La storia è stata scritta con il sangue e il sacrificio di tanti, che hanno perso la loro vita inconsapevoli di diventare eroi, ma diventati eroi solo per aver fatto il proprio dovere.
Belpietro ha il diritto, di esprimersi liberamente. Si viva un rapporto politico-istituzionale più corretto e più rispettoso verso chi si oppone e chi dissente. In questo modo si solidarizza con Maurizio Belpietro.
POLITICAdeMENTE non può fare a meno di esprimere la propria solidarietà, per l’attentato al Direttore Maurizio Belpietro fortunatamente sventato. La solidarietà a Belpietro è totale, sentita, sincera e convinta, ma si è comunque preoccupati per il clima che si è generato nel Paese.
Ogni volta che si alza la voce oltre al fatto che non si è ascoltati, si genera una distorsione e si esacerbano gli animi di facinorosi, dietro i quali non è escluso ci siano gruppi di interesse, che mirano al disordine sociale, per indebolire lo Stato e prevalere nei loro affari e nei loro intenti.
Questo Paese ha conosciuto nella sua lunghissima storia tante avventure e tante disavventure che hanno lasciato sul campo sacrifici di uomini e donne, passati alla Storia per il loro coraggio, ma passati alla storia prematuramente.
La Storia Repubblicana, molto più breve, non è stata da meno, e anche qui i libri di storia si sono scritti con il sangue e con il sacrificio di decine e decine di persone, che hanno perso la loro vita inconsapevoli di diventare eroi, ma diventati eroi solo per aver fatto il proprio dovere.
Oggi come ieri i pericoli non si sono allontanati e il clima politico invelenito, rischia di alimentare gesti come quelli che portano ad armare le mani di persone comandate o meno ma che poi alimentano il lungo elenco di uomini e donne uccisi solo perché svolgono il loro lavoro coscienziosamente, e penso ai servitori dello stato: forze di polizia e magistrati.
Sinceramente non condivido molto il suo modo di fare giornalismo, troppo schierato sul Governo e su Berlusconi, ma di qui a subire degli attentati ce ne passa. Belpietro ha il diritto, nella sua professionalità di esprimersi a favore di chi vuole, ad interpretare come meglio crede fatti ed eventi, a sostenere chi vuole osservando un codice che tutti i giornalisti dovrebbero: la “moral suasion”; senza per questo nascondere la notizia, la realtà, la correttezza professionale offrendo ai lettori l’informazione senza filtri.
Il clima politico di questi ultimi mesi è impraticabile e sicuramente porta ad esacerbare gli animi. La cosa grave che anche le più alte cariche dello Stato si sono fatte trascinare in questo vortice di barbarie, che tra l’altro nasconde i problemi reali del Paese che vanno: dalla mancata crescita economica alla perdita di milioni di posti di lavoro; dall’aumento della pressione fiscale, al vertiginoso aumento dell’evasione fiscale; dall’aumento della disoccupazione, alla perdita dei diritti dei lavoratori come è il caso della Fiat; dalla mancata erogazione dei fondi per il Sud; all’utilizzo dei Fondi FASS per gli allevatori imbroglioni del Nord; Dal continuo e sistematico divario nella distribuzione di fondi che assegna al Sud solo il 28% delle risorse dello Stato, alla mancata realizzazione di infrastrutture, vero problema del Sud; Allo smantellamento sistematico dello stato repubblicano, dettato sotto ricatto dalla Lega, alla condanna del Sud da parte di Ministri irresponsabili del Nord e al loro sistematico lavorio contro il Sud.
Si potrebbe continuare ancora per indicare in queste cose le vere responsabilità che portano a gesti che sono per noi tutti inconsulti e da condannare senza esitazione, piuttosto di fare sciacallaggio individuando questo o quel politico dell’opposizione come responsabile di una campagna di odio che in verità ha altre matrici.
Che cosa si vuole fare, armare la mano di qualche altro singolo o associato che faccia un altro attentato verso Di Pietro o altri che fanno opposizione e che la fanno magari anche non condividendola, per alimentare una spirale di odio senza fine?
