La “condanna all’integrazione” dei prezzi di esproprio frena i programmi, costringe il Comune ad un’azione di rivalsa verso i proprietari dei lotti i quali hanno già ricevuto la messa in mora.
Nell’Area PIP dal 2005 al 2009 sono state rilasciate 40 concessioni su un totale di 58 lotti assegnati e il Comune si è accollato anche il costo delle urbanizzazioni.
EBOLI – “E’ indispensabile e necessario un momento di riflessione e di soluzioni, soffermando l’attenzione intorno all’importanza della questione PIP dell’Area di Eboli, ormai al centro delle discussioni della nostra città. E’ necessaria una breve sintesi per illustrare la situazione“.
E’ quello che afferma l’Assessore alle attività produttive Adolfo Lavorgna a margine delle azioni che si devono intraprendere all’indomani della notifica della sentenza, che condanna il Comune alla integrazione del prezzo dei suoli in Area PIP, che porterebbe il prezzo da 11,40 a 45 euro per mq. Una sentenza che indubbiamente sconvolge i piani e blocca ogni possibile sviluppo oltre al fatto che genera un gigantesco e complicato contenzioso, atteso che nell’area vi sono state anche delle cessioni di azienda.
Lavornia ricorda tra le varie cose e con i dati alla mano, che il Piano degli Insediamenti Produttivi è stato approvato nel 1999 (Amministrazione II^ Rosania) e prima del 2005 sono state rilasciate solo un paio di concessioni edilizie su un totale di 4 lotti, nonostante fossero state assegnate tutte le quote. Dal 2005 al 2009 (Amministrazione I^ Melchionda), sono state rilasciate 40 concessioni su un totale di 58 lotti assegnati, e ricorda inoltre come più volte è stato detto, nel corso della progettazione del PIP originario vi sono stati degli inconvenienti tecnici.
Uno di questi, non del tutto secondario, è che non si è tenuto in minima considerazione la situazione dei luoghi e di tutte le problematiche legate alle aree demaniali di proprietà appunto del demanio dello Stato e che per l’utilizzazione c’è bisogno di una procedura di sdemanializzazione e di altre procedure che comunque fanno lievitare complessivamente i costi dell’intero investimento.
Lavorgna, per fare chiarezza, snocciola con puntigliosità tutti i passaggi e li elenca:
- “La società consortile si sarebbe dovuta occupare sostanzialmente degli espropri, delle urbanizzazioni e delle sdemanializzazioni.
- Dopo la fase degli espropri, però, è stato direttamente il Comune ad assumere i costi delle urbanizzazioni nell’area PIP.
- Lo stesso Consiglio di Amministrazione della società consortile, ha riconosciuto che il Comune di Eboli, si è fatto carico dei costi delle urbanizzazioni del PIP, senza che questi potessero ricadere minimamente sulle spalle degli imprenditori.
- Si è in attesa dell’ultimo finanziamento di 3,4 milioni di euro di fondi FAS che la Regione Campania ha ripartito con la compartecipazione al 10% del Comune di Eboli.
- Infine nel corso degli ultimi anni vi è stato un’evoluzione del quadro normativo relativo al valore degli espropri, nel corso di questi anni nel quale si attestava una diversa valutazione del prezzo di esproprio, in base al valore di mercato.
- La società consortile ha aperto un contenzioso legale contro tale questione sicura di aver ragione. Così non è stato! Nonostante gli inviti fermi da parte dell’Amministrazione a procedere verso una soluzione concordata e transattiva più volte scritta nei verbali d’assemblea della società consortile stessa”.
L’elenco preciso che fa l’Assessore alle Attività Produttive porta dritto alla sentenza che condanna ad integrare il prezzo pagato agli espropriati, che passa dagli 11,40 euro a circa 45,00 euro mq. Una situazione che mette in difficoltà sia l’ente che le imprese stesse considerando anche il fatto che quella valutazione ha lo stesso valore dei suoli in zona ASI a Battipaglia, che fa notare l’Assessore a differenza della nostra Area Industriale, è completamente urbanizzata. Per questo ricorda che altre perizie di tribunale similari, disposte sullo stesso argomento per lotti analoghi, valutate da diversi periti che hanno definito prezzi diversi da 24,00- 28,00- 30,00 euro alimentando altre ipotesi e confusioni.
“In questa situazione – continua Lavorgna sollecitando le varie imprese ad assumere ruoli conseguenti alle circostanze – l’Ente non può attendere altre decisioni di sorta. Ora è necessario che gli imprenditori assumano maggiormente una ruolo da protagonisti, affinché realizzino per intero il progetto PIP.
E’ evidente, che la “condanna all’integrazione” dei prezzi di esproprio dell’Ente presuppone, conseguenzialmente ed inevitabilmente, un’azione di rivalsa verso i singoli soci proprietari dei lotti e allo stesso tempo, per evitare un gigantesco contenzioso, è necessario arrivare ad un accordo preventivo, come sembra essere orientata l’Amministrazione, tento che Lavorgna senza buttarsi in analisi ed accuse varie ritiene che si debba necessariamente prendere una decisione condivisa: “In questa fase, ammettendo da tutte le parti coinvolte, con serenità e consapevolezza, i propri errori. E’ necessario per l’interesse pubblico della città ,un aiuto politico collegiale, cercando le soluzioni piuttosto che le responsabilità, nessuno escluso.
Gli uffici dell’ente hanno provveduto a mettere in mora i soggetti interessati. Saranno attentamente valutati le cessioni dei rami d’azienda da parte dell’Ente, considerando le riflessioni sulla pubblica utilità, analogia merceologica, il business plan, etc
Saranno richiesti e valutati caso per caso i tempi di realizzazione dei capannoni secondo quanto previsto. Ora dobbiamo superare anche i ritardi che ci sono e che non si avrebbero più, dopo il completamento delle urbanizzazioni, alcuna giustificazione.
Ci sono stati, in questi giorni, diversi incontri con il CDA della società consortile in merito ad una proposta di transazione ma ancora non si è giunti ad una conclusione.
Nell’attuale difficile fase congiunturale, visti i programmi di sviluppo che interessano il territorio della Piana del Sele e dell’intero comprensorio di Eboli e Battipaglia, è auspicabile la definizione di soluzioni che guardano al futuro con rinnovato entusiasmo.
E’ necessario trasferire competenze e buone prassi agli operatori economici locali pubblici e privati per essere tutti insieme i nuovi protagonisti di una pianificazione attuale dello sviluppo economico e sociale del proprio territorio industriale.
In questo, nell’interesse pubblico, Gli imprenditori devono dimostrare di credere definitivamente nel progetto che si sta completando, credendoci e realizzandolo con convinzione e per intero.
Vorremmo che fossero tutti più convinti nelle prospettive che l’Area PIP assicura al nostro territorio. L’appello agli imprenditori – conclude l’Assessore Lavorgna – è lo stesso che rivolgiamo a Consorzio PIP, perché tutti insieme riescano a trovare le dinamiche per realizzare il progetto.
Si sono susseguite diverse assemblee e riunioni della società consortile sull’argomento esproprio in sui si chiesto di ottemperare alle cose dette e verbalizzate negli incontri precedenti in cui le imprese stesse hanno chiesto con fermezza una riflessione sul futuro della società Consortile Mista PIP.
Se necessaria sarà valutata una modifica dello Statuto della società consortile che contempli un nuovo modo di organizzare la società e gestire le attività. In modo da rispondere in tempi celeri alle esigenze di una zona industriale e di un mondo competitivo che cambia rapidamente”.