Ancora fuoco e fiamme di mennezza, e vanno in fumo i rifiuti nall’Area Militare di Persano. Le reazioni del mondo politico.
Quei rifiuti, prima portati in “Crociera” nel Mediterraneo e poi oggetto di indagine da parte della Magistratura, erano stati da poco dissequestrati, e guarda caso ora andati in fiamme. Che sincronismo.
POLITICAdeMENTE
SALERNO / BATTIPAGLIA / EBOLI / PERSANO – Nel pomeriggio di martedì scorso un incendio ha distrutto oltre 6mila tonnellate di rifiuti stoccati nel Comune di Serre, nell‘Area militare di Persano. Una lunga storia che sguazza nella mennezza e negli affari, soldi, tanti soldi 48 euro a tn. Rifiuti? Ma non normali rifiuti, prima inviati in Tunisia poi rispediti in Campania. Rifiuti indifferenziati, e difficilmente riciclabili o valorizzabili, tanto è che nemmeno la Tunisia che ha aderito alle convenzioni internazionali li ha voluti sebbene in precedenza li abbia presi. E così nel 2020 i rifiuti partiti da Salerno, forse anche perché, magari i legami con la Ditta Tunisina con il Governo erano probabilmente mutati, furono bloccati perché ritenuti materiali non conformi agli accordi internazionali, furono riportati n Italia, e dislocati nell’area militare di Persano.
Sic!!! Area Militare.
Area Militare dove si è consumato l’incendio, sicuramente doloso, come con rabbia ha dichiarato l’Assessore Regionale all’Ambiente della Campania Fulvio Bonavitacola, hanno riproposto quell’emergenza rifiuti che ormai atavicamente rende prigioniere le nostre comunità e i nostri territori. Quei rifiuti, prima portati in “Crociera” nel Mediterraneo e poi oggetto di indagine da parte della Magistratura, erano stati da poco dissequestrati, e guarda caso ora andati in fiamme. Che sincronismo. E la cosa più sconcertante che sono andati in fiamme, e se la bevano gli altri “per autocombustione”, proprio in un’Area Militare. COMPLIMENTI. Quell’incendio vuole bruciare le prove e il fumo vuole mescolare e nasconde tutte le zone d’ombra che su questa vicenda ci sono. Fatto sta che non è la prima volta che accadono questi misteriosi incendi, e val la pena ricordare uno per tutti quello dell‘Area Industriale di Battipaglia, non fosse altro per il fatto che in quella circostanea nei pressi, e precisamente ad Altavilla e Albanella, era presente in una manifestazione ambientalista, proprio il Ministro dell’Ambiente di allora Sergio Costa, il quale avvisato da un Consigliere regionale del suo partito, che al contrario era sul luogo dell’incendio, tra l’altro visibile a decine di chilometri, preferì continuare nella sua visita e poi ritornare a Roma bypassando le fiamme e il fumo, per ritornare a Battipaglia solo 3 mesi dopo l’accaduto. CHE SOLERZIA. COMPLIMENTI.
Questo incendio ha suscitato rabbia e sdegno, ma anche tanta preoccupazione oltre che tanta ipocrisia sapendo che tutti fanno finta che il problema rifiuti non esiste e quando c’è si mette sotto lo zerbino. Intanto raccogliamo alcune reazioni.
LA SINDACA DI BATTIPAGLIA CECILIA FRANCESE. «Quando si ripropongono episodi come quello dell’incendio dei rifiuti stoccati nell’area di Persano, insorge un senso di rammarico e di rabbia dinanzi al fatto che i Sindaci sono spesso lasciati soli dai livelli istituzionali sovracomunali dinanzi ai problemi che insorgono sui territori.