Chi alimenta lo sciacallaggio è uno sciacallo.
Qualcuno fermi il Presidente Berlusconi che continua a scagliarsi contro la Magistratura, e fermi questa campagna d’odio, che ormai pervade questo Paese.
Si incominci da chi rappresenta lo Stato ad essere più consono al ruolo che svolge senza per questo delegittimare altri organi dello Stato o altri ordinamenti dello Stato. Si viva un rapporto politico-istituzionale più corretto e più rispettoso verso chi si oppone e chi dissente. Queste sono le risposte giuste ed in questo modo che si solidarizza con Maurizio Belpietro oggi e si rispetta chi invece ha perso la vita senza essere colpevole, e magari solo per aver svolto il proprio ruolo di persone oneste e rispettose delle leggi.
E’ possibile esprimere liberamente il proprio pensiero?
E’ possibile dissentire senza essere messo alla gogna mediatica?
E’ possibile criticare senza essere aggrediti o peggio ancora uccisi?
E’ possibile rispettare le regole anche le più semplici e che siano uguali per tutti?
E’ possibile avere rispetto anche per chi non la pensa come te?
Con questi interrogativi si può esprimere al meglio la solidarietà per Belpietro e per decine di altri come Belpietro costretti a vivere sotto scorta solo perchè svolgono il loro lavoro.
Utile come sempre leggere l’editoriale di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano di ieri:
“L’Intenditore” di Marco Travaglio
L’ altroieri, alla notizia dell’attentato a Belpietro, gli ho inviato un messaggio di solidarietà. Poi ieri ho letto il suo editoriale su Libero, in cui attribuisce il vile gesto al “clima mefitico” causato da chi “conduce
campagne di delegittimazione e diffamazione” “indicando al pubblico furore, negando ogni dignità, anche quella umana” agli avversari salvo
poi ipocritamente “fingere di ignorare gli effetti collaterali”. E, dalla solidarietà, sono passato all’ammirazione più sconfinata per un Uomo che, in circostanze così drammatiche, trova il coraggio per un’autocritica tanto feroce. Belpietro infatti doveva avere in mente alcuni memorabili titoli del suo Libero. Per esempio sui rom: “I rom a casa loro” (17/9), “Rogo al campo rom, bimbo muore nelle case lager degli zingari. E ora sgombrare” (28/8). O su Di Pietro: “Tonino se la prende con Silvio, ma il delinquente è lui” (9/10), “Di Pietro l’ultimo squadr ista” (3/9). O sul Pd: “Il Pd fa schifo perfino a Prodi ” (2/2). O su Napolitano: “L’arbitro parziale” (14/8), “Ha sbagliato per una vita, ora ci fa la predica” (4/9). Ma soprattutto su Fini e famiglia. “Tradimento compiuto, salto di barricata: Fini strilla come Di Pietro”, “Gianfranco manettaro” (27/7). “Italia manicomio, ascoltano perfino un quaquaraquà: in un paese normale un deputato come Granata sarebbe già stato cacciato dal governo, qui si discute di diritto al dissenso. Ora però Granata va lanciato nel campo nemico” (27/7). “Il Bongiorno si vede dal Bocchino, tutti da ridere i nomi dei fedeli di Gianfranco”, “Compagno addio. Fini ha i giorni contati. La mannaia del premier”, “Silvio si sveglia: fuori uno. Scaccio ai golpisti. Il Pdl mette alla porta Granata”, “Prevedo un ticket fasciocomunista Gianfranco-Nichi” (28/7). “Alto tradimento, Fini deve andarsene” (30/7). “Bamboccione per 2 milioni. A 58 anni gli conviene figurare nel nucleo familiare della suocera” (1/8). “Se c’è da tradire, anche le donne scelgono Fini” (4/8). “Chiara Moroni tradisce papà e Papi” (5/8). “Fini il peggiore di tutti” (6/8). “I doppiogiochisti: Futuro e libertà è una banda di bottegai (8/8). “Silvio chiama alle armi. Non avrà
