90ntenne ebolitana ricoverata per frattura scomposta al femore e operata all’Ortopedia del P.O. di Eboli, e poi riabilitata con altrettanto successo al reparto di lungo degenza-riabilitazione del PSAUT di Agropoli.
“Non si butta il bambino con l’acqua sporca”, recita un antico proverbio medievale a sottolineare in questo caso, come un’informazione sensazionalistica sia fuorviante della realtà, quella che vuole una Sanità pubblica in Campania soltanto allo sfacelo per poi scoprire tante eccellenze.

da Politicademente il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – AGROPOLI – Una tranquilla giornata prenatalizia, il 17 giustappunto u.s. (poi uno dice che non bisogna essere superstiziosi) si è trasformata in un incubo per una signora un po’ in là con gli anni residente nella capitale storica della piana del Sele. Ebbene ometteremo per rispetto il nome della signora la chiameremo con il solo nome di battesimo, Maddalena, per il riguardo della privacy dovutale.
Dunque una mattinata come tante altre dove ancora per cause non chiare, si realizza un cedimento della gamba e la signora si trova per terra nell’ingresso della propria abitazione, con un lancinante dolore che si scoprirà sin da subito essere una triplice frattura del femore, un “grande classico” dell’ortopedia geriatrica.
E da qui sarebbe potuto iniziare un calvario umano e familiare, ma per fortuna nella disgrazia, un percorso felice sotto il profilo della degenza sanitaria.
Riavvolgiamo il nastro degli eventi: appena chiamata l’autoambulanza intorno le 11.30 previa spiegazione telefonica del problema, dopo neanche un quarto d’ora gli operatori erano già sul posto in un’abitazione monofamiliare posta al centro di Eboli, bravissimi ripetiamolo gli operatori del 118 che con perizia ed attenzione hanno trasportato dopo i primi soccorsi la signora al nosocomio Maria Santissima Addolorata. Nel pronto soccorso del suddetto presidio ospedaliero e nonostante fosse compulsato di tante richieste, in tempi compatibili si è accertato il problema della signora, la quale dopo meno di due ore e fatte le analisi del caso, era già ospite del reparto di ortopedia.

In questa struttura ospedaliera, retta in maniera brillante dal primario Antonio Cappelli, coadiuvato da tutta la sua equipe, che ha anche operato dopo qualche giorno la signora Maddalena si è ritrovata con tutta l’assistenza dovutale da un personale in toto che in molti casi sembrava più una Famiglia allargata per atteggiamento empatico coniugato ad una grande professionalità, vieppiù dal fatto che la paziente a cagione di problematiche personali ha dovuto allungare la degenza prima di essere trasferita all’ospedale di Agropoli per la riabilitazione post intervento.
Da qui un’altra piacevole sorpresa: ovvero il reparto lungo degenza e riabilitazione erede del reparto covid, riconvertito alla bisogna di un’utenza sempre più anziana e non, si è rivista la grande capacità sia di medici che di paramedici, in questo caso diretti dalla scrupolosissima dottoressa Antonella Tuzzi, la quale come il suo collega ebolitano sono un esempio di professionalità coniugata al rispetto del malato, che rimane un atteggiamento encomiabile e da valorizzare nel rispetto del giuramento di Ippocrate. Questo personale che lavora nelle strutture provinciali troppe volte bistrattato da una cattiva pubblicità, essi tra mille sacrifici e tagli insieme ad accortamenti di reparto sempre pendenti come una spada di Damocle, non derogano mai al proprio impegno. Ma su questo ci ritorneremo!

Pertanto la signora Maddalena con una degenza in tutto costituita da 60 giorni ad Agropoli e altri 23 ad Eboli è ritornata a casa venerdì 9 c.m. in serata ed ella nella spontaneità tipica delle vecchie generazioni, forti ancora fisicamente ed in maniera peculiare nell’animo, non smette sin da subito di cantarne le lodi di questa duplice esperienza e dei protagonisti che l’hanno assistita, con amici e familiari e persino con il nostro sito. A Milano, in Lombardia o in Veneto non ci sarebbe stato il tempo necessario per accogliere l’anziana signora. Lì si fa soldi con la Sanità con gli Ospedali in mano a privati con le mani ben salde nei fondi pubblici ma con società altrettanto ben salde in Olanda e in Lussemburgo, “sfuggendo” al Fisco.
Cosa possiamo apprendere da una esperienza sanitaria ed umana senz’altro di caratura e degna di essere editata?
Certamente la prima considerazione è quella che la Sanità pubblica, quella che però fatica ad essere riconosciuta nel Mezzogiorno d’Italia cura il paziente offrendo cure adrguate a tutti e oltre anche e soprattutto alle persone anziane. La seconda consta in una regola radicata nel pessimo giornalismo, quello che a lettere cubitali si evidenziano con sadico retrogusto, le disfunzioni che pur ci sono, mentre molto poco deontologicamente, non si evidenziano i successi. Inoltre nel caso di specie la signora oggetto di questo articolo è anche beneficiaria della legge 104 dunque un’invalidità al 100% e tutto ciò rendeva agli operatori più complesso attuare un percorso dall’ospedalizzazione fino alla quasi completa riabilitazione motoria.
Difatti grazie al principio solidale che muove la Sanità pubblica, la signora Maddalena ha ricominciato seppur tra mille attenzioni, la propria ordinaria esistenza.
Altra considerazione rimane molto semplice quasi deduttiva: troppe volte la politica impegnata in altre pratiche nei confronti della Sanità pubblica, non premia con organici ed appropriati finanziamenti strutturali il SSN il tutto a merito de buoni “capitani coraggiosi” sottostimati nel numero che purtroppo in molti casi non vengono neanche retribuiti e riconosciuti per il loro operato sostanziale, questi meriterebbero una maggiore considerazione in specie nella parte sud della provincia di Salerno.
Riguardo a questo nostro sito, noi dedicheremo sempre un’attenzione particolare verso la “buona sanità” della Regione come da anni stiamo evidenziando; senza tema di smentite, i medici italiani e nella fattispecie meridionali, non hanno nulla da invidiare come anche i paramedici, agli altri distretti d’Italia sia del mondo più progredito, auspicando che nel prossimo futuro, non ci siano quei tagli lineari i quali hanno posto in forte ambasce un settore fondamentale, il servizio sanitario pubblico a garanzia dei ceti più fragili che non possono permettersi i privati, nobile stigma di una qualsiasi nazione che voglia definirsi civile.
Infine alla signora Maddalena come a tutti gli anziani, auguriamo di vero cuore, un esistenza serena e dignitosa.
Eboli-Agropoli 10 marzo 2025