un autentico bipolarismo contendibile dinamico concorrenziale aperto quanto col SEMIALTERNO si propone.
E proprio perché noi viviamo in democrazie di mercato e non in economie di mercato. In un sistema siffatto che ci governa, ogni singola parola è importante perché ciascuna definisce un principio d’organizzazione differente. Da un lato, il mercato è retto dal principio del suffragio per censo, in cui l’appropriazione dei beni è proporzionale alle risorse di ciascuno – un euro: una voce; dall’altro, la democrazia si basa sul principio del suffragio universale – una donna, un uomo: una voce. Proprio perché questa dicotomica contraddizione era stata già percepita fin dalle origini della teoria politica nella Grecia antica ineludibile bensì coniugarla sotto una nuova luce e prospettiva. Il nostro sistema procede, dunque, da una tensione tra questi due dicotomici insiemi, l’individualismo e la disuguaglianza da una parte, lo spazio pubblico e l’uguaglianza dall’altra, e ciò obbliga alla continua ricerca di una via intermedia tra i due estremi. Una simile tensione è dinamica, in quanto permette al sistema di adattarsi e di non collassare, come invece capita generalmente ai sistemi retti da un solo principio organizzativo od induttivo solo centripeto e solo centrifugo. In quanto soltanto le forme in movimento possono, infatti, sopravvivere quando vengono in modo appropriato mantenute in quella loro dinamica osmosi – tensione tale da permetterne la fisiologica compiutezza do svolgimento al ciclo in quanto ogni altra soluzioni mono orientate non potrà che sclerotizzarsi. Tuttavia, all’interno di questa tensione, una normale gerarchia di valori esige che il principio economico sia subordinato alla democrazia, e non il contrario. Ora, i criteri generalmente utilizzati per giudicare la bontà di una politica o di una riforma sono criteri di efficacia economica. Già circa vent’anni fa, Dan Usher proponeva di utilizzare un altro criterio: questa o quella riforma rafforzano la democrazia o, al contrario, la indeboliscono? Accrescono l’adesione della popolazione al regime politico o, invece, la riducono? Oggi è evidente che quello fosse un buon metodo. Quale sarà il destino di una riforma alla quale la gente non aderisce? E in nome di quale presunta efficacia si costringerà la popolazione a vivere in maniera diversa da quella che essa stessa desidera?
A mio parere Fitoussi asserisce che, la democrazia di mercato presuppone una gerarchia tra sistema politico e sistema economico e, dunque, un’autonomia della società nelle scelte di organizzazione economica. La democrazia non è solo un regime politico, ma anche un valore; mentre il mercato è un mezzo che, per ora, si è rivelato compatibile con essa. Fortunatamente, il rapporto tra democrazia e mercato non è esclusivamente conflittuale, ma anche complementare. La democrazia, infatti, impedendo l’esclusione da parte del mercato, accresce la legittimità del sistema economico, e il mercato, limitando l’influenza della politica sulla vita delle persone, favorisce una più ampia adesione alla democrazia. Amartya Sen ha dimostrato in particolar modo che, a parità di risorse, nei regimi democratici non si verificano carestie. Ciascuno dei principi che regolano la sfera politica ed economica trova, così, la propria limitazione nell’altro.
Ragion per cui serve rivolgersi a meccanismi elettorali di ordine superiore – inediti – adattivi per saper meglio espletare i rapporti in questa continua dinamica tensione purché si adottino sistemi strutturalmente completi ovverosia, “capaci” di permettere di chiudere in modo compiuto quel assiomatico ancestrale sempre più nitido ciclo induttivo: “centripeto – centrifugo” che ci accompagna sin dal concepimento della democrazia adottando per essi una più innovativa e completa articolazione quanto il SEMIALTERNO avviluppa e sviluppa per poter implementare nello spazio tempo una più virtuosa qualità- democraticità!
