Mentre Marisei e i contiani si attardano su una banalissima adesione formale, l’Amministrazione sta sull’orlo del fallimento e ci chiudono l’Ospedale.
Il PD e la sua Maggioranza “bifronte” che non riesce a guardare in un unico obiettivo si presenta sempre più diviso e pieno di contraddizioni.
EBOLI – Sta succedendo di tutto: ci stanno chiudendo l’Ospedale; Il comune è in rosso e si corre il rischio del dissesto; il PD nei sondaggi è in caduta libera; Si ripresenta la crisi dei rifiuti in Campania; Si confezionano dossier come le caramelle; Il Governo e i Ministri sono contro il Mezzogiorno e usano i fondi FASS destinati al Sud a favore degli allevatori imbroglioni del Nord, difesi dai “ladroni” Leghisti; Con gli accordi separati si smantellano i diritti dei lavoratori; La Gelmini ha effettuato il più grande licenziamento della storia repubblicana; Chiudono le Università; Chiude la Cultura; Cirielli propone la Nuova Regione del Principato di Salerno, perché si accorge che il Governo e la Regione non destinano i fondi in maniera proporzionale rispetto al gettito fiscale; Il PdL a tutti i livelli si sta dilaniando; I consumi sono in caduta libera; La produzione industriale è ai minimi storici; La pressione fiscale al 55% è la più alta d’Europa e di tutti i tempi; 2 giovani su 3 sono senza lavoro al Sud; e il Partito Democratico ebolitano, il suo Coordinatore Salvatore Marisei, il suo Capo gruppo Carmine Campagna, per niente collegati con la realtà, ossessionati da un eventuale ridimensionamento dell’area che rappresentano, si permettono il lusso di cincischiare sull’adesione dei 5 consiglieri eletti nella Lista “I Fatti”, che già da tempo hanno aderito al PD, partecipando anche all’ultimo Congresso cittadino che si è tenuto sulla risultanza di un tesseramento tutto da chiarire per la sua correttezza e che mai nessuno ha voluto chiarire.
In effetti la richiesta dei 5 ormai “pellegrini” è datata 2 settembre 2010, successivamente vi fu una autoconvocazione che ne stabilì l’adesione poi rientrata, poi c’è stato un incontro con i vertici provinciali PD, successivamente un ultimatum al Coordinatore e al Capo gruppo consiliare, fino all’incontro di venerdì scorso convocato per delega della Segreteria Provinciale da Nello Masturzi il quale registra l’assenza solo di 5 Consiglieri su 11.
Gli assenti erano il Coordinatore Cittadino Marisei, il Capogruppo Campagna, il Presidente del Consiglio Luca Sgroia, il Consigliere Antonio Petrone, il Consigliere Armando Cicalese. L’emissario prende atto e adesso si aspettano belle nuove.
Contestualmente impazzano i messaggini e i Consiglieri se ne vedono recapitare uno di Campagna:
“La riunione di questa sera é illegittimamente convocata e non concordata, frutto di incomprensione. Pertanto il gruppo consiliare del Pd è convocato per martedi 12 c.m. alle ore 20 c/o la sede del Partito per discutere del riequilibrio di bilancio. Carmine Campagna“.
Argomento importante, importantissimo, ma dell’adesione dei 5 non se ne parla, e non se ne deve parlare, per dimostrare che si ha in mano il potere decisorio e che quel potere, si eserciterà solo e quando si vuole.
Questo Partito Democratico ormai non si cura più di mostrarsi senza ritegno, diviso e pieno di contraddizioni. Appare nudo, senza veli nella sua versione originale dal profilo “bifronte”: da una parte una maggioranza, che sa di non essere maggioranza reale del Partito, che ha il terrore di restare isolata e l’ossessione di non poter partecipare alle decisioni che contano, forzando al punto tale, da sembrare arroccata su se stessa incurante del mondo che le gira intorno, ma che vorrebbe controllare tutto e dettare agenda, natura e risoluzione dei provvedimenti; dall’altra una maggioranza che prevale nel gruppo consiliare, che sa di non essere maggioranza, ma sa di avere in mano il potere, che le consente di prevalere con i numeri, che non gradisce essere controllata e che a sua volta vorrebbe invece influenzare anche le decisioni del Partito; Entrambe in perenne conflitto, tranne qualche breve periodo di pace, che serve solo a scambiarsi qualche uomo, che da una parte passa all’altra, e a condividere qualche scelta salvo poi a contestarla e avversarla quando non si è più in accordo.
