Cultura. Nuccio Maiorano racconta i suoi Romanzi

Nuccio Maiorano, Giurista, Funzionario dello Stato e narratore per passione racconta i suoi romanzi, 5 per il momento: “Raccontarsi; La Musa di Luca (2019); Mal di Maschera (2020); L’ultima controra (2022); Tornerà l’azzurro sul grano maturo e i girasoli? (2023). 

Nuccio Maiorano

POLITICAdeMENTE

EBOLI – «Ne ho scritti cinque: Raccontarsi e La Musa di Luca editi nel 2019, Mal di Maschera nel 2020, L’ultima controra nel 2022 e Tornerà l’azzurro sul grano maturo e i girasoli? nel 2023. – ci dice Nuccio Maiorano, Giurista, Funzionario dello Stato e narratore per passione – In tutti e cinque mi guida la speranza che l’umanità si liberi dall’ignavia che opprime ogni aspetto della vita sociale.

Il fulcro del mio pensiero è in quello mediano, Mal di Maschera. – prosegue, e glielo lasciamo fare, nella “sua presentazione” – Infatti, dopo averne percepito le capacità di danno, in Raccontarsi (la mia storia) e La Musa di Luca (l’auspicio che la metamorfosi del protagonista contagi l’umanità rassegnata e impotente contro chi le ruba tutto), ho avuto il bisogno di capirci di più sulle cause dei grandi mali che affliggono l’uomo, portandomi ad indagare sul quello che vedo più pericoloso, appunto, il “mal di maschera”.

Il risultato mi è servito, poi, per approcciare i temi di Controra (la pandemia da Covid) e Tornerà l’azzurro…? (la guerra in Ucraina), che mettono a nudo come la tossicità dell’ignavia si esalti specie nelle grandi sciagure. – aggiunge Maiorano pensando ai vari fatti che hanno caratterizzato e influenzato i destini del Mondo – Tra le altre mie conclusioni, mi piace citare che il monito all’ignavia del grande Einstein – “il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare!” –  appare sempre più un grosso inganno, molto abusato, perché l’inerzia non c’entra nulla con la distribuzione della ricchezza provocata dalla scienza al servizio dei potenti, né con la gente attonita e sgomenta di fronte ad una guerra.

I disastri – prova ad esternarli – li crea, innanzi tutto, la geopolitica, la cui potenza riesce ad ammaliare il mondo, ovunque e comunque essa spadroneggi, fino a propinare a intere nazioni come necessarie, condotte dannose e violente, anche a spacciare per giuste le infamie più abiette e, per certe e reali, cose solo apparenti. – e ancora nella sua analisi che poi lo accompagna nelle sue narrazioni – Si, perché, mosse dalle loro mire, le grandi Potenze vanno sempre in giro per il globo agghindate di idee di libertà e uguaglianza, nonostante continuino a consumare i loro arsenali, producendo milioni di morti innocenti, per massimizzare la produttività delle loro fabbriche di armi e implementare l’alta finanza che ci specula

Così, al di là delle malinconiche considerazioni che quello della guerra di annichilire la libertà dell’uomo di esprimere il suo genio e godere l’amore è un vero delitto! o che il motore del mondo potrebbe funzionare molto meglio se lo si alimentasse, non solo a petrolio, ma anche con la ricerca della felicità per sé stessi senza far male agli altri, sono convinto che invertire la rotta occorrono soluzioni drastiche ed efficaci, non quelle di parata prodotte per a iosa, ma rimedi di prospettiva che si prefiggano, in primo luogo, di restituire dignità alla politica le cui carenze costituiscono la causa maggiore dei guai delle moderne società. 

La mia proposta per costruire una politica etica è quella ispirata all’amore; un amore da insegnare ai bambini fin dall’asilo per educarli al rispetto di sé stessi e degli altri.

È qualcosa che manca da sempre alla saggezza umana: non impedire che l’uomo faccia, fin da bambino, le sue scelte senza una guida seria, seguendo solo il proprio istinto. – aggiunge ancora Nuccio Maiorano fautore e propugnatore dell’amore e della istintivitá – Sperare, infatti, che il bambino impari ad amare e rispettare gli altri imitando il modo con cui lo fa il mondo che lo circonda – la famiglia, la strada e la scuola nella versione corrente – è come abbandonarlo affamato tra una folla di affamati, completamente indifeso contro l’istinto di tutti di battersi tra loro per potersi sfamare non sapendo che il cibo può bastare per tutti se ognuno prende la parte che gli spetta.

Insomma, sfugge, in modo eclatante, che al bambino non basta la guida e l’appoggio dei genitori e degli insegnanti – compresi quelli di sostegno con i metodi attuali – perché, lui ha bisogno, prima che di questi, dell’amore dei compagni di scuola e degli amici della sua età con cui affiatarsi e interagire gli uni con gli altri, per costruire, con l’aiuto e la guida istituzionali adeguati, giorno dopo giorno, i mattoni dell’ambiente dal quale, crescendo insieme, emerge la società del loro futuro; quella che essi devono curare e difendere per viverci tutti piacevolmente come fanno nei loro giochi infantili, dove la felicità di ognuno alimenta la felicità degli altri

