Mentre i progetti sono stati bocciati perché guardavano più a Giungano e Trentinara che a Battipaglia, si vuole dedicare una strada ad Almirante.
A Battipaglia passano mandrie di Bufale e ci si ferma a guardare il topolino.
BATTIPAGLIA – Questa Città è veramente straordinaria. L’opposizione è straordinaria. La Maggioranza che sostiene l‘Amministrazione Santomauro è altrettanto straordinaria. Sembra che possa succedere tutto ed il contrario di tutto, e mentre passano mandrie di Bufale, ci si ferma a guardare il topolino.
Se il problema principale per un Partito di opposizione, in un momento così delicato: che si parla di Strumenti Urbanistici e quindi si decide il futuro della Città; che vede smantellare in tutta fretta una Società come Alba Nuova, per realizzarne due ed aumentarne gli sprechi; che vuole uscire dal Consorzio Aeroportuale di Salerno Costa d’Amalfi, ben sapendo che il maggiore utilizzatore sarebbe il bacino agricolo/industriale di Battipaglia; Che vuole uscire dal Consorzio delle Farmacie, sapendo che nessuno metterebbe una farmacia in una periferia; che si vuole uscire dal Consorzio Industriale ASI, perchè forse non essendoci più “lacci e lacciuoli” come ha detto qualcuno, si potrebbe manovrare meglio; Che mette nel dimenticatoio la famosa STU, tanto cara al Casini di Battipaglia, pur avendo sperperato soldi e pur essendo senza alcuna prospettiva; Che non riesce a trovare il capo sul Più Europa di cui Fernando Zara sostiene che non sono progetti in regola; Che si è rassegnata sugli Accordi di Reciprocità anche quelli non ritenuti ammissibili di finanziamento, perché erano rivolti più alla “perella” tra Giungano,Trentinara, Albanella e Altavilla; Che trasferisce come accusano sia Cecilia Francese che Brunello Di Cunzolo di Etica per il Buon Governo, che Fernando Zara del PdL, di “allontanare” i funzionari non in linea; e che ci si attardi discutere se dedicare una strada cittadina a Giorgio Almirante è proprio il massimo.
E così che viene la sollevazione politica di Italia dei Valori, della Federazione della Sinistra e dei Giovani Democratici, i quali con una nota congiunta – “si oppongono categoricamente al tentativo di legittimare una ideologia contraria ai principi democratici e costituzionali, da parte del PDL battipagliese , attraverso la proposta di una strada a Giorgio Almirante“.
L’iniziativa secondo gli estensori della nota – “è una contraddizione per il partito di maggioranza, i cui ministri hanno giurato sui valori costituzionali, tra cui quelli presenti nell’art 20 (“l’Italia è una repubblica antifascista”) e che, inoltre, si vanta di essere portatore di valori liberali“.
Inoltre Italia dei Valori, Federazione della Sinistra e i Giovani Democratici, fanno un’operazione di memoria per ricordare, a loro giudizio, a coloro che avessero dimenticato – “le “nobili” gesta di quest’ individuo, riportiamo qui le più degne di nota :
_1938 firmatario manifesto della razza;
_1942 ordina fucilazione di partigiani;
_1947 condannato al confino per collaborazionismo con le truppe naziste, esteso l’anno successivo per tentata ricostituzione del partito fascista;
_1971 condannato per pubblica istigazione ed attentato contro la costituzione ed insurrezione armata contro i poteri dello stato”.
“La nostra città – concludono gli oppositori a questa iniziativa – già oltraggiata da decenni di politica fortemente deficitaria, non merita questo altro insulto”. Ma c’è da scommettere che su questa cosa si alzeranno le barricate e sul resto ci sarà qualche “aggiustamento”.
Almirante è stato un ufficiale fascista,giornalista ed altro in quel periodo.
Ha partecipato ala realizzazione e pubblicazione del manifesto sul proclama razzista e la differenza della razza .Piu volte agli inizi della costituzione della repubblica italiana ha tentato di costituire partiti fascisti a tutti gli efetti e vi è riuscito sfociando alla fine nel partito di MSI e poi DN e AN. Piu volte inquisito come mandante di terroristi di estrema destra. Ecco di chi parliamo di un uomo che non è stato un eroe nazionale ma servo inidscusso di Mussolini e convinto sostenitore delle leggi raziali,quindi un pseudo criminale di guerra
un eversivo della repubblica italiana un estremista intellettuale un precursore dell’attuale terrorismo internazionale,sicuramente non un eroe o un martire della storia italiana.
A Battipaglia e mi pare anche a Salerno che diavolo pensano e propongono alle istituzione locali ,perseverano i fallimenti degli inquirenti dell’epoca.
Viva la LIBERTA l’unica essenziale per una vita migliore.
E’ davvero singolare che nel più grosso centro della Piana del Sele si debba aprire un dibattito sulla necessità di intitolare una strada a Giorgio Almirante.
Siamo veramente al “negazionismo storico” : la questione è paragonabile alla negazione dell’Olocausto di 6 milioni di ebrei da parte di pseudo intellettuali di estrema destra!
Tutti conoscono i crimini attribuiti all’ufficiale fascista Almirante,prima,durante e dopo l’ultima guerra mondiale.
Sarà stato pure un galantuomo in doppiopetto in veste di segretario del Movimento Sociale Italiano, ma volergli intitolare una strada è davvero troppo!
Per poterlo fare,bisognerebbe prima modificare la Costituzione italiana
Il sig Ugo palesa una dozzinale conoscenza degli eventi storici. Voglio ricordargli che tra i firmatari del Manifesto della Razza c’era anche un giovane intellettuale diciottenne di belle speranze, tale Giorgio Bocca, all’epoca sotenitore di Hitler, oggi osannato a sinistra come apostolo della democrazia.. Aggiungerei anche un certo Amintore Fanfani, uno dei personaggi più illustri della Prima Repubblica.
Almirante fondando il MSI, ha evitato che il neofascismo tracimasse tutta nella lotta armata, e che venisse incanalato nei binari della dialettica democratiche. Dovreste ringraziarlo per questo,
Non ha ordinato alcuna fucilazione di partigiani. Non ne aveva la facoltà. Dalle accuse di legame con il terrorismo e di ricostitizione del Partito fascista è stato prosciolto…non foss’altro che il MSI proseguiva la sua attività fin dopo la sua morte. E’ tuttanche vero che l’aureo parlamento democratico si è annoverato della presenza di numerosi deputati ex partigiani resosi autori o complici di efferati omicidi a guerra più che finita.:Dal Triangolo della Morte in Emilia alla triste vicenda delle foibe….un triste capitolo macchiato di rosso sangue comunista rimasto impunito e coperto sotto una coltre di vergogna. Insomma per dirla evangelicamente….si guarda la pagliuzza nell’occhio altrui quando nel proprio c’è una trave.
Agli amici di Battipaglia, mi permetto di suggerire di lasciar perdere questa idea “bislacca” e poco opportuna prechè è un ulteriore elemento di isolamento della Città dal contesto democratico provinciale, regionale e Nazionale. Oggi , forse anche per opportunità NESSUNA organizzazione politica di dx, proporrebbe UFFICIALMENTE di intitolare una piazza, una via o un vicolo, allo scomparso uomo FASCISTA. Propongo di rimando agli amici battipagliesi di ESSERE I PRIMI IN ITALIA ad intitolare uno spazio pubblico ad ANGELO VASSALLO. Non credo che debba motivare il perchè.
L’anonimo Silarus, pur nascondendosi dietro un nobilissimo pseudonimo, denota una scortesia ed una arroganza senza pari, attribuendo ad altri una “dozzinale conoscenza degli eventi storici” dando poi ampia prova della sua. La sua tesi è questa: è sbagliato dire che Almirante era razzista perchè… il Manifesto della Razza fu sottoscritto anche da altri!! Come dire: Lucky Luciano non era un boss mafioso perchè anche Al Capone lo era! Tesi che dimostra una profondità di ragionamento che ciascuno di voi può valutare…
(Fra l’altro: Bocca aveva all’epoca diciassette anni, non ha mai smentito il suo passato giovanile di fascista così come la sua conversione all’antifascismo ed alla lotta partigiana tre anni dopo).
Nella sua frase ” tra i firmatari del Manifesto della Razza c’era anche …Giorgio Bocca, all’epoca sostenitore di Hitler” l’esimio storico Gilarus riesce ad infilare tre corbellerie una dopo l’altra:
1) Bocca aveva 17 anni;
2) non è mai stato fra i “firmatari” del manifesto della razza (che erano dieci professori e non le 140 “personalità” che oggi si divulgano sui siti tipo “Topolino” degni degli “storici” come Pilarus;
3) non è mai stato un sostenitore di Hitler.
La c.d. “lista degli aderenti” – alla quale evidentemente la “profonda” conoscenza storica di Tilarus fa riferimento si riferisce ad un elenco (che di storico in storico passa da 120 nomi a 140 ed oltre) non di sottoscrittori del Manifesto ma, più in generale, di sostenitori del razzismo. Questa lista (nella quale secondo molti storici – quelli veri intendo – Bocca non compare) fu compilata – in un secondo momento – direttamente dal governo fascista e numerose personalità vi si ritrovarono inserite a loro insaputa – Cfr. R. De Felice “Lo stato totalitario” in appendice e “Storia degli Ebrei sotto il fascismo”, Pagg. 275 e segg. Assicuro al “professor” Lilarus che sono molto più utili ed attendibili di Wikipedia e di “Fascismo oggi”).
Lo “storico” Milarus sostiene poi la stessa tesi sostenuta da Almirante nella sua causa per diffamazione al Manifesto e all’Unità: quella di non aver mai ordinato la fucilazione di nessun italiano. Peccato che un Tribunale della Repubblica abbia assolto i giornali dall’accusa di aver diffamato il fucilatore «per avere dimostrato la verità dei fatti».
Si rilegga gli atti (anzi se li legga) “professor Xilarus”.
Come si rilegga la condanna al confino nel 1947 per essere stato un “collaborazionista dei nazisti” per “aver curato personalmente la diffusione e l’osservanza delle disposizioni del Fuhrer e del comando delle SS in Italia”.
E tutto questo quando di anni ne aveva 30, non diciassette. Ma si sa che per gli storici come lei anche a trent’anni si commettono gli errori di gioventù.
Perdoni la nostra ignoranza, “professor Zilarus”. La mia e quella del signor Ugo. Cosa vuole, noi non siamo “professori” come lei. Non sia tanto severo: non ci bacchetti così per la nostra ignoranza. La perdoni sopratutto perchè – nonostante i nostri sforzi – non riesce a raggiungere la sua.
