De Luca rompe ogni indugio, imbraccia il “moschetto” seppellito all’indomani dell’unità d’Italia e si candida a leader Nazionale e del Mezzogiorno d’Italia.
Sfido la Meloni a un dibattito pubblico sulla Campania, sui fondi europei, sulla capacità di spesa, sui problemi della trasparenza. Avrò la consolazione di spiegarle cose per le quali non ha molta familiarità – e affonda – Non accettiamo lo stile da stracciarola, le cose della Campania si decidono a Napoli.
POLITICAdeMENTE
NAPOLI – Lo scontro tra il Governatore della Campania Vincenzo De Luca e la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, non finisce qui, anzi di certo durerà a lungo, atteso che De Luca non ha nessuna intenzione di retrocedere rispetto a principi politici e strabismi vari del Governo patrigno e ha deciso di imbracciare quel moschetto “disseppellito” all’indomani dell‘Unità d’Italia, quando si consumó il primo e più grande rastrellamento di tutte le ricchezze del Sud.
Allora si combatté contro i Piemontesi “falsi e cortesi”, oggi contro i “lumbard-ostiensi” “ignoranti e cafoni”.
E così Vincenzo De Luca, nella sua consueta rubrica televisiva settimanale ringrazia la Meloni per l’attenzione: «Mi sta facendo diventare l’antagonista principe del governo… – aggiungendo sarcasticamente – ma io sono un modesto artigiano della politica, mica sono uno “statista” al suo livello. Visto che mi tira in ballo ogni volta, vorrei proporle per l’ennesima volta, un dibattito pubblico sulla Campania, sui fondi europei, sulla capacità di spesa, sui problemi della trasparenza …mi dia questa consolazione. Mi tira in ballo? facciamo un bel dibattito pubblico.
Avrò la consolazione di spiegarle cose per le quali non ha molta familiarità. Non accettiamo lo stile da stracciarola, le cose della Campania si decidono a Napoli.
Il governatore della Campania, De Luca, risponde a muso duro a Giorgia Meloni che da Bruno Vespa a “Porta a porta” senza contraddittorio e pochissime domande, l’ha accusato di aver speso male i fondi europei dando troppo spazio a sagre e attività ricreative nonché il fuorionda che le dava della “str….”.
De Luca non si scusa e non ha nessuna intenzione di farlo e quel fuorionda è sempre meno grave di quelle intercettazioni che, proprio ieri sera sono andate in onda su Report la trasmissione condotta dal bravo Sigfrido Ranucci, nelle quali si parlava di centinaia e centinaia di milioni di euro distribuiti a destra e a “destra” dagli appalti ANAS che coinvolgono ministri, faccendieri, famigli e società legate al Ponte sullo stretto di Messina (il cavallo di forza di Matteo Salvini) «E’ in atto una campagna di aggressione mirata e di falsificazione che si accompagna sempre all’aggressione politica. Non possiamo dare spazio a chi adotta uno stile da stracciarola, fatto di volgarità, approssimazione, arroganza e mistificazione. Dobbiamo evitare di dare spazio a questi atteggiamenti: le cose che riguardano la Campania si decidono a Napoli e non a Roma e men che mai nelle stanze del Presidente del Consiglio».
Ed ha perfettamente ragione il Governatore De Luca dal momento che a chiacchiere si pretende l’Autonomia differenziata e poi nei fatti si procede come nei Fondi di Sviluppo e Coesione si centralizzano gli interventi, la stessa operazione fatta con la ZES UNICA del SUD che centralizza interventi, fondi, istrittoria e decisioni a Roma. Ed è proprio su questi temi che Vincenzo De Luca imbraccia il “moschetto” e non ha nessuna intenzione di demordere mettendosi a capo di quel meridionalismo ormai persistente per arginare le “Bande” organizzate che intendono affamare il Mezzogiorno e dilapidare i fondi dello Stato.
E così, nel corso della diretta, De Luca è entrato nel merito sostenendo, ed a giusta ragione, perché la Campania è la Regione più popolosa del Sud e avrebbe dovuto essere la prima a firmare l’accordo sui fondi di coesione, «essendo anche quella con la maggiore sofferenza sociale d’Europa», e tecnicamente fa rilevare che i tempi di mancata decisione causano i ritardi e avverte «Se partiamo domani mattina noi apriamo i cantieri nel 2025». Aggiunge ancora «poi si ricordi che i soggetti che spendono, per l’80-90% sono i comuni e nel caso della nostra Regione sono: Ferrovie dello Stato, Anas o Terna; e per la rendicontazione si seguono i comuni e non le grandi aziende».
Ma veniamo alle accuse della Premier Meloni a Porta a Porta, nel momento in cui ha elencato alcune misure destinatarie di finanziamenti come la festa del fagiolo quarantino e della patata della Piana del Dragone, sovvenzionata con 150 mila euro. La sagra dello Scazziatello Acquarese, a cui vanno 40 mila euro. Ma anche la festa della madonna delle galline, che se ne prende 130 mila. Sono i soldi che la Regione Campania spende attraverso i fondi di coesione, rievocati dalla premier Giorgia Meloni nella sua risposta a Vincenzo De Luca. l’edizione invernale di Pulcinellamente, la grotta di Briganti e Cacio e così via. Tutte spese giustificate: sponsorizzare il caciocavallo, spiega l’Ente, serve a «valorizzare il territorio e la sua specificità per preservarne la valenza storico-culturale ed economica e far conoscere il sistema ecosostenibile della transumanza». E allora? Forse la Meloni dimentica che suo cognato, Francesco Lollobrigida è a capo del Ministero dell’Agricoltura, che il suo Governo ha voluto si aggiungesse “Sovranità Alimentare“, per fare da sponda all’altro ministero sontuoso del “Made in Italy“. E ci dica la Meloni come si possa sponsorizzare il Made in Italy se non attraverso i prodotti alimentari che hanno conquistato il Mondo o la Moda o la tradizione e la storia, atteso che il nostro Paese detiene il 70% del patrimonio artistico, storico, monumentale del Mondo, e atteso che attraverso la Dieta Mediterranea, dal 2010, è iscritta nella prestigiosa Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO. E secondo lei perché? Sarà forse per il Cicatiello o il caciocavallo Podolico ecc.?
Ma ovviamente, la Premier come il suo Ministro Salvini, quando non può arrivare a contrastare i suoi avversari, ecco che li redarguisce e dice: “andate a lavorare“; indicando il lavoro in termini “punitivi” peccato che di lavoro nessuno dei nostri novelli ministri sa cosa sia, perché tutti, ma proprio tutti, non hanno mai fatto una sola ora di lavoro. Tutti allergici. Intanto La Meloni oltre che a De Luca, ci spieghi perché
mentre sponsorizza l’Autonomia Differenziata vuole accentrare tutti i poteri nelle sue mani: ZES, PNRR, FONDI SVILUPPO E COESIONE ecc.?
Meditate gente…. meditate.
Napoli, 25 febbraio 2024