1 commento su “BCC Aquara: Le attuali difficoltà delle piccole imprese. Convengo a Roccadaspide”
Le piccole imprese sono da sempre l’ossatura economica della nazione e la loro sofferenza riverbera una situazione di globale stagflazione del mercato italiano.Attori (non) protagonisti. Volendo operare una traslazione, le piccole e piccolissime imprese del nostro Paese sono come i comprimari di un set cinematografico. Spesso però relegate a semplici comparse. Sono tante, diffuse, articolate nella loro composizione. Ma tutte contribuiscono alla buona riuscita del film. Senza il loro prezioso, quanto silenzioso, apporto la pellicola non riuscirebbe. Pur tuttavia, appaiono solo nei titoli di coda. Analogamente avviene per il nostro sistema produttivo. Nessuno nega il ruolo essenziale delle imprese più strutturate per garantire la competitività. E neppure si deve fare un’elegia delle piccole. Ma, prigionieri di una contrapposizione preconcetta fra grandi e piccole, perdiamo di vista le peculiarità e potenzialità delle imprese diffuse. Non accettiamo l’idea che se non abbiamo molte grandi imprese, possediamo invece tante imprese a rete, un ordito di aziende e tutte concorrono alla realizzazione di un medesimo prodotto.In altri termini, le piccole imprese segnalano che gli effetti della crisi globale si stanno scaricando all’interno del sistema produttivo, nella struttura delle relazioni delle reti più che nei confronti dell’esterno, verso i clienti privati.CHE notizia è, di questi tempi, un’ impresa di dieci addetti che chiude i battenti e manda tutti a casa? Non è una notizia. Ed è così che migliaia di lavoratori di microimprese, piccole botteghe, ditte poco più che individuali, vanno fuori dal mercato in silenzio, senza nemmeno il «privilegio», se così si può dire, del clamore – che spesso attira l’ attenzione dei sindacati e delle istituzioni – riservato ai licenziamenti di massa delle grandi fabbriche e delle multinazionali.La crisi economica mondiale scatenata dal fallimento dei più grandi colossi finanziari americani, dopo aver scombussolato le economie dei Paesi più sviluppati e fatto affondare le Borse, è stata considerata come il momento più opportuno per dar vita a nuove strategie di rinascita delle imprese,Come fare? Basta approfittare della crisi per avviare un efficace riassetto e ricollocare le risorse in maniera più strategica, puntando su settori come quello Marketing, visto come leva fondamentale per la sopravvivenza delle piccole imprese. Sarà la strada maestra del rilancio?
Le piccole imprese sono da sempre l’ossatura economica della nazione e la loro sofferenza riverbera una situazione di globale stagflazione del mercato italiano.Attori (non) protagonisti. Volendo operare una traslazione, le piccole e piccolissime imprese del nostro Paese sono come i comprimari di un set cinematografico. Spesso però relegate a semplici comparse. Sono tante, diffuse, articolate nella loro composizione. Ma tutte contribuiscono alla buona riuscita del film. Senza il loro prezioso, quanto silenzioso, apporto la pellicola non riuscirebbe. Pur tuttavia, appaiono solo nei titoli di coda. Analogamente avviene per il nostro sistema produttivo. Nessuno nega il ruolo essenziale delle imprese più strutturate per garantire la competitività. E neppure si deve fare un’elegia delle piccole. Ma, prigionieri di una contrapposizione preconcetta fra grandi e piccole, perdiamo di vista le peculiarità e potenzialità delle imprese diffuse. Non accettiamo l’idea che se non abbiamo molte grandi imprese, possediamo invece tante imprese a rete, un ordito di aziende e tutte concorrono alla realizzazione di un medesimo prodotto.In altri termini, le piccole imprese segnalano che gli effetti della crisi globale si stanno scaricando all’interno del sistema produttivo, nella struttura delle relazioni delle reti più che nei confronti dell’esterno, verso i clienti privati.CHE notizia è, di questi tempi, un’ impresa di dieci addetti che chiude i battenti e manda tutti a casa? Non è una notizia. Ed è così che migliaia di lavoratori di microimprese, piccole botteghe, ditte poco più che individuali, vanno fuori dal mercato in silenzio, senza nemmeno il «privilegio», se così si può dire, del clamore – che spesso attira l’ attenzione dei sindacati e delle istituzioni – riservato ai licenziamenti di massa delle grandi fabbriche e delle multinazionali.La crisi economica mondiale scatenata dal fallimento dei più grandi colossi finanziari americani, dopo aver scombussolato le economie dei Paesi più sviluppati e fatto affondare le Borse, è stata considerata come il momento più opportuno per dar vita a nuove strategie di rinascita delle imprese,Come fare? Basta approfittare della crisi per avviare un efficace riassetto e ricollocare le risorse in maniera più strategica, puntando su settori come quello Marketing, visto come leva fondamentale per la sopravvivenza delle piccole imprese. Sarà la strada maestra del rilancio?