Queste posizioni sembrano essere sempre più divaricate da atteggiamenti che mettono in evidenza tutta l’inadeguatezza di una classe dirigente, che non sa stare insieme, ma che comunque forzatamente è costrette a farlo ripercuotendo sull’Amministrazione tutti i riflessi negativi di una crisi interna, che arreca solo danni irreversibile alla Città.
Intanto il gradimento dell’Amministrazione tra i cittadini scende sempre di più. Quello del PD non ne parliamo. E la storia dell’allargamento del gruppo concorre a rendere questo partito sempre più arroccato su se stesso, allergico al dialogo, conflittuale al suo interno, ma compiacenti con gli avversari politici.
In effetti con l’ingresso dei 5 Consiglieri dei Fatti nel Gruppo del PD, cambiano gli equilibri e nonostante tutte le rassicurazioni che il Consigliere Roberto Palladino ha personalmente fornito al Capogruppo Campagna, che non si metterà in discussione la sua carica, il freno verso l’ufficializzazione di questo ingresso non viene affatto allentato.
L’ampliamento del Gruppo fa paura e faceva paura anche il dialogo con l’UdC. Anche in quella circostanza non si è saputo o non si è voluto aprire a previsione di scenari futuri. Quella chiusura, ha impedito di favorire un avvicinamento alla maggioranza dell’UdC, e nel momento in cui il Partito di Casini, dopo lo sfaldamento del suo fronte politico, ha cambiato atteggiamento nei confronti dell’Amministrazione astenendosi sul bilancio, si è scatenato un tale fuoco di sbarramento sui due Consiglieri Pierino Infante ed Emilio Masala, la cui virulenza, ha fatto prevalere una staticità politica, finalizzata solo alla conservazione di un potere di interdizione, che altrimenti con eventuali ampliamenti di maggioranza, non si sarebbe potuto esercitare.
Lo stesso identico potere di interdizione che si sta usando, per ritardare l’adesione formale al Gruppo del Partito Democratico, di Roberto Palladino, Tarcisio Di Cosmo, Alfonso Cillo, Mauro Del Masto, Cosimo Marotta.
Il Partito Democratico è il maggiore azionista dell’Amministrazione Melchionda, dovrebbe avere un ruolo più moderato e dovrebbe essere proteso a favorire il dialogo interno ed esterno e forse, dovrebbe suggerire al giovane Coordinatore Marisei, anche per non pregiudicarsi un suo futuro politico, di essere meno perentorio e meno proteso alla difesa di una parte politica, e per contro più moderato e più incline all’ascolto, ma anche più realista atteso che la città sta attraversando uno dei momenti più bui della sua storia e purtroppo l’Amministrazione non sta affatto brillando nelle sue scelte, in termini politici, programmatici, di realizzazione e di prospettive.
Mentre Marisei per niente adeguato nel suo ruolo, si diverte e si attarda in una ridicola presa di posizione, rispetto ad una banalissima adesione formale, l’Amministrazione sta sull’orlo del fallimento, ci stanno chiudendo l’Ospedale, si progetta di svendere il patrimonio comunale, si decide scelte irreversibili circa lo svincolo autostradale, si corre dietro a “sgambetti” rispetto a scelte urbanistiche approvate ed in itinere, si è impegnati a fare opposizione ad aree consistenti del PD, e invece di approfittare delle difficoltà e delle divisioni del Centro-destra, si elogia l’operato del tutto inesistente delle opposizioni.
C’è chi scommette che questo atteggiamento porterà al commissariamento del Circolo del PD ebolitano, ma potrebbe essere anche lo sviluppo di altri scenari che non escluderebbero una mini scissione o una trasmigrazione.
