E di fatto il Governo Meloni. “commissaria” il SUD e le iniziative Industriali del Mezzogiorno d’Italia.
Il Presidente del Consorzio Industriale ASI di Salerno e della FICEI Antonio Visconti commentando il “DL Sud”: “Il Sud? Per questo Governo non esiste. Zes unica? Follia immaginare centralizzazione delle funzioni a Roma”.
POLITICAdeMENTE
SALERNO – Il Mezzogiorno è sotto tutela, il Governo di fatto, per 10 anni lo Commissaria, e decorrere dal 1 gennaio 2024, va in “funzione” la nuova Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno, la cosiddetta “ZES unica“, comprendente i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna, che sostituira’ le attuali otto Zone economiche speciali istituite nei territori del Mezzogiorno. Lo spiega Palazzo Chigi nella nota che è stata diffusa al termine del Consiglio dei Ministri.
E di fatto il Governo Meloni “commissaria” il SUD e le iniziative Industriali del Mezzogiorno d’Italia.
Infatti, con il Decreto Legge Sud, il Governo introduce un nuovo sistema di governance della ZES UNICA, confermando quanto già ci si aspettava dalle indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi, ma già manifestate nei mesi scorsi, nel silenzio assordante dei rappresentanti parlamentari del SUD, proni a qualsiasi “ordine” di scuderia e subdolamente sordi, ciechi e muti. È stata istituita una Cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la quale sono attribuite tutte le funzioni: indirizzo, coordinamento, vigilanza e monitoraggio della ZES unica; prevedendo altresì l’istituzione di una nuova Struttura di missione presso la PCM; che si occuperà di ridefinire gli adempimenti procedurali.
La Zes unica al Sud sarà un “esperimento”, ovviamente alle spese del Sud e dell’imprenditoria del Sud, un esperimento della durata di 10 anni (dal 2024 al 2034) e per questo è previso lo stanziamento di 80 milioni di euro per la Struttura di missione. Al contrario invece, sebbene “l’esperimento” duri 10 anni, per le misure vere e proprie (agevolazioni e crediti fiscali) finora sono stati individuati finanziamenti solo per i primi tre anni 4.5 miliardi (1.5 miliardi e mezzo all’anno) praticamente poco più di 150 milioni per le singole 8 ex ZES, una vera miseria che non garantirà nemmeno il finanziamento delle recinzioni, figuriamoci un capannone. Ogni tre anni, poi, si stenderà un piano strategico con le linee principali da seguire, forse è meglio dire che si stenderà un velo pietoso su un fallimento preannunciato. Queste, così come tutte le altre informazioni principali per capire come sfruttare concretamente i vantaggi della Zes, ma ovviamente, non così come erano stati previsti al momento della loro istituzione, saranno pubblicate su un portale web appositamente dedicato.
Insomma, continuano le rapine nei confronti del Sud, come i 20 miliardi dei fondi europei gia per l’80% cantierizzati e in corso di esecuzione, redistribuiti, guarda caso al Nord. “Rapinatori” seriali come i “Sabaudi” o solo furbi e rapaci politici che fanno gli interessi di pochi? Lasciamo che gli elettori se ne rendano conto, se arriveranno tutti vivi anche se in miseria al prossimo appuntamento elettorale per attribuire loro una sonora batosta elettorale, sperandi che qualche Procura apri una indagine e assicuri qualche furbacchione alle patrie galere.
Intanto, dopo le vibrate proteste del Governatore della Campania Vincenzo De Luca che sottolinea quella che sarà una struttura pachidermica che esautora comunque le realtà locali e che sarà sovraffollata di progetti che tra l’altro, viste le esigue somme indicate, non promette niente di buono se non un futuro fallimento, una occasione in piu persa per il Mezzogiorno.
E dopo quelle di De Luca giungono anche le perplessità del Presidente del Consorzio Industriale ASI di Salerno e della FICEI Antonio Visconti che a commento del “DL Sud” ha aggiunto: “Il Sud? Per questo Governo non esiste”.
“Ci sono delle evidenti discrepanze in questo decreto. Bene l’estensione delle agevolazioni a tutte le imprese sia amministrative che fiscali, male la revoca dello sgravio Ires che obbligava le imprese a mantenere gli investimenti per 10 anni garantendo i livelli occupazionali, malissimo la centralizzazione delle funzioni a Roma. Siamo ai limiti dell’assurdo! Immaginare una tecnostruttura romana che possa garantire l’evasione di migliaia di richieste di insediamento e la gestione di miliardi di euro di cantieri complessi in 8 regioni è follia pura. – conclude il Presidente Antonio Visconti – Occorre correre ai ripari per garantire una governance territoriale”.
Salerno, 8 settembre 2023