Avevamo fatto bene a condurre, con tanti colleghi della Piana del Sele, e con cittadini ed associazioni ambientaliste , la battaglia contro lo stoccaggio nell’ area di Persano, nel cuore della Piana del Sele, dei containers con i rifiuti rimandati indietro dalla Tunisia. Le promesse di limitazioni temporali o di quantità non vengono mai rispettate. Quei rifiuti dovevano restare a Persano per non più di 6 mesi, per essere poi rimossi insieme a quelle 60 mila tonnellate di ecoballe già depositate in quell’area da tempo immemore. Sono passati 2 anni e mezzo e quei rifiuti stavano ancora in quell’area. Burocrazia, lentezze, problemi finanziari. Tutto quello che si vuole ma quei rifiuti stavano ancora là. Poi finalmente a caratterizzazione dei rifiuti avvenuta ed ad affidamento dell’incarico di rimozione arriva “l’auto combustione”. Un tempismo impressionante. Anche nella mia città accadde una cosa di simile: rifiuti stoccati da tempo ed ecco che quando emisi la ordinanza di rimozione tutto andò in fumo. Auto combustione si disse anche allora. L’impressione è quella di una “auto combustione” ad orologeria. Dietro la gestione dei rifiuti si muovono interessi finanziari enormi, i Sindaci da soli non possono contrastare queste logiche. Abbiamo bisogno di fare rete, ed abbiamo bisogno di essere affiancati ed accompagnati dai livelli istituzionali sovracomunali”.
IL SINDACO DI EBOLI MARIO CONTE e l’Assessore all’Ambiente Nadia La Brocca. «Abbiamo emesso immediatamente un’ordinanza come misura di precauzione emergenziale, essendo la zona bassa del territorio comunale interessata alla presenza del fumo che si era sprigionato dal rogo. Fortunatamente, però, il vento che da qualche ora soffia nella nostra zona ha portato lontano il pericolo, indirizzando la colonna di fumo verso il mare. Rimane alta la nostra attenzione soprattutto per le produzioni agricole, occorrono verifiche puntuali per rassicurare i cittadini anche perché ho personalmente sentito i sindaci del territorio che hanno confermato come le fiamme non siano ancora del tutto spente. Sarà importante anche verificare le cause che hanno portato all’incendio di rifiuti per i quali, insieme con altri sindaci, all’epoca del loro trasferimento a Persano chiedemmo che quelli provenienti dalla Tunisia venissero ricaratterizzati e smaltiti nell’impianto di Polla, da dove erano partiti, naturalmente il tutto sotto il controllo delle autorità competenti».
«L’ARPAC ha già avviato il monitoraggio dell’aria – ha annunciato l’assessore comunale all’ambiente, Nadia La Brocca -. E’ stata sistemata una prima colonnina di rilevazione nell’area dell’incendio, una seconda sarà sistemata a breve. Si tratta, naturalmente, del monitoraggio sulle sostanze eventualmente disperse nell’aria. Ma già nei prossimi giorni sono programmate attente indagini per verificare se sui terreni vi siano depositate sostanze nocive».
VIRGINIA VILLANI, COORDINATRICE PROVINCIALE DEL MOVIMENTO 5 STELLE: “Le immagini sconvolgenti di 60mila tonnellate di ecoballe in fiamme rappresentano un disastro ambientale di proporzioni incalcolabili. Dal primo momento ho seguito questa triste vicenda, presentando numerose denunce. Oggi, essa si arricchisce di un capitolo ancora più drammatico. Nel 2022, Provincia e Regione si erano impegnate a utilizzare il sito militare solo per sei mesi, il tempo strettamente necessario a controllare le tipologie dei rifiuti contenuti nelle ecoballe. Sono stata tra i primi a protestare contro questa decisione, scendendo in piazza. Per anni, il presidente De Luca e il suo vice ci hanno raccontato una realtà distorta. Ora, sotto i nostri occhi, c’è il tragico risultato della loro gestione maldestra e, oggi, pericolosa. Quei rifiuti pericolosi dovevano essere stoccati temporaneamente, ma sono rimasti lì per oltre due anni. Ci vorranno giorni prima che i fuochi vengano completamente spenti. Il danno è enorme, terribile. Non possiamo lasciare ai nostri figli un territorio martoriato, inquinato e non salubre. Temiamo serie ripercussioni sulla salute anche a medio e lungo termine. Adesso, l’unica certezza è che il nostro territorio paga ancora una volta il prezzo di una vicenda dai contorni oscuri e inquietanti. Non ci fermeremo finché non verranno accertate tutte le responsabilità e finché non verrà fatta giustizia per la nostra comunità e il nostro ambiente».