Voglio sperare che non sia vero tutto questo, e che si tratti di una banalissima equivocità tra volontà e dichiarazioni delle parti.Alcuni casi recenti, piuttosto eclatanti (Taranto e Catania su tutti), hanno focalizzato l’attenzione generale su un problema complesso e di non facile soluzione. Mi riferisco al dissesto degli enti locali, ossia comuni e province. E’ una tematica molto ampia che va affrontata con estremo rigore analitico in quanto il dissesto modifica, in peggio, il rapporto dei succitati enti con le comunità amministrate.Del dissesto degli Enti Locali si occupa il titolo ottavo della seconda parte del Decreto Legislativo recante la dicitura: “Enti Locali deficitari o dissestati”. La trattazione del titolo ottavo avverrà mediante l’utilizzo di capitoletti in riferimento a cinque capi in cui esso è strutturato.La procedura di dichiarazione di dissesto per un ente locale e il lungo percorso per il suo risanamento economico-finanziario inizia quando un comune, per esempio, ha i propri parametri obiettivi deficitari almeno per la metà. Tale situazione deficitaria deve essere certificata e riferirsi al penultimo esercizio di riferimento. I parametri obiettivi sono individuati dal Ministero degli interni, sentita la Conferenza Stato-città e autonomie locali, con apposito decreto di efficacia triennale. Naturalmente, per enti locali si intendono comuni, province e comunità montane.Gli enti locali che hanno deliberato lo stato di dissesto finanziario sono soggetti, per la durata del risanamento, ai controlli, sono tenuti alla presentazione della certificazione e sono tenuti per i servizi a domanda individuale al rispetto del livello minimo di copertura dei costi di gestione.Che cosa si intende per dissesto finanziario? Si ha stato di dissesto finanziario se l’ente non può garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili ovvero esistono nei confronti dell’ente locale crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare validamente fronte.I soggetti della procedura di risanamento sono l’organo straordinario di liquidazione e gli organi istituzionali dell’ente. Il primo provvede al ripiano dell’indebitamento pregresso con i mezzi consentiti dalla legge. Mentre la deliberazione di dissesto è adottata dal consiglio dell’ente locale nelle ipotesi di cui all’articolo 244 e valuta le cause che hanno determinato il dissesto. La deliberazione dello stato di dissesto non è revocabile. Alla stessa è allegata una dettagliata relazione dell’organo di revisione economico finanziaria che analizza le cause che hanno provocato il dissesto. Tale atto è trasmesso entro 5 giorni dalla data di esecutività, al Ministero dell’interno ed alla Procura regionale presso la Corte dei conti competente per territorio, unitamente alla relazione dell’organo di revisione. La deliberazione è pubblicata per estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana a cura del Ministero dell’interno unitamente al d.P.R. di nomina dell’organo straordinario di liquidazione.Se, per l’esercizio nel corso del quale si rende necessaria la dichiarazione di dissesto, è stato validamente deliberato il bilancio di previsione, tale atto continua ad esplicare la sua efficacia per l’intero esercizio finanziario, intendendosi operanti per l’ente locale i divieti e gli obblighi previsti dall’articolo 191, comma 5. In tal caso, la deliberazione di dissesto può essere validamente adottata, esplicando gli effetti di cui all’articolo 248. Gli ulteriori adempimenti e relativi termini iniziali, propri dell’organo straordinario di liquidazione e del consiglio dell’ente, sono differiti al 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui è stato deliberato il dissesto. Ove sia stato già approvato il bilancio preventivo per l’esercizio successivo, il consiglio provvede alla revoca dello stesso.Nella prima riunione successiva alla dichiarazione di dissesto e comunque entro trenta giorni dalla data di esecutività della delibera, il consiglio dell’ente, o il commissario è tenuto a deliberare per le imposte e tasse locali di spettanza dell’ente dissestato, diverse dalla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, le aliquote e le tariffe di base nella misura massima consentita, nonché i limiti reddituali, agli effetti dell’applicazione dell’imposta comunale per l’esercizio di imprese, arti e professioni, che determinano gli importi massimi del tributo dovuto.Per le imposte e tasse locali di istituzione successiva alla deliberazione del