Il documento “responsabilità per Eboli”, non è una corrente, è una riflessione politica che tende a spostare la questione dagli uomini alle cose concrete.
Sgroia: “Riteniamo di non volere fare scelte verso qualcuno, ma verso le responsabilità del mandato degli elettori. Bisogna abbassare i toni, in ogni caso lavoreremo per l’unità”.
EBOLI – Il riverbero del Consiglio Comunale che ha discusso l’interrogazione dei due Consiglieri Antonio Petrone e Armando Cicalese del PD, che puntando il dito sui due Centri Commerciali in via di realizzazione a Eboli, ponevano dubbi e nello stesso tempo allertavano in via generale ed in particolare su possibili infiltrazioni camorristiche.
Dalla discussione è emersa senza equivoci una lotta intestina e senza quartiere, che una parte organizza contro un’altra parte del PD. Una vera e propria guerra che di tanto in tanto emerge fino a raggiungere punti di rottura, come quelli che si sono verificati nei giorni scorsi offrendo senza pudore in pubblico temi e dubbi da far rabbrividire, salvo poi ad archiviarle senza che nessuno possa darne conto.
L’idea che gli osservatori politici si sono fatta di questo Partito, non è altri che quella che gli stessi hanno saputo di volta in volta rappresentare di se stessi. Un Partito diviso al suo interno che viaggia su binari diversi, sicuramente paralleli, ma che non riescono a collegarsi, e rispetto alle sua varie forme rappresentative (Partito, Maggioranza, Amministrazione), e rispetto ai collegamenti esterni (iscritti, elettori).
Quindi un partito che vive i suoi momenti scollegati con il resto del mondo.
Scollegato rispetto alle tematiche generali che vedono la società a pezzi e la maggior parte delle famiglie piombare nella povertà, oltre che una gioventù senza speranza condannata al precariato perenne, ma che riesce a trovare verve solo quando ci sono degli interessi, e quando si è esclusi da questi interessi, si è immediatamente pronti ad indicarli come brutti e puzzolenti.
La politica, le Amministrazioni, i Governi periferici e centrali, muovono interessi, e gli interessi se sono organizzati nelle regole, rappresentano una risorsa e sono tendenti a contribuire alla ricchezza oltre che alla crescita di una società. Se al contrario si muovono nella prevaricazione e nella prepotenza rappresentano una morsa e un freno per la società specie chi non può contrapporre alle prepotenze e alle prevaricazioni le sue deboli radici civili e democratiche.
In queste due posizioni c’è il grido della volpe, quello che dice “poiché non arrivo all’uva dico che è rancida”. questa terza posizione “volpinesca” è quella che si frappone fra le due precedenti, cioè quella del sospetto, cioè non partecipo alla gestione di questi processi e quindi appartengono al mondo del sospetto.
La storia non si chiude qui, tanto vero che Luca Sgroia, autorevole rappresentante del PD locale e Presidente, fino ad ora imparziale, del Consiglio Comunale, insieme a Mario Di Donato, bravo medico e appassionato della politica estraneo a queste guerre, hanno ritenuto opportuno prendere le distanze da queste posizioni per evitare, si immagina, di essere “associati” ad una Amministrazione, a detta dei suoi maggiori responsabili, di manigoldi che operano in combutta con chi sa quale organizzazione o organizzazioni, al punto tale che di tanto in tanto si grida al pericolo di infiltrazioni camorristiche, che si anniderebbero in operazioni urbanistiche, portate avanti da loschi individui che frequentano il Palazzo.
Sgroia e Di Donato evidentemente non ci stanno e non vogliono partecipare a questo gioco al massacro, tanto che hanno preso le distanze e hanno scelto una posizione che a loro detta non è di corrente ma è di Partito. Hanno ufficializzato la loro posizione attraverso il documento “Responsabilità per Eboli” che si pubblica integralmente, e che mette in riga le politiche, gli obiettivi, le prospettive di crescita ancorché quelle di appartenenza e di scontro interno.
Per loro stessa ammissione sostengono: “Il documento “Responsabilità per Eboli“, si rivolge all’interno del PD. E’ una riflessione politica. Non è una corrente, bensì un contributo che tra l’altro è largamente condiviso, per spostare la questione dagli uomini alla politica, alle cose concrete, ad un lavoro utile”.
Aggiungono nel loro ragionamento riflessioni politiche che mettono la distanza dai modi e dalle forme rappresentate fino ad ora – “E’ un invito generale ad un maggiore senso di responsabilità, è necessario trovare elementi di unità. Abbiamo disorientato gli elettori che solo 8 mesi fa ci hanno accordato la fiducia facendoci vincere le elezioni“.