E, caro anonimo fascistone, per favore: si firmi con un altro pseudonimo. Silarus è una rivista letteraria tra le più prestigiose d’Italia. Non la umili accostandola ai suoi commenti. Si firmi “A noi!”. Le si addice di più.
P.S.: Il processo per diffamazione di cui parlavo sopra – che dichiarò “rispondente al vero” l’accusa di essere un fucilatore di italiani – fu celebrato da un giudice che si chiamava Vittorio Occorsio. Alla fine del processo il Giudice Occorsio dichiarò:
«Dopo la sentenza della Cassazione chiederò che gli atti siano restituiti alla pubblica accusa per procedere per i reati di calunnia e falsa testimonianza nei confronti di Almirante. Calunnia per aver affermato che il manifesto era apocrifo, falsa testimonianza per tutte le menzogne dichiarate davanti ai giudici».
La Cassazione confermò la sentenza solo nel maggio 1978. Vittorio Occorsio non potè procedere contro Almirante, come aveva preannunziato. I fascisti di Ordine Nuovo lo avevano assassinato venti mesi prima.
Medaglia d’oro al valore civile.
Guardate che in litoranea e sulle vie che portano al mare, l’immondizia è l’unica cosa che governa. Sta proprio dappertutto.Forse bisognerebbe pensare prima di rimuovere questa vergognosa situazione e poi si può parlare anche di strade nuove. O no!
Tinite tutt a capa fresc,altro che turismo.
Bravo Cucco Petrone, con le tue precisazioni documentate hai messo una pietra tombale su questo insulso tentativo di negare la storia!
Non scherziamo, qui si vuole proprio provocare. La storia non si può cambiare specie quando ha ancora l’effetto della cronaca. Non è proprio il caso.
La cosa piu vergognosa è che si vuole stravolgere la storia,il significato del reale accaduto.Essere fans di fatti ripugnanti è la mortificazione piu grande dell’essere umano ci si auto punisce ,ci sforziamo ad essere civili colti progressisti e alla fine ci mangiamo la coda.Qui non c’entra niente la destra o la sinistra ne se sei di destra e sei violento ne se sei di sinistra e sei violento ,la violenza il crimine sulla razza sono mortificazioni dell’essere umano e basta ,fa vergogna dargli ancora delle motivazioni
ritirate i nostri soldati dall’aFGHANISTAN SIAMO RESPONSABILI DELLA LORO MORTE
Sono un figlio di una vittima della seconda guerra mondiale ,come tanti,e non riesco minimamente a tollerare l’ipocrisia di un artefice sostenitore e collaboratore del fascismo ,con le sue qualita giornalistiche e doti nello scrivere girando la pizza e tenta di imbrogliare il pubblico,quindi di far perdere le sue tracce da interprete fascista razzista.Leggendo un po la sua storia piu volte si capisce che è un volta bandiera passando da uno scanno all’altro ma la cosa che mi fa piu rabbia è che mentre mio padre come tanti milioni è statto vittima della guerra la vissuta senza discutere nessuna decisione perche soldato semplice delle truppe regolari italiane,costui e stato un intellettuale imbroglione e opportunista arrampicandosi sugli specchi ha vissuto nel lusso e vive impunitamente la sua vita alla faccia di tutti gli altri. la forca è poco per un sostenitore del fascismo – nazzismo e razzismo in piu simpatizzante della lega nord.
Dimenticavo di dire che sto parlando di Giorgio Bocca ,anche se non vi è molta differenza tyra lui e Almirante due criminali mostruosidell’effetto fascismo. La politica rossa e la resistenza non c’entrano proprio niente ,le foibe e tutto cio che ci gira intorno non giustificano le due forze avversarie quando si sono macchiati di delitti. Inoltre non c’è violenza che tengas ragione di esistetre è violenza e basta quindi imputabile,condannabile.
Costoro e bocca in particolare fa ancora in tempo a redimersi dei suoi peccati. Sappiamo benissimo che il masndante è piu colposo di colui che esegue il delitto.
Molti figli della guerra aqspettano giustizia ,molti gridano ancora ,ecco perche la verità assoluta non emerge del tutto.
Viva la liberta viva l’essere liberi.
Tra i manifestanti contro l’iniziativa a favore dell’intitolazione di uan strada all’on Giorgio Almiante….ci sono anche i Comunisti camuffati sotto la denominazione “Federazione della Sinistra”…vale a dire i rimasugli di un ideologia che nel mondo ha prodotto pressapoco 200 MILIONI DI MORTI(stime in difetto).
Ma focalizzando le nostre attenzioni proprio sulle vicende belliche e dell’immediato dopoguerra (triennio 45-48) in Italia, illustriamo un pò, a beneficio della pubblica informazione e con buona pace di chi intende fare la moralina ergendosi a paladino delle linertà e della democrazia quelle che sono le “gesta eroiche” dei partigiani Comunisti in suddetto periodo.
TRIANGOLO ROSSO DELLA MORTE
Con la locuzione di origine giornalistica triangolo della morte si indica un’area del nord Italia ove, dopo la Liberazione nell’aprile 1945, si registrò un numero particolarmente elevato di uccisioni a sfondo politico, attribuite a partigiani e a militanti comunisti, ragion per cui è stata introdotta anche l’espressione triangolo rosso ad indicare la medesima zona. L’espressione viene spesso utilizzata in modo polemico al fine di sottolineare gli eccidi e le violenze compiuti dalla fine della seconda guerra mondiale al triennio 1946-1948.
Secondo lo storico Francesco Malgeri, l’espressione era originariamente riferita al triangolo di territorio compreso tra Castelfranco Emilia, Mirandola e Carpi[1], mentre il giornalista Giampaolo Pansa indica la zona del modenese corrispondente al triangolo compreso fra Castelfranco Emilia e due sue frazioni, Piumazzo e Manzolino.
In seguito, l’espressione è stata ripresa per indicare aree di volta in volta più ampie, per esempio il triangolo Bologna-Reggio Emilia-Ferrara, sia dentro che fuori dall’Emilia.
Lo storico Giovanni Fantozzi sostiene che nel dopoguerra, dall’aprile del 1945 alla fine del 1946 nella provincia di Modena gli omicidi politici furono diverse centinaia, probabilmente oltre il migliaio, stando alle stime dell’allora prefetto di Modena Giovanni Battista Laura, del resto non molto dissimili da quelle dei Carabinieri. Sempre secondo Fantozzi i responsabili di tali delitti politici nel Modenese erano nella stragrande maggioranza dei casi ex partigiani iscritti o simpatizzanti del PCI, ma solo una parte tra le loro vittime erano realmente fasciste (quelle uccise cioè nell’immediato dopoguerra), gli altri, la maggioranza, erano stati eliminati in quanto considerati “nemici di classe” o semplicemente un ostacolo ad un’ auspicata rivoluzione comunista. [2]
La situazione politica emiliana nel periodo immediatamente precedente e successivo alla Liberazione fu particolarmente violento. Alla primitiva contrapposizione fra fascisti e antifascisti si aggiunse una forte istanza di modificare i rapporti sociali tra detentori della proprietà fondiaria e i contadini, per lo più legati con contratti di mezzadria. [3] Un particolare aspetto fu la figura dei sacerdoti della Chiesa Cattolica. Da un lato ci sono esperienze come quella di don Zeno Saltini che voleva una chiesa schierata dalla parte dei più deboli[4], dall’altra i tanti sacerdoti uccisi nello scontro sociale
UN ELENCO DELLE VITTIME
10 maggio 1945, dottor Carlo Testa, membro del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) per la Democrazia Cristiana assassinato a Bomporto (Modena) a raffiche di mitra.
11 maggio 1945, Giacomo Malaguti, sottotenente di artiglieria del Corpo italiano di Liberazione, col quale aveva combattuto contro i tedeschi a Cassino rimanendo ferito, e aveva fatto la campagna in una unità aggregata all’esercito inglese, in licenza presso la famiglia, assassinato nell’Eccidio di Argelato.
18 maggio 1945, Confucio Giacobazzi, agricoltore e partigiano non comunista, assassinato.
2 giugno 1945, Ettore Rizzi, partigiano simpatizzante democristiano, sequestrato e ucciso a Nonantola.
27 luglio 1945, Bruno Lazzari, impiegato democristiano di Nonantola, colpito da raffiche di mitra.
19 maggio 1946, Umberto Montanari, medico condotto a Piumazzo ed ex-partigiano cattolico, assassinato.
20 agosto 1946, Ferdinando Mirotti, capitano del Corpo italiano di Liberazione, assassinato sull’uscio di casa.
24 agosto 1946, Ferdinando Ferioli, avvocato, assassinato in casa da persone conosciute, gli assassini furono aiutati dalla loro organizzazione a riparare in Cecoslovacchia.
26 agosto 1946, Umberto Farri, sindaco socialista di Casalgrande, assassinato in casa da due uomini. Il caso non ha mai avuto una soluzione,
Giorgio Morelli, partigiano e giornalista cattolico, vittima di un agguato il 26 gennaio 1946 dopo la pubblicazione di un’inchiesta in cui accusava il presidente comunista dell’Anpi di Reggio Emilia della morte di un altro partigiano cattolico, Mario Simonazzi. Morelli morì a seguito delle ferite il 9 agosto 1947.
17 novembre 1948, Angelo Casolari e Anna Ducati, membri del consiglio parrocchiale, assassinati nella canonica della parrocchia di Freto, a Modena.
Le indagini nei primi tempi languirono. L’uccisione di religiosi e di laici, esponenti dei partiti aderenti alla Resistenza ma su posizioni moderate, ebbe un consistente influsso nei rapporti tra i partiti che collaboravano nel governo espresso dal CLN. Con l’uscita dei comunisti dal governo De Gasperi ebbe un atteggiamento più fermo, furono inviati rinforzi di polizia , le indagini furono riprese e vari responsabili delle uccisioni furono individuati. Anche se non mancarono clamorosi errori giudiziari come nel caso di Germano Nicolini ed Egidio Baraldi, condannati per gli assassini don Pessina e Mirotti, e riabilitati soltanto alla fine degli anni novanta
OSCURAMENTO DELLE NOTIZIE
Nella primavera del 1990 parenti delle vittime scrissero una lettera aperta, chiedendo almeno di sapere dove fossero stati sepolti i loro famigliari per poterli umanamente seppellire. Alcuni mesi dopo, il 29 agosto il dirigente del PCI ex-partigiano ed ex-deputato Otello Montanari rispose con un articolo sul Resto del Carlino nel quale sostenne che bisognava distinguere tra “omicidi politici”, ovvero commessi in ragione del ruolo esercitato dalla persona uccisa, ed “esecuzioni sommarie”, ovvero uccisioni indiscriminate di avversari politici e oppositori, e invitò chiunque sapesse come ritrovare le spoglie delle persone uccise a dare le necessarie informazioni. Ne ebbe gravi difficoltà nel partito, all’interno del quale fu aspramente contestato [5] venne inoltre escluso dal Comitato Provinciale dell’ANPI, dalla Presidenza dell’Istituto Cervi e dalla Commissione regionale di controllo. L’invito ebbe in risposta una croce piantata nel comune di Campagnola, e ivi furono trovati i resti di alcune persone trucidate, vittime della guerra interna al CLN. [6]
Quando Pilarus ci spiegherà cos’è la “moralina” capiremo anche cosa c’entra tutta quest’accozaglia di notizie (vere e false messe assieme in salsa nerofumo da lui) con l’intitolazione della strada a Giorgio Almirante.
