Chi è Fiò? E’ un’anima positivamente inquieta e la sua inquietudine sfocia nella ricerca che, costantemente, caratterizza i suoi lavori.
La mostra al Museo “Vicente Gerbasi” sarà visitabile fino al 1 Gennaio dalle ore 16.30 alle ore 20.
VIBONATI – Sabato 18 Dicembre, alle ore 18.00, presso il Museo “ Vicente Gerbasi “ ubicato nel suggestivo centro storico di Vibonati, avrà luogo la cerimonia di inaugurazione de “ Il Mondo di Fiò “ la personale di pittura di Daniela Capuano.
Pittrice ricca di talento, l’artista di origini Valdianesi in questi anni ha esposto le sue opere in numerose esposizioni personali e collettive. All’inaugurazione dell’evento, che gode del patrocinio del Comune di Vibonati e della Camera di Commercio di Salerno, parteciperanno il Sindaco di Vibonati Massimo Marcheggiani, il Vice. Sindaco Manuel Borrelli e l’Assessore Biagio Midaglia.
Artisticamente, Daniela, nasce nel buio di notti spese all’introspezione, si evolve in un quotidiano mai privo di ansie e scorci di antichi dolori forse mai risolti, prosegue in un desiderio di voli sconfinati che danno al sua vagare la leggerezza di un fiore sospinto dal vento caldo della fantasia… Fiò è il nome con cui firma le sue opere.
La mostra sarà visitabile fino al 1 Gennaio dalle ore 16.30 alle ore 20.
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Brevi note sulla pittrice
CHI é FIO’
di Maria Gabriella Macina
Daniela Capuano é un anima positivamente inquieta e la sua inquietudine sfocia nella ricerca che, costantemente, caratterizza i suoi lavori, siano essi quadri o tegole che lei, abilmente, trasforma in piccoli mondi che ben si inseriscono nei corridoi temporali di ognuno, senza temere di essere tacciati di anacronismo, né di pretenziosità, nonostante la ricercatezza dei particolari e dei materiali che, di volta in volta usa. per arricchire queste opere di artigianato artistico. E, mentre l’inquietudine crea, manipolando e inventando, Daniela sogna e lo fa con la magia dei suoi pennelli e dei suoi colori che, sapientemente, sponde come note musicali su tele intrise di visioni oniriche, spesso stupite (e stupefacenti) come quelle di un bimbo, sovente ermetiche, quasi volesse racchiudersi nell’emozione, per il timore di non essere compresa, a volte esplicite (ma mai banali) e comunque ricchi di simbolismi che, se in apparenza possono sembrare scontati, racchiudono una storia che dà, all’osservatore attento e sensibile,la possibilità di valicare il confine che esiste tra il guardare e il vedere. Artisticamente, Daniela Capuano, nasce nel buio di notti spese all’introspezione, si evolve in un quotidiano mai privo di ansie e scorci di antichi dolori forse mai risolti,prosegue in un desiderio di voli sconfinati che danno al sua vagare la leggerezza di un fiore sospinto dal vento caldo della fantasia… Fiò è il nome con cui firma le sue opere: quasi un inconscia consapevolezza. Non credo l’abbia “studiato ” questo pseudonimo perché, istintiva com’é, nel farlo si sarebbe limitata, come spesso accade agli artisti: il precostituito limita! E circoscrivere emozioni è un limite per Daniela: lei, le emozioni, le sogna, le vive, le regala… ma non le “impacchetta”, lascia ad ognuno il piacere di farlo con i propri mezzi, lascia a ognuno il proprio volo, perché il suo, Daniela Capuano, lo conserva comunque, al di la del cielo, del tempo e dello spazio, al di la di ogni sogno,ancora più lontano…laggiù, nell’Isola Che Non C’è…perché Peter Pan e lei, sono molto amici e…chissà(?)…forse un po’ di più…