A proposito dell’interrogazione Petrone-Cicalese e la mozione del Coordinatore cittadino del PD Salvatore Marisei, sia Sgroia che Di Donato dicono e non dicono – “L”interrogazione è stata inviata immediatamente alla Procura, per i suoi contenuti, per il resto si è approvata una mozione che condividiamo in linea di principio anche comprendendo i cinque punti di Marisei. Tuttavia riteniamo che si debbano abbassare i toni ma non la guardia”.
In effetti il Consiglio Comunale ha approvato un Ordine del Giorno che comprendeva sia quello di Damiano Cardiello del PDL che quello presentato da Marisei. Il primo è risultato essere molto più moderato del secondo e l’introduzione di quei punti si ritiene sia stato un regalo alle opposizione.
Forse proprio le risultanze della discussione, la mozione e il contenuto dell’interrogazione sono stati i motivi alla base di una presa di distanza per marcare un forte distinguo di Sgroia e Di Donato rispetto a quello che è sembrato un nuovo attacco a distanza di Conte, dimentico di partecipare a piene mani alla Maggioranza all’Amministrazione, alla gestione del Partito, avendo nella sua Area Salvatore Marisei, Carmine Campagna, Antonio Conte, rispettivamente: Segretario, Capogruppo, Vice Sindaco, e chi sà quanti altri incarichi di sottogoverno.
Rispetto a questo attacco i due nemmeno si pronunciano se non laconicamente – “Il clima politico è infuocato. Cercheremo una nuova collaborazione per trovare punti comuni. – e qui la presa di distanza specie di Sgroia da Conte e dall’Area Conte, di cui ne è stato un autorevole alleato all’ultimo Congresso cittadino del PD – Riteniamo di non volere fare scelte verso qualcuno, ma verso le responsabilità del mandato degli elettori”.
In relazione poi al futuro e alle prospettive – “Domani (oggi per chi legge) c’è un incontro nel PD, speriamo di trovare le condizioni per una soluzione politica unitaria. Cercheremo di rafforzare il quadro delle alleanze specie rispetto a chi ha vinto le elezioni. Ci muoveremo in questa direzione. Mentre per altre soluzioni, se verranno fatti tutti i dovuti passi politici ed istituzionali, non abbiamo nessuna preclusione”.
Purtroppo a giudicare dall’andamento, e seguendo il calcolo delle probabilità, non si promette futuri diversi rispetto a come ormai ci siamo abituati negli ultimi mesi da questo Partito, che ormai pensa solo a sparlarsi addosso e se non lo fa piomba nel banale e non riesce a farsi riconoscere dal suo elettorato come un Partito che sappia guardare alla società. Questa tesi è ampiamente dimostrata anche da come gli elettori del PD, pur continuando a votare per il PD non riconoscono la propria classe dirigente capace e pensa a Nichi Vendola come Leader.
……………………. … ……………………..
Ecco il documento politico di Luca Sgroia e Mario Di Donato.
Al Sindaco di Eboli
Al Segretario del PD
Al Capogruppo del PD
Responsabilità per Eboli
Appena otto mesi fa, il Partito Democratico, con la sua lista ed una lista civica, in alleanza con l’Api, otteneva nuovamente la fiducia dei cittadini di Eboli, per proseguire nell’esperienza di governo della nostra Città.
In questi mesi abbiamo registrato l’accentuarsi sempre più deciso del dibattito politico all’interno del PD.
Noi riteniamo che il pluralismo di posizioni all’interno di un partito e di una maggioranza, sia uno strumento di straordinaria ricchezza democratica e politica.
Ma riteniamo, altresì, che quel pluralismo, una volta svolti i congressi e i confronti interni, debba contribuire, partendo ciascuno dalle proprie posizioni, ad individuare soluzioni di sintesi, nell’ambito delle quali ognuno, si senta degnamente rappresentato, nelle proprie istanze, nelle proprie idee, nei propri valori.
L’esasperazione, invece, della dialettica interna, il clima di scontro permanente, produce solo il risultato di indebolire complessivamente la classe dirigente del Partito, di disorientare il nostro alleato, l’Api, di creare incertezza nella Città, allontanando progressivamente il “palazzo” dai bisogni e dalle esigenze dei cittadini.
L’ansia di una maggiore sicurezza sociale di tante famiglie che non arrivano alla fine del mese, un precariato dilagante, non solo nel mercato del lavoro, ma più intimo, che coinvolge finanche la vita delle persone, un senso di lontananza della politica e delle istituzioni dai bisogni e dalle esigenze reali della società, sembrano argomenti totalmente estranei al dibattito politico interno.
