“Via” Lombroso da quella strada: Non lo vogliamo e scrivono a Melchionda

Cittadini chiedono la cancellazione dalla toponomastica dell’intitolazione di una strada al medico Cesare Lombroso, per l’assoluta ascientificità del suo lavoro.

Se Lombroso avesse studiato le caratteristiche somatiche di Alfano, Calderoli e Berlusconi avremmo avuto le prove inconfutabili di avere due Ministri e un Presidente del Consiglio delinquenti nati.

Cesare Lombroso

EBOLI – E’ così tre cittadini ebolitani hanno scritto al Sindaco  Martino Melchionda per chiedere di cambiare il nome ad una strada. Quella strada è stata intitolata a Cesare Lombroso l’inventore dell’antropologia criminale, l’uomo che forse è il maggiore responsabile di tutti i guai del mezzogiorno, quello praticamente che ci ha sputtanato e che ci affibbiato addosso gli abiti del delinquente.

ministro-angelino-alfano

Se Lombroso anziché sezionare il cranio del brigante Vilella avesse sezionato quello del Cavaliere Mussolini, chi sa cosa avrebbe scritto, non lo sapremo mai, nonostante le mascelle pronunciate e le orecchie grandi, sicuramente non si sarebbe parlato della “fossetta” del Lombroso, semmai del “fossone”, atteso che il Cavaliere (Mussolini) sprizzava mascolinità da tutti i pori.

Allo stesso modo, meno male che Lombroso non è vissuto ai giorni nostri, altrimenti non ci sarebbe stato scampo per Angelino Alfano, il nostro Ministro della Giustizia, siculo e meridionale anche lui come il Brigante Vilella. Poi se Lombroso avesse esteso le sue ricerche oltre che ai meridionali anche per quelli del nord, magari sul leghista Roberto Calderoli o il nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, l’altro Cavaliere, ebbene ne avremmo visto delle belle, avremmo scoperto: esaminando i loro teschi sezionati  e con la calotta cranica poco sviluppata, le loro imperfezioni fisiche relative ai caratteri somatici, naso schiacciato, sopracciglie folte e unite, fronte bassa, orecchie grandi, imperfezioni sul viso e quant’altro,  avremmo avuto le prove inconfutabili e schiaccianti di avere due Ministri della Repubblica e un Presidente del Consiglio delinquenti nati.

Calderoli roberto

Non ci sarebbe via di scampo per loro, secondo la teoria dell’uomo delinquente, delle quattro categorie di criminali, i primi due sarebbero annoverati ai criminali nati, caratterizzati dalle loro peculiarità anatomiche, fisiologiche e psicologiche riferibili a quella categoria; il cavaliere (Berlusconi per intenderci) invece, per le sue caratteristiche apparterrebbe ai “pazzi morali“, ai “mattoidi“, sempre secondo le teorie del Lombroso, che egli definisce come individui alienati che passano per geni, che si improvvisano politici seduttori, venditori di fumo, ammalianti predicatori, che sfoggiano narcisismo e che sono animati da una esagerata laboriosità, oltre che praticare il culto della propria personalità.

Questo esercizio lo potremmo trasportare analizzando i nostri politici e così li potremmo arrestare direttamente solo guardandoli in faccia, e ai voglia dichiararsi innocenti. Apparterrebbero alla categoria dei criminali nati: Il Presidente del Consiglio Comunale Luca Sgroia, Gerardo Rosania, Massimo Cariello, Arturo Marra, Fausto Vecchio, Vincenzo Rotondo, l’ex Direttore Generale Gianfranco Masci e tanti altri. In un solo colpo ci libereremmo di loro senza se e senza ma.

Basterebbe solo questo per dire che i firmatari di questo appello hanno ragione.

Purtroppo i vari periodi storici hanno fatto si che vi fossero delle condizioni storiche, politiche, culturali e sociali che hanno generato una sorta di stratificazione che in alcuni casi è stata ben assimilata, in altri è risultata ben riuscita, pur coprendo ogni rigurgito riespositivo, in altri casi invece è risultata essere una vera è propria violenza mai digerita.

