SALERNO – Il Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca a Caldoro: Chiarisca subito le motivazioni delle dimissioni di Zuccatelli.
Chi è che ha “suggerito” le modifiche al Piano Zuccatelli? Quali sono state le “interferenze” istituzionali che hanno disegnato il Piano Sanitario Regionale?
SALERNO – Giuseppe Zuccatelli si è dimesso dall’incarico di Commissario straordinario della Sanità in Campania, conferitogli dal Governo. L’ormai famoso Zuccatelli che ha dato il nome al Piano Sanitario Campano in evidente contrasto con il Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro ed il suo staff (salvando solo Raffaele Calabrò), getta la spugna.
In effetti dietro il lavoro di Zuccatelli, diventato un vero e proprio paravento, si è operato una serie di provvedimenti che con la scusa della razionalizzazione, si è adottata la scure in alcune aree della Regione, come per esempio quella della Piana del Sele e della Costiera Amalfitana, e le “forbicine” nell’area metropolitana di Napoli, di Caserta, Benevento e Avellino, evidentemente “zone di protettorati politici” faceti capo ai vari Ciriaco De Mita e ai vari proconsoli del PdL.
Veri e propri carrozzoni politici e di spreco napoletani sono stati “graziati” e realtà come Eboli, Battipaglia, Oliveto Citra, Roccadaspide, Agropoli, Agerola, sono state falcidiate. Un Piano che questo blog ha sempre definito ex Piano Zuccatelli ora Caldoro, con qualche suggerimento fuori ogni veste istituzionale del Presidente della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli, che tra i vari suggerimenti non ha affatto nascosto il suo intervento anche attraverso una Sig.ra Sara Caropreso, consulente personale di Cirielli, che è stata prima annunciata e poi successivamente incaricata dal Sub Commissario Francesco De Simone come sua vice per Conto di Cirielli.
Se ci sono state queste interferenze istituzionali nel normale svolgimento di un compito istituzionale, è da pensare che vi siano state anche altre, tante magari, che lo stesso Zuccatelli non se l’é sentita più di prestare ancora il suo nome ad una operazione di “falcidia sanitaria“, che salva per ora alcune realtà sanitarie, stabilendo, evidentemente, nuovi rapporti clientelari, e ne devasta altre pensando di disegnare, altrettanto evidentemente, future e nuove mappe clientelari.
– Ma chi è che ha redatto veramente questo Piano?
– Chi ha suggerito alcune scelte?
– Vi hanno lavorato solo elementi di profilo istituzionale?
– Quali sono state le motivazioni delle dimissioni di Zuccatelli?
– Quale è stato il ruolo dell’Assessore Regionale alla Sanità?
– Quale quello del Governatore Caldoro?
– Quale quello del Presidente della Provincia Cirielli?
– Quale quello della Sig.ra Sara Caropreso?
– Perché in Provincia di Salerno si perdono il 95% dei posti letto solo nella Piana del Sele?
– Il Piano sicuro che non risponde a logiche presenti e future di clientele sanitarie?
A questi interrogativi ci aspettiamo una risposta rapida, sempre che il Governatore Caldoro, tra un viaggio e l’altro per Roma, sia in grado di darla, ed in questa direzione si inserisce l’intervento del Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, il quale ha rilasciato alla stampa la seguente dichiarazione:
“Le dimissioni del sub-commissario per la sanità in Campania Giuseppe Zuccatelli – a pochi giorni dalla delicata verifica ministeriale sul riequilibrio del deficit – confermano lo stato di caos totale in cui versa la Regione. Le dichiarazioni di Zuccatelli vanno assolutamente chiarite ad horas dal Presidente Caldoro. Che cosa significa: “Sono venute a mancare le condizioni per assolvere compiutamente al mandato affidatomi dal Consiglio dei Ministri?”.
“E’ evidente – continua il Sindaco De Luca – che la lotta intestina al Pdl si manifesta anche attraverso questi scandalosi “duelli” tra dirigenti, funzionari, assessori e delegati del Presidente Caldoro con gravissimo pregiudizio delle comunità campane. In altre parole, è ancora più evidente che l’ombra lunga del conflitto tra Caldoro e Nicola Cosentino continua a condizionare pesantemente il governo della Regione.