dissesto, l’organo dell’ente dissestato che risulta competente ai sensi della legge istitutiva del tributo deve deliberare, entro i termini previsti per la prima applicazione del tributo medesimo, le aliquote e le tariffe di base nella misura massima consentita. La delibera ha efficacia per un numero di anni necessario al raggiungimento di un quinquennio a decorrere da quello dell’ipotesi di bilancio riequilibrato.Per il periodo di cinque anni, decorrente dall’anno dell’ipotesi di bilancio riequilibrato, ai fini della tassa smaltimento rifiuti solidi urbani, gli enti che hanno dichiarato il dissesto devono applicare misure tariffarie che assicurino complessivamente la copertura integrale dei costi di gestione del servizio e, per i servizi produttivi ed i canoni patrimoniali, devono applicare le tariffe nella misura massima consentita dalle disposizioni vigenti. Per i servizi a domanda individuale il costo di gestione deve essere coperto con proventi tariffari e con contributi finalizzati almeno nella misura prevista dalle norme vigenti. Per i termini di adozione delle delibere, per la loro efficacia e per la individuazione dell’organo competente si applicano le norme ordinarie vigenti in materia. Per la prima delibera il termine di adozione è fissato al trentesimo giorno successivo alla deliberazione del dissesto.L’organo straordinario di liquidazione, ove lo ritenga necessario, richiede all’ente che i responsabili dei servizi competenti per materia attestino che la prestazione è stata effettivamente resa e che la stessa rientra nell’ambito dell’espletamento di pubbliche funzioni e servizi di competenza dell’ente locale. I responsabili dei servizi attestano altresì che non è avvenuto, nemmeno parzialmente, il pagamento del corrispettivo e che il debito non è caduto in prescrizione alla data della dichiarazione di dissesto. I responsabili dei servizi provvedono entro sessanta giorni dalla richiesta, decorsi i quali l’attestazione si intende resa dagli stessi in senso negativo circa la sussistenza del debito.l fondo costituito ai sensi del comma 4 è finalizzato agli interventi a favore degli enti locali in stato di dissesto finanziario. Le eventuali disponibilità residue del fondo, rinvenienti dall’utilizzazione dei contributi erariali per un importo inferiore ai limiti massimi indicati nel comma 4, possono essere destinate su richiesta motivata dell’organo consiliare dell’ente locale, secondo parametri e modalità definiti con decreto del Ministro dell’interno, all’assunzione di mutui integrativi per permettere all’ente locale di realizzare il risanamento finanziario, se non raggiunto con l’approvazione del rendiconto della gestione. Il mutuo, da assumere con la Cassa depositi e prestiti, è autorizzato dal Ministero dell’interno, previo parere della Commissione finanza ed organici degli enti locali. La priorità nell’assegnazione è accordata agli enti locali che non hanno usufruito dell’intera quota disponibile ai sensi del comma 4. (comma così modificato dall’articolo 1-septies della legge n. 88 del 2005)Come si può ben notare il dissesto è una problematica molto delicata che comporta l’attivazione di innumerevoli procedure di organizzazione, monitoraggio, salvaguardia, stabilizzazione e adeguamento. Comportando, l’avevo già annunciato in premessa, un notevole aggravio della qualità di vita per i cittadini. Sotto un duplice aspetto: diminuzione dei servizi erogati dall’ente locale in dissesto e aumento vertiginoso dell’esazione locale..CUI PRODEST?
Verificherei volentieri, se ne avessi gli strumenti, quante persone che hanno votato Melchionda si sono accorti di aver fatto un errore. Il sondaggio dovrebbe essere ristretto , però , a quella parte che ha deciso di votarlo liberamente e non perchè costretta altrimenti il risultato sarebbe falsato.
Credo e spero che implodano perchè questo è il naturale epilogo di questa maggioranza e sarà un bene per tutti quando ce ne libereremo. Gente incapace ed ignorante che ci sta portando nel baratro.
rectius: persone……………….accorte.
Mi auguro che nessuno si accinga a difenderli perchè farebbe una magra figura. Sono INDIFENDIBILI.
Avete letto il comunicato stampa dell’assessore Mastrolia?
Leggetelo quello è lo specchio della situazione. Scrivere rammenDo al posto di rammenTo da l’esatta idea di chi ci amministra.
Caro Massimo,
consentimi questa lunga replica per presentare un PD diverso da quello che descrivi nella tua riflessione, nella legittima diversità di opinioni che ci caratterizza.