Pertanto, urgerebbe rivolgersi a meccanismi elettorali adattivi per saper meglio espletare i rapporti in questa continua dinamica tensione purché si adottino sistemi strutturalmente completi ovverosia, “capaci” di permettere di chiudere in modo compiuto quel assiomatico ancestrale sempre più nitido ciclo induttivo: “centripeto – centrifugo” che ci accompagna sin dal concepimento della democrazia adottando per essi una più innovativa e completa articolazione quanto il SEMIALTERNO avviluppa e sviluppa per poter implementare nello spazio tempo una più virtuosa qualità- democraticità!
Serve semplicemente articolare quelle suddette formalmente distinte induzioni in modalità complementare tali da poter ottenere virtuose e coese soluzioni governative aperte e della più ampia gamma d’indirizzo politico possibile per percorribilità quanto in un certo qual modo lo esprime in massimizzazione le risoluzioni alla Moebius!!!
Pertanto, abbisogniamo di un completo sistema per riprodurre una più “naturale” organico sistemica fisiologia, quanto in ultima analisi il sistema SEMIALTERNO propugna per così semplicemente massimizzare: governabilità, rappresentatività, economicità implementando responsabile sussidiarietà!
Affinché così se ne possa meglio rispondere alle esigenze del nostro tempo in modo innovativo massimizzandone la percorribilità affinché alla Rawls: “ogni persona abbia un uguale diritto alla più estesa libertà fondamentale, compatibilmente con una simile libertà per gli altri.”
Da cui l’acquisizioni di modelli a maggiore estendibilità questa è la potenzialità che vanta enucleare il sistema SEMIALTERNO quale concentrato di semplicità nella propria articolazione quale completo sistema per poter riprodurre una più organica sinergica sistemica fisiologia e, semplicemente massimizzare: governabilità, rappresentatività, economicità implementando una responsabile sussidiarietà!
Quando innanzitutto, per cambiare servirebbe introdurre quelle indispensabili innovazioni che il nostro tempo reclama per meglio poterci sintonizzare a questo nuovo “modus vivendi” sempre più iperbolicamente accelerato per cui abbisogniamo d’inediti adeguamenti per poterci in modo equilibrato incarreggiare su una dinamica virtuosa che incrementi democraticità – qualità indispensabile per meglio rispondere alle esigenze dei nostri cangianti tempi e per più fisiologicamente espandere le nostre potenzialità e chance rigenerandosi per auto-correggersi! Pertanto urge rendere il sistema intrinsecamente strutturato completo a “check & balance & feed back control criterio”! Giacche anche il federalismo fiscale senza un appropriato meccanismo d’”accountability” non servirà a nulla in quanto le istituzioni dovrebbero dotarsi di strumenti che consentano di verificare l’efficacia dei risultati delle scelte politiche effettuate anche per ciò che attenga alle funzioni delle authority. Dove anche per la stessa scelta di queste authority si rispettino i medesimi criteri d’accountability affinché non accada che il controllore in ultima analisi risulti essere e/o dipendere dallo stesso controllato: un perverso criterio quello che in ultima analisi ha generato l’attuale crisi finanziaria e l’attuale depressione che ci assillano in continuazione essendo state innescate da quella d’oltreoceano creatività finanziaria dimostratasi purtroppo, priva d’ogni efficace accountability! Pertanto sarebbe opportuno sparigliare quello stesso gioco che in ultima analisi fa sì, che l’antagonista possa venir sempre scelto e/o designato dallo stesso potere governativo!? Il feed back di controllo sono un’imprescindibile realtà in quanto perfino dalle case di software lo utilizzano per implementare la qualità dei propri programmi appunto gli open source ne sono il loro emblema quale anelito all’asintote incrementale miglioramento della qualità quanto lo dimostra esserlo l’incontrovertibile trend che muove i processi di confluenza delle nuove tecnologie ed internet per migliori performance ai nuovi mezzi digitali, multimediali, ecc.
Proprio perché come asseriva Bobbio affinché una democrazia possa funzionare ed essere tale si deve in continuazione vigilare sul grado di uguaglianza tra i suoi cittadini.