pietà dell’ex alleato”, “Ingenuo o bugiardo. Gianfranco ricorda il Pds delle tangenti” (10/8). “Presidente della Camera e zerbino di casa. A 58 anni è succube della compagna e dei parenti” (11/8). “Leader alla deriva. Fini
e la Tulliani separati in spiaggia. Per due ore ad Ansedonia non si degnano di uno sguardo” (12/8. In realtà la bionda signora che non lo degna di uno sguardo è una sconosciuta vicina di ombrellone). “Fini è confuso, ormai cade da solo. Scivola sulle scale e va all’ospedale per una contusione alla caviglia” (14/8). “Gianfranco in fuga, disdetto l’ombrellone” (15/8). “Silvio attacca: Fini rubava al suo partito” (18/8), “Fini lavora un’ora su 12. Che lavoro fa veramente?” (19/8). “La pulizia etnica di Fini”, Elisabetta e la festa a sbafo per il battesimo della figlia” (26/8). “Fini e i suoi compari non arrivano al 4%” (27/8). “Ely imbrogliava perfino per fare la giornalista” (28/8). “La Cricca nell’ufficio di Fini” (29/8). “Fini, lo sbloccacricca. Affari e truffe”, “Il talebano Fini” (31/8). “Fini, la lettera salvacricca” (1/9). “Fini impose l’uomo del boss” (3/9). “Fini ora vattene”
(4/9). “Il Grande Ipocrita”, “I finiani rubano pure le nostre firme” (6/9). “La meritocrazia di Fini: più soldi ai fannulloni”, “Gianfranco aiutò il finanziere truffatore” (8/9). “Il presidente è nudo. Se avessimo voluto metterlo in imbarazzo avremmo potuto pubblicare alcune foto senza veli. Invece gliele regaliamo” (23/9. Sotto, gigantografia di Fini nudo in barca). “Il falsario è
Gianfranco” (25/9). “Fini fa pietà e la chiede pure”, “Fini va trattato come la Franzoni” (26/9).
Ecco, non v’è chi non veda il clima mefitico causato dalle campagne di
delegittimazione e diffamazione scatenate da Libero indicando gli avversari al pubblico furore e negando loro ogni dignità anche umana, salvo poi fingere ipocritamente di ignorare gli effetti collaterali. Bravo
Belpietro, te le sei cantate chiare.
Aggiungo che sarebbe opportuno aspettare l’esito delle indagini della magistratura. Ci sono in questa stramba storia troppe cose che non quadrano per niente, dalla pistola inceppata ai tre colpi andati a vuoto sparati da un professionista, da telecamere che non hanno ripreso il movimento di una foglia al portiere che non si è accorto di nulla, dall’identikit dell’aggressore troppo somigliante a Niki Vendola fino ai recenti trascorsi della guardia giurata quando era a protezione di D’Ambrosio. E a gettare alcool sull’incendio ci si mette anche Gasparri che produce “insinuazioni aberranti sulla indiscussa autorevolezza e imparzialità del procuratore Spataro”, al punto che Federico Palomba, capogruppo dell’Italia dei Valori nella commissione giustizia alla Camera, commenta “Gasparri ha perso un’altra buona occasione per tacere”.
La piu’ grande solidarietà “anche” a Belpietro, sempre che l’attentato sia VERO!
Mi sembra quantomeno strano che il “caposcorta” per ben due volte ( dopo essere stato promosso dopo il primo attentato “sventato” con modalità simile a quello attuale) si trovi SENZA testimoni e con l’attentatore che fugge “senza lasciar tracce”.
Mi associo con grande sincerità nell’esprimere la massima solidarietà a Belpietro.
Ma il clima che si respira nel paese è appestato ogni giorno dalle dichiarazioni di S.B. e dai “suoi” vari Capezzone, La Russa, Bonaiuti, etcc:
E’ VERO “Chi alimenta lo sciacallaggio è uno sciacallo.”