Bilarus continua con la sua logica da mercatino del rigattiere a dirci che la strada ad Almirante è giustificata da… 200milioni di morti del comunismo (la cifra è quella de “Il libro nero del comunismo” definito dagli storici seri “attendibile come un romanzo d’appendice”.)
Come se io giustificassi gli orrori dei gulag staliniani o chiedessi di intitolare una strada a Pol Pot dicendo… che il cancro fa milioni di morti l’anno.
Come spiegare a Filarus che gli orrori (innegabili) del comunismo non rendono un fascista, razzista, collaborazionista e fucilatore di italiani meritevole di una celebrazione? Non ho altro tempo e sapone da sprecare…
Ma è inutile cercare una logica in questo sproloquio di Kilarus: ha da poco letto un libro di Gianpaolo Pansa, è tutto felice e ce lo deve far sapere. In fondo siamo contenti per lui: da paperino è un bel passo in avanti.
P.S.: Hilarus, quando fai il copia/incolla da Wiipedia, almeno toglici i numerini delle note, oppure – almeno – copia anche le note.
Sennò ci fai una figura barbina.
Vabbè che una in più o una in meno non cambia molto… ma questa almeno puoi evitartela.
Wikipedia e Gianpaolo Pansa: accidenti e che cultura!!!
Per tutti coloro che ritengono Giorgio Almirante un esempio da proporre alle nuove generazioni tramite la intitolazione di un spazio pubblico a Battipaglia.
PREFETTURA DI GROSSETO
UFFICIO DI P. S. IN PAGANICO
COMUNICATO
Si riproduce testo del manifesto lanciato agli sbandati a seguito del decreto del 10 Aprile.
“Alle ore 24 del 25 Maggio scade il termine stabilito per la presentazione ai posti militari e di Polizia Italiani e Tedeschi, degli sbandati ed appartenenti a bande.
Entro le ore 24 del 25 Maggio gli sbandati che si presenteranno isolatamente consegnando le armi di cui sono eventualmente in possesso non saranno sottoposti a procedimenti penali e nessuna sanzione sarà presa a loro carico secondo quanto è previsto dal decreto del 18 Aprile. I gruppi di sbandati qualunque ne sia il numero dovranno inviare presso i comandi militari di Polizia Italiani e Tedeschi un proprio incaricato per prendere accordi per la presentazione dell’intero gruppo e per la consegna delle armi. Anche gli appartenenti a questi gruppi non saranno sottoposti ad alcun processo penale e sanzioni. Gli sbandati e gli appartenenti alle bande dovranno presentarsi a tutti i posti militari e di Polizia Italiani e Germanici entro le ore 24 del 25 maggio.
Tutti coloro che non si saranno presentati saranno considerati fuori legge e passati per le armi mediante fucilazione nella schiena.
Vi preghiamo curare immediatamente affinché testo venga affisso in tutti i Comuni vostra Provincia.”
p. il Ministro Mezzasoma – Capo Gabinetto
GIORGIO ALMIRANTE
Dalla Prefettura 17 Maggio 1944 – XXII
n.b.: gli “sbandati” e gli “appartenenti alle bande” sono coloro che hanno SALVATO L’ITALIA.
@ SILARUS mi intrometto ritenendo di non offendere nessuno , l’iniziativa intrapresa dall’ amminisrazione di Battipaglia di intitolare una strada ad Almirante( DUE PUGNI IN PANCIA DUI SUOI QUARDIASPALLE NEL LONTANO 26 NOV 1980 A MURO LUC.)penso sia del tutto fuori luogo ed anche mortificante x tutti quei cittadini di Battipaglia che come penso hanno ben altri problemi . Mi dispiace farti notore SILARUS che hai intrapreso una strada chiusa, rammenti con dovizia di date e di fatti accaduti tra il 45 e il 48 che sono una semplice reazione istintiva e non giustificabile a tutte quelle nefandezze ed atrocita’ che la destra fascista ha compiuto ( trentennio FASCISTA.) Con dovizia dei fatti TI rammendo i campi di concentramento di BOLZANO – FASSOLI- RISIERA DI SAN SABA ( 5000 morti trucidati dai FASCISTI) USATO ANCHE COME CAMPO DI TRANSITO X DEPORTATI X BUCHENWALD – DACAUN – AUSCHWITZ…. TI ricordo che questa e’ solo una parte della storia fascista…….. non fare passare messaggi distorti x puri fini propagandistici , al fine di distogliere la popolazione di Battipaglia da problemi molto piu’ seri x i cittadini di Battipaglia e x il popolo Meridionale . Io propongo invece di intitolare( se l’amministrazione fosse di SINISTRA ) strade con il nome di MARX -LENIN – MAO TSE TUNG come ti sembra
Per Cucco Petrone l’attendibilità proviene solo da quella storiografia marxista che da decenni appesta le menti genuine dei giovani liceali (Villari- Camera Fabietti e così via) con la loro visione deformata della storia.
Vivaddio, succede che un esponente della loro stessa parrocchia (il dott. Pansa, non un pivellino qualunque) viene rapito da un sussulto di obiettività storico-giornalistica smarcandosi dalla canea imperante e scoperchiando ciò che in oltre sessant’anni si è evitato di scoperchiare, tutto grazie alla sua perizia. E suoi stessi estimatori …si tramutano per incanto in detrattori dandogli addirittura del “fascista” nonchè “revisionista” (revisionare sulla base di documentazioni e fatti appurati non è peccato mortale? VEDI FOIBE ).
D’altronde allorquando Almirante pose fine alle sue sofferenze terrene nel 1988 , a due nemici illustri , insospettabili, antifascistissimi come Nilde Iotti e Giancarlo Pajetta non è stato certo un peso rendere omaggio alla salma di un “fucilatore”….ricambiando l’omaggio di qualche anno prima dello stesso allla salma di Enrico Berlinguer (tra lo stupore infantile di tutti). E’ incredibile come negli anni Ottanta dove i fuochi dell’antagonismo sempiterno non erano ancora domati, taluni signori abbiano dimostrato più maturità e di quanto non ne abbiano i guaiti di certuni professionisti del terrore popolare con le loro evocazioni sospirose di fantasmi che albergano a tuttoggi nei loro limitati e angusti immaginari.
Hai ragione Del Mese, qua passano le Bufale e questi ad accanirsi su di che colore sia il Topolino. Battipà, hai voglia ‘e murì! P.S. State appresso a uno che si è venduto per 18mila euro, che a poco e niente serve nella politica battipagliese se non a cercare un piccolissimo bucherellino da dove raccogliere qualche spicciolino. Povero Almirante e, soprattutto, povera Battipaglia.
A ci dobbiamo intitolare una via?
A Stalin, A Tito, al comunismo che siede sopra una montagna di ossa umane torturate e massacrate?
Ai partigiani che sparavano alle spalle i ragazzini di Salò (15 o 16 anni) solo perché volevano difendera l’Italia dal capitalismo plutocratico americano e dal capitalismo di Stato sovietico ancora più ferovce?
Ai partigiani (delinquenti comuni assoldati dai catto comunisti) i quali torturavano e assassinavano donne e bambini?
Badate che la storia non è quella che hanno dettato a scuola e tutti acchiappavano a bocca aperta.
Una via ad Almirante? Mai. Per carità: era fascista e razzista.
Prima dell’8 settembre tutti fascisti e razzisti, dopo: tutti santi e verginelli.
Per citarli tutti: occorre un libro (leggete quello di Nino Tripodi dal titolo “Italia fascista in piedi”.
Ecco un verginello che vale per tutti.
Scalfari Eugenio (su “Roma Fascista”, nel 1942, quattro anni dopo le leggi razziali, sparò a zero contro tutti quelli che non condividevano “il nostro nazionalismo” e la “guerra rivoluzionaria”, dichiarò elogio al Duce e al Fascismo dicendo “gli imperi moderni quali noi li concepiamo sono basati sul cardine della razza).
Almirante ha rischiato la vita per fedeltà ad un’idea, ha combattuto a Salò una guerra già persa ed oltretutto ha salvato anche intere famiglie di ebrei nascondendoli ai nazisti e proprio a Salò.
Almirante rischiò la vita per onore e fedeltà e non si vendeva per un piatto di fagioli come i politici di oggi.
Giorgio era un grande uomo.
Vorrei che qualcuno mi citasse il nome di un ebreo (dico: uno solo) perseguitato e torturato e assassinato da Almirante.
Poi mi deve conteggiare quanti ebrei (mi basta un solo nome) furono vittime assassinate dai fascisti.
Poi mi deve conteggiare quanti milioni di vittime sulle cui ossa siede il comunismo fino alla fucilazione degli omosessuali praticata a Cuba dall’eroe Guevara.
A me risultano in totale: 95 milioni.
E, se mi sbaglio, esigo correzione.
Poi mi deve conteggiare quante vittime (ivi compresi donne e bambini) sono state torturate e assassinate dagli assoldati delinquenti comuni (ossia: dai cosiddetti “partigiani”).
Se non lo fa (o meglio: se non lo sa perché non glielo hanno dettato) dimostra che la vittima dell’ignoranza è proprio costui.
Perciostesso rilegga la storia seriamente, onestamente e intelligentemente.
Poi, se è capace, mi proponga un discorso sui concetti di Patria, Tradizione, Identità (nei loro rapporti con le ideologie imperialiste, omologanti e internazionaliste espresse dalla plutocrazia anglo americana e dal comunismo marxista o marxiano che dir si voglia).
Infine mi descriva le conseguenze letali a cui hanno condotto l’umanità intera (e si vede benissimo oggidì) codeste ideologie.