Silvio Berlusconi

Restando allo stesso periodo del Lombroso, all’Unità d’Italia e a tutte le conseguenze negative che ancora oggi paghiamo, per colpa del Lombroso e della propaganda piemontese che non ha fatto altro che screditare il mezzogiorno e i meridionali, facendoli passare per delinquenti e se non lo fossero, per gente sottosviluppata e poco incline al lavoro e quindi inferiore, e pensando a tutte le persecuzioni agli eccidi e ai massacri delle genti del Sud, dovremmo cancellare tutte le Piazze Garibaldi, i Corso Umberto I, le Vie Cavour e via discorrendo, prima di queste i Viali Giulio Cesare e Tito Flavio Silvano, e dopo magari le vie Lenin, Stalin, e così via per altre motivazioni.

Nella vicina Battipaglia l’associazione del Pdl “Magna Graecia” del presidente Marcello Di Giorgio, ha proposto di intitolare una strada a Giorgio Almirante, anche li sono sorte una serie di polemiche, così come ricorderemo bene la vicenda che riguarda Eboli, circa la concessione della Cittadinanza Onoraria a Silvia Baraldini.

Ebbene in alcuni casi ci vorrebbe un poco di buon senso in più, maggiore attenzione nel prendere alcune decisioni, e  saremmo sicuri che vi fossero meno lamentele. In molti altri casi si dovrebbe comprendere che i tempi non sono maturi e in altri casi ancora, che non sono affatto praticabili. Ma se la storia la scrivono sempre i vincitori, allora ci dobbiamo rassegnare, ma nessuno ci impedisce di fare delle critiche, di protestare, e di chiedere che le cose si cambino.

Ma perché si mette il nome ad una strada e perché si intitola a qualcuno? Sicuramente per dare un’organizzazione alla città, ma anche per onorare la memoria di uomini e donne che si sono distinti, per studi, per lavoro, per eroismo, per partecipazione, per onestà, per motivi religiosi, ma comunque non devono costituire imbarazzo ne tanto meno essere fuori contesto, è come se si volesse intitolare a Erich Priebke una strada vicino alle Fosse Ardeatine.

Sulla scorta di queste valutazioni, non sarebbe il caso di rivedere la toponomastica?

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Ecco la lettera che chiede di rimuovere l’intestazione della Strada al Medico Cesare Lombroso

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Oggetto: Richiesta motivata di cancellazione dalla toponomastica cittadina dell’intitolazione di una strada (in zona Casarsa del comune di Eboli) al medico Cesare Lombroso.

teschi_umani museo antropologia criminale

On. Signor Sindaco e On. Assessori, noi cittadini Christian Di Biase, Cosimo Fine, Danilo Carlino, vorremmo sottoporre alla vostra attenzione questa richiesta ufficiale finalizzata alla cancellazione, dall’odierna toponomastica, dell’intitolazione di una strada al medico Cesare Lombroso.

I suddetti cittadini, riportando di seguito le dovute motivazioni, ritengono questa intitolazione oltre che un oltraggio all’intera realtà meridionale anche una offesa alla comunità scientifica e chiedono, quindi, che si ponga, al più presto, rimedio tale ingiustizia.

Di certo Il Sindaco e la Giunta sono bene al corrente di quale sia stato il ruolo, nell’ambito sociologico e antropologico, del Dott. Lombroso, e certamente saranno al corrente dello scempio perpetrato, nel nome della ricerca scientifica (ma che in realtà di scientifico aveva ben poco), di parecchie centinaia di corpi di poveri meridionali.

Saranno altresì al corrente della fine che questi corpi hanno fatto e di come non si sbagli nel definire il museo del Lombroso una vera e propria “fossa comune” per tanti meridionali come noi.

Sicuramente è ben chiaro il vulnus che il suddetto Lombroso rappresenta per la Comunità Scientifica italiana data l’assoluta ascientificità del suo lavoro, sottolineata dai successivi studi e dalle moderne teorie educative e di riabilitazione sociale, così come è ben nota l’assoluta infondatezza dei risultati da Lui raggiunti; è quindi lapalissiana l’insussistenza di meriti sufficienti affinché venga reso onore alla memoria del suddetto.

