Costerà oltre sei milioni di euro il costo totale dell’appalto ventennale della pubblica illuminazione.
Italia dei Valori è contraria alla decisione dell’Amministrazione comunale. Venti anni sono troppi. Una vita, cosa c’è dietro?
BELLIZZI – L’iter è partito con la determina dirigenziale del capo ufficio tecnico dopo gli indirizzi della delibera n° 50 del Consiglio Comunale del 28 ottobre scorso.
Il servizio era stato affidato, con condetermina n 142 del 30.11.2005, alla società pubblica “Cooperazione & Sviluppo” e scade il 31 dicembre, data della messa in liquidazione della società, secondo quanto stabilito dal discusso testo del D.L. 78/2010.
“Non si capisce, innanzitutto, del perché l’amministrazione ha questa fretta esagerata – ci dice il coordinatore IdV Matteo Russo – quando poi il termine previsto dalla Legge per la messa in liquidazione delle società pubbliche è il 31 dicembre del 2011? Vi è ancora un anno e possono succedere tante cose. Ma quel che più desta sconcerto è del perché appaltare un servizio così importante per venti anni? Dico venti anni. E’ una generazione della nostra vita. Un tempo infinitamente lungo per un appalto pubblico. A memoria d’uomo e ad informazioni assunte non vi è alcun ente pubblico che ha mai fatto una simile cosa.”
Leggendo le carte il canone annuo per l’esercizio e la manutenzione degli impianti è di 111.675,67 euro. Il canone annuo per il consumo dell’energia elettrica è di euro 219.235,20.
L’importo totale (gestione e fornitura energia elettrica) è di euro 330.910 annuo.
“Tra l’altro abbiamo, sull’intero territorio comunale, -ci dice Russo – l’impianto di illuminazione pubblica che è nuovissimo, a norma e tecnologicamente avanzato, frutto dell’impegno della precedente amministrazione. Non c’è zona della città che non sia stata ammodernata da nuovi corpi illuminanti. Per raggiungere questi traguardi sono stati fatti sacrifici enormi di bilancio. –continua il segretario IdV – Ora che la situazione è pianificata e potrebbe essere gestita direttamente dal Comune, come avviene a Salerno tanto per fare un esempio, con un notevole risparmio economico, la si privatizza? Si può essere anche d’accordo ad una ipotesi di privatizzazione ma perché per venti anni? Cosa nasconde un tempo così lungo di affidamento? E perché, poi, affidare anche la bollettazione del consumo energetico alla ditta che vincerà l’appalto? Non può farlo il Comune come è stato fatto finora e come avviene dappertutto? Inoltre questa è una materia in continua evoluzione tecnologica sul problema del risparmio energetico. Perché vincolarsi?”–
La notizia della procedura di appalto e i suoi costi ha chiaramente acceso il dibattito in città, sia tra le forze politiche che tra i cittadini che vorrebbero capirci di più.
“Perché non fare una gara per soli cinque anni – ci dice il coordinatore Russo – così come per il servizio di igiene urbana, tanto per capirci? Abbiamo detto più volte che, a nostro avviso, una strada per salvare i posti di lavoro e garantire i livelli occupazionali della società in liquidazione potrebbe essere quello di organizzarli in cooperativa sociale, come hanno fatto a Salerno. Chiaramente con l’aiuto e l’impegno della politica, senza guardare alle bandiere di partito o ai vecchi rancori personali. Pensate che la concessione di una lampada votiva al cimitero è di due/tre anni. Noi, di IdV, ci auguriamo che l’amministrazione ci ripensi e che riveda questa loro posizione. Si può essere a sinistra e a destra ma non si può essere a sinistra e a destra del buon senso.”–