No ad Almirante perché razzista?
Non confondiamo.
V’è modo e modo nel parlare di razza. Difendere non significa discriminare. Difendere significa salvare le proprie radici storiche, sociali e di cultura, significa impedire che un popolo stravolga un altro, significa vivere dove si è nati e cresciuti, vivere come in famiglia (nel proprio luogo di natura, secondo le proprie abitudini, la propria identità, sentirsi a proprio agio, dove si è compresi e si comprende amandosi, aiutandosi). Non c’è esistenza più triste che quella di un popolo sradicato dalle sue origini, dalla sua tradizione e portato altrove o in esodo altrove. E ovvio che da ciò non può nascere che odio, violenza, incomprensioni devastanti. Se così non fosse, perché esistono determinate parole che esprimono determinati concetti: Patria, Nazione, Tradizione. La caratteristica di una popolo è il forte legame all’ambiente in cui si vive, alle costumanze: è cosmos (ordine) che riunisce gli intenti, accoglie l’armonia, espelle, rifiuta l’emarginazione del singolo. Non v’è posto per la solitudine, l’individualismo apolide, per l’angoscia dello spazio universale, ampliato, smisurato, desolato. Un popolo è comunità, è appartenenza, è come un cerchio sacro dove si è protetti da chi si conosce e si riconosce, dove tutto è sempre identico a se stesso e diverso da ciò che esiste altrove. Ogni comunità possiede una cultura, un patrimonio spirituale proveniente dagli antenati, un luogo determinato. Permane nella distinzione con altre. E poi: quale idea migliore c’è se non quella di aiutare un popolo lì dove si trova? Di qui l’ipocrisia pretestuosa nelle accuse di razzismo. Il Duce altrove ha portato soltanto benessere: ha portato benessere (non violenza e odio razziale o discriminatorio).
Dedichiamo una via al fondatore de “La Repubblica” per coerenza, onore e dignità (e non per viscido opportunismo).
Scalfari Eugenio (su “Roma Fascista”, nel 1942, quattro anni dopo le leggi razziali sparava a zero su tutti coloro che non condividevano “il nostro nazionalismo” e la “guerra rivoluzionaria”, dichiarò elogio al Duce e al Fascismo dicendo “gli imperi moderni quali noi li concepiamo sono fondati sul cardine e sulla difesa della razza).
MAI una via ad Almirante? Perché?
La differenza tra Almirante, Bocca, Scalfari e Leonilde Iotti?
E’ tutta nell’8 settembre: c’è chi è uomo per dignità e fedeltà e chi è un
omuncolo e scappa come una lepre.
Ad Almirante: mai.
Dedichiamo una via a Iotti Leonilde per dignità e fedeltà al Fascismo (e non
per viscido opportunismo)
Iotti Leonilde (politico comunista, Presidente della Camera, iscritta al PNF
dall’ottobre 1941 e, negli anni della guerra civile, insegnò presso l’ Istituto
Tecnico Agrario di Reggio Emilia, partecipò in divisa fascista alle riunioni
del Regime con foto e documenti a pag. 63 del libro “Compagno, dove sei?”,
suppllemento a “il Borghese” del 2 luglio 1992 n° 27, prima di essere l’amica
del “migliore”, al secolo Palmiro Togliatti, era nel 1942 una Giovane Italiana
della GIL o “Gioventù Italiana del Littorio” che, come tante altre, passò in
quell’anno al PNF o “Partito Nazionale Fascista” presso il Gruppo Rionale
Fascista “A. Maramotti” di Reggio Emilia con la tessera n°1105040 come risulta
dal certificato rilasciato il 20 marzo del 1943 il XXI dell’Era Fascista e dal
n° 206 Dicembre 2000 del periodico indipendente “Nuovo Fronte”, in un
documento, recentemente ritrovato dallo storico Roberto Gremmo, dichiara sotto
giuramento la propria adesione al PNF, in quanto si tratta di essere assunti in
qualità di insegnanti presso l’Istituto tecnico “A.Secchi” di Reggio Emilia,
all’epoca della sua adesione la futura comunista aveva ventuno anni, quindi un’
età perfettamente matura per esprimere consapevoli scelte politiche, scelte che
presto però cambiarono forse per ulteriori riflessioni ideologiche, esiste
oltre al documento ritrovato anche una fotografia che ritrae la stessa Jotti in
camicia nera in mezzo a molti gerarchi dell’epoca).
Ad Almirante: mai
Dedichiamo una via al fondatore de “La Repubblica” per coerenza, onore e
dignità (e non per viscido opportunismo).
Scalfari Eugenio (su “Roma Fascista”, nel 1942, quattro anni dopo le leggi
razziali sparava a zero su tutti coloro che non condividevano “il nostro
nazionalismo” e la “guerra rivoluzionaria”, dichiarò elogio al Duce e al
Fascismo dicendo “gli imperi moderni quali noi li concepiamo sono fondati sul
cardine e sulla difesa della razza).
C’è chi a Salò combatte una guerra già persa per fedeltà e onore e soprattutto
per difendere (rischiando la pelle) la sua Patria dal capitalismo plutocratico
americano e dal capitalismo sovietico di Stato (ancora più barbaro e feroce).
C’è chi a Salò salva intere famiglie di ebrei nascondendole all’alleato
nazista ed è accusato di razzismo per un articoletto: cioè parole e non fatti.
E c’è chi gira bandiera come il vento dell’oppotunismo consiglia e porta
altrove.
IL REATO DI APOLOGIA DEL FASCISMO ESISTE ANCORA E SI SPERA CHE ESISTERA’ PER SEMPRE.
CHI COMMETTE UN REATO VA PERSEGUITO.
CHI ESALTA O PROPAGANDA LE IDEE FASCISTE- come quelle della RSI- COMMETTE UN REATO.
CHI SI RENDE COMPLICE DI DIFFONDERE IDEE FASCISTE COMMETTE UN REATO,
DALLA OBBLIGATORIETA’ A PERSEGUIRE EVENTUALI REATI PENALI SI SPERA CHE CHI DI DOVERE, INTERVENGA SUBITO E SE IL SIG. AMMINISTRATORE RITIENE CHE QUALCHE INTERVENTO SU QUESTO BLOG POSSA FAR IPOTIZZARE UN REATO NON DEVE PUBBLICARE L’INTERVENTO SOSPETTO DI REATO ED INVIARE IL TUTTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA ED ALLA POLIZIA POSTALE CHE CONSEGUENTEMENTE DEVE OBBLIGATORIAMENTE INTERVENIRE PER QUANTO DI SUA COMPETENZA.
OGGI 17 MARZO FESTEGGIAMO L’UNITA D’ITALIA ED OGNUNO SI SCEGLIE I PROPRI RIFERIMENTI IDEOLOGICI. SE NAPOLITANO E’ UN PRESIDENTE MOLTO APPREZZATO NON POSSIAMO DIMENTICARE QUELLO CHE E’ STATO IL PIU’ AMATO DA TUTTI GLI ITALIANI: SANDRO PERTINI- UN SOCIALISTA IMMORTALE.altro che RIGURGITI almirantiani, che fanno solo male e generano odio.
A chi studia sui manualetti di terza media o, a bocca aperta, acchiappa quel che gli dettano i professorucoli di sinistra laureati con il 18 politico.
La sorte degli ebrei italiani
In ogni città vi furono esponenti e funzionari della RSI che si giocarono la vita per salvare gli ebrei. Valga per tutti la storia del Dott: Giovanni Palatucci, funzionario della Questura di Fiume durante la Repubblica Sociale Italiana. Alla vigilia della seconda guerra mondiale a Fiume vivevano circa 1.500 ebrei i quali, malgrado le “leggi razziali” del 1938, avevano continuato nella più assoluta tranquillità a svolgere le loro normali occupazioni senza subire restrizioni di sorta. Ma la situazione degli ebrei fiumani cambiò bruscamente dopo l’8 settembre, allorché, con la creazione del “Litorale adriatico” e con l’arrivo delle truppe germaniche di occupazione, si determinarono i presupposti per una violenta repressione. Ormai si profilava, in tutta la sua agghiacciante realtà, la deportazione in massa della comunità ebraica nei lager della Polonia.
Per evitare un simile provvedimento, le autorità repubblicane, spronate e sostenute continuamente dalle massime autorità della RSI, si organizzarono subito in difesa della comunità ebraica. Protagonista principale di questa difficile e delicata operazione di salvataggio fu il commissario capo di P.S. dottor Giovanni Palatucci che, per le sue funzioni ufficiali e la sua esatta conoscenza del problema ebraico giuliano in quanto era stato per diversi anni responsabile dell’Ufficio Stranieri della Questura, era la persona più indicata per opporsi con efficacia ai propositi delle SS.
Pertini era un partigiano ed ha partecipato attivamente non sono alle fucilazioni ma anche alla ignominia di Piazzale Loreto. La storia seria dice chi davvero furono i partigiani: agguati, delinquenti comuni assoldati dai cattocomunisti, torture e fucilazioni a donne e bambini.
Per Enzo Saldutti – Non so di quali delinquenti stai parlando. Hai una visione della storia rancorosa e piena di odio. Riguardo a Pertini, è vero, partecipò insieme agli altri alla decisione della Codanna a Morte del Duce, ma non approvò e si discostò nella maniera più assoluta allo scempio che poi seguì quella decisione. Ma chi dovevano assoldare quelli che tu chiami Cattocoministi? Tu forse dimentichi i trascorsi e i danni e gli omicidi del Fascismo, ma con il tuo livore non vai da nessuna parte. Ora siamo un’altra cosa, dobbiamo affidare ai nostri sentimenti civili il passato e non alimentare odio. Ogni tuo commento che va in questa direzione, non aiuta nessuno, spero sappia guardare le cose con il cuore e affrontarle con la mente.
ATTENTO ADMIN
ANCHE SE CERCHI CON I TUOI COMMENTI DI MEDIARE ED ATTUTIRE LE RESPONSABILITA’ DELLE DICHIARAZIONI DI CHI INVIA COMMENTI VARI SEI TU’ IL FILTRO E DEVI FARE ATTENZIONE.
LE DICHIARAZIONI DEL SIGNORE FASCISTA( battipagliese ?) DI CUI SOPRA SONO UNA CHIARA APOLOGIA DI REATO. SAREBBE OPPORTUNO CHIEDERE L’INTERVENTO DELLA POLIZIA POSTALE E NON PUBBLICARE QUESTE IDIOZIE COME IL DILEGGIO DELLA RESISTENZA, DEI PARTIGIANI E DI SANDRO PERTINI- E’ UNA PARTE DELL’APOLOGIA DEL FASCISMO CHE SCATURISCE DALLE FARNETICAZIONI DI CUI SOPRA.