A fronte delle grandi questioni che si agitano in queste settimane, ben richiamate in apertura del tuo articolo, il PD ha lavorato alacremente alle urgenze cittadine. Difatti, nell’ordine, in merito alla questione del Piano Sanitario regionale, fortemente penalizzante per Eboli e la Valle del Sele, si sono svolte le seguenti riunioni:
• Venerdì 24 settembre, incontro con alcuni rappresentanti del Sindacato dell’Ospedale di Eboli per uno scambio di opinioni sulla situazione del nostro nosocomio e le sue prospettive ;
• Mercoledì 29 settembre,incontro con dirigenti e quadri del PD che operano nella sanità per discutere delle azioni da porre in essere a difesa del diritto alla salute dei cittadini di Eboli e della Valle del Sele;
• Lunedì 04 ottobre, incontro con capigruppo e segretari dei partiti, presenti RC, Federazione della Sinistra, SEL, UDC, IdV, per definire un percorso istituzionale e politico di opposizione e proposta rispetto alle scelte del Piano ed alle sue modalità di attuazione. Nell’occasione si è concordato di avviare, in affiancamento all’operato del Sindaco Melchionda, la discussione nella Commissione Speciale Sanità, istituita dal Consiglio Comunale come luogo bipartisan di confronto tra maggioranza e minoranza consiliare e presieduta da Carmine Campagna. Successivamente, il giorno dopo per l’esattezza, la Commissione si è riunita ed all’unanimità ha approvato le prime indicazioni che dovranno confluire in uno schema di delibera di Consiglio Comunale, auspicabilmente da tenersi in contemporanea con tutti i Consigli Comunali dei Comuni del comprensorio interessati dalla scelte del piano (circa 60). Per domani, martedì 12 ottobre, è prevista la seconda seduta della Commissione predetta in cui licenziare il testo della delibera che sarà ancora oggetto di confronto con sindacati, operatori e cittadini, sino al giorno del Consiglio.
Inoltre, per mercoledì, 13 ottobre, è in programma un Coordinamento cittadino(già direttivo del partito) presso la sezione di Via Lodato, per discutere ancora di sanità ed assumere una posizione condivisa rispetto ai lavori della Commissione.
In merito, invece, alla questione finanziaria del Comune, sono stati svolti due importanti incontri:
1. il primo, il 21 settembre, in sede di Coordinamento cittadino, sulla questione finanziaria del Comune di Eboli. Si è trattato di un incontro proficuo, aperto dalla relazione dell’Assessore al Bilancio, Pasquale Lettera. Alla unanimità si è raggiunta una posizione convergente sui 4 punti seguenti:
• avviare una politica di rigore nella gestione delle entrate comunali derivanti da tasse, recupero crediti, vendite e locazioni di immobili pubblici;
• sostenere le fasce deboli evitando un inasprimento della pressione fiscale nei loro confronti;
• aumentare, a parità di spesa, la qualità dei servizi pubblici erogati dal comune e dalle sue partecipate;
• puntare su opere pubbliche a basso costo che producano servizi facilmente percepibili nei quartieri centrali e periferici della città.
2. Conseguentemente, Lunedì 04 Ottobre, si è svolta una Giunta politica (Sindaco ed Assessori + Segretari di partito e Capigruppo di maggioranza) in cui sono stati esaminate numerose iniziative da porre in essere per affrontare l’emergenza bilancio (valorizzazione, e non svendita, del patrimonio comunale, potenziamento delle entrate, fotovoltaico, partecipazioni azionarie del Comune, etc.) e pianificare le prossime attività.
Per domani (martedì 12 c.m.) è prevista una riunione di gruppo consiliare sul riequilibrio di bilancio, come confermato anche nel tuo scritto.
Tutto questo, naturalmente, al netto del lavoro quotidiano del Sindaco, della Giunta, dei singoli Consiglieri PD, che ben presto sarà nuovamente visibile in città, fiducioso che presto si possano raccogliere i frutti.
E’ molto, è poco? Non spetta a me giudicare. Quel che è certo, però, è che il PD e l’Amministrazione non stanno con le mani in mano.
Ed anzi, forse vorrai convenire, lungi da me voler criticare i giornalisti che fanno bene il loro mestiere, spesso i titoli degli articoli e le locandine delle edicole contribuiscono a diffondere un clima di sfiducia nella città, esaltando le polemiche politiche e sacrificando quanto di buono viene fatto.
Sul piano interno al PD, invece, come giustamente ti soffermi nel tuo articolo, resta da dirimere la questione del gruppo unico. Per intanto, come sopra rappresentato, ciò non ha inficiato il lavoro di queste settimane, considerato che abbiamo tenuto distinti due piani che non devono accavallarsi: quello relativo ad dibattito interno al partito, da risolvere con spirito unitario, che non deve in alcun modo gravare sulla città, e le principali emergenze cittadine su cui partito, gruppi consiliari ed Amministrazione lavorano incessantemente. Ma anche a tal proposito, per non essere tacciato di reticenza e senza nasconderci le difficoltà, i dirigenti del PD sono al lavoro per trovare una posizione unitaria che conduca al gruppo unico, la cui importanza non voglio assolutamente sottovalutare.
