La vicenda ORMIB deve essere oggetto di RIESAME.
Così ha deciso il TAR Salerno, dopo un’ampia discussione con ordinanza depositata il 24 settembre.
BATTIPAGLIA – Una delle brutte storie di Battipaglia tiene ancora banco. Una Battipaglia Bacchettona per alcune fioriere e “distratta” per altre, come ad esempio i Casoni Rossi o altre vicende legate al “mattone” o ai cambi di destinazione d’uso in zona Asi. Questa storia è stata anche oggetto di una infuocata conferenza Stampa della Famiglia Di Cunzolo, nella sede di Etica per il Buon Governo, il movimento di Cecilia Francese, nella quale si accusava un consigliere comunale della Maggioranza Santomauro come il deus machina della famosa ordinanza che ha colpito la proprietà della famiglia Di Cunzolo.
Il 23 settembre u.s. si è discussa dinanzi al TAR di Salerno nuovamente la vicenda ORMIB. Il legale, avv. Sara Di Cunzolo, ha deciso di non proporre appello immediatamente al Consiglio di Stato, ma di presentare nuovi elementi idonei ad una valutazione della vicenda al medesimo TAR.
La richiesta si è basata su tre perizie, rese da tecnici altamente specializzati, finanche consulenti del Tribunale di Salerno, per affermare che il problema del pericolo, così come del famigerato non consentito passaggio pedonale, con cui il Comune ha tentato di offuscare le reali intenzioni dinanzi al TAR nell’udienza di giugno, non fossero la reale motivazione per cui l’Ente aveva deciso di invadere la proprietà ORMIB.
La vicenda è apparsa poco chiara anche al TAR, posto che il Comune mentre con il primo provvedimento ha richiesto che le opere fossero demolite in quanto realizzate, seppur mediante “sistemazione” di opere precedenti, – sempre a dire dell’Ente – su suolo pubblico, con la super-convalida del Sindaco si è parlato di pericolo per l’incolumità!
L’ORMIB ha posto il dubbio!Il provvedimento è stato reso solo nei suoi confronti, quando il Comune che si dice proprietario della S.S. 18 non ha provveduto neanche a rimuovere gli arbusti che invadono la strada e ostacolano la visuale agli incroci.
Basti guardare già solo l’incrocio sul fronte opposto la proprietà ORMIB.
Il TAR ha quindi “rilevato, ad ogni modo, che le consulenze tecniche di parte versate in atti possono essere utilmente veicolate ai fini di un’istanza di riesame indirizzata all’Amministrazione procedente” (La frase è ripresa testualmente dall’ordinanza adottata dal TAR il 24 settembre).
Già da lunedì, il legale della ORMIB, ricordando che ora i termini si sono abbreviati per le P.A. che devono procedere, attende che venga fissato un incontro anche alla presenza della Polizia Municipale che con una nota avrebbe rilevato “una” situazione non meglio specificata di pericolo, al fine di effettuare le verifiche del caso e in ossequio alla trasparenza in contraddittorio!
Solo per ricordare di che si tratta:
da La Città
“Il Tar ha dato torto all’azienda amministrata da Di Cunzolo. Dovranno essere rimossi pali, aiuole, dissuasori e insegne
Dovrà essere rimosso l’ormai famoso marciapiede realizzato dalla ditta “Ormib di Lucio Di Cunzolo srl” sulla strada statale 18. Lo ha deciso il Tar dopo il ricorso della stessa azienda, difesa dall’avvocato Sara Di Cunzolo, nei confronti del Comune nella persona dell’avvocato Antonio Rizzo. Un’ordinanza comunale dello scorso 22 aprile obbligava l’amministratore, Antonio Di Cunzolo, a rimuovere aiuole, pali, illuminazione, dissuasori di sosta, piante, recinzione, insegne pubblicitarie e relativi sostegni realizzati su suolo demaniale, a distanza superiore a 3 metri dal fabbricato. Secondo la planimetria, l’edificio della “Ormib” dista circa 3 metri dalla strada. Il bordo delle aiuole, anche secondo le rilevazioni della Polizia municipale e dell’ufficio repressione abusi edilizi, dista circa 7,15 metri dal fabbricato, per cui è evidente l’occupazione di suolo demaniale lungo tutto il fronte. <> aveva scritto l’ingegnere Gerardo Paraggio, dirigente del settore Governo Territorio e Ambiente del Comune <>. Venerdì scorso il Tar di Salerno ha eliminato ogni dubbio giuridico, respingendo il ricorso della Ormib ed ordinando quindi il rispetto dell’ordinanza comunale.
La cosa che più sorprende è che una questione di carattere privatistico venga discussa in una segreteria politica di un movimento che ha dei rappresentanti nell’assise cittadina. A mio giudizio le proprie argomentazioni (a torto o a ragione) devono essere discusse nelle sedi opportune. Sembrerebbe, ed uso il condizionale, che tali discussioni abbiano assunto un aspetto politico (e di politico non vi è nulla) e non invece il suo aspetto squisitamente di natura tecnica. Non conosco la vicenda nel suo complesso, ma da semplice osservatore tutto mi lascia pensare che se gli uffici comunali (attesa la competenza propria in materia dei reggenti gli uffici stessi) si sono determinati con atti dovuti in una direzione univoca (ordinanza di demolizione etc.) ed il Tar ne ha confermato la corretta attività, vuol dire che è stata applicata la o le norme imperanti di merito. Come si legge dall’articolo che commento, sempre puntuale e circostanziato, del nostro caro amministratore del Blog, Prof. Massimo Del Mese, sembrerebbe che le relazioni tecniche del pool tecnico abbiano potuto consentire all’organo giudicante di porre le basi per proporre istanza all’Amministrazione precedente. Resta sempre il fatto che in Italia e quindi a Battipaglia esistono delle regole e delle Leggi che vanno rispettate e nel caso di specie per interpretare le Leggi se pur nel loro articolato novellame basta applicarsi quel poco in maniera intelligente per determinarsi. Basta anche un geometra di un piccolo paese dell’entroterra.
Dimenticavo, se il bravo Architetto Di Cunzolo, che rappresenta la famiglia Di Cunzolo si ritiene vittima del cosiddetto “fumus persecutionis” e ne ha le prove, come si legge dall’articolo, denunci il tutto alle autorità giudiziarie, che se pur nella loro lentezza, prima o poi si determineranno.