ALTRO CHE COMMENTI SOFT. ATTENTO DEL MESE ABBIAMO ABBASSATO LA GUARDIA SULLE COLPE DELLA DESTRA STORICA E CI RITROVIAMO CON UN PAESE IN CUI BUONA PARTE DI EX-FASCISTI – E NON SOLO- GRIDANO MENO MALE CHE SILVIO C’E.INNEGGIAMO ALLA RIBVOLUZIONE DEI GELSOMINI CONTRO I DITTATORI DELL’EPOCA MODERNA E QUALCUNO RIMPIANGE MUSSOLINI ED HITLER. ATTENTO DEL MESE……………………..!!!!!!!!!!!
Per Attento Admin –
Il problema vero è proprio in quello che scrive Enzo Saldutti e quello che scrivi tu. Non cerco di mediare. Non condivido affatto ma non mi piace nemmeno come affronti tu un problema che nessuno vuole rendersene conto, è solo frutto delle nostre debolezze. I fantasmi non esistono eppure c’è chi li vede. Il Fascismo è in ognuno di noi quando si vuole prevaricare, sopprimere, forgiare, indirizzare, e non sono da meno le altre forme ideologiche che hanno fatto svanire il sogno dell’uguaglianza, riferita al colore della pelle, alle ideologie, alle classi sociali e a tutte le forme di partecipazione delle quali l’uomo ha bisogno.
Credo che invece un poco di attento interesse verso i movimenti di protesta, anche quelli più piccoli, cercando di capirne le ragioni, sarebbe il miglior modo, per evitare di correre rischi e precipitare in brutte avventure che l’umanità nel corso della storia ha conosciuto, per evitare precipizi e per evitare che proteste sane finiscano poi per essere guidate da uomini di merda che le sfruttano e le manipolano a loro piacimento solo per soddisfare i propri istinti bestiali e di presunta superiorità e le proprie fortune.
Secondo te perché è nato il fascismo? e perché il Comunismo? e perché è nata la Lega? se non per non aver saputo interpretare quelle proteste e quei sentimenti.
Mi rifiuto di pensare diversamente.
Riguardo poi a dove siamo capitati e al “meno male che Silvio c’é”. Purtroppo se c’è un corruttore, c’è anche chi si fa corrompere, ma la cosa ancora più grave è che c’è anche chi si mette in vendita impaziente di aspettare di essere corrotto e chi invece si offre e alla buon di Dio, tanto prima o poi riceverà qualcosa.
Quel Silvio li, si sconfiggerà solo quando si proporranno politiche vicine ai bisogni e alle aspettative dei più e non altro.
Il finimondo per un articoletto, il pelo nell’uovo per demolire Giorgio Almirante
L’unico modo per denigrare Almirante è quello di chiamarlo “razzista” per un articoletto: “parole” non “fatti”. Ovviamente non dicono che Almirante fu un giovane di fede e coraggio, volontario a Salò dove si poteva solo morire per una guerra già perduta in difesa strenua della tradizione patria. Come non dicono che proprio Almirante a Salò salva intere famiglie di ebrei nascondendole dove può. Un articolo come il quale ne furono scritti a gettito quotidiano anche da “fascisti” di comodo che dopo la guerra come per un incanto si ritrovarono rinnennegati e rinnegatori del loro passato in camicia nera. Un articoletto quindi, “parole” ma nessuna realtà. Vediamo ora quel che scrissero i voltagabbana, gli opportunisti, i verginelli. Fanfani Amintore (politico DC, partecipò, quale esaminatore, ai Littoriali e fu autore di testi di economia fascista, scriveva che era necessaria una politica razziale che sancisse la “separazione dei semiti dal gruppo demografico nazionale” poiché “per la potenza e il futuro della nazione gli italiani devono essere razzialmente puri”). Bocca Giorgio (giornalista addetto al CINEGUF di Cuneo, sostiene la propaganda razzista in Italia e sul giornale della Federazione Fascista di Cuneo ”sarà chiara a tutti, anche se ormai i non convinti sono pochi, la necessità ineluttabile di questa guerra, come ribellione dell’Europa ariana al tentativo ebraico di portarla in stato di schiavitù”, a 18 anni ottiene la tessera del PNF (Partito Nazionale Fascista), sottoscrive il Manifesto in difesa della razza italiana e, dopo l’8 settembre 1943, passa alla Resistenza). Scalfari Eugenio (su “Roma Fascista”, nel 1942, quattro anni dopo le leggi razziali, inveì contro tutti quelli che non condividevano “il nostro nazionalismo” e la “guerra rivoluzionaria”, dichiarò elogio al Duce e al Fascismo dicendo “gli imperi moderni quali noi li concepiamo sono basati sul cardine della razza). Moro Aldo (politico democristiano, partecipa ai Littoriali del 1935, iscrivendosi al corso “Per una rigenerazione fisiologica del nostro popolo” e a Palermo nel 1938 al Convegno Nazionale del PNF scrive su “Civiltà Fascista”, dichiara elogi al Duce e dice “la razza è l’elemento biologico il quale, creando particolari affinità, condiziona l’individuazione del settore particolare dell’esperienza sociale come primo elemento discriminativo della particolarità dello Stato”). Mi fermo qui, ma posso citare altri verginelli fascisti prima e antifascisti dopo.
Caro Admin: leggi attentamente.
In Italia vi sono già vie dedicate a Lenin.
Perché non dedichiamo una via a Stalin, a Tito e al comunismo che siede sopra le osssa di 95 milioni di vittime torturate e massacrare?
Admin: quandio parlo di “delinquenti” sto parlando dei partigiani o delinquenti comuni assoldati dai cattocomunisti per agguati e fucilazioni alle spalle.
Rileggi la storia con obiettività.
E vedrai che verginelli non furono: tra torture a donne e bambini, fucilazioni dopo processi sommari a ragazzini (di 15, 16 anni) volontari di Salò solo perché rei di combattere una guerra già persa per non consegnare l’Italia al capitalismo americano e al capitalismo di Stato sovietico (ancora più barbaro e feroce).
Per Enzo Saldutti –
La storia la conosco e la conosco anche bene. Ho letto quella “ufficiale”, che si studia nelle scuole e ho letto quella “alternativa” (concedimi questa licenza). Per quanto mi riguarda, non approvo e non faccio da sponda qualsiasi violenza, qualsiasi sopruso, qualsiasi limitazione delle libertà, ma la tua interpretazione è rivolta ad una storia di parte e di nicchia, ma contiene molto rancore e non aiuta a superare odi e risentimenti. Stai facendo una brutta operazione.
Le strade spesso vengono dedicate solo perché maggioranze stupide le impongono e ne siamo pieni. Dovremmo cancelalre quasi tutte quelle che si rifanno a personaggi che sono però nella storia e che si riferiscono al periodo storico del risorgimento italiano, partendo da Garibaldi, ma la Storia e quel sentimento di un popolo di sognatori come gli italiani, ci suggerisce di andare oltre.
Andare oltre e cogliere il meglio.
Dovresti fare anche tu questo esercizio, ti svuoterebbe il cuore di odio e di rancore.
PERSONAGGI CHE HANNO FATTO COMUNQUE LA STORIA
da il Giornale :
Se ne dovrà fare una ragione Francesco Saverio Borrelli e gli altri che giudicano inopportuna una via intitolata a Bettino Craxi. La storia metabolizza, la toponomastica passa sopra sentenze, giudizi storici e spesso ignora il buon senso. È vero che il leader socialista resta una figura che divide il Paese, ma ci sono personaggi sui quali pesa un giudizio storico unanimemente negativo, che hanno a loro nome una via. In Sicilia sopravvive una via Stalin, per la precisione a Raffadali, provincia di Agrigento (ne risulta un’altra solo a Surques in Francia). Si contano (fonte Google Maps) almeno dieci vie Che Guevara da Milano a Cosenza. Dalle parti di Pero (sempre Milano) sopravvive il mito sessantottino di Ho Chi Min, mentre i filocinesi d’Italia, per celebrare degnamente il Grande Timoniere, si devono spostare fino alla campagna di Vicenza che vanta una via Mao. Non si contano le strade intitolate alle scomparse Stalingrado e Unione sovietica. Resistono senza problemi quelle intitolate a Palmiro Togliatti. È un padre costituente, ma non si può dire che il suo nome metta tutti d’accordo. Citazioni storiche neutre? Sarà, ma colpisce l’assenza degli eretici del comunismo nostrano e internazionale. Appena un Bordiga e nessun Trotsky nel Paese del più grande Partito comunista d’occidente.
Ce n’è per tutti i gusti nelle mappe. A Villanova di Camposampiero, Padova, in mezzo ai campi coltivati, c’è una via Benito Mussolini. Resistono sette via Littorio, non si sa se nella versione romana o fascista. Sa invece di pacificazione storica digerita e metabolizzata un incrocio di Solferino, luogo di una delle battaglie chiave del Risorgimento: via Vittorio Emanuele II è attaccata a via Francesco Giuseppe. Ce n’è abbastanza per pensare che i nostri nipoti, tra cento anni, si incontreranno all’angolo tra largo Borrelli e via Craxi senza stupirsi più di tanto.
Caro ADMIN
ti stimo molto, ma credo che una precisazione te la devo.
NON PUOI METTERE SULLO STESSO PIANO TUTTI GLI …….ISMI.
TU NON PUOI DIMENTICARE CHE TUTTI SIAMO TENUTI AL RISPETTO DELLA LEGGE. E FINQUANDO LA LEGGE DICE CHE L’APOLOGIA DEL FASCIMO ( UNICO ….ISMO ILLEGALE) QUESTO REATO “SE COMMESSO” VA PERSEGUITO.CAPITO ?????
L’apologia del fascismo è un reato previsto dalla legge 20 giugno 1952, n. 645 (contenente “Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione”), Vuoi far finta di non capire?????
CHI VIENE A CONOSCENZA DI UN REATO E’ TENUTO A DENUNCIARLO.
IO NON SO SE QUELLE PAROLE SCRITTE NEI BLOG PRECEDENTI SONO O NO UNA APOLOGIA AL FASCIMO E QUINDI REATO.SE NE FOSSI CONVINTO AVREI IO FATTO LA DENUNCIA ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA: MA TU SE INDIVIDUI O PERCEPISCI UN POSSIBILE REATO SEI DOVUTO PER LEGGE E PER LA RESPONSABILITA’ CHE HAI COME RESPONSABILE DI QUESTO SPAZIO E DI QUESTA AGORA’ HA BLOCCARE IL TUTTO E DARE NOTIZIA ALLA POLIZIA POSTALE DI UN IPOTETICO REATO. SARA’ POI CHI DI DOVERE AD INTERVENIRE E VERIFICARE L’IPOTESI DI REATO.
