di Antonio Manzo per POLITICAdeMENTE
SALERNO – Di seguito proponiano l’articolo pubblicato da “Le Cronache” diretto da Tommaso D’Angelo, scritto da Antonio Manzo uno dei più bravi giornalisti delle nostre terre: Inviato speciale; Quirinalista, Direttore di Giornale; Tutte esperienze che hanno arricchito il suo bagaglio professionale e aperto spiragli di luce su fatti di cronaca e delicate inchieste, che hanno offrerto ai lettori la verità dei fatti attraverso cronache lucide, commenti sagaci, opinioni intelligenti ed illuminante.
Lo ripubblichiamo su POLITICAdeMENTE per il valore e l’attualità che rappresenta e per offrire un ulteriore contributo divulgativo, dando merito ad Antonio Manzo che lo ha proposto, all’autore del Libro Alessandro Barbano che oggi si presenta a Roma e ad Direttore di Cronache Tommaso D’Angelo che lo ha pubblicato sul suo giornale.
Un articolo che ricorda come la presentazione del libro di Alessandro Barbano “La Gogna” di oggi a Roma coincide con il dibattito che attraversa il nostro Paese sulla “Politicizzazione della Magistratura“, una circostanza che inevitabilmente mette sotto accusa l’Ordinamento giudiziario, fondamentale nella sua autonomia per uno Stato Democratico, fino a minare inevitabilmente l’autonomia stessa. Una strada pericolosa che offre il fianco a chi altro non aspetta che scompigliare le carte, mettere un bavaglio e ridurre all’obbedienza l’intera Magistratura, rafforzando quell’idea pericolosa che vuole una magistratura non autonoma ma ubbidiente e soprattutto che non sia un’ostacolo all’arroganza politica incombente.
Buona lettura.
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È un metodo investigativo che non va più di moda per pubblici ministeri-poliziotti, corrotti dalla ricerca della notorietà professionale-personale prim’ancora che dallo spirito di ricerca della prova processuale.
Non vale più la confessione dell’imputato indotta e provocata dalla promessa del beneficio della libertà perché l’incubo della gogna giudiziaria porta inevitabilmente i processi in piazza. Quindi è inutile contrattare confessione e libertà nell’inferno di una cella perché frasi ad effetto registrate dalle intercettazioni divulgate ad arte dagli stessi inquisitori possono indurre alla confessione prima di un giusto processo. E non, come chiedeva un illuminato filosofo e giurista di impronta liberale, come Jeremy Bentham, perché i processi dovessero esser fatti in pubblico, ma perché oggi è impossibile con la gogna giudiziaria, celebrarli lontani dalla piazza come chiedeva profeticamente Bentham.
Sarà pure un caso del destino vendicativo nella realtà che proprio in queste ore si discute di politicizzazione della magistratura mentre infuria l’ennesima tempesta sui rapporti politica-giustizia. Ma fatto è che proprio oggi sarà presentato al Maxxi di Roma il libro “La gogna” di Alessandro Barbano sugli abusi della giustizia nel caso Palamara. Parteciperanno l’autore insieme a Sabino Cassese, Paolo Mieli, Enrico Mentana, Flavia Perina e Giandomenico Caiazza.
Al centro dell’ennesimo libro inchiesta sulla magistratura italiana, nel libro di Alessandro Barbano c’è la hall dell’hotel Champagne di Roma dove nel maggio del 2019 un gruppo di politici e magistrati discutevano con la logica degna erede di un “manuale Cencelli” come lottizzare tra le correnti dell’associazione magistrati i posti di capi delle procure della Repubblica a partire da quella presuntamente snebbiata della procura di Roma. Il caso Palamara gestito dall’informazione come una sentenza di condanna già fatta con scampoli di intercettazioni, perfino con il trojan, non portò ad una ineludibile riforma del Consiglio Superiore della magistratura senza dare seguito alle parole molto forti del Presidente Mattarella nei confronti dello scandalo Palamara soprattutto per evitare che la lottizzazione correntizia delle procure, ad esempio, accentuasse le stesse procure come un potere indipendente della stessa magistratura.
Il libro di Alessandro Barbano rilancia il dibattito sui meccanismi di governo del Csm, organo di autogoverno della magistratura, ma spesso il dettato costituzionale interpretato e rappresentato come un “corpo separato” da ogni legge.
Eppure la storia dell’Anm non si è chiusa con lo squilibrio offerto dal caso Palamara. Basti ricordare come l’Anm sia stata governata negli anni da magistrati giudicante (e non pubblici ministeri) come Sandro Criscuolo, Raffaele Bertoni, Nino Abate ed Elena Paciotti tutt’altro che teneri o sottomessi al potere politico.
Alessandro Barbano costringe la politica a rappresentarsi ed agire come garanzia costituzionale dei diritti di ogni cittadino a partire da quello dell’attuazione del principio di non colpevolezza (articolo 27 della Costituzione) cambiando o recidendo tutti gli strumenti invasivi della libertà e della dignità umana, a cominciare dall’effetto devastante dell’utilizzo delle intercettazioni telefoniche. Anche per non essere inseguti, nella nostra democrazia, dai tribunali di Babele come acutamente osservò qualche anno fa Sabino Cassese.
LA GOGNA di Alessandro Barbano
Dall’autore de L’inganno, come il regime delle intercettazioni distrugge vite e sovverte le regole del potere.
L’Italia è una Repubblica fondata sull’equivoco di parole captate male, trascritte e interpretate peggio. Una serrata indagine sulla più clamorosa violazione del segreto istruttorio rimette in discussione le versioni ufficiali sul caso Palamara, apre piste mai battute, racconta la ragnatela investigativa che soffoca il sistema della giustizia italiana. «La violazione delle regole processuali, le fughe di notizie, la discrezionalità tradotta in arbitrio mostrano come la dialettica interna al potere giudiziario del Paese stia slittando verso una guerra civile.»
Salerno, 5 dicembre 2023