Dal Prossimo 1 gennaio 2011 la plastica è bandita. I sacchetti di plastica che non siano biodegradabili, non si potranno più produrre, ne commercializzare.
Un passo avanti verso la salvaguardia dell’ambiente.
EBOLI – A partire dall’1 gennaio del prossimo anno, 2011, saranno vietati sul territorio comunale i sacchetti in plastica fino ad oggi utilizzati dagli esercizi commerciali. Nei prossimi giorni, obbedendo al decreto legge 78/2009, poi convertito in legge, che ha prorogato il divieto di produzione, commercializzazione e utilizzo dei sacchetti in plastica non biodegradabili all’1 gennaio 2011, il Sindaco di Eboli emetterà l’ordinanza relativa di divieto. In ogni caso, gli esercizi commerciali avranno oltre due mesi di tempo per poter smaltire eventuali scorte di sacchetti in plastica nei depositi.
«Non abbiamo ancora emesso l’ordinanza, che peraltro è obbligatoria per il Comune, per avviare preliminarmente la fase dell’informazione sia ai commercianti, sia agli stessi cittadini – ha commentato il sindaco di Eboli, Martino Melchionda -. In questo modo pensiamo di contribuire a dare tempo, soprattutto ai commercianti, di smaltire eventuali scorte di sacchetti di plastica non biodegradabile. E’ un obbligo di legge per tutti i Comuni, anzi per tutte le amministrazioni pubbliche, ma pensiamo che sia meglio, prima di firmare ed emettere l’ordinanza, procedere a questa fase di informazione per tutto il territorio».
Così come prescrive la legge, l’ordinanza vieterà a tutti gli esercizi commerciali, artigianali e di somministrazione di alimenti e bevande, sia fissi che ambulanti, di distribuire sacchetti di plastica non biodegradabili. I commercianti, dunque, saranno tenuti a distribuire esclusivamente sacchetti monouso in materiale biodegradabile certificato o comunque conforme a quanto prescritto, oppure ancora borse riutilizzabili in stoffa, tessuto, juta o altro materiale non derivante dal petrolio.
Stessa prescrizione varrà per i cittadini, a cui sarà vietato trasportare prodotti che non siano contenuti in sacchetti monouso o altro materiale biodegradabile certificato.
EBOLI, 21 OTTOBRE 2010
L’ordinanza del Sindaco è conforme al dettato legislativo, e deve essere considerata nell’ottica del rispetto “europeistico” dell’ecosistema, cui gli “shoppers” sono un oggettivo ostacolo, nello specifico il nostro e non solo.I sacchetti di plastica utilizzati nei negozi e nei supermercati costituiscono, infatti, un grave problema d’inquinamento ambientale diffuso in tutto il mondo. Consumiamo in Italia circa 20miliardi di buste all’anno, assicurando così al nostro paese la maglia nera europea. In Europa le buste consumate sono 100 miliardi e le stime parlano di una commercializzazione annua mondiale di 1000 miliardi di sacchetti. Anche se solo una frazione di questi viene dispersa nell’ambiente, provoca la morte di milioni di pesci, balene, delfini, tartarughe e altri animali. L’Unep stima in un milione il numero di uccelli marini uccisi. Si sono trovati frammenti di plastica perfino nei nidi degli albatros in remote isole dell’Oceano Pacifico. Non ultimo, il problema della tossicità: nella stampa dei sacchetti, specialmente nei paesi in via di sviluppo, sono spesso utilizzati coloranti cancerogeni e metalli come additivi che vengono rilasciati nell’ambiente per poi riconcentrarsi negli organi interni delle specie, esseri umani compresiQualsiasi bilancio costi – benefici è sfavorevole agli shopper di plastica usa e getta: consumano petrolio e inquinano, sono utili solo per pochi minuti ma creano degrado e sporcizia per anni. Costa poco produrli e, talvolta, importarli dai paesi asiatici, mentre il costo per raccoglierli, smaltirli o riciclarli è molto consistente. Tutte le analisi, anche della spesa famigliare, sono a vantaggio della sporta riutilizzabile: molti negozi la offrono ormai a prezzi che vanno dai 50 centesimi all’euro. Dopo 10 o 20 utilizzi ci fanno risparmiare. Ma convertire milioni di consumatori e migliaia di negozi non sarà facile, non basterà un decreto del governo. Occorre l’azione congiunta dei consumatori più consapevoli, delle istituzioni locali a cominciare dai comuni che debbono raccogliere i rifiuti, dei negozi, in primis della grande distribuzione che deve dare l’esempio. Per fortuna il processo è iniziato: più di un centinaio di comuni – tra cui Torino, Amelia in Umbria e alcuni piccoli comuni campani – hanno diffuso ordinanze che mettono in mora i sacchetti di plastica e centinaia di supermercati già ne fanno a meno o promuovono azioni di sensibilizzazione per ridurne l’uso indiscriminato.Qualsiasi bilancio costi – benefici è sfavorevole agli shopper di plastica usa e getta: consumano petrolio e inquinano, sono utili solo per pochi minuti ma creano degrado e sporcizia per anni. Costa poco produrli e, talvolta, importarli dai paesi asiatici, mentre il costo per raccoglierli, smaltirli o riciclarli è molto consistente. Tutte le analisi, anche della spesa famigliare, sono a vantaggio della sporta riutilizzabile: molti negozi la offrono ormai a prezzi che vanno dai 50 centesimi all’euro. Dopo 10 o 20 utilizzi ci fanno risparmiare. Ma convertire milioni di consumatori e migliaia di negozi non sarà facile, non basterà un decreto del governo.
Finalmente dopo mesi un’ ottima iniziativa, consiglierei alla nostra amministrazione di indicare nell’ordinanza anche il prezzo dei sacchetti biodegradabili o riutilizzabili. LG
LA PRIMA COSA BELLA!!!
Non diamo meriti a chi applica semplicemente un legge dello Stato. Questi signori rispetto alla tutela dell’ambiente e alla salvaguardia del paesaggio stanno dalla parte opposta.
A me pare una grossa stronzata.
Scusate, io faccio il commerciante ambulante di abbigliamento per bimbi e( per ora un solo Comune) mi impone dal primo gennaio del prossimo anno il divieto di utilizzare le borsine in plastica non biodegradabili e mi può stare anche bene nonostante tutti i fornitori di queste borse tutt’oggi le propongonio tranquillamente a noi commercianti ma, l’assurdità della cosa stà nel fatto che i mieinnumerevoli articoli di abbigliamento sono tutti confezionati in buste di plastica non biodegradabile e allora mi domando che fesseria è mai questa di mettere al bando solo le borse?