SONO STATO UN POCO PIU’ CHIARO? IO CONTESTO LA TUA POSIZIONE AGNOSTICA DI CHI FA FINTA DI NIENTE E DI PARLARE D’ALTRO.
PERCHE’ E COME NASCONO I MOVIMENTI POLITICI E’ MATERIA DI STUDI STORICI E DELLE FACOLTA’ DI SCIENZE POLITICHE.Rifiutati di pensare diversamente è principio di democrazia sacrosanto, MA QUESTO NON HA NULLA A CHE VEDERE CON IL RISPETTO DELLA LEGGE A CUI TUTTI ED ANCHE TU, SIAMO TENUTI A RISPETTARE E DOVRESTI RICORDALO A QUALCHE “NOSTALGICO”.
Davvero non riesco a capire cosa voglia dire l’espresione “apologia di Fascismo” che circolava negli anni settanta quando l’invidiato Almirante in tutte le piazze d’Italia comiziava e, con la sua inimitabile classe oratoria, denunciava i crimini del comunismo internazionale (95 milioni di vittime torturate e massacrate) e quelli compiuti in Patria ai militanti missini assassinati o bruciati vivi come i fratelli Mattei. Si dovrebbe quindi parlare anche di “apologia del Comunismo”?
E si dovrebbe parlare anche di “apologia del sistema più corrotto e mafioso del dopoguerra o Democrazia Cristiana”?
In breve: dovrebbero essere arrestati tutti (nessuno escluso).
Un altro cretino luogo comune è quello di chiamare “fascista” ogni persona che “prevarica”, “impone”, “agisce con severità”, un docente che boccia chi non studia, un carabiniere o un poliziotto che ferma e arresta un drogato o un delinquente. Insomma: luoghi comuni, cretinate e ignoranza storica.
Ecco il punto: IGNORANZA STORICA.
Il Fascismo (in una definizione storicamente e scientificamente fondata) è un modello politico italiano che basa la sua dottrina social nazionale su 5 punti cardini:
1) difesa delle radici e delle identità nazionali contro ogni forma di cultura internazionalista e omologante;
2) anticapitalismo plutocratico di stampo americano o liberista;
3) anticapitalismo oligarchico di Stato o sovietico;
4) socializzazione delle imprese o partecipazione degli operai alla cogestione e all’equa distribuzione degli utili con abolizione del lavoro dipendente o salariato: gli operai sono al tempo stesso padroni responsabilizzati dell’azienda;
5) concezione spirituale della vita contro ogni forma di riduzione materialistica della vita e dell’uomo: a ciò per ovvia consegenza si aggiungono quei valori (onore, fedeltà, coraggio) enunciati negli anni della Repubblica Sociale Italiana cui aderirono anche giovani di 15 o 16 anni in una guerra già persa e con la morte in agguato per difendere la Patria dalle ingerenze straniere (onore, fedeltà, coraggio).
La dottrina fascista è riassunta nell’idealismo gentiliano e nei 18 punti del Manifesto di Verona o nel pensiero di Nicola Bombacci (uno dei fondatori del PCI e fucilato a Dongo insieme al Duce mentre gridava: viva il socialismo).
E questo non è nostalgismo: è nostalgia di grandi ideali in un mondo sempre più in preda al potere mercantilistico della grande finanza mondiale dove tutto (umanità compresa) è mercificata. Cioè: dove tutto (in nome del denaro) è proteso verso la malattia fisica e morale dell’uomo e del cosmo.
Caro Saldutti,
poichè tu conosci tutta la storia e non solo, ma la scrivi anche a tuo piacimento, tu te la canti e tu te la suoni, e lo fai in maniera ripetitiva, evitando gli inviti accorati che ti ho rivolto nei miei post, sarà difficile troverai interlocutori. Adesso proponiamo Almirante santo subito e così sei soddisfatto.
Gli errori politici che si commettono, vengono poi consegnati alla storia e la storia per quanto venga scritta dai vincitori, non riesce a controllare gli storici seri ed appassionati che certo non indicano ne MUssolini e ne talpoco Almirante tra i frati francescani, e non hanno scritto nemmeno Stalin e Lenin tra i padri barnabiti, quindi questo tuo livore osannante un periodo storico negativo per le nostra Nazione e per l’Europa, non trova nessuna giustificazione cercando di giustificarlo riproponendo altre schifezze che sono la negazione della civiltà e del vivere democratico di qualsiasi essere umano, per dire “anche gli altri lo hanno fatto quindi…”. Queste tesi non mi piacciono.
Riguardo all’apologia, purtroppo nessuno di noi è Socrate e le nostre apologie sono ridicole, quindi ti inviterei a desistere dalla tuo modo strabico di rappresentare la storia. Un altro approccio, critico, acuto, riflessivo e semmai anche di condanna e di apprezzamento solleciterebbe un dialogo molto più utile ed interessante più che battere e ribattere in maniera prevaricatrice una discussione tesa ad analizzare molte più ombre che luci e di cui ancora ascoltiamo le grida e di dolore e vediamo ancora le macchie di sangue. Su queste cose non mi piace prestare la mia persona nemmeno per un attimo.
Caro Admin,
se interpreti la storia a modo tuo: anche per te vale il “te la canti e te la suoni”. Giorgio Almirante non era un santo e men che meno lo era Mussolini.
Se citi frasi come “negazione del vivere democratico” dobbiamo necessariamente concludere che nemmeno la storia della Chiesa è immune da santità e benemerenze: pensa, a mò d’esempio, a quel che accadde al tempo della inquisizione e agli eretici al rogo.
E codeste sono, come dici, molto di più che “schifezze” se non diaboliche azioni immonde.
Altro che “ombre”: codeste sono “tenebre”.
Dalla “negazione del vivere democratico” non esce santificata nessuna ideologia o modus vivendi: né la storia delle antiche e attuali satrapie orientali né la storia romana né quella medievale né quella napoleonica né quelle dell’ultimo secolo (Stati Uniti e Unione Sovietica) né quella a noi più vicina (Repubblica nata dalla Resistenza caratterizzata dai partiti del cosiddetto “arco cstituzionale”, corrotti e collusi con la criminalità organizzata e tangentopoli è la dimostrazione della sua vera natura e del suo fallimento).
Dgli “eroi” partigiani: ti informa bene Gianpaolo Pansa.
Pian pianino conoscerai chi DAVVERO furono: se verginelli santi e immacolati o ben altro.
Ed ora il Fascismo.
Se ci soffermiamo alla faciloneria superficialotta dei manualetti di terza media, è ovvio che affiorano i termini “dittatura”, “negazione di libertà” e altri luoghi comuni del genere.
Se proseguiamo con approfondimenti storiografici seri e compiuti dal massimo studioso del Ventennio (Renzo De Felice), notiamo con sorpresa altre verità scomode e artatamente nascoste: una serie oltremodo numerosa di opere sociali in questa sede impossibili ad elencarle per motivi di tempo e di spazio.
E mi riferisco ad opere sociali ancora oggi esistenti e operanti: consulta, naviga su internet e troverai le sorprese a tal riguardo.
Lasciamo le opere sociali e passiamo ad altro.
Leggi razziali? Tutto storicamente rimasto sulla carta.
Il Fascismo è una cosa, il Nazismo tutt’altro.
Proseguimamo con la concezione economica del Fascismo.
Leggi e studia ad esempio la Carta del Carnaro, la Carta del Lavoro, i 18 punti del Manifesto di Verona tanto per capire un po’ cosa vuol dire “democrazia partecipativa”, “socializzazione delle imprese”, “difesa delle tradizioni patrie dalle ingerenze e dalla servitù allo straniero”: rifiuto assoluto e netto di ciò che davvero nega la democrazia in quanto tale (anticapitalismo liberista di stampo americano e anticapitalismo oligarchico o di Stato di stampo sovietico), superamento della perniciosa lotta di classe mediante la summenzionata partecipazione degli operai alla gestione e all’equa distribuzione degli utili.
E’ la famosa nonché originale TERZA VIA oltre il capitalismo e oltre il comunismo.
E’ l’idea originale del Fascismo e di un certo Nicola Bombacci (fondatore del PCI fucilato a Dongo insieme al Duce gridando: viva il socialismo).
Si aggiunga a ciò una concezione spirituale della vita che antepone al profitto i valori umani dell’onore, della fedeltà, dell’ordine, della dignità, della disciplina, di tutto ciò che nega il bruto materialismo.
E per comprendere questo aspetto del Fascismo è necessario studiare l’idealismo di Giovanni Gentile (uno dei massimi filosofi del Novecento, fondatore della Treccani, innocuo e docile docente universitario, molto scomodo culturalmente e pertanto vilmente assassinato dai comunisti).
Ed ora Almirante.
Giorgio Almirante era fascista durante il Fascismo e tale è rimasto fino alla morte: non come Eugenio Scalfari, Andreotti, Ingrao, Moro, Nilde Iotti, Bocca e tanti altri i quali lo furono fino all’8 settembre e poi non più e si sa perché.
Almirante non è un santo, ma semplicemente un uomo che non ha rinnegato e tradito per viscido opportunismo.
Aderì alla Repubblica Sociale dove poteva solo morire per fedeltà a una idea (giusta o sbagliata che fosse).
Cioè: un uomo che non si vende per un piatto di lenticchie, che rischia la pelle. Cioè: un uomo come pochi se ne trovano soprattutto oggidì.
Un uomo che per essere fedele fino alla morte non ha mai vissuto e conosciuto la libertà: né da giovane perché obbediva volentieri al credo severo del Fascismo né dopo la guerra allorché lo trattavano come un appestato proprio coloro che da giovani condividevano le sue idee.
Almirante era un uomo nel vero senso di questa parola.
A parte che è stato il più brillante oratore mai apparso su tutte le piazze d’Italia e appariva sul palco negli anni di piombo: non oggi in TV o a teatro.
E ciò significa: coraggio.
Caro Admin,
Questa non vuole essere minimamente un’apologia del fascismo, ma solo una nota puramente storica di fatti, leggi e riforme.
E’ stato fatto più in 20 di Fascismo che in 60 di Democrazia.
E la “vera democrazia” non è mai esistita se non quella in cui si dà al popolo l’illusione di essere sovrano (RIFLETTI SU QUESTA FRASE).