Siamo davvero in una condizione insostenibile, che disonora ulteriormente le Istituzioni agli occhi dei cittadini. Auspico che il Presidente Caldoro faccia chiarezza e che soprattutto non si perda altro tempo prezioso nel rimettere in sesto la disastrata macchina della sanità regionale”.
Cirielli soi è venduto l’Ospedale di Eboli, Roccadaspide, Oliveto Citra e Agropoli.
Il colonnello vuole militarizzare la sanità.
Ci risiamo: il vero capo dell’opposizione in Campania, il Sindaco di Salerno On.Vincenzo De Luca prende posizione e chiede chiarimenti immediati. La sanità campana oltre ad essere la più costosa per i cittadini d’Italia è piena di contraddizioni. E’ un sistema che ha occupato e gestito il consenso elettorale in barba al diritto alla salute. Si sono costruite carriere politiche, asservito il personale. La solidarietà va oltre ai partiti e contro chi alimenta “parzialità”. Dobbiamo chiarire, se ce ne fosse ancora bisogno, chi ha in mano la Sanità Campana pubblica e privata? Come è stata gestita è sotto gli occhi di tutti. In molte realtà campane a partire da Napoli, ma anche nella nostra provincia il servizio sanitario ha permesso l’occupazione del potere politico funzionale alla carriera e alla propria “tasca”. Si chiude il pubblico e si agevola il privato. Quante risorse sprecate? Basta guardare i medici, il personale paramedico, personale amministrativo, sindacato…. tanti padroni della salute candidati in prima persona o “galoppini” a fare consenso per i soliti noti o qualche emergente. Hanno sconfitto i più preparati, reso marginali le persone serie. Per chi governa il sistema sanitario regionale i ricoverati, gli assistiti sono numeri non cittadini che pagano le tasse, che pagano onorari non attestati con ricevute fiscali, subiscono incrementi di prestazioni non necessarie. Nessuno mette ordine, anzi tutt’altro la “Malasanita” intesa in senso lato la fa da padrone. Qualche mese fà il giornale Il Mattino ci diceva che il presidente di una provincia Campana aveva familiari proprietari di struttura privata sanitaria. Non dimenticate che la Sanità come sistema politico clientelare è stata appannaggio di De Mita. La stragrande maggioranza intesa come “apparato” è confluita nell’UDC. Vedete gli eletti Sindaci, candidati alla provincia, alla Regione quanti godono del consenso perché impegnati nella Sanità. Bisogna partire da queste ed altre considerazione di interesse generale. La qualità dei servizi in primo luogo sanitario e di sicurezza possono dare molto alla nostra Regione…ma bisogna partire tutti insieme per cambiare (non ostacolando Zuccarelli!), ma sul serio. Nelle recenti votazioni si è fatto finta di non capire…con De Luca presidente si cambiava tutto. Molti hanno preferito seguire il trasformismo. Per tanti il territorio ha significato casa propria o il centro privato, incarichi di consulenza. Solo un improrogabile movimento di un NUOVO SUD UNITO può ridare e ridarci fiducia…i tanti, impegnati nei partiti, nel consiglio provinciale, regionale, in parlamento tacciono o ancor peggio mentono, De Luca uomo libero, parla sollevando interrogativi precisi.