Il punto centrale di tale insussistenza è certamente legata ai presupposti scientifici del Lombroso che, partendo dagli studi di Francis Galton sulla criminalità innata, sviluppò la sua teoria “dell’uomo delinquente nato”. Secondo questa teoria esisterebbero degli individui che, a prescindere dal contesto sociale in cui vivono, svilupperebbero tendenze a delinquere.

lombroso e l'uomo delinquente

Per determinare tali individui, il Lombroso, non esitò a fare scempio di centinaia di cadaveri, per lo più cittadini meridionali catturati e deportati nelle carceri regie durante la “guerra civile” successiva all’unità di Italia, briganti morti ammazzati o giustiziati, pazienti di ospedali psichiatrici e, si ribadisce, molti di coloro che si opposero “all’invasione” Sabauda; la testa di ognuno di questi cadaveri fu analizzata per confermare la sua tesi e per trovare, in quanti avevano avuto problemi con la legge, una particolare conformazione del cranio oggi tristemente conosciuta come “fossetta del Lombroso”.

Pur di avallare la sua tesi e per poter “condurre ricerche approfondite” il Lombroso si recò in Italia meridionale convinto della inferiorità genetica degli autoctoni

L'Ombroso l'uomo criminale

È infatti ben documentata la partecipazione del Lombroso, nel 1861, alle spedizioni piemontesi in Calabria in veste di “consulente medico” nella campagna di repressione del brigantaggio. Qui ebbe modo, e soprattutto ebbe a disposizione, moltissimo “materiale” per approfondire i suoi studi che consistevano, in linea di massima, nel misurare le dimensioni dei crani di moltissimi contadini calabresi uccisi durante gli scontri per l’annessione del meridione al Regno di Italia.

Tali misure, proprio perché simili a quelle risultate dalle stime dei crani di alcuni noti criminali, indussero il Lombroso a considerare i Calabresi, e di lì tutti i Meridionali, “delinquenti per natura“ perpetrando, successivamente, un’opera di mistificazione sul meridionale criminale.

Tratti somatici, ritenuti atavici, furono considerati indice di una primitività della popolazione calabrese che quindi era, oltre che naturalmente propensa a delinquere, anche incapace di equipararsi culturalmente ed intellettivamente alla popolazione piemontese.

È chiaro che la conseguenza di tale presupposto scientifico fu un sempre maggiore atteggiamento di ghettizzazione di noi meridionali predisposti, geneticamente, a delinquere.

Senza soffermarci su quelli che sono stati poi risvolti sociali di tali teorie e senza tirare in ballo quelle che sono le quotidiane prese di posizione di alcune conventicole antimeridionali, si ritiene doveroso evitare che tali posizioni vengano menzionate anche solo attraverso il nome di uno dei suoi fautori nella toponomastica urbana.

Crediamo che come cittadini, come meridionali e come uomini, figli e nipoti di quanti sono stati vittime del Lombroso e della sua teoria pseudoscientifica, sia nostro dovere fare qualcosa affinché un titolo onorifico venga tolto al suddetto e dato a quanti hanno pagato, anche da un punto di vista scientifico, il prezzo più alto per l’unità d’Italia. Sicuri di un Vostro interessamento anticipatamente ringraziamo.

Distinti saluti
Di Biase Christian
Fine Cosimo
Carlino Danilo

8 commenti su ““Via” Lombroso da quella strada: Non lo vogliamo e scrivono a Melchionda”

  1. Pensate solo se noi cittadini tutti fossimo così incalzanti con la nostra amministrazione anche su altri argomenti .
    Avete ragione . Faccio i miei complimenti , per quello che puo’ valere .
    Se tutti nel nostro piccolo facessimo lo stesso immaginate un po’ !!!
    Abbiamo una forza di cui non ci rendiamo conto e loro ( i nostri amministratori ) continuano a fare quel che vogliono .
    Speriamo bene !