Ecco un elenco sintetico, schematico e dall’elenco sono escluse le numerose opere di costruzione come l’Eur di Roma, autostrade, porti, ferrovie, aeroporti, stadi sportivi (Torino, Bologna, Firenze, Bari e altri), la bonifica dell’agro pontino: in quei tempi e non “oggi” con i miliardi a disposizione solo per essere rubati. Tutte le città d’Italia sono stracolme di grandiosi e monumentali palazzi: informati dell’architettura fascista e di cosa è stato costruito da Milano a Palermo
OPERE SOCIALI e SANITARIE
1. Assicurazione invalidità e vecchiaia, R.D. 30 dicembre 1923, n. 3184
2. Assicurazione contro la disoccupazione, R.D. 30 dicembre 1926 n. 3158
3. Assistenza ospedaliera ai poveri R.D. 30 dicembre 1923 n. 2841
4. Tutela del lavoratore di donne e fanciulli R.D 26 aprile 1923 n. 653
5. Opera nazionale maternità ed infanzia (O.N.M.I.) R.D. 10 dicembre 1925 n. 2277
6. Assistenza illegittimi e abbandonati o esposti, R.D. 8 maggio 1925, n. 798
7. Assistenza obbligatoria contro la TBC, R.D. 27 ottobre 1927 n. 2055
8. Esenzione tributaria per le famiglie numerose R.D. 14 maggio 1928 n. 1312
9. Assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali, R.D. 13 maggio 1928 n. 928
10. Opera nazionale orfani di guerra, R.D.26 luglio 1929 n.1397
11. Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (I.N.P.S.), R.D. 4 ottobre 1935 n. 1827
12. Settimana lavorativa di 40 ore, R.D. 29 maggio 1937 n.1768
13. Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (I.N.A.I.L.), R.D. 23 marzo 1933, n. 264
14. Istituzione del sindacalismo integrale con l’unione delle rappresentanze sindacali dei datori di lavoro (Confindustria e Confagricoltura); 1923
15. Ente Comunale di Assistenza (E.C.A.), R.D. 3 giugno 1937, n. 817
16. Assegni familiari, R.D. 17 giugno 1937, n. 1048
17. I.N.A.M. (Istituto per l’Assistenza di malattia ai lavoratori), R.D. 11 gennaio 1943, n.138
18. Istituto Autonomo Case Popolari
19. Istituto Nazionale Case Impiegati Statali
20. Riforma della scuole “Gentile” del maggio 1923 (l’ultima era del 1859)
21. Opera Nazionale Dopolavoro (nel 1935 disponeva di 771 cinema, 1227 teatri, 2066 filodrammatiche, 2130 orchestre, 3787 bande, 1032 associazioni professionali e culturali, 6427 biblioteche, 994 scuole corali, 11159 sezioni sportive, 4427 di sport agonistico.). I comunisti la chiamarono “casa del popolo”
22. Guerra alla Mafia e alla Massoneria (vedi “Prefetto di ferro” Cesare Mori)
23. Carta del lavoro GIUSEPPE BOTTAI del 21 aprile 1927
24. Lotta contro l’analfabetismo: eravamo tra i primi in Europa, ma dal 1923 al 1936 siamo passati dai 3.981.000 a 5.187.000 alunni – studenti medi da 326.604 a 674.546 – universitari da 43.235 a 71.512
25. Fondò il doposcuola per il completamento degli alunni
26. Istituì l’educazione fisica obbligatoria nelle scuole
27. Abolizione della schiavitù in Etiopia 28. Lotta contro la malaria
29. Colonie marine, montane e solari
30. Refezione scolastica
31. Obbligo scolastico fino ai 14 anni
32. Scuole professionali
33. Magistratura del Lavoro
34. Carta della Scuola
L’ELENCO CONTINUERA’: dammi tempo.
E così capirai cosa vuol dire: IDEA SOCIAL NAZIOLE (Fascismo) e MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO (Almirante).
E capirai cosa vuol dire REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA o Repubblica di Salò.
SOLO e SOLTANTO OPERE SOCIALI e solo e soltanto NAZIONALI.
Per Saldutti-
C’è poco da capire, quello che è stato il Regime, e dico Regime fascista, lo sanno i nostri morti, e le nuove generazioni fortunatamente non hanno il “germe” dell’odio, a te invece è rimasto e ti pesa.
Tutti i regimi si comportano come si è comportato il Fascismo, Anche Saddam ha realizzato opere apprezzabili, riguardo alla lotta alla mafia, lasciamo stare, andava fatta ai suoi gerarchi in Sicilia, tanto che gli americani prima e dopo lo sbarco si allearono con i mafiosi, che nel frattempo si erano liberati della camicia nera e per non avere fastidi ne riabilitarono parecchi, molti altri in seguito si rifugiarono nei partiti che nel frattempo vinsero le elezioni e poi negli anni hanno governato la nazione e la Sicilia. Perchè la Mafia, non sta mai all’opposizione.
Se invece vogliamo dare uno sguardo ai nostri tempi, anche il nostro Silvio Nazionale ti fa un elenco lungo di opere e leggi che ha fatto e se vedi quello del sud, fa paura tanto è lungo, solo che noi non ce ne siamo nemmeno accorti. Il Silvio le leggi le fa ma hanno tutte l’intento di difendere o coprire o eludere qualche privilegio, misfatto, legge.
Risparmiami le tue “lezioni”, non mi interessano, mi interessa invece discutere di idee, di proposte, di opinioni e semmai commentare in maniera dialogante e non supponente. Per il resto non c’è regime che tenga quando si sopprimono le libertà di parola, di pensiero, di movimento. La libertà, quella di pensiero vale più di tutto l’oro del mondo e si apprezza solo quando no la si ha.
Carissimo ADMIN
Credo che hai capito con chi ti sei interconnesso e sulle sue “farneticazioni”.
Ritenevo e RITENGO che siamo difronte ad una IPOTESI DI REATO: APOLOGIA DEL FASCISMO( legge n. 645 / 1952).
Per non commettere anche tu il REATO DI OMISSA DENUNCIA ti invito a fare la DOVUTA segnalazione al COMMISSARIO DI P:S: on line.Il sito è sottoindicato.
http://www.commissariatodips.it/esperto/login.php?f=z&tipo=1&parent=10
E speraimo che interroppiamo questo SCEMPIO:
La realtà è una cosa, le favole sono un’altra.
Leggete tutto e non solo le solite cantilene: dittatura, leggi razziali (rimaste solo e soltanto sulla carta: noi diciamo FATTI non PAROLE).
Se poi nessuno vi toglie dalla testa quello che vi hanno dettato i professorucoli sessantottini laureati con il 18 politico: non è colpa mia.
E dico “professorucoli” perché nel Ventennio: al massimo si raggiungeva la quinta elementare. Perché la scuola era seria e severa e il suo Ministro era Giovanni Gentile (non uno qualunque).
Nessun reato configurabile. Il link indicato dall’utente di prima usatelo per le denunce serie.
Tratto da : http://it.wikisource.org/wiki/Sentenza_della_Corte_Costituzionale_74/1958
Come risulta dal contesto stesso della legge 1952… l’apologia del fascismo, per assumere carattere di reato, deve consistere non in una difesa elogiativa, ma in una esaltazione tale da poter condurre alla riorganizzazione del partito fascista. Ciò significa che deve essere considerata non già in sé e per sé, ma in rapporto a quella riorganizzazione, che è vietata dalla XII disposizione.
e ancora….
Chi esamini il testo dell’art. 5 della legge isolatamente dalle altre disposizioni, e si limiti a darne una interpretazione letterale, può essere indotto, come é accaduto alle autorità giudiziarie che hanno proposto la questione di legittimità costituzionale, a supporre che la norma denunziata preveda come fatto punibile qualunque parola o gesto, anche il più innocuo, che ricordi comunque il regime fascista e gli uomini che lo impersonarono ed esprima semplicemente il pensiero o il sentimento, eventualmente occasionale o transeunte, di un individuo, il quale indossi una camicia nera o intoni un canto o lanci un grido. Ma una simile interpretazione della norma NON si può ritenere conforme alla intenzione del legislatore, il quale, dichiarando espressamente di voler impedire la riorganizzazione del disciolto partito fascista, ha inteso vietare e punire non già una qualunque manifestazione del pensiero, tutelata dall’art. 21 della Costituzione, bensì quelle manifestazioni usuali del disciolto partito che, come si é detto prima, possono determinare il pericolo che si é voluto evitare.
Non mi sembra che qua qualcuno parlasse di ricostruire il partito fascista, si faceva solo un’analisi storica.
Quello che è stato il Fascismo lo sa Renzo De Felice di cui mi sono letto e straletto i suoi 12 volumi.
Per Saldutti –
Succede che stai esagerando con le tue esaltazioni del Fascismo.
Leggo sempre tutti i post e poi li approvo se ritengo di approvarli, come ho fatto con te, anche se sono lunghissimi e ripetitivi e ritengo non siano approvabili essendo chiare le tue intenzioni non di dibattere sulla strada ma di fare apologia del fascismo.
Non sono affatto un paladino della democrazia, semmai sono un democratico. La tua è supponenza e la vuoi spacciare per verità anche se leggi la Bibbia troverai lo spunto per metterci Almirante e le tue idee, che non puoi pretendere che gli altri le debbano condividere e non puoi costringere allo stesso modo a portare avanti una discussione in eterno. Hai letto De Felice? Hai fatto bene, hai tratto da De Felice quello che ti conviene? hai fatto meglio, ma purtroppo per te la nostra repubblica pone le sue basi sull’antifascismo e nessuno ha intenzione di metterla in discussione.
Se vuoi propagandare la dottrina sociale fallo su un altro sito, oppure fatti un blog e avrai sicuramente tra i visitatori quelli che la pensano come te e vi potete scambiare tutte le opinioni in privato, ma se lo fate in pubblico correte qualche serio rischio di essere denunciati, e stai tranquillo non troverai tra i tuoi difensori i La Russa o quelli come lui che mangiano liberismo dal lunedì al Sabato e la domenica bandiscono la tavola con la svastica e mettono candelabri con le effigielittorie, ma troverai sicuramente me o altri come me convinti che tutti debbano esprimere le proprie idee senza per questo imporle o creare condizioni di prevaricazione o di intimidazioni.
Non mi sottraggo affatto a qualsiasi discussione ma non mi interessa promuovere le tue idee e non mi piace nemmeno come le esponi, e poi il tono che usi è minaccioso e a me non piace.