Questa, secondo me, è la base per inculcare nel fanciullo il concetto elementare di senso civico; l’obiettivo primario di ogni sistema scolastico, scevro da pregiudizi filosofici o religiosi, tenendo conto che esso si fonda sull’amore, cioè, un bene gratuito, utile per crescere e far felice chi lo dà e chi lo riceve. – prova ancora a identificare le sue linee guida le quali potrebbero rappresentare la via maestra che conduce alla felicità, a endo sempre come “bussola”: l’amore. – Ed, essendo un rimedio di prospettiva, per realizzarsi, ha bisogno di tempo, perché, per foggiare concretamente un’idea di politica etica non basta emanare una legge imponendo di osservarla; occorrono un paio di generazioni, mettendone da subito a dimora il seme, insegnando, appunto, ai bambini, fin dall’asilo, il rispetto e l’amore per gli altri, cioè, l’essenza della regola fondamentale sopra abbozzata, indispensabile per comprendere e gestire il senso del binomio inscindibile fra diritti e doveri nel godimento della libertà nel rispetto di quella altrui.

Ciò consentirà ad un ragazzo di 18 anni di sapere come va il mondo in cui vive e districarsi nelle nuove responsabilità che lo investono con la maggiore età, con l’accesso al voto e all’agone civico in veste di attore. – ed è qui che emerge la figura anche del servitore dello Stato ma anche dell’uomo e del narratore dei nostri tempi – Infatti, è una presa in giro dare il diritto di voto a un diciottenne completamente sprovveduto di questioni politiche! Lo si priva di esercitarlo convintamente, lasciandolo, nelle sue scelte – anche di non votare! – in balia delle tendenze dei media che solitamente lo convogliano al sostegno dell’establishment cui essi sono vicini procurando contestualmente grave danno a lui e alla democrazia.

Insomma, è un rimedio da avviare senza indugi per abbattere l’ignavia che fa rassegnare la gente anche di fronte ad una odiata guerra (quella scatenata da un folle, libero di invadere una nazione sovrana senza che nessuno possa impedirglielo!) come se questa fosse una disgrazia naturale e inevitabile di fronte alla quale è normale sentirsi impotenti!

La guerra non ha nulla di naturale; è solo un enorme massacro di persone autorizzate a uccidersi tra loro. È una cosa ingiusta e basta! E, non accettarla è un imperativo categorico assoluto, perché la pace non può essere solo una speranza della fine di una guerra; non ci si può abituare ad aspettarla per sempre. È come rinviare l’amore che, per tutto il tempo di attesa, si sciupa; e ciò che, poi, si prende è solo quello del momento; il precedente è perduto! – conclude la sua “chiacchierata” Nuccio Maiorano – È come non fare carezze al figlio da grande rinunciando alla gioia di fargliene, unicamente perché – chissà per quale motivo – queste si devono fare solo ai bambini. Ma, il mondo, da tantissimo tempo non è più un bambino; la pace per lui avrebbe il sapore delle carezze più dolci! Non aspetta altro; farebbe passare in second’ordine tutti gli altri guai che l’angustiano. Ma, l’uomo con lui continua a fare proprio come quel padre, che, per una sorta di fastidio inconscio, è avaro di carezze per il figlio adulto, perché queste sono, appunto, come la pace, che esiste solo nei posti dove non dà fastidio a nessuno.  E, oggi, ci sono sempre meno posti dove la pace non dà fastidio a qualcuno

Nei rimedi bisogna crederci per quanto appaiono improbabili. Essi sono a portata di mano: piuttosto che azzannarsi, basterebbe imparare ad amarsi fin dall’asilo infantile

Nuccio Maiorano
MAL DI MASCHERA“. SINOSSI
Il mascheramento ha, certamente, connotazione patologica quando è finalizzato a nascondere qualcosa al prossimo, non per semplice gioco o per il vezzo di dare l’immagine di sé che a questi più piace, ma per appagare un proprio desiderio a danno di altri. È, questo, il mal di maschera, la cui sintomatologia si modula sugli effetti dell’apparenza scambiata per sostanza, in un crescendo, dall’errore, all’inganno e al male. I suoi sintomi, infatti, pur avendo tutti la stessa logica egoistica di fondo, sono numerosi e variegati, da quelli dell’infedeltà coniugale, che nuocciono alla coppia e alla famiglia, a quelli delle grandi maschere che insidiano ogni aspetto della vita sociale, fino a rendere ignava la gente ed endemici i danni che esse provocano.

NUCCIO MAIORANO

“Quello della guerra di annichilire la democrazia e la libertà dell’uomo di esprimere il suo genio e godere l’amore è un vero delitto!” 

È nato a Eboli, in provincia di Salerno, il 12 settembre 1940, laureato in giurisprudenza, è stato Segretario comunale, Intendente di Finanza, Direttore Regionale Vicario delle Agenzia delle Entrate ed ha concluso il suo percorso lavorativo come Garante del Contribuente della Basilicata, ha sempre coltivato, con la lettura e la scrittura, l’interesse per la letteratura classica e per l’arte e la cultura in generale, non di meno la sua passione come narratore, e lo dimostra la sua produzione come romanziere pubblicando: “Tornerà l’azzurro sul grano maturo e i girasoli?” nel 2023. E con la casa editrice Agape, la quale gli ha pubblicato: “La Musa di Luca” (2019), “Raccontarsi” (2019), “Mal di maschera” (2020) alla sua ristampa e “L’ultima controra” (2022).

Eboli, 27 luglio 2024

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