In Liguria dopo il disatro Toti, l’affluenza al voto crolla al 46%, e Bucci con il Centrodestra vince di misura, grazie agli eredi Scaiola e ai veti nel Campo largo, ma il PD è il primo partito: La vittoria di Pirro.
POLITICAdeMENTE
GENOVA – Le urne si sono chiuse e si riaprono le polemiche. Il nuovo presidente della giunta Regionale della Liguria è Marco Bucci. La differenza: Solo 8.424 voti. Vince il Centrodestra di un pelo ma il Partito Democratico è il primo partito:
Che soddisfazione vincere perdendo. La vittoria di Pirro.
Con una affluenza del 46%, in netto calo rispetto al 2020 si conferma il progressivo allontanamento degli elettori dalle urne, un trend inesorabile, ma che sembra non preoccupare per nulla i vari leader dei Partiti. È convinzione corrente che chiunque sia al comando di un Comune, di una Provincia, di una Regione, di un Governo, non cambia niente, ma proprio niente: Le tasse aumentano, il deficit di bilacio anche, gli stipendi e le pensioni sempre più miserevoli, (dal prossimo gennaio aumenteranno mediamente di 12 euro circa. Che champagnoni), e che dire le miserie degli gli investimenti per Scuola, Servizi, Trasporti, per la Sanità. Non ne parliamo proprio, per questultima addirittura si sono ridotti del 2% rispetto a prima di Meloni, poi se si aggiunge la “truffa” mediatica del Governo Meloni circa i 3,2 miliardi di euro “donati” (sic) dalle Banche per la Sanità, “dono” da restituire nel 2027. E gli extraprofitti? Ce ne siamo dimenticati?
Non parliamo poi dei nemici: i primi sono quelli di colore, i secondi sono i Magistrati, ma solo quelli così detti politicizzati, Mantovani, Nordio e altri no, loro non c’entrano non sono politicizzati, tutti quelli che non stanno con la Meloni sono tutti politicizzati, il Sud poi buono solo per i voti ma non per il resto tanto è che Calderoli, il genio delle “porcate” subito ha fatto una Legge per finirlo. Il Governo Meloni fa scuola, infatti, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, dall’opposizione sembrava volessero smantellare tutto a colpi di “Fascio”: Le parentopoli, l’amichettismo, i privilegi, le Banche, e non parliamo dell’Europa, poi una volta al Governo addirittura si “slingua” e si approva l’Agenda Draghi. Insomma fregato i voti, si ritorna alla parentopoli, all’amichettismo, ecc. ecc., poi si fa uguale. Evaiii.
Ma i conti tornano sempre, e così, sondaggi taroccati a parte, quelli che stanno in una forbice di 5 punti, per modo che non si sbaglia mai e che ci propinano un giorno si e un altro pure per condizionare gli elettori che ancora si fanno abbindolare ecco che poi si va al voto e si scopre il resto. E quale è questo resto? Che in Liguria il Centrodestra minoranza nel Paese vince per un pelo le elezioni. Il PD e il suo firmamento primo partito e coalizione maggioranza nel Paese perde le elezioni. E tra i partiti di centrodestra la Lega ha tenuto l’8,5%), Fratelli d’Italia il 15%, dopo aver sfiorato il 27% alle Europee e di Forza Italia all’8%, e si capisce che a vincere è stato un poco Marco Bucci e l’altro “poco” gli eredi Scajola, quelli di cui al famoso appartamento vista Colosseo che nessuno si ricordava di aver avuto in dono.
Va da se che al circa 28.5% del Partito Democratico, che diventa il primo Partito doppiando di fatto FdI (15%), stride lo scarsissimo risultato del M5S (4.5%) vero e proprio responsabile della mancata rimonta di Orlando, sia per aver posto il veto su Renzi e i suoi e sia perché non controlla i propri consensi, tra l’altro in caduta libera. Un Partito-non Partito che ormai ha concluso il suo “matrimonio” con la protesta degli italiani e chi ancora non se ne è accorto è solo il PD, che continua a corrergli dietro e accettando i suoi veti e i suoi dictat, finanche pensando di cedergli il candidato Governatore della Campania al M5S: Un vero e proprio suicidio per i DEM. E così in Liguria Orlando pur avendo fatto il possibile ha pagato le difficoltà del “Campo largo“: Un campo minato; fatto di veti, tranelli, imboscate e soprattutto di vuoto politico. E non si capisce perché mai il PD, unico vero Partito nel firmamento politico e parlamentare italiano, di volta in volta si fa condizionare da chi poi si finisce di scoprire che non rappresenta niente se non gruppi di persone che temporaneamente si trovano insieme e a capo di quei pseudo partiti, di volta in volta prigionieri dei propri “padroni”, e gira e rigira dalle vittorie certe si passa alle sconfitte altrettanto certe, evidenziando come quedto PD non riesce a essere leader e non riesce ad avere una proposta politica capace di costruire, non “Campo largo” fangoso ma un’alleanza politica vera e propria, definita, certa, “stretta” con proposte chiare e convicenti e comprensibili, e per favore che non le spieghino i Fratoianni e i Bonelli con i loro discorsi da tradurre in termini semplici vicini ai semplici.
Insomma un PD votato al suicidio che in Campania trova in Vincenzo De Luca un accanito oppositore, il quale ritiene ed è credibile che possa vincere, una volta ottenuto il terzo mandato, e per questo i suoi stanno accellerando sull’iter istituzionale. I suoi hanno presentato la Legge e si discuterà il 5 novembre pv, nonostante le proteste delle opposizioni, che, pensando di frenare la corsa in Consiglio Regionale, che consentirà a De Luca di candidarsi per la terza volta, Nappi e Muscará hanno presentato una mozione di sfiducia. Il PD tace. La Schlein tace. In silenzio incomprensibile che non può trincerarsi dietro la legge dei due mandati, piuttosto di pronunciarsi nel metito: De Luca è un buon amministratore o meno? Perche non lo vuole fino a voler cedere la candidatura al M5S andando incontro ad una sconfitta clamorosa? Quali sono i motivi veri se non di vuole affermare una carenza gigantesca di strategia politiva e di proposta politica, non di meno di assenza di leadership politica?
Genova, 29 ottobre 2024