L’accusa per l’ex Presidente della Provincia Angelo Villani è di bancarotta fraudolenta. Concessi i domiciliari anche alle sorelle Giovannina ed Elisa, e all’AD dell’Alpa Srl Pagano.
Il fallimento dell’Alvi mette 1300 persone, compreso l’indotto, in mezzo ad una strada e fa correre il rischio di fallire ad altre società, con altre migliaia di posti di lavoro che si perderanno.
SALERNO – L’accusa e’ di bancarotta fraudolenta, aggravata dalla rilevante entità del danno patrimoniale. Sono scattati così gli arresti domiciliari per l’ex presidente della Provincia di Salerno, Angelo Villani, per le due sorelle, Giovannina ed Elisa, e per Bartolomeo Pagano.
Il gruppo ALVI operava nella distribuzione alimentare con diramazioni in Campania e in Puglia con 60 punti vendita, occupava 1300 dipendenti, ivi comprendendo anche l’indotto. L’Azienda, come la maggior parte di quelle che operano nel sud era a carattere familiare con a Capo Angelo Villani e le due sorelle.
L’inchiesta della Procura della Repubblica di Salerno riguarda il fallimento dell‘azienda di famiglia dei Villani, il gruppo Alvi Spa, e della società Sannio Discount Srl che del gruppo faceva parte. Le ordinanze sono state eseguite dal nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Salerno.
Era nell’aria, si diceva da mesi, ma come al solito o perché quando si tratta di queste cose non fa piacere a nessuno, o perché dispiace quando si conoscono le persone e nella fattispecie quando si tratta uno come Angelo Villani che tra l’altro è stato un protagonista della vita politica della nostra provincia per più di un decennio, rimane sempre l’amaro in bocca. Dispiace per le centinaia di dipendenti che hanno perso il loro posto di lavoro, e dispiace soprattutto perché scompare un’azienda a carattere familiare ma che era diventata di grandi dimensioni, e dispiace ancora di più se scomparendo, come un domino, rischia di portarsi dietro altre aziende che con essa avevano a che fare.
L’accusa è pesante: Bancarotta fraudolenta. La Guardia di Finanza ha analizzato tutti i vari passaggi societari che avrebbero portato al fallimento della catena del gruppo “Alvi srl“. Secondo i finanzieri attraverso cessioni patrimoniali e modifiche degli assetti societari, si sarebbe creato un passivo di circa 3 milioni di euro, confluiti successivamente, secondo l’accusa, in altre società riconducibili allo stesso gruppo.
L’indagine dei finanzieri prese il via nel 2009, dopo il fallimento della catena di supermercati e discount del gruppo “Alvi” avvenuto lo scorso anno, ed è culminata questa mattina con la emissione dei provvedimenti cautelari emessi dal Gip Vincenzo Pellegrino, su richiesta del procuratore della repubblica Franco Roberti.
Il medico con il pallino dell’imprenditore, Angelo Villani, 54 anni di San Marzano sul Sarno, è Laureato in Medicina, è consigliere alla Provincia di Salerno, iscritto al gruppo misto, nel quale è confluito nel febbraio scorso dopo aver lasciato il Partito Democratico. Tra il 1992 e il 1994 è stato sindaco democristiano di Nocera Superiore (Salerno). Poi passato nel Partito Popolare, nel 2000 è stato eletto consigliere regionale della Campania risultando il primo eletto. Nel 2004 fu eletto con il 51% Presidente della Provincia per il Centro-sinistra, Nel 2009 fu sconfitto da Edmondo Cirielli.
Nel corso della sua carriera politica è stato molto legato a Ciriaco De Mita, tranne un interregno che lo portò nel gruppo degli andreottiani di Paolo Del Mese. Con la scomparsa della DC divenne protagonista in prima persona e successivamente si riavvicinò a De Mita salvo poi ad avere un grande scontro che lo portò a contrapporsi come candidato alla segreteria Regionale proprio con il suo maestro, rapporto che aveva di recente rinsaldato, essendo egli confluito nel UDC, nella corrente Liberal di Ferdinando Adornato, divenendo coordinatore regionale del movimento e tra quelli che avrebbero dovuto traghettare i moderati nel Partito della Nazione.
Negli ultimi tempi era rimasto molto amareggiato del suo partito (PD) e dai suoi colleghi, specie dopo la sconfitta elettorale, rimproverava loro di non esserseli sentiti vicino, specie nei momenti più brutti della sua vita, che vedevano la sua azienda, la sua famiglia ed egli stesso in difficoltà.
L’amarezza più grande resta quella che centinaia e centinaia di dipendenti (1300 compreso l’indotto) non hanno più il lavoro, e non hanno più nessuna speranza di averlo, per molti di loro sarà un vero e proprio dramma, che a seguito della loro età sono tagliati fuori dal mondo del lavoro, altri dovranno cercarne un altro. In una regione dove 2 persone su tre sono disoccupate, sarà veramente difficile se non impossibile ricollocarsi nel mondo del lavoro.
Incomincia il calvario per i dipendenti e per le loro famiglie.
Le facili fortune….castelli di sabbia