Urge abbandonare i modelli che s’imperniano su se stessi in modo perpetuo, ripetitivo ed autoreferenziale. Giacché questi, inevitabilmente ci daranno scarsi ed inefficaci risultati rispetto ad ogni aspettativa, essendo strutturalmente incardinati in modo improprio; senza quell’intrinseca strutturale opportunità di svolgere in modo compiuto quel suddetto fisiologico ciclo: centripetocentrifugo nella più fruttuosa e massima percorribilità possibile alla Möbius!? Giacché solo adottando sistemi che enucleano dinamica compiutezza alla percorribilità di quel latente centripetocentrifugo ciclo si potranno aprire ed esperire contendibili maggiori opportunità diversamente l’oppressione sarà assicurata adottando la solita obsolescenza priva di quella indispensabile compiutezza questo è ormai semplicemente dimostrato da quanto in corso giacché il nostrano porcellum sta facendo acqua da tutte le parti è ormai sotto gli occhi di tutti! Pertanto, per evolvere urge rompere l’incantesimo in corso con il quale la casta continua a mantenerci ipnotizzati si permette di presentarsi con i soliti intramontabili personaggi d’intrepidi camaleonti in continuo trasformismo che oltre a seguitare a cambiare il nome ai partiti cambiano con altrettanta viziosa faciloneria casacca… pur di non fare mai chiarezza e trasparenza ma, “semplicemente” per contribuire a stravolgere ogni categoria ed aumentare sempre più la Babele d’un siffatto effervescente ambaradam mantenuto e carburato dalla casta al semplice scopo d’alzarsi ulteriormente la posta in gioco ed ancor più meglio comodamente specularci!
Urge l’acquisizione di meccanismi completi ed adeguati ai tempi ed a quanto il terzo millennio reclama per ingenerare soluzioni a bipolarismo concorrenziale contendibile aperto a sempre “crowdopensoursing” apporti e contributi scevri d’ogni “imprinting” e/o pregiudiziale condizionamento; quanto si prefigura introdurre il sistema SEMIALTERNO per dissipare rischi autoritari di deterrenze, autoreferenzialità giacché come quanto sempre asseriva N. Bobbio “l’unica maniera per combattere la corruzione è l’efficienza!”
Ovviamente su molti fronti urgono aggiustamenti e non ultimo provvedere a dare opportuna regolamentazione all’art. 49 affinché il tutto non continui ad avvitarsi su se stesso diventano sempre più autoreferenziale, urge rendere simmetriche le cose sui diversi versanti e non ultimo su quello dei meccanismi delle leggi elettorali e provvedere innanzitutto a renderli completi quanto il SEMIALTERNO enuclea. Modalità per poterci sintonizzare a quanto la realtà dei tempi ed una moderna democrazia reclamano per potersi sviluppare lungo la traiettoria segnata da aspirazioni ideali che sempre sopravanzano le condizioni reali in asintote miglioramento incrementale per dissipare deterrenza, autoreferenzialità rischi autoritari… e ridurre sempre più quel gap che s’insinua tra ciò che la democrazia dovrebbe essere dall’esserlo in quanto: “Ciò che la democrazia è non può esser disgiunto da ciò che la democrazia dovrebbe essere!” Sartori. Allora, essendo la democrazia un mezzo abbisognerà come prerequisiti che anche i meccanismi elettorali possano aumentarne sempre più la loro efficienza ed efficacia giacché tanto più lo potranno essere quanto più risulteranno allo scopo strutturalmente integri e completi per coloro che li vorranno cavalcare, vivere e condividere per espandere ulteriormente democraticità! Pertanto, data la necessità urge avere il coraggio di mettere a punto un sistema elettoral-istituzionale nel modo più efficiente possibile per risultare meglio attrezzarsi nel saper rispondere a quel grido di libertà che viene dal futuro!
PD anime morte. E’ così che disse Vincenzo De Luca parlando del Partito democratico. Ha ragione De Luca. Questi non hanno capito niente, si scornano anche solo per perdere e sapendo di perdere.