Anche se qualcuno dovrebbe fare autocritica sul perché non si fece una tale scelta all’inizio della consiliatura ed evitare il continuo ricorso alla federazione provinciale, pratica che fa torto alla nobile tradizione politica della sinistra ebolitana. Il nodo, però, va sciolto. Non si tratta di salvaguardare il Capogruppo – ti assicuro sempre disponibile a rimettere il mandato – quanto di intendersi sulle finalità di tale riunione, l’organizzazione interna e le regole di funzionamento, perché un gruppo consiliare di 16 consiglieri, di cui 2 non iscritti al PD, non è facile da gestire per chiunque abbia l’onere di coordinarlo. Anche in tal senso, ho prodotto un tentativo di mediazione, purtroppo fallito.
Che qualcuno (i contiani comi ci chiami tu, con una brutta semplificazione che rende torto a quanti condividono pisizioni politiche e non personali) abbia timore di cambiare gli equilibri interni al gruppo con questa operazione? E perchè mai! La politica non si cancella con i numeri, ma convincendo gli interlocutori della bontà della propria posizione. E rispetto a questo, confido nelle capacità dei singoli consiglieri, che vanno lasciati liberi di determinarsi, per il bene di Eboli e del PD.
Ti rassicuro, dunque, che l’obiettivo del gruppo unico è a portata di mano, nessuno lo ostacola per altri fini, e già nelle prossime ore si attendono positive novità.
In conclusione, raccolgo i tuoi spunti critici per migliorare nel futuro, sia gli aspetti della comunicazione del PD, su cui pure stiamo lavorando (nuovo sito web e nuovo layout di locandine e manifesti) in modo che tutti siano informati sulle attività del partito, sia quelli della partecipazione attiva di iscritti e simpatizzanti, che assumo come preciso impegno. E’ il mio obiettivo di questo mese, sempre che qualcuno non voglia prima commissariare il circolo. Sarebbe un atto gravissimo, non per la mia persona (sono sempre disponibile a cedere la poltrona difronte ad un dissenso motivato della maggioranza dei dirigenti e degli iscritti) ma per la democrazia interna ai partiti, come già avvenuto nel PDL.
Ad ogni buon conto, e qui mi fermo davvero – sperando di sbagliarmi – dal tuo articolo appare una certa acredine nei confronti della mia azione, oltre che verso quella del Capogruppo Campagna. Siamo dirigenti del PD impegnati in ruoli chiave e per questo responsabili a prescindere dai nostri sforzi e dalle nostre intenzioni. Ma il PD ad Eboli, fortunatamente, esprime molto altro sul piano politico ed istituzionale.
Scusandomi per la lunghezza del testo, sempre disponibile ad accettare le critiche e confrontarmi, ti saluto affettuosamente con un grazie per lo spazio che ci offri sul tuo blog.
Salvatore Marisei
Per Salvatore Marisei –
Sgombro subito il campo circa l’acredine che avrei nei tuoi e nei confronti di Carmine per dirti che ti sbagli e di grosso, semmai il contrario.
Il tuo lungo intervento conferma senza mezzi termini che l’azione del Partito Democratico non è percepibile. Non lo è a me che sono attento osservatore, indipendentemente da come poi vedo le cose, figurati se i cittadini possono recepire le azioni del PD.
Quello che appare invece, ahimè, sempre di più, che questo Partito è tutto preso a parlarsi addosso e dentro, senza che agisca o interagisca con un elettorato, che malgrado tutto, continua pazientemente ancora a sostenerlo.
Come sicuramente saprai, purtroppo, i sondaggi, che non condivido affatto ma che ormai imperversano e monitorano continuamente gli orientamenti e il gradimento dell’azione politica, attribuiscono al PD un magro 25% e questo te la dice lunga circa la percezione che gli elettori hanno dell’azione di questo partito, perennemente in conta e perennemente avvitato su se stesso, per contro per niente collegato alla società e ai bisogni antichi e nuovi che nel frattempo e comunque insorgono.
Il tuo lungo elenco ne è la prova.
