La favola più bella del mondo o la storia più bella del mondo?
Con “In nome della madre“, Erri De Luca porta a teatro il mistero, la storia del figlio di Dio, di una donna normale ma eccezionale, che lui chiama “operaia della divinità“.
“In nome della madre” è il titolo di uno dei più fortunati e intensi romanzi di Erri De Luca. E’ uscito nell’autunno 2006 con Feltrinelli.
E’ stato scritto da Erri con una musica dentro. Lo leggi e subito ti risuonano in testa i suoni e la musica delle parole. Subito te lo immagini con gli occhi, vedi Maria e l’angelo annunciatore e Giuseppe. Vedi il viaggio fino a Betlemme e la stalla trovata all’ultimo, senti le doglie del parto, segui la mano che taglia il cordone. E’ stato del tutto naturale pensare di portare questa storia a teatro, darle il corpo e la voce di un’attrice che ha in sé una fragilità d’acciaio, come quella di Miriam/Maria.
“In nome della madre” è la storia di una donna di Galilea, una ragazza come tante, fidanzata a Giuseppe, falegname, destinata ad una vita di moglie e madre. Ma un giorno succede qualcosa di strano, appare un angelo, e per Miriam/Maria il destino cambia in fretta. Diventa, come dice Erri, “operaia della divinità” che le mette in grembo, senza seme, un figlio, che è figlio suo, che le cresce dentro proprio come a tutte le donne, ma che è anche il figlio di Dio.
Maria diventa donna all’improvviso con l’annuncio dell’angelo, ma la sua resta una storia umana, una storia “di carne”. Ed è questa la storia che qui ci racconta.
E’ stata immaginata una messinscena particolare, una situazione da teatro in prova, in fieri, in allestimento. E infatti in scena c’è la presenza autorevole dello stesso autore del testo (Erri De Luca), il regista che ha il compito di trasformare in teatro le parole di De Luca scritte con l’inchiostro sulla carta (Simone Gandolfo) e l’attrice che è stata scelta per dare un corpo ed un volto a Miriam/Maria. Giuseppe, invece, non è ancora stato trovato. Ma non è importante in questa fase di costruzione dello spettacolo. Non così importante. Sarà il regista stesso a fare da “spalla”, quando sarà necessario, alla nostra Miriam/Maria.
Dalla timidezza iniziale, dagli imbarazzi che a tratti possono persino diventare emblematici di visioni diverse del teatro e della difficile arte dell’interpretazione si procederà spediti verso il teatro “vero” e a mano a mano Sara, la nostra giovane attrice, diventerà davvero Miriam/Maria e non ci sarà più spazio in scena né per l’autore né per il regista.
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IL CARTELLONE
PRODUZIONI FUORIVIA
presenta
Erri De Luca in
PROVANDO IN NOME DELLA MADRE
di Erri De Luca e Simone Gandolfo
con Simone Gandolfo e Sara Cianfriglia
Torna in scena in prossimità delle festività natalizie
uno dei testi più toccanti sulla Natività
e sulla figura di Maria,”operaia della divinità”.
musiche di
Gianmaria Testa, Danny De Luca, Erri De Luca, Fabrizio De André
registrate in studio da G. Testa, G. Mirabassi, A. De Luca
regia di Simone Gandolfo
disegno luci di Andrea Violato
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LE DATE DEGLI SPETTACOLI 2010
- 30 novembre 2010 – LUMEZZANE (BS), Teatro Odeon – info: www.teatro-odeon.it
- 09 dicembre 2010 – PORTOGRUARO (VE), Teatro Comunale Luigi Russolo – info: www.teatrorussolo.it
- 10 dicembre 2010 – PADOVA – Cinema Teatro Multisala Pio X – MPX – info: www.multisalampx.it
- Dal 14 dicembre al 19 dicembre 2010 – MILANO – Teatro Menotti (Ex Elfo- Tieffe Teatro) – info: www.tieffeteatro.it
- 21 dicembre 2010 – CASALGRANDE (RE) – Teatro De André – info: www.teatrodeandre.it
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“L’adolescenza di Miriam/Maria smette da un’ora all’altra.
L’annuncio le ha messo il figlio in grembo. Qui c’è la storia di una ragazza, operaia della divinità, narrata da lei stessa. Qui c’è l’amore smisurato di Giuseppe per la sposa promessa e consegnata a tutt’altro.
Miriam/Maria, ebrea di Galilea, travolge ogni costume e legge. Esaurirà il suo compito partorendo da sola in una stalla. Ha taciuto. Qui narra la gravidanza avventurosa, la fede del suo uomo, il viaggio e la perfetta schiusa del suo grembo.
La storia resta misteriosa e sacra, ma con le corde vocali di una madre incudine, fabbrica di scintille.”
Erri De Luca
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