Fondi Sviluppo e Coesione: Il TAR boccia Fitto. Da ragione a De Luca

Fondi Sviluppo e Coesione. Il primo match è a favore del Governatore De Luca: Il Ministro Fitto ha 45 giorni di tempo per sottoscrivere l’accordo con la Campania.

E l’ex Governatore Caldoro si riscrive tra i nemici della Campania e del Sud e seguendo una sua personale lettura preannuncia con soddisfazione che il Ministero della Coesione Territoriale anziché riparare i suoi ritardi proporrà ricorso al Consiglio di Stato, confermando il disegno distruttivo del Governo sovranista di “affamare” il mezzogiorno. 

POLITICAdeMENTE

NAPOLI – il TAR accoglie il Ricorso della Regione Campania e ha ordinato al Ministero della “Coesione” (Sic) Territoriale, di concludere il procedimento in 45 giorni, pena la nomina di un Commissario ad Acta. E con tanto dispiacere della Premier Giorgia Meloni, del suo intero Governo, del Ministro delle “Cerimonie” Gennaro Sangiuliano e dei suoi numeri “posticciati”, il lunghissimo match (un anno e mezzo) tra il Ministro Raffaele Fitto e il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca finisce a favore del battagliero Governatore.

A stabilirlo nero su bianco é la sentenza n.1178 del 19 febbraio del TAR Campania, con la quale ha accolto il ricorso della Regione Campania avverso il Ministero per le Politiche di Coesione, e ha assegnato al Dipartimento per la Coesione il termine di 45 giorni di tempo per la definizione dell’istruttoria e la predisposizione dello schema di accordo da sottoscrivere con la Regione Campania, riservandosi la nomina di un commissario ad acta nell’ipotesi di elusione del termine stabilito.

Il TAR Campania ha assegnato così al Dipartimento per le Politiche di Coesione un termine perentorio e inderogabile per definire l’istruttoria. Da un anno e mezzo, la Regione Campania pur avendo risposto a tutte le richieste del Ministero, si è vista negare i Fondi di Sviluppo e Coesione spettanti compromettendone le progettualità, l’avvio, la continuazione e la conclusione dei lavori progettati, ma anche il continui diniego da parte dello stesso Ministro Fitto ad un incontro, nonostante le reiterate richieste avanzate dal Governatore De Luca. L’attuale pronuncia del Tar pone un punto fermo rispetto a una procedura che non si può tenere bloccata a tempo indeterminato. È un modo per salvaguardare 12mila posti di lavoro nel comparto della cultura e dello spettacolo, e per consentire di creare posti di lavoro senza ulteriori perdite di tempo.

E adesso? I danni chi li paga? Pantalone? Questo è solo un assaggio di quello che accadrà se si attuano le politiche del Governo di autonomia differenziata con un Governo Patrigno.

«Noi siamo per la burocrazia zero. – ha dichiarato Vincenzo De LucaI ritardi clamorosi del Governo faranno aprire i primi cantieri con tre anni di ritardo. Intanto si sono bloccati gli interventi per i Campi Flegrei, le opere stradali, la programmazione culturale, il recupero di beni storico-artistici. Inoltre, il blocco arbitrario dei fondi del programma complementare (1miliardo e 300 milioni che si aggiungono al blocco dei 6 miliardi di fondi per la coesione della Campania) rischia di mandare in dissesto oltre 200 Comuni ed enti territoriali che non hanno risorse per completare gli interventi Fesr del precedente programma.

Nel corso di un anno e mezzo – prosegue De Luca – si sono inventate procedure cervellotiche e arbitrarie per allungare i tempi di decisione. Sono stati diffusi dati falsi, non aggiornati per motivare una vera e propria discriminazione politico-istituzionale. – e affonda la lama nella “piaga”:

Un Governo serio avrebbe stipulato con la Campania il primo degli accordi di coesione.

Da un anno e mezzo ci viene ripetuto che il ministro Fitto è alla ricerca delle “coerenze” sugli interventi che riguardano i territori sui quali non ha nessuna competenza per intervenire, mentre si consuma il fallimento della Zes Unica per il Sud, assistendo a un paradosso, che mentre si parla di autonomia differenziata e di decentramento dei poteri, si mette in campo la più grande operazione di centralizzazione nelle mani del premier (Pnrr, Fondi di coesione, Zes unica, fondo di perequazione infrastrutturale, scioglimento dell’Agenzia per la Coesione), con la prospettiva di fare affondare il Paese in una palude burocratica mai vista.

Stefano Caldoro

Eppure c’è chi, come l’ex Governatore della Regione Campania Stefano Caldoro dà una interpretazione diversa della Sentenza ed in un post sulla sua pagina facebook lo spiega ritenendo sia: «Una sonora sconfitta! La sentenza del Tar Campania ha respinto la richiesta della Regione di assegnazione immediata delle risorse in quanto manifestamente inammissibile. – e aggiunge – Era questo l’unico scopo (dichiarato!) del Presidente della Regione quando ha annunciato il ricorso. Nessuna vittoria, quindi, anzi è stata una sconfitta. – aggiunge ancora Caldoro presupponendo una resistenza da parte del Governo confermando per questo l’ostilità per una conclamata mancanza, colpevolissima mancanza, vieppiú ascrivendosi tra i nemici della Campania e del Sud e da “ubbidiente” “seguace”” a quella classe dominante che al momento ha chiuso i forzieri dello Stato condannando il Meridione alla fameConcedere ben 45 giorni e successivamente disporre l’invio di un commissario ad acta, per un lungo lavoro istruttorio, sono per De Luca una debacle. – conclude l’ex Presidente Caldoro sottolineando come egli stesso sia daccordo con il Governo e il Ministro Fitto nel reiterare le loro responsabilità bloccando inopinatamente i Fondi di Sviluppo e Coesione fino a costituirsi ed opporsi al giudizio del TAR pur di non ammettere le proprie responsabilità trasformandole in colpa grave – Per ragioni di principio giuridico, il Dipartimento per le politiche di Coesione ha giustamente deciso il ricorso al Consiglio di Stato, soprattutto per mantenere integre le competenze a decidere sulla materia». 

Purtroppo per Caldoro, Fitto e il Governo Meloni, il Dipartimento per le Politiche di Coesioni ha rinunciato da tempo, abusando delle sue prerogative, ad esercitare le proprie decisioni. Stefano Caldoro, sempre purtroppo, è abituato a distorcere le verità politiche, e val la pena ricordare come egli nell’esercizio del suo mandato di Presidente della Regione Campania è stato il fautore del Dirottamento dei 300 milioni di euro destinati dal PSN precipuamente alla realizzazione dell‘Ospedale Unico della Valle del Sele, serviti alla realizzazione dell‘Ospedale del Mare di Napoli, e ci ricorda ancora come egli, in diverse occasioni come denunciato dall’allora bravissima Consigliera Regionale di opposizione del PD Anna Petrone, ha commesso per ben due esercizi finanziari regionali falso in Bilanco, approvando i Bilanci regionali includendovi anche la posta dei Bilanci della Sanità regionale sebbene questi non fossero stati approvati. Bene, bravo, fortunatamente non c’è stato il “bis”.

Napoli, 21 febbraio 2024

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