Eppure tutti gli operatori politici, nessuno escluso, sono attenti a comunicare anche uno starnuto della loro azione politica quotidiana e non quella fitta agenda che tu hai snocciolato. Ti assicuro come cittadino e come osservatore sono contento quanto si affrontano i problemi piuttosto che farsi travolgere dalle emergenze come spesso accade, salvo poi a condividerne le risoluzioni e semmai a criticarle.
Allora, ti chiedo a cosa serve azionarsi e magari poi scoprire che nessuno si è accorto di quello che si fa, e soprattutto se il destinatario principale a cui sono rivolte le nostre azioni non se ne avvede e semmai recepisce l’esatto contrario?
Bisogna fare una campagna di spiegazione di quello che si voleva far capire o forse è meglio usare un linguaggio e un’azione più comprensibile e più diretto?
Bisogna rivolgersi a nuora perché suocera intenda o parlare direttamente al destinatario finale?
Bisogna essere meno formalisti e più concreti o superficiali e coinvolgenti?
Su questi interrogativi si sono scritti i libri e quei libri sono ancora allo studio e tanti ancora se ne scriveranno, ma la teoria che è anche un interrogativo, abbondantemente definita e studiata sociologicamente parlando è: “E’ mai successo qualcosa che non è stata mai vista dall’uomo?”
A conferma di quello che ho detto all’inizio di questa risposta, per me è sempre un piacere dialogare, specie con chi ha struttura, sostanza e argomenti, ma anche le tue considerazioni che mi riguardano sono per me una sconfitta e mi chiedo: perché un’analisi, un commento, un giudizio, che è comunque di parte, viene recepito come “acredine”?
Massimo Del Mese
La soluzione per far entrare i 5 consiglieri della Lista Fatti per Eboli nel P.D.. può essere quella di togliere il telefono a Campagna (anche Internet ) e Marisei in modo da interrompere la =LINEA= con Santa Cecilia. Ma è mai possibile che nel 2010 ancora credete alle favole, mettete fuori gli attributi signori, = SIGNORSì = e iniziate a Lavorare per Eboli e non per Voi stessi. Vorrei ricordare che a Eboli le ultime gru alzate sono state quelle di tuo “zio” a SANTA CECILIA, mentre noi battiamo le mani……….
Per Salvatore Marisei
A proposito dei “contiani”, per me è una identificazione politica, e non è affatto brutta, semmai è rafforzativa rispetto all’azione politica di un gruppo, che comunque mantiene in qualche modo la sua identità, rispetto ad altre che risultano sbiadite.
Massimo Del Mese
Caro Massimo,
condivido parte delle tue argomentazioni e sulla comunicazione del partito c’è da migliorare, ma nel caso specifico (sanità e bilancio) si tratta di attività propedeutiche ed intermedie, per certi versi anche delicate, che il Pd sta portando avanti.
Era il caso di farsi propaganda? Molti lo fanno, io credo di no, anche per non pregiudicare un risultato che auspico quanto più favorevole possibile per la città di Eboli.
Quanto all’acredine (verso le azioni e non le persone, ci mancherebbe) mi sembra dal tuo articolo che le sorti del PD, da Eboli a Roma, dipendano da me e Campagna, così come l’avvenire della nostra città e dell’Italia intera.
Così mi è parso in apertura e chiusura del tuo articolo (prime 20 ed ultime 10 righe). Prendo atto che così non è.
Ancora saluti.
Caro Salvatore, tu sai quanto ti stimo per cui quanto scrivero’ non e’ diretto a te….scusa la trivialita’: (LA MASTURBAZIONE TRA ELEMENTI “””IMPOTENTI””
E’ SOLO ….PERDITA DI TEMPO ED ENERGIE….)
Il linguaggio e i comportamenti di Marisei sono antichi, non sembrano perniente misurati e generano in chi lo ascolta o lo legge, fastidio.
Trasuda arroganza e presupponenza, e si vede anche da come è intervenuto.
E’ questo modo di fare che ci allontana dalla sinistra. Questo PD è sempre più una pattumiera. non c’è speranza dobbiamo sorbirci ancora Berlusconi, e se vincerà avrà ben ragione di togliere tutte le libertà che Marisei, Campagna, Melchionda, nel loro piccolo non sanno difendere.
La prima cosa da fare per Marisei sarebbe quella di scendere dal piedistallo.