IL CONSIGLIERE REGIONALE DEL M5S PRESIDENTE COMMISSIONE AREE INTERNE MICHELE CAMMARANO. “L’incendio che ha colpito le ecoballe stoccate nell’area militare di Persano rappresenta un grave disastro ambientale per i nostri territori che poteva essere evitato. Per mesi ho chiesto alla giunta regionale di rimuovere dal comune di Serre i rifiuti tornati in Campania dalla Tunisia, trovandosi in un’area naturalistica di alto pregio ambientale costituita dall’oasi WWF di Persano e considerata «Zona Umida» di importanza nazionale. A febbraio 2022 il presidente De Luca assicurava che i rifiuti sarebbero stati rimossi entro 6 mesi, ma purtroppo sono ancora lì e bruciano. Sono stato tra i primi a protestare contro questa decisione, a scendere in piazza e a presentare interrogazioni e atti in Consiglio regionale. La scelta della giunta di non procedere alla rimozione dei rifiuti è stata sbagliata, e oggi è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo trascorso la notte con le finestre chiuse ma il danno è enorme e temiamo serie ripercussioni anche a medio e lungo termine. Bisogna indagare con urgenza sulla dinamica dell’incendio e sulle responsabilità. Al momento l’unica certezza è che il nostro territorio paga ancora una volta il prezzo di una vicenda dai contorni oscuri”.
AURELIO TOMMASETTI CONSIGLIERE REGIONALE DELLA CAMPANIA DELLA LEGA. “Solidarietà alle popolazioni colpite da questo gravissimo episodio”. Dal primo momento ho seguito, presentando anche numerose denunce, questa triste vicenda che ora si arricchisce di un capitolo ancora più drammatico. Sono molto preoccupato dalle possibili conseguenze di questo rogo, tra l’altro in una zona già martoriata nel corso degli anni. Stiamo assistendo a scene da “Terra dei fuochi”. Si arriva a questo punto dopo aver perso oltre due anni per lo smaltimento e qui le responsabilità politiche a ogni livello, dalla Provincia di Salerno alla Regione Campania, sono evidenti. I rifiuti prodotti nel Salernitano furono inviati nei container in Tunisia e poi, dopo più di un anno, rispediti in Italia su richiesta delle locali autorità in quanto ritenuti nocivi. Un’altra odissea iniziò dall’aprile 2022 quando fu stabilito lo stoccaggio temporaneo alla caserma di Persano. Poi tre ordinanze, due dell’allora presidente della Provincia, Michele Strianese, e uno firmato dal successore Franco Alfieri, che non risolsero il problema. La vicenda è anche finita al centro di un’inchiesta che ha coinvolto funzionari della Regione Campania. Ora, quando sembrava che la situazione potesse sbloccarsi, questo maxi incendio è una vera e propria mazzata per un territorio trattato alla stregua di una discarica. Mi chiedo se qualcuno si assumerà almeno la responsabilità di un disastro annunciato, figlio di scelte sbagliate e di una burocrazia troppo lenta. Nel frattempo resto al fianco dei cittadini, vittime incolpevoli, e ringrazio i vigili del fuoco per lo sforzo immane che hanno messo in campo nel tentativo di limitare i danni”.