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  2. Una teoria quella di Lombroso, agghiacciante e foriera di un “teorismo” razzista che di li a poco si vivificherà nel nazionalsocialismo.Il discorso sul delinquente, per Lombroso e i suoi discepoli, era in primis discorso medico – anatomico; misurazione del cranio, degli zigomi, della fronte, delle braccia, fino all’analisi degli istinti e delle attitudini morali, infine della storia personale, familiare e sociale del criminale.Nasceva in quel periodo il cosiddetto diario clinico che ben presto presero a redigere tutte le carceri e i manicomi d’Italia.Il museo antropologico voluto e messo in piedi dallo stesso Lombroso espone tuttora centinaia di crani, scheletri, utensili, arnesi di ogni tipo, ritratti e fotografie di criminali e persino opere realizzate in carcere dagli stessi detenuti.L’esplorazione di quel mondo proibito affascinava l’Europa di fine ottocento e incantava non solo addetti ai lavori, ma anche letterati, filosofi e appassionati lettori di cronache giudiziarie e romanzi gialli.’antropologia criminale sollevava inevitabilmente anche un vespaio di discussioni e polemiche; per alcuni Lombroso era l’apostolo della nuova scienza, per altri un impostore, colpevole d’aver eretto una serie di pregiudizi a sistema scientifico.]Le critiche più forti provenivano dalla scuola cattolica, la quale accusava Lombroso di determinismo biologico, di aver cancellato la libertà di scelta dell’uomo che è il fondamento della responsabilità individuale, infine, di aver ucciso il libero arbitrio.Queste critiche trovarono la loro più compiuta ed elegante sistemazione nella celebre opera di Agostino Gemelli del 1911, Cesare Lombroso: i funerali di un uomo e di una dottrina.Del resto la fisiognomica o fisiognomonica o fisiognomia o fisiognomonica è una disciplina pseudoscientifica che pretende di dedurre i caratteri psicologici e morali di una persona dal suo aspetto fisico, soprattutto dai lineamenti e dalle espressioni del volto,oggi verrebbe da ridere, ma un secolo fa era un “Must” della scienza!

    L

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  3. non credo sia difficile e non penso non si voglia fare, se davvero lo si vuole.
    per quanto ci riguarda abbiamo raccolto il consenso di molte persone della città e anche molti consiglieri e amministratori comunali, dopo aver fornito non solo una richiesta ma anche motivazioni valide alla base…ed aver allegato a tutto una quantità di notizie,articoli,immagini,video non indifferente.
    sarà una piccola strada,sarà anche in periferia, ma il suo valore simbolico è importante….
    è chiaro che se domani mattina uscissimo dicendo: via corso garibaldi, bhe, sarebbe un bel macello…molta gente non è preparata a determinate cose perchè molta gente non è preparata…in storia..
    la maggior parte delle persone (per fortuna mi sono tirato fuori) conosce solo la vecchia storiella dei mille e della liberazione, alla quale è seguita l’unificazione… ma pian piano grazie al lavoro di molti giornalisti,storici e appassionati, ahimè quasi sempre solo del Sud, la verità inizia a venire a galla…
    e la cosa che mi fa rabbia è che ad Eboli ci permettiamo il lusso di avere una strada al Lombroso, ma non esiste nemmeno una piccola targa a Francesco II, tanto x dire un nome, o ai caduti civili dell’unità d’italia…e quanti ce ne sono stati (pontelandolfo ne è il caso emblematico)…

    attendiamo e vediamo… 🙂

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  4. Il sud deve staccarsi dall’Italia. Lo deve fare assolutamente. Gli alibi che adesso hanno quelli del Nord non li avranno più e se vorranno utilizzare tutte le loro risorse devono pagare le tasse. sono troppi i leghisti buffoni e nordisti ignoranti e senza il Sud saranno fregati e diventeranno il sud del nord europa.

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  5. Mi sforzo di pensare che le teorie lombrosiane siano tutte una buffonata (infondata scientificamente) ma guardando la faccia di certi nostri amministratori questa certezza sembra traballare.
    Armando Voza

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  6. Lombroso era un grande, aveva ragione su tutti i fronti. In quanto all’articolista, lo voglio rassicurare: Berlusconi è stato condannato, per gli altri due è questione di tempo come per tutti gli altri che stanno in Parlamento e guarda caso rispecchiano al 100% le prescrizioni del grande studioso. Se la Calabria e il meridione tutto fossero stati rasi al suolo dai piemontesi nel 1861, oggi avremmo il senso civico dei paesi scandinavi, garantito al limone!

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