Ritornando ai discorsi terreni i post riguardavano una discussione su di una proposta di intitolare una strada a Giorgio Almirante nella Città di Battipaglia, e raccogliere motivazioni favorevoli o contrarie, non parlare e disquisire o peggio ancora propagandare la dottrina Fascista. Quindi qualsiasi altro post non attinente la discussione non sarà approvato.
Ecco i paladini della democrazia e della libertà.
I moderatori che non pubblicano i commenti che a loro non conviene.
Che succede?
La VERITA’ BRUCIA?
Caro Admin,
io verso di te personalmente non ho mai espresso opinioni personali.
Parlo delle mie idee politiche e non affermo nulla di nulla riguardo a te.
Sei tu: permaloso ed enunci giudizi su di me (rancore, odio, risentimento).
Poi quell’atro tuo caro che offende dicendo usando la grave parola “farneticazioni” e minacciando denunce. Ma che vuole denuciare: le opinioni politiche?
Ma dove siamo in Russia? In Bulgaria? Sotto il Regime di Tito?
Che denuncia costui: i reati di opinione?
Rispondete piuttosto sugli argomenti in maniera precisa, rigorosa, puntuale senza divagare su altro: da dove è uscito La Russa?
Che si debba dedicare una via ad Almirante è opinabile secondo voi.
E’ onorabile secondo me: perché uomini come Lui (per intelligenza, fascino, coraggio, onore, coerenza, fedeltà, dignità, onestà, classe oratoria, stipendio da parlamentare riversato in gran parte al Movimento Sociale Italiano, al Partito della Patria che ha difeso in trincea e non in poltrona, fedele ad una idea senza mutamenti opportunistici, vilipeso ed emarginato da ex fascisti diventati parlamentarri democristiani e comunisti, mai conoscendo la libertà di esprimersi nei comizi interrotti da violente guerriglie, persona senza cedimenti morali e compromessi sottobanco come fanno i trasformisti che mutano idee ogni 5 minuti) NE ESISTONO POCHI in questa ITALIA dove si vendono e si comprano a destra e a sinistra.
Per saldutti –
Le tue opinioni, anche se non le condivido, le rispetto. Allo stesso modo i giudizi che hai su Almirante. Riguardo a me, ti assicuro non sono permaloso, sono solo rispettoso e spesso proprio per come e quanto lo sono posso essere anche frainteso.
Trovo che sia così difficile discutere e confrontarsi su questi temi, proprio perché evidentemente non si è fatto abbastanza luce, riguardo a quel periodo storico e ad altri, senza escludere quello della Unità d’Italia, ma pur criticando quella che io chiamo un’operazione a tavolino condotta dai burattinai del tempo, non mi sogno mica di mettere in discussione l’Unità della Nazione.
Se andiamo alla ricerca di responsabilità e andiamo a scavare a ritroso, finiamo inevitabilmente ad Adamo ed Eva e poi? cosa facciamo ritorniamo indietro? La storia stratifica e compie processi di integrazione ma guai a voler prendere in esame un preciso periodo ignorando quelli precedenti e quelli successivi.
Non ho nulla contro di te, e perché dovrei. Non sono uno storico, ma conosco la storia e ne faccio l’uso che più mi è congeniale. A me piace solo rappresentare la realtà, commentare gli avvenimenti, esprimere opinioni, offrire spazi di discussione, ma non è vangelo quello che scrivo e non pretendo sia un esercizio da imporre a quanti visitano il mio sito.
Se è tra i più letti della regione, mi fa piacere, vuol dire che in qualche modo mi avvicino all’obiettivo che mi sono prefissato, ecco perché non mi piace che altri, sia pure involontariamente o magari trascinati dalla passione per le proprie idee, giuste o sbagliate che siano, lo facciano.
FINALMENTE. FINALMENTE SEI STATO CHIARO ADMIN.
RELATIVAMENTE AL POST:Apologia del Fascismo- Tranquillo ADIMN , IN CUI L’AUTORE- DICHIARA CHE NON VI SONO GLI ESTREMI DEL REATO DI APOLOGIA DEL FASCISMO, IN QUANTO NON SI PROPAGANDA LA RICOSTITUZIONE DEL DISCIOLTO PNF, SI RICORDA CHE SI E’ PARLATO NON DUI REATO , MA DI IPOTESI DI REATO.
A NOI CITTADINI NON SPETTA DI FARE I GIUDICI E DECIDERE SE ESISTE O NON UN REATO, MA DENUNCIARE, DENUNCIARE ED ANCORA DENUNCIARE QUALUNQUE IPOTESI, RIPETO IPOTESI DI REATO. A NOSTRO GIUDIZIO, LE ELUCUBRAZIONE DEL SIG. DI CUI SOPRA, SONO ESATTAMENTE LE IDEE POSTE ALLA BASE DEL PNF E QUINDI APOLOGIA DELLE FASCISMO- SE VERA QUESTA IPOTESI TRATTASI DI IPOTESI DI REATO.
SPETTA PERCIO’ A CHI DI DOVERE INDAGARE SE L’IPOTESI E’ DI FATTO UN REATO.
COMUNQUE SPERIAMO CHE QUESTA BRUTTA FACCENDA FINISCA QUI.
BRAVO DEL MESE PER LA DETERMINAZIONE E CHIAREZZA …………ATTENTO PERO’ NON ABBASSARE LA GUARDIA ANCHE PER IL FUTURO E ……….BUON LAVORO
Per Attento Admin-
Il mio è un sito di libertà, è giusto dare spazio ad idee e pensieri diversi, ma non bisogna esagerare in entrambi i casi. La nostra democrazia ormai è consolidata, è solida, non può temere niente che ci riporti nel buio. Ma bisogna stare attenti anche ad evitare di confinare chi la pensa in maniera diametralmente opposta alla nostra e possiamo magari vedere in quello un pericolo. Bisogna essere pazienti e cercare di ragionare con il dovuto rispetto, esigendo allo spesso modo rispetto.
Esprimo la seguente opinione con molta serenità e senza odio e rancori.
E se è reato la ricostituzione del PARTITO NAZIONALE FASCISTA che cosa è quella
el PARTITO COMUNISTA?
Quanto a CRIMINI, BARBARIE e FEROCIA non v’è proprio paragone.
E di queste ignobili barbarie sono colpevoli anche i verginelli PARTIGIANI.
Il fatto è che a dichiarare fuori legge il FASCISMO sono i COMUNISTI STESSI
che alleati con i DEMOCRISTIANI hanno firmato la COSTITUZIONE.
Trattasi quindi di disposizioni legislative FAZIOSE, IPOCRITE, CONTRADDITTORIE
e chiaramente CRETINE visto che oltretutto a scriverle sono stati addirittura
ex fascisti opportunisti e trasformisti dopo l’8 settembre.
x VINCENZO
Come volevasi dimostrare l’odio e la faziosità è ancora patrimonio di qualche nostalgico. Diceva un vecchio detto che la mamma dei cretini è sempre incinta.
L’APOLOGIA DEL FASCISMO E’ CONDANNATO DA UNA LEGGE DELLO STATO ITALIANO CHE VA RISPETTATA DA TUTTI.TUTTI ANCHE DA VINCENZO CHE CERTAMENTE PUO’ CRITICARLA, NON CONDIVIDERLA, MA LA DEVE RISPETTARE-come tutti- SE NON VUOL COMMETTERE UN REATO E PER TALE REATO PERSEGUITO. E CHIARO STU’ FATTO ??ùIN ITALIA NON ESISTE UNA LEGGE CHE CONDANNA L’APOLOGIA DEL COMUNISMO O UN REATO PER LA RICOSTITUZIONE DEL PCI CHE NON ESISTE PIU’ PER AUTOESTINZIONE E NON PER LEGGE.COSA DIVERSA PER IL PARTITO NAZIONALE FASCISTA.
LA CONDANNA DEL COMUNISMO E’ STATA DATA DALLA STORIA.
MA NON ESISTE IL REATO. E’ CHIARA LA DIFFERENZA ? E’ CHIARO CHE NON SONO PARAGONABILI I NOSTALGICI DI MUSSOLINI ED I NOSTALGICI DI TOGLIATTI ?? ED ORA PER FAVORE BASTA !!!!!!!
Tante vie dedicate a Togliatti Palmiro che era sempre a Mosca (informatevi) a prendere ordini e denaro.
Mentre Almirante era un sanguinario dei campi di concentramento nazisti: tanto è vero che lo votava anche Borsellino (informatevi) e chissà perché.
Uomo di grandi idee, onore, fedeltà, dignità, coraggio.
Giorgio Almirante: figlio d’arte, figlio del regista di Eleonora Duse. Nato a Salsomaggiore nel 1914, a Torino conseguì la licenza liceale e alla Sapienza di Roma il dottorato in Lettere Classiche. Fu giornalista e redattore capo del quotidiano romano “Il Tevere”. Partecipò alla seconda guerra mondiale sul fronte nord africano come tenente di fanteria e fu decorato con la croce di guerra al valor militare. Dopo l’8 settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale Italiana e fu segretario personale di Fernando Mezzasoma. Ingiustamente accusato di razzismo per un articoletto (parole) scritto da giovane, salvò dai nazisti un’intera famiglia di ebrei nascondendola dove poté: questo è un “fatto”. Dall’aprile del 1945 al settembre del 1946 fu latitante per sfuggire alle persecuzioni dei CLN e per vivere fece anche il venditore ambulante. Con alcuni reduci fondò nel 1946 il Movimento Sociale Italiano e ne fu il primo segretario nazionale. Fu eletto deputato nel 1948 e da allora lasciò al Partito il suo guadagno come lasciò quel che ereditava anche personalmente. Al contrario di tanti miserabili (per viscido opportunismo: fascisti e razzisti nel Ventennio e d’incanto rinnegatori appena scoccato l’8 settembre), quel giovane che rifiutò la droga badogliana, che rifiutò la droga partigiana, quel ragazzo coraggiosamente volontario a Salò dove, con il nemico di fronte e il traditore alle spalle, poteva solo morire per fedeltà a un’idea, a una grande idea (non consegnare mai la Patria Italiana al capitalismo plutocratico d’oltreoceano e alla barbarie comunista, a quel materialismo bruto o capitalismo oligarchico di Stato ancor più feroce) seguì una concezione spirituale della vita e la socializzazione delle imprese in economia (cogestione e partecipazione degli operai agli utili).
per sopraggiunte questioni e problemi molto…molto delicati, chiedo cortesemente all’amministratore di eliminare tutti i miei commenti;
grazie mille e cordiali saluti;
Enzo Saldutti