Primarie oggi e primarie domani, un partito sempre sotto pressione, che al momento giusto riesce a perdere anche contro il nulla.
La corsa a quattro tra Oddati, Ranieri, Cozzolino e Mancuso, cala il sipario su un’epoca che travolge la Iervolino e Bassolino seppellendo sotto l’immondizia anche stagioni esaltanti.
NAPOLI – Come al solito il Partito Democratico mette in atto tutte le sue energie per avviarsi in una lunga diatriba che dovrebbe portare a celebrare o a evitare le Primarie. Le primarie queste “sconosciute”, o meglio le primarie queste conosciute, perché laddove si sono celebrate sono andate in una direzione totalmente opposta a quelle desiderate.
Il PD è molto bravo a crearsi dei problemi. E’ bravo a trovare il nemico, ne ha bisogno, salvo poi ad ignorarlo. Infatti trovato il nemico, come è accaduto con il Premier Silvio Berlusconi, immediatamente si adopera in una operazione di autodistruzione avviando dibattiti infiniti e primarie infinite.
Primarie oggi, primarie domani, i sostenitori e gli elettori del PD sono sempre sotto pressione, i candidati interni sono sempre sotto elezione fino ad arrivare spompati a quelle vere, quelle che puntualmente si perdono anche contro il nulla.
Primarie si, primarie no. Tutti pronti ad invocarle e brandirle come una clava, quando poi si avviano e si comprende di non poterle governare e indirizzarle nel verso desiderato dall’establishment, come nel caso della Puglia con Vendola o più recentemente di Milano con Pisapia sempre legato a Vendola, allora non si vogliono più e si trova tutte le scuse per provare a candidare dall’alto il famoso candidato “condiviso”.
Così sta accadendo anche a Napoli. Nonostante si dovrà affrontare una campagna elettorale difficilissima, impostata sulle ceneri di un fallimento politico spaventoso. I cumuli di immondizia hanno coperto anche quella parte di cose buone che pure andavano riconosciute alla Iervolino, anziché lasciare alla Città e ai suoi attori principali la risoluzione politica dei loro problemi, si cerca di togliergli il “giocattolo” dalle mani.
Purtroppo è tardi, anche perché quella corsa alla candidatura a Sindaco di Napoli, che inizialmente era a due tra Nicola Oddati ed Umberto Ranieri, è diventata a quattro dal momento che si sono aggiunti alla partita anche Andrea Cozzolino e Libero Mancuso. Un tentativo pacchiano che tutti i candidati in corsa respingono, sicuri che il miglior modo per affrontare una campagna elettorale per Napoli tutta in salita, è sicuramente quello di scegliere il proprio candidato a seguito di un confronto aperto.
“C’è bisogno di ricostruire un legame con la città e i suoi cittadini – ha detto Oddati in uno dei suoi interventi – per questo le primarie diventano indispensabili. La politica non dev’essere più l’inganno, il tranello, gli accordi. Abbiamo scelto le primarie per decidere i nostri organismi dirigenti all’interno del Partito Democratico. Affrontiamo questa sfida senza nessuna paura“.
Ad Oddati si aggiunge Cozzolino – “Le primarie devono essere l’opportunità per una riconciliazione delle istituzioni e della politica con la città. Se le riduciamo, invece, a puro strumento di conta interna, rischiano di diventare un’occasione sprecata. Anche per questo ho deciso di candidarmi e di contribuire in prima persona a portare Napoli fuori dalla fase delicatissima che sta attraversando, dalla sfiducia che ormai accomuna elettori di centrosinistra e di centrodestra. Dobbiamo parlare a tutti loro e riaprire un dialogo”.
Avvertono evidentemente la pressione “grigia” che l’apparato romano, quello del PD che non ne azzecca una, che vorrebbe derubricare le Primarie, per proiettare dall’alto quel famoso candidato “condiviso”, che dovrebbe raccogliere le miserie di un’amministrazione ormai catalogata fallimentare.
Si aggiunge al coro anche Mancuso – “Ritengo che le primarie siano un’occasione unica per costruire insieme la Napoli del futuro, con la partecipazione del nostro popolo, un’occasione per i partiti per ripensarsi e rifiorire, poiché i partiti devono essere baluardo della partecipazione alla cosa pubblica così come disciplinato dall’ art. 49 della Costituzione che recita: ‘tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.
Lo stesso Ranieri, non certo visto come l’uomo del marciapiede dice in maniera politichese quello che altri dicono in maniera diversa – “Non sono un capopopolo, e non credo nei capipopolo. A Napoli, ci sono problemi da risolvere e cittadini che devono stare meglio. ….. non proporrò l’impossibile, promettendo di risolvere tutto da solo. Sarebbe l’ennesimo inganno, e sono troppo napoletano per mettere me stesso davanti alla città. – e qui Ranieri esprime il giudizio positivo sulle primarie – Attraverso le primarie e verso le elezioni in primavera, si dettaglieranno risposte e proposte, per ritrovare le parole, gli sguardi, la convinzione condivisa che fondano la fiducia nel futuro di Napoli”.
Il problema vero e che si ha la sensazione che si stanno celebrando delle primarie per definire quale dovrà essere il candidato che perderà di meno, rispetto ad un centro-destra che non ha fatto niente per meritarsi di vincere le elezioni. Quindi ogni turbativa che si vorrebbe operare, proiettando un candidato che non sia quello che uscirà da Napoli e dalle primarie di gennaio, allontana una verifica che in ogni caso il PD napoletano ha bisogno per ritrovare se stesso e per tentare una missione impossibile per riconquistare il Comune di Napoli.
Il sipario sta calando impietoso su Rosa Russo Iervolino, una donna straordinaria, che ha commesso un solo errore: quello di aver voluto dare la disponibilità alla sua Città. La Iervolino paga colpe non sue, o meglio è intervenuta in una fase politica decadente di Bassolino e del bassolinismo. Una donna che chiude la sua brillante carriere politica di onestà e di successi in una maniera pietosa.
Iervolino a parte la corsa è iniziata e i candidati non saranno persone eccezionali ma persone che in ogni caso hanno una loro storia normale e per cercare di prevalere sugli altri devono necessariamente dire cosa vogliono e cosa propongono, piuttosto che illusioni attraverso personalità che invece coprirebbero tutte le “vergogne”, atteso che di fronte ci sarà un centro-destra che non solo non dice niente ma pone come suo programma l’inverso di quello che accade a livello nazionale tra il centro-sinistra e Berlusconi, solo una cordata contro Bassolino e quello che ha rappresentato, e quale sarebbe il futuro di Napoli: Clemente Mastella o Mara Carfagna? appoggiati dal Presidente della Provincia di Napoli Cesaro detto “Gigino a purpetta” e il Coordinatore Regionale del PdL Nicola Cosentino detto “Nik ‘o mericano”?