RIFONDAZIONE COMUNISTA SALERNO – «Disastro Ambientale a Persano – Incendio delle Ecoballe e Rifiuti Rientrati dalla Tunisia Rifondazione Comunista esprime la propria profonda preoccupazione e indignazione per il gravissimo disastro ambientale che si sta verificando a Persano, in provincia di Salerno, dove un incendio di vaste proporzioni ha coinvolto le ecoballe di rifiuti, stoccate ormai da anni nel comprensorio militare.
Tra i rifiuti anche quelli oggetto di un’inchiesta della procura di Salerno, spediti nel 2020 in Tunisia all’interno di 70 container e poi tornati in Campania dopo la scoperta di alcune irregolarità. Questo grave evento non solo minaccia la salute dei cittadini e dell’ecosistema, ma solleva interrogativi urgenti sulla gestione dei rifiuti e sulla sicurezza degli impianti coinvolti.
Occorre fare luce sulle modalità di gestione di questi rifiuti e garantire che fatti come questi non si ripetano mai più. È inaccettabile che la nostra provincia sia diventata una discarica per rifiuti non solo per la loro pericolosità, ma anche per la precarietà delle procedure di smaltimento. Ribadiamo con fermezza che è necessario avviare un’inchiesta approfondita per fare luce sulle cause dell’incendio e sulle responsabilità di chi ha gestito questi rifiuti.
Alla luce di quanto già successo svariate volte nella provincia di Salerno, chiediamo che vengano garantiti controlli rigorosi e trasparenti su tutti i siti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti, specialmente nei casi in cui siano coinvolti materiali pericolosi.
Ci appelliamo alle istituzioni affinché attuino misure immediate per contenere le conseguenze di questo disastro, compresa la bonifica del territorio per ripristinare l’area colpita dall’incendio e prevenire ulteriori danni ambientali, e il risarcimento per i danni subiti dai cittadini.
È fondamentale che le autorità locali, regionali e nazionali collaborino per garantire un’informazione chiara e tempestiva sulla situazione in corso e sui rischi associati a questo incendio. Rifondazione Comunista si mobiliterà per tutelare i diritti dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente, affinché simili tragedie non si ripetano. È essenziale investire in una gestione dei rifiuti che segua principi di sostenibilità e rispetto per l’ambiente, evitando compromessi che possano nuocere alla collettività.
Rifondazione Comunista si impegna a sollevare queste tematiche in sede istituzionale e a mobilitare la cittadinanza per una battaglia collettiva a favore dell’ambiente e della salute. Solo unendo le forze potremo garantire un futuro sostenibile per la nostra comunità e il nostro Paese. Un rinnovato impegno per un futuro più sostenibile e sicuro è ciò che chiediamo a gran voce. Non possiamo permettere che la nostra terra venga inquinata e la salute dei cittadini compromessa».
BATTIPAGLIA RADICI E VALORI. «Aprile 2022: i rifiuti provenienti dalla Tunisia vengono allocati a Persano. Stoccaggio temporaneo diceva la provincia guidata da Strianese (pd) e la Regione guidata da De Luca (pd). Nel silenzio assordante delle politica noi alzavamo la voce sul rischio dell’ennesima bomba ecologica nel territorio a sud di Salerno , sempre lo stesso, sempre quel territorio martoriato dalla scelta scellerata della politica dei rifiuti in Campania, a ridosso di una oasi naturale in un territorio senza soluzione di continuità dove agricoltura e allevamenti bufalini rappresentano il fiore all’occhiello dell’economia. Ci hanno riso dietro, ci hanno detto che starnazzavamo come le oche, ci hanno detto che era una soluzione temporanea e che tutto si sarebbe risolto senza rischi e senza perdite di tempo: due anni dopo seimila tonnellate di rifiuti inquinanti, plastiche, prendono fuoco. E gli inquinanti sono pronti a deporidtarsi su tutto: arte verde naturai, coltivazioni, mangimi per animali e aria. Quella che respiriamo anche noi a Battipaglia e che