In questo quadro, abbiamo avvertito l’esigenza e l’urgenza per la nostra Eboli e per senso di responsabilità, di sottoscrivere questo documento politico.
Noi vogliamo contribuire al dibattito del PD e della maggioranza, con l’obiettivo di trovare posizioni condivise e priorità comuni nell’agenda politica della Città.
Non stiamo realizzando l’ennesima corrente, anzi ci sottraiamo ad un dibattito fatto di opposti dogmatismi, per riportare al centro del dibattito politico i temi concreti e un metodo di lavoro.
In questo senso più che una nuova corrente, c’è bisogno di una complessiva area di responsabilità, che partendo da alcuni consiglieri comunali del PD, apra un confronto laico sulle questioni, rivolgendosi a tutto il PD, all’ Api, e a tutte le forze politiche del centrosinistra.
In questo quadro riteniamo innanzitutto prioritario porre, al centro del nostro agire politico, il ruolo del Consiglio Comunale, che nei prossimi mesi dovrà diventare il luogo del confronto e della definizione di una piattaforma per la nostra Eboli.
Riteniamo di dover porre nell’esigenza di un’assoluta trasparenza e correttezza dell’azione amministrativa e di governo, un punto valoriale irrinunciabile, perché riteniamo che i principi della legalità, dell’imparzialità, dell’efficienza delle amministrazioni pubbliche, siano valori non negoziabili.
In tal senso, anche alla luce del dibattito che si è aperto negli ultimi giorni nel Comune e sulla stampa, riteniamo che le Istituzioni nella loro interezza, senza alcuna logica di appartenenza, sono chiamate ad un’opera di assoluta vigilanza e di difesa della legalità nel nostro territorio. Perché costituisce un nostro dovere civico e morale, prima ancora che istituzionale, non abbassare mai la guardia sui temi della legalità, essendo essi condizioni fondamentali di agibilità democratica, specie nel mezzogiorno d’Italia.
Sulla base di queste premesse, infine, vogliamo poi avviare un dibattito e un confronto sui seguenti punti, che percepiamo come prioritari nell’ambito dell’agenda politica cittadina, con la disponibilità di arricchirli, discuterli, condividerli:
1) La questione dell’Ospedale e della sanità nel suo complesso, ad Eboli e nella Piana del Sele, con l’attenzione ad una difesa del nostro nosocomio, più volte messo in dubbio e in pericolo dalle iniziative degli ultimi mesi.
2) Il completo risanamento della finanza pubblica e il rispetto dei parametri del Patto di stabilità, come precondizione indispensabile per la programmazione e per consentire all’amministrazione di rispondere alle esigenze di Eboli. In questo quadro riteniamo che sia da condividere ogni iniziativa volta ad approvare al più presto possibile e comunque non oltre il mese di Febbraio, il bilancio previsionale per il 2011.
3) Un confronto sugli strumenti urbanistici sia di carattere generale (PUC) che attuativi (PUA), che individui una sintesi adeguata tra le esigenze private e quelle pubbliche, volte a costruire una città pubblica per le nostre comunità.
4) Un più intenso lavoro sulla manutenzione, attraverso anche la redazione di un apposito piano che superi la logica emergenziale, in modo da far sentire la vicinanza dell’amministrazione ai bisogni più immediati dei cittadini.
5) Una grande attenzione al Piano sociale di zona, in cui a tutt’oggi mancano le linee guide necessarie per programmare la nuova annualità, nella consapevolezza che, specie in una fase di crisi economica e sociale così forte, è proprio sul terreno delle politiche sociali, degli interventi a favore dei più deboli, che si vede la qualità di un’amministrazione pubblica.
6) Continuare e rafforzare le politiche di inclusione sociale dei migranti, che hanno caratterizzato negli scorsi anni la nostra attività di governo. Nella convinzione che l’immigrazione è innanzitutto una straordinaria risorsa per il nostro territorio, sia in termini culturali, che civili e produttivi.
7) Un piano della cultura, perché Eboli e l’Italia nel suo complesso hanno bisogno di credere fino in fondo nella cultura e nei saperi. Dobbiamo quindi potenziare i contenitori già esistenti. Bisogna crearne di nuovi, nella convinzione che la cultura è uno straordinario attrattore turistico e un volano di sviluppo per il nostro territorio.
Eboli, 20 Dicembre 2010
Luca Sgroia
Mario Di Donato