Forse Marisei non si rende conto che Eboli è ormai una periferia di Battipaglia e ben presto diventerà una periferia anche di Campagna. NOn si rende conto che a Eboli, i giovani manco si scrivono più all’ufficio dell’Occupazione, tanto nessuno ci crede più, visto che in tutte le società che girano intorno al comune sono stati assunti amici, parenti e amici dei parenti. Dice che ha fatto tutti quegliin contri e quindi si sente di assolversi perchè ci tolgono l’ospedale. Dice che erano incontri molto delicati e riservati e che non i potevano pubblicizzare, e perchè che cosa nascondono? ecco il problema cosa nascondono. Perchè tutte le volte che alcuni si muovon marisei, campagna, sgroia e Carmelo Conte si ha la sensazione che dietrp c’è sempre qualche cosa. La lettera di Petrone, l’interrogazione di Campagna, il Fotovoltaico sono l’esempio. Non ricordo altre cose perchè anche se seguo non seguo sempre questo il blog, che ci consente di conoscere le cose che la maggior parte di voi fa nelle stanze, perchè sono riservate, sono delicate. Io che lavoro tutti i giorni e che vivo del lavoro e se sono ammalato non ho la cassa integrazione e nessuno mi da lo stipendio pretendo che le cose non si devono fare nel chiuso altrimenti come dice un altro frequentatore del blog, sento sembpre puzza di bruciato.
Admin tu non devi spiegarti, lo devono fare gli altri, continua così.
Dimenticavo, nella lista di chi si muove e sembra sempre che si nasconda qualche cosa, dimenticavo di mettere Melchionda e la sua cricca, per evitare di etichettarmi.
IL CONVOGLIO è AL CAPOLINEA,SI POTRA’ SOLO ALLUNGARNE L’AGONIA, MA NEI FATTI I FRATELLI COLTELLI NON SI SOPPORTANO + E DIETRO AL LORO FALLIMENTO VI RISIEDE IL FALLIMENTO DELLA CLASSE POLITICA CITTADINA INTERA CHE NON RIESCE A RINNOVARSI NE A PORTARE UOMINI NUOVI E CREDIBILI. MARISEI E GLI ALTRI NIPOTINI, PROTESI NEO-GENERAZIONALE DI CARMELO CONTE,L’INOSSIDABILE, RISULTANO DIAFANI E IMMATURI AD ACCOGLIERNE L’EREDITA’, CHE POCHI AD EBOLI SPERANO SIA COLTA. LA SITUAZIONE ATTUALE E’ ANCORA FIGLIA DEI TEMPI INSANI, PSI ANNI D’ORO. PREPARIAMOCI AL COMMISSARIAMENTO ED AL COLLEGATO SALASSO TRIBUTARIO PER I CITTADINI. LA CRISI AVRA’ UN UNICO EFFETTO POSITIVO: LA CANCELLAZIONE DEFINITIVA DEL CONTISMO! SALUTI
D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda di cittadino, del resto Governare è far credere, quando però si hanno talenti.La sicurezza del potere di questi signorotti locali si fonda sull’ insicurezza continua dei cittadini.
“Mi ricordo uno strano tipo che odiava tutti gli uomini, quelli potenti perche’ sfruttavano e umiliavano i deboli, e quelli deboli perche’ si lasciavano sfruttare ed umiliare.” C.W. Brown
Perdonatemi ma questo che sta accadendo nel PD è semplicemente il corollario di una involuzione che questo partito vive da moltissimi anni, almeno dalla seconda amministrazione Rosania. Dopo una rilevante e macroscopica sconfitta con l’esplosione del movimento civico che portò in trionfo il I Rosania, il PD (allora PDS) ha recuperato terreno attraverso la gestione politica della cosa pubblica (ergo attraverso la gestione del potere locale). In questa costante evoluzione di posizioni e di forza elettorale (con episodiche criticità) ha levato nel suo seno personaggi mai noti prima, poco avvezzi alla politica con la P maiuscola, che si sono distin ti per il grande senso folkloristico che hanno della politica e un forte senso di autostima. Questi personaggi, figli di un dio minore, posseggono il PD Ebolitano, sicuri di rappresentare il grande sapere politico e di interpretare e condizionare i processi di sviluppo personali, piuttosto che quelli pubblici. Questa è la fotografia di un partito che oggi, paradossalmente, trova unici riferimenti politici nei cosiddetti “contiani”. Altro rappresenta il vuoto sicuro, spesso l’arroganza, da ultimo l’incompetenza.