Brutto segnale per i destini sanitari della provincia; de Luca tempestivo come sempre ha chiesto tosto spiegazioni del metodo ai vertici regionali.sarebbe necessario offrire un costruttivo contributo alla Giunta Regionale che, nei prossimi giorni, prenderà in esame, per eventualmente ri-modificarlo, il piano di rientro dal deficit sanitario elaborato dal, ormai ex, sub-commissario alla sanità Zuccatelli.Si fanno infatti sempre più drammatiche le condizioni della Sanità campana (nella foto il palazzo della Regione) , sull’orlo di un fallimento che rischia di trascinare la Regione in una vera e propria “crisi greca”.La strategia messa in campo dall’amministrazione si può riassumere in una parola: resistere. Almeno fino alla prossima settimana, quando il governo deciderà sullo sblocco dei fondi Fas, dai quali dovrebbe arrivare una boccata d’ossigeno. Resistere e tirare la cinghia.Dal 6 settembre invece i cittadini di Napoli e provincia sono costretti a pagare di tasca propria i medicinali di fascia A per poi chiedere il rimborso al servizio sanitario: le farmacie infatti sono passate all’assistenza indiretta e ci rimarranno fino a fine ottobre, in segno di protesta contro i ritardi nei rimborsi (le Asl non pagano dal gennaio scorso).Dal 15 settembre Tac, risonanze, ecografie e radiografie non sono più rimborsate alle strutture convenzionate, causa raggiungimento del tetto di spesa annuale.Alla Napoli 1, infine, sono ormai mesi che gli stipendi del personale vengono versati con ritardo, causa mancanza di liquidità.L’indebitamento complessivo dell’amministrazione ammonta a circa 13 miliardi, sei dei quali imputabili al servizio sanitario.In sostanza non ci sono più soldi, neanche per le operazioni correnti: le Asl hanno i conti bloccati dai creditori per un miliardo e mezzo di euro e le risorse della Regione – che da giugno anticipa la liquidità alle aziende sanitarie per gli stipendi del personale – ammontavano ad agosto a meno di 500 milioni.
La Finanziaria Nazionale per certi versi resta “coerente” con le sue finalità, ed è stata applicata in Campania producendo più gravi danni di quanti ne avrebbe prodotto la stessa manovra finanziaria nazionale.L’urgenza è ormai sotto gli occhi di tutti ed a breve si disvelerà nella sua gravità se non si mette mano :
• ad una seria programmazione sanitaria, con la riconversione di funzioni ospedaliere in funzioni territoriali – in proposito si evidenzia il rapporto sempre maggiore nel corso degli ultimi anni tra la spesa per gli ospedali a svantaggio del territorio – attraverso la riconversione o l’accorpamento di molte strutture sanitarie improduttive accorpandole rendendole più a misura d’uomo);
• ad un controllo di gestione da parte delle istituzioni preposte (come nel caso dell’ARSAN molte volte latitante;
• alla istituzione a livello provinciale di una consulta della salute per la partecipazione democratica ai processi di controllo e programmazione da parte di tutte le parti sociali ed associazioni dell’utneza per un controllo democratico dal basso e che faccia da contraltare al comitato provinciale dei direttori generali;
• alla definizione delle norme di accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie pubbliche e private e la definizione di un testo unico delle leggi sanitarie con la modifica anche della Legge Regionale n. 11/94 ed alla realizzazione della rete della riabilitazione con tutte le strutture mancanti (unità spinali; trauma center ; casa dei risvegli dal coma, ecc);
• alla definizione ed istituzione della Azienda Regionale dell’Emergenza Sanitarie Territoriali 118;
altrimenti il deficit prodotto già di 6 mld di euro negli ultimi 6/7 anni è condannato a crescere sempre di più aldila delle maggiori assegnazioni di cassa operate dalla Conferenza Stato Regione per l’anno 2006 cosa che potrà solo restare come consolazione della Giunta Regionale della Campania. Non servono più soldi serve spendere bene quelli che già abbiamo.
Nella sostanza per certi versi la finanziaria nazionale non fa nient’altro che prendere atto di una situazione che a livello di molti enti locali sta per sfuggire di mano per effetto dello splaffonamento dei conti pubblici in rapporto anche alla riduzione della pressione fiscale nazionale ma anche, fondamentalmente, agli sprechi e furberie delle uso delle risorse che in alcune regioni la stessa Corte dei Conti ha rilevato.
Questa è una destra irresponsabile. Chi li vota è ancora più irresponsabile e fa Karakiri.
Nella migliore delle ipotesi, ci chiuderanno l’Ospedale, nella peggiore, smantelleranno prima quello che c’è e ci costringeranno a fare i viaggi della speranza. Una cosa è certa che se si votasse domani, questi non prenderebbero neanche un voto.