porta il nostro territorio ad avere una incidenza di tumori altissimi nella popolazione. Cosa dobbiamo dire adesso, cosa dobbiamo fare? Con chi ce la dobbiamo prendere? L’ennesima bomba ecologica sul nostro territorio, l’ennesima dimostrazione dell’incapacità politica (o forse solo la scelta consapevole di rendere un territorio vasto la pattumiera della provincia di Salerno), l’ennesimo attacco alla salute pubblica. Attendiamo i risultati dell’arpac ma soprattutto attendiamo una parola dalla regione per capire se ha interesse a mettere in campo azioni a tutela della salute del nostro territorio e quali sono queste azioni. Ma lo sappiamo che resteremo senza risposta: il governatore De Luca e i suoi accoliti sono più interessati a capire quale sarà il loro futuro politico piuttosto che la vita dei cittadini a sud di Salerno. La testimonianza più evidente e definitiva del fallimento della politica dei rifiuti targata centrosinistra: non c’è mai stata la volontà politica di risolvere la questione in maniera definitiva, tanto è vero che dopo tanti anni in continuità di Governo De Luca rimaniamo l’unica regione ad avere un solo termovalorizzatore con cinque province, scelta che ha portato alle estreme consuegenze con tanti privati che trattano i rifiuti. E i risultati sono stati e sono tuttora sotto gli occhi di tutti».
LA SEGRETERIA PROVINCIALE DI EUROPA VERDE- VERDI SALERNO.
«In merito all’incendio dei rifiuti che si è sviluppato nel comprensorio militare di Persano e che ha destato giusta preoccupazione nelle popolazioni locali è opportuno fare alcune osservazioni: i rifiuti che sono stati oggetto di incendio sono stati classificati con il codice CER 191212, cioè rifiuti residuati dalla lavorazione meccanica della raccolta differenziata. I rifiuti, di rientro dalla Tunisia, a quanto ci risulta, erano già stati analizzati dall’ARPA UMBRIA su incarico della Magistratura, che li aveva classificati con il codice CER 191212; gli stessi erano allocati all’interno di container e dopo la classificazione da parte dell’ARPA UMBRIA erano stati dissequestrati e restituiti alla Regione Campania, affinchè la stessa espletasse una gara per lo smaltimento. Il dissequestro è avvenuto più di 1 anno fa per cui si era in attesa dell’espletamento della gara e dell’assegnazione all’aggiudicataria. Ora che all’interno di un’area militare strettamente controllata si possa sviluppare un incendio è cosa che francamente lascia perplessi e suscita non pochi dubbi; la circostanza che i rifiuti erano stati identificati con l’attribuzione del codice relativo e successivamente dissequestrati chiaramente sta a significare che non vi erano interessi particolari a farli scomparire (il 191212 è un rifiuto che non può essere considerato pericoloso). Certo è che vi sono grosse responsabilità per quello che è avvenuto: i fumi e le ceneri prodotti dall’incendio indipendentemente dalla tipologia del rifiuto hanno generato immissione di diossina e polveri nell’atmosfera, sicuramente dannosi.
Perché i rifiuti a distanza di oltre un anno dal dissequestro non sono stati avviati allo smaltimento? E in questo secondo noi grosse responsabilità vanno attribuite alla Regione Campania. Altra responsabilità va attribuita alla mancanza di presidi antincendio che sarebbero dovuti entrare immediatamente in funzione, cosa che non è stata (chi gestisce l’area all’interno del Comprensorio). Ed infine si ribadisce che quanto è avvenuto, ove mai fosse stato un atto doloso, sta a dimostrare che in una zona dove è fatto divieto assoluto a persone non autorizzate di entrare è facile accedere. Episodi come quello avvenuto vanno scongiurati nel modo più assoluto perchè oltre a generare giusta preoccupazione nelle popolazioni denotano l’incapacità di gestire in modo appropriato sia le aree ove vengono stoccati i rifiuti che l’incapacità di espletare in modo rapido le gare per lo smaltimento degli stessi».
Salerno, 31 luglio 2024