La Città di Battipaglia celebra la figura di Alfonso Menna

Mercoledì 22 gennaio, ore 11.30, cerimonia di intitolazione della Strada già denominata Via Brodolini (tratto Via R. Jemma e Via M. Mellone) ad Alfonso Menna Commissario Prefettizio di Battipaglia dal 29 maggio 1929 al 6 novembre 1931.

Alfonso Menna

POLITICAdeMENTE

BATTIPAGLIA – L’Amministrazione Comunale di Battipaglia ha deciso di celebrare la figura di Alfonso Menna Commissario Prefettizio di Battipaglia dal 29 maggio 1929 al 6 novembre 1931. Si terrà, infatti, mercoledì 22 gennaio alle ore 11:30, l’intitolazione di una strada dedicata al Commissario Prefettizio ben 94 anni dopo quel suo incarico, che segnò di fatto l’inizio di una bella storia fatta di lavoro, speranza e futuro e che contribuì, con il suo impegno istituzionale in maniera determinate alla costituzione del Comune di Battipaglia.

Ad Alfonso Menna, scomparso nel 1998, sarà dedicato il tratto viario già denominato via Brodolini, compreso tra via Rosa Jemma e via Mario Mellone.

«Alfonso Menna, mio nonno, nella sua lunghissima vita, densa di impegni, ha ricordato sempre con particolare affetto ed orgoglio, l’esperienza di commissario prefettizio incaricato per la costituzione del Comune di Battipaglia – dice Francesca Menna -. Era solito raccontarci del grandissimo impegno profuso, dei treni merci presi all’alba per raggiungere la “compresa“, una vecchia casa colonica che ospitava il suo ufficio, della ostilità di tanti legati allo “status quo”, delle difficoltà burocratiche. Una impresa per l’epoca non certo semplicissima. Ma la sua proverbiale tenacia, la profonda conoscenza della macchina amministrativa ebbero ragione di qualsiasi ostacolo e dopo “3 anni 6 mesi e 8 giorni” dall’incarico la creazione di Battipaglia era avvenuta ponendo le basi della città che oggi è diventata. È per questo che ringrazio, a mio nome e a nome di tutta la mia famiglia, l’Amministrazione Comunale nella persona del Sindaco Cecilia Francese e nel ricordo del compianto avvocato Enrico Giovine che per primo pose le basi di questo progetto».

ALFONSO MENNA – 

Alfonso Menna nacque a Domicella, provincia di Avellino, il 22 gennaio 1890 e, a soli 21 anni, nel 1911, conseguì il diploma di segretario comunale. Iniziò la sua attività amministrativa come vice segretario ragioniere al Comune di Sarno, dimostrando grandi doti organizzative e serietà professionale. Il primo vero incarico di rilievo gli fu, però, conferito nel 1929, con la nomina a commissario prefettizio per la provvisoria amministrazione a Battipaglia, città nella quale si presentò animato da grande determinazione e fermezza. Le sue intenzioni risolute ed energiche sono, infatti, testimoniate dal discorso annunziato ai cittadini in cui asseriva: “Assumo, oggi, l’ufficio di commissario prefettizio per la provvisoria amministrazione del Comune. So quali responsabilità mi spettano, e so, anche, che l’opera di creazione del nuovo organismo municipale dev’essere condotta a termine con quella perfezione che è nei chiari intendimenti del Capo della Provincia e nella fervida aspirazione di voi tutti: opera complessa ed ardua, per la quale occorre che il denaro dei contribuenti, sia speso, con rettitudine scrupolosa, e nel modo più accorto e vantaggioso. E mi lusingo di non mancare al mio compito, animato, come sono, da una volontà ferma e decisa, volta alle più alte idealità del Regime”4. Tale volontà non fu, infatti, legata solo a semplici parole, ma si concretizzò in opere volte ad elevare la città a Comune che, solo dopo molti sforzi, riuscì ad ottenere la propria autonomia con la proclamazione del Regio Decreto datato 28 marzo 1929. Tale decreto, infatti, recitava all’art. 1:

“E’ costituito il comune di Battipaglia, cui sono assegnate le parti del territorio dei comuni di Eboli e Montecorvino Rovella, risultanti dalla pianta topografica, che, vidimata, d’ordine Nostro, dal Ministro proponente, farà parte integrante del presente decreto”.

Enrico Garofano-Alfonso Menna-Italo Rocco

L’impegno di Menna in questa città non si fermò qui, ma continuò con la realizzazione di numerose ed importanti opere tra cui il municipio, il primo edificio scolastico, il mattatoio, il cimitero, la fognatura, le strade di bonifica e l’acquedotto.

Il lavoro svolto in tale Comune fu così evidente e carico di determinazione che il prefetto Domenico Soprano decise di trasferirlo ad Eboli, per una durata di tre anni, al fine di ordinare ed organizzare anche lì i servizi comunali. Come avvenne per Battipaglia, ad Eboli Menna si dedicò al completamento dei lavori per l’acquedotto, iniziati sotto il mandato del podestà del cav. uff. Michele Amendola, e conclusi solo nel 1932. Durante il fascismo, al quale aderì con poco entusiasmo, ricoprì la carica di segretario dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia. Fu proprio in questi stessi anni, inoltre, che ricevette non solo l’incarico di responsabile “Sepral”, l’organizzazione per i servizi alimentari, ma anche quello di vice segretario di sezione del Comune di Salerno, con l’obbligo di prestare servizio presso la segreteria generale. Con lo scoppio della guerra, però, fu trasferito a Napoli per dirigere lì i servizi per l’alimentazione e, soltanto a conflitto finito, poté rientrare nuovamente a Salerno, ricoprendo l’incarico di segretario generale.

Per la città di Salerno, Menna si prodigò molto, realizzando opere importantissime e prendendo decisioni che avrebbero influenzato notevolmente il futuro del capoluogo. Nel 1944, infatti, quando lo spesso strato di ceneri e lapilli, provenienti dall’eruzione del Vesuvio, coprì il centro cittadino, ebbe l’intuizione di sfruttare tale fenomeno, unito all’utilizzo delle macerie accumulate a causa dei bombardamenti, per prolungare il lungomare (che a quel tempo non superava l’attuale Piazza della Concordia) e riqualificare, così facendo, la parte orientale del tessuto urbano. Di notevole importanza fu, inoltre, il grande impegno che assunse nell’assistere i cittadini vittime dell’alluvione del 1954. Durante questo nefasto evento, la sua dedizione di soccorritore energico gli consentì di guadagnare la simpatia di molti salernitani e di ottenere, quattro anni più tardi, la decorazione di Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Menna non fu solo grande lavoratore, ma si impegnò anche attivamente in campo politico. Nel 1956, infatti, su invito dell’arcivescovo Demetrio Moscati, decise di candidarsi alle elezioni nella lista di Democrazia Cristiana ottenendo ben 7.046 voti che gli consentirono di guadagnare il posto di sindaco della città di Salerno. Una volta ricoperto tale ruolo, il neo sindaco iniziò subito a prodigarsi per il bene dei propri cittadini, prestando attenzione, in particolar modo, ai bisogni dei più deboli, quali i senzatetto e gli orfani ospiti dell’Orfanotrofio Umberto I. Proprio questi ragazzi divennero, per il sindaco, una seconda famiglia e la struttura che li accoglieva, una seconda casa, che egli amministrò con entusiasmo e serietà dal 1950 al 1981 e dalla quale uscirono valenti musicisti, tipografi, grafici e ceramisti. Dall’Archivio di Stato di Salerno. 

Battipaglia, 18 gennaio 2025

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