Il PD censura la “brutta” giostra dell’Amministrazione Conte e la revoca immediata delle deleghe affidate a Maratea e le dimissioni dalla carica.
POLITICAdeMENTE
EBOLI – La vicenda che riguarda il consigliere Maratea, appresa solo poche ore fa dalla stampa, è solo l’ultima prova dell’inadeguatezza, dell’inconsistente spessore e del falso moralismo degli esponenti dell’Amministrazione Conte. – si legge in una nota stampa del Coordinamento cittadino del Partito Democratico – “Fermiamo la giostra”, “Chiudiamo i rubinetti” sono molto di più che innocue battute, come vorrebbe far credere il Consigliere che le ha impudicamente pronunciate. In quelle velate minacce si svela, a quei pochi che non lo avessero ancora inteso, quale sia il modus operandi di questa maggioranza e quale la loro doppia morale. In cerca di uno straccio di visibilità, in preda all’ambizione di poter vedere il proprio nome nell’elenco dei benefattori, nei pochi secondi utilizzati per inviare un imbarazzante audio, si dimentica la retorica replicata all’infinito, dai palchi della campagna elettorale all’aula consiliare, dell’etica come principio informatore di ogni azione, della legalità come presidio di ogni scelta e del “Noi siamo altra cosa”.
Quelle brutte frasi smentiscono, senza possibilità di replica, tutte le bugie dette e fanno cadere le maschere tanto goffamente indossate. È grave trattare, o millantare, che i fondi pubblici possano essere erogati per graziosa concessione di un amministratore, per assecondare o meno i suoi capricci e la sua sete di consenso, alla stregua di una “giostra” o di un “rubinetto” privato e a uso personale. È ancor più grave che questo modo vetusto di intendere – e di avvilire – la politica appartenga ai più giovani tra gli amministratori, deludenti e fasulli profeti del cambiamento, e, quasi paradossalmente, a danno proprio di altri coetanei che si avvicinano alla vita pubblica ambendo a dare il proprio contributo, in termini di partecipazione, energia e innovazione, attraverso i Forum dedicati.
Del resto, poche settimane sono trascorse dall’altrettanto infelice, e altrettanto carica di un discusso retropensiero, espressione utilizzata dall’assessora alle Politiche sociali circa il fatto che dell’avviso per i Centri estivi – i cui fondi giacevano indimenticati da mesi, penalizzando i bambini e le loro famiglie – chi doveva sapere aveva già saputo, pur in assenza di pubblicazione. Parole diverse ma, in fondo, ispirate dalla stessa mercanzia della cosa pubblica.
Qualche mese in più, poi, è trascorso, sempre a danno dei cittadini più giovani, da quando si chiudeva una scuola assicurando una migliore offerta formativa ai bambini, destinando loro spazi angusti nei quali, a tre mesi dall’inizio della scuola, i piccoli alunni non possono neanche svolgere le ore di educazione motoria, materia curriculare, oltre che espressione di un diritto ormai costituzionalmente garantito come quello allo sport. Disagi peraltro arricchiti dalla presenza intermittente dei vigili a presidio di una sicurezza, anch’essa precaria ed intermittente. Come la mensa scolastica, secondo un brutto e ripetuto copione: in ritardo, funzionante a giorni alterni, e soprattutto, in dispregio dei proclami, ripristinata con le stesse identiche modalità pregresse.
Due anni, invece, sono passati, da quando il Sindaco, in campagna elettorale, sui palchi di Santa Cecilia gridava fiero “Noi abbiamo Vito Maratea!”. Ora, anche a fronte dei mancati obiettivi in settori tanto delicati quanto impattanti in maniera diretta ed immediata sulle categorie più vulnerabili della nostra comunità, è evidente che il Sindaco abbia ben poco di cui essere fiero. Accanto ai finanziamenti per le persone con disabilità persi e da restituire, a quelli destinati alle attività socio-educative gestiti con imperdonabile ritardo e non valorizzati rispetto agli scopi istituzionali da perseguire, al fallimento rappresentato dalla mensa scolastica, alla perdita del Servizio Civile, alla diminuzione della qualità dell’offerta formativa seguita alla chiusura delle scuole, ci sono le parole dette, ai limiti della liceità, e incontrovertibilmente segno di una decadenza morale e politica.
Del resto è, notoriamente, un circolo vizioso: chi pensa male, parla male e agisce ancor peggio.
Per le brevi considerazioni qui espresse, riteniamo pertanto importante censurare pubblicamente messaggi tanto dannosi come quelli veicolati dal Consigliere Maratea, aspettandoci dal Sindaco, insieme alle rassicurazioni sui fondi utili alle attività del Forum dei Giovani, la revoca immediata delle deleghe affidategli e dal Consigliere le dimissioni dalla carica.
Solo così, forse, potrà fermarsi, o quanto meno rallentare, la brutta e dannosa giostra che stanno offrendo alla Città, restituendo un po’ di speranza a tutti, giovani e non.
Eboli, 7 dicembre 2023