Sicurezza – Grasso: Ddl limita i poteri del Procuratore Nazionale Antimafia
Roma – “Nel DdL sulla Sicurezza, ora all’esame della Camera, è stato introdotto un emendamento che di fatto limita i poteri del Procuratore Nazionale Antimafia”.
A renderlo noto è il Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso al termine della sua audizione nelle riunioni congiunte delle Commissioni Giustizia e Affari Costituzionali di Montecitorio che stanno esaminando il provvedimento del Governo. Nel codice attuale, infatti, si prevede che il Procuratore Nazionale Antimafia possa esercitare le sue funzioni “in relazione ai procedimenti indicati nell’articolo 51 comma 3 bis”, cioè quelli relativi ai vari reati di mafia.
Con la modifica introdotta nel ddl, che ora è parte integrante dell’ articolo 2 del testo (comma 2), questo potere di controllo e impulso dell’antimafia si riduce drasticamente visto che si dice, che il Procuratore potrà sì esercitare le sue funzioni “in relazione” a tutti i procedimenti indicati dall’articolo 51, comma 3 bis, ma solo se “avviati a seguito della proposta avanzata dai Procuratori Distrettuali”.
Insomma, il Procuratore Antimafia potrebbe intervenire solo quando la cosa, come dice lo stesso Grasso, “é già arrivata in Tribunale”. Grasso ritiene che i poteri di impulso e di coordinamento che erano alla base di un altro decreto sulla Sicurezza, anche sulle indagini preliminari, saranno eliminati con questo emendamento che limita fortemente funzioni dello stesso Procuratore Generale. Infine il Procuratore Generale Antimafia Grasso ha fatto saper, che ha chiesto al Governo di cambiarlo.
Pietro Grasso, in magistratura dal 1969, è stato titolare di importanti indagini come quella sull’omicidio del presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella. Nel 1984, giudice a latere nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra, con 475 imputati, sarà l’estensore della sentenza di ottomila pagine che irrogò 19 ergastoli e 2.500 anni di reclusione. Consulente della Commissione Antimafia presieduta dal senatore Gerardo Chiaromonte e poi da Luciano Violante, viene chiamato da Claudio Martelli come consigliere al Ministero di Grazia e Giustizia quando Giovanni Falcone si insedia a capo della Direzione Affari penali.
Procuratore a Palermo dall’agosto del 1999, nei quattro anni della sua direzione sono state arrestate per reati di mafia 1.779 persone e 13 dei 30 latitanti più pericolosi d’Italia tra cui Bernardo Provenzano. L’11 ottobre 2005 è diventato il procuratore capo della Direzione Nazionale Antimafia.
Speriamo che il Procuratore Grasso riesca a convincere il Governo e cambiare il Decreto Legge, altrimenti siamo fregati. Noi del Sud e specie noi Campani abbiamo bisogno di legalità. Nelle Amministrazioni, c’è troppa corruzione, alla Regione pure, questi Casalesi sono pericolosissimi, è proprio un’intero èpaese che bisogna mettere sotto osservazione e sta infettando la regione. Grasso speriamo riuscirari a fare qualche cosa.
chiedo di indagare sulloperato delluficio tecnico di priolo g. su documenti rilasciati a persone qualsiasi e non ai proprietari questo e un atteggiamento strano e con la presentazioni con progetti con firme false