“Ricostruiamo la nostra torre” è l’incipit con il quale associazioni e cittadini invocano un intervento risolutivo all’incuria nella quale è stato lasciato il Castello Colonna a 10 anni dal crollo e all’indifferenza di 3 amministrazioni e una gestione commissariale.

POLITICAdeMENTE
EBOLI – «Dieci anni dopo… siamo ancora qui con il naso per aria a contemplare lo scempio determinato dall’incuria e da scriteriate sollecitazioni di pesanti mezzi meccanici utilizzati per la costruzione dell’adiacente casa del Pellegrino. – si legge nella nota di un comitato spontaneo che raccoglie Associazioni, comitati e liberi cittadini che si sono mobilitati affinché si sensibilizzi i vari Enti e Amministrazioni comunali, sovracomunali e Nazionali ad intervenire per consolidare, ricostruire e preservare il costone roccioso i muri e i bastioni medioevali che fanno parte del complesso storico-Monumentale del Castello Colonna – Dopo dieci anni di rimballi sulle cause del disastro e di vani tentativi di sollecitare interventi di ricostruzione da parte del Ministero di Grazia e Giustizia e Soprintendenza è ora di dire basta.
I cittadini di Eboli chiedono che l’amministrazione comunale si faccia carico in primo luogo di avviare una seria vertenza con tutti gli enti preposti per ripristinare la cortina crollata e salvaguardare le strutture esistenti e, in prospettiva, destinare a nuove funzioni il Castello Colonna. – proseguono i cittadini promotori – Associazioni e singoli cittadini si stanno finalmente mobilitando per recuperare il patrimonio storico culturale e ambientale, nella maturata consapevolezza che questi sono i fattori essenziali che determinano la qualità della vita e il benessere individuale e collettivo. – concludono associazioni e cittadini pensando sia ora che ci si dedichi per dare la giusta risoluzione al simbolo della Città – E’ tempo di sanare questo insopportabile sfregio e procedere alla successiva fase di funzionalizzazione dell’intero complesso monumentale per farne un grande contenitore per la formazione e la fruizione culturale».
Eboli, 9 marzo 2025