Mi scusi Sig.Lioi, dopo che Lei manifesta grande solidarietà al giornalista, penso che il dubbio e il sospetto su attentato siano inopportuni e impropri giusto per usare aggettivi cortesi, ma sono sicuro, leggendo i suoi commenti in altre occasioni, che si sia trattato di una semplice scivolata. saluti
Solidarietà umana e professionale, sempre a patto che non vi sia una simulazione, sarebbe una grave strumentalizzazione ed avrebbe risvolti giuridici. Art. 367 Codice Penale – Simulazione di reato :Chiunque, con denuncia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima o sotto falso nome, diretta all’Autorita’ giudiziaria o ad altra Autorita’ che a quella abbia obbligo di riferirne, afferma falsamente essere avvenuto un reato, ovvero simula le tracce di un reato, in modo che si possa iniziare un procedimento penale per accertarlo, e’ punito con la reclusione da uno a tre anni.. Attendiamo dunque e cautelativamente sospendiamo i giudizi, infatti “dell’Italia dei veleni” attuali nulla è da escludere a priori, sia chi si scandalizza, sia chi sospetta potrebbero avere entrambi ragione! Buone Cose
Bravi giuseppe e Lioi : A pensar male si fa peccato… ma spesso si indovina!
Così recita un antico adagio e a quanto pare, nella vicenda del presunto attentato a Belpietro, siamo in parecchi ad avere il sospetto che si tratti di una bufala.
Non siamo né detective né giornalisti alla ricerca dello scoop, ma ci è bastata una semplice lettura per capire che questa storia fa acqua da tutte le parti.
Più che altro si tratta di condividere qualche riflessione in merito a ciò che sta intorno alla vicenda.
D’altra parte non possiamo però negare che anche ad una minima analisi il tutto risulti più che rocambolesco e con una trama degna di un film in seconda serata su Italia 1. In questa storia si passa dall’action-movie al demenziale, dal dramma alla commedia, dal giallo al fantasy.l caposcorta Alessandro M. era già balzato agli onori della cronaca nel 1995 come protagonista di un caso che non abbiamo problemi a definire un po’ troppo simile a quello di cui sopra. All’epoca era un agente semplice addetto al servizio di scorta dell’allora procuratore aggiunto Gerardo d’Ambrosio. Anche in quella situazione Alessandro M. fronteggiò da solo un uomo armato che si trovava sotto casa di Ambrosio e riuscì a metterlo in fuga. Dopo questa azione l’agente-eroe verrà promosso da agente semplice ad agente scelto. Come oggi, anche allora, solo Alessandro vide il bandito, il quale scappò e di cui si persero per sempre le tracce….guarda caso!
Gent. sig, Violante, come avrà letto in altri commenti rispondo solo a persone che si firmano, per cui La ringrazio del “riscontro”
Troppi miei “amici” hanno subito VERI attentati, alcuni sono morti, altri hanno subito gravi ferite . per lo più sono stati gambizzati ( es. Imposimato, Giugni Torre, etcc.). Capirà, e converrà, stante la Sua onestà mentale che io Le riconosco, per precedenti commenti su questo blog , che i due attentati, denunciati dal poliziotto, sono quanto meno “strani” e poco “credibili”.
Le assicuro che nella eventualità della veridicità dei fatti, la mia sincera solidarietà nei confronti del giornalista è piena e totale. Lei non mi conosce, ma se ha il tempo di leggere il libro ” Per Gaetano Arfè, testimonianze” editore , Libreria Dante & Descartes-Napoli, euro 16,
con la prefazione di Giorgio Napoletano, a pag, 126, troverà qualcosa che mi riguarda. Sono stato notista e giornalista e collaboratore del Direttore Arfè per oltre 10 anni, inviato speciale dell’AVANTI! ( quello serio !!!) al processo Falvella ( De Marsico, Torre, Terracini, Pecorella ecc, altro che GHEDINI) , quindi se mi permette vengo dalla scuola di un certo Sandro Pertini che invitava i giornalisti ad AVERE LA SCHIENA DRITTA!!! Orbene, indipendentemente dal veridicità del fatto, la mia stima per quel giornalista è praticamente bassissima, considerato che è uno dei FOMENTATORI del clima di violenza pilotata di questi giorni. Antonio Lioi
Mi sembra tanto una trovata pubblicitaria.