I 18 professionisti impiegati nella Coop Esculapio attendono ancora le loro spettanze da quel che resta del Piano di Zona S3 ex S5
S.O.S Politiche Sociali: Fondi per abbattimento barriere architettoniche fermi dal 2017, Reddito di Cittadinanza decurtato o eliminato per molti concittadini, Azienda speciale (A.S.S.I.) ferma al palo con in capo l’interruzione di pubblico servizio. E aggiungendo gli espropri delle “grandi opere”, si prospetta un autunno rovente per l’amministrazione.
EBOLI – Terzo Ferragosto “al freddo”, ma è diventata un’abitudine consolidata nelle classiche “feste comandate”, per i 18 dipendenti della Cooperativa Esculapio che dal 16 giugno 2020 fino al 2021, specificatamente al 31 marzo, hanno svolto presso gli uffici del piano di zona siti in via Umberto Nobile, l’attività di consulenza per il programma S.I.A. Essi per colpa della perenne burocrazia borbonica mai desueta e di un rimpallo specioso di responsabilità tra la dirigenza della Coop sociale e la dirigente delle Politiche Sociali sulla gestione del programma stesso (stesura del Programma Sociale), dopo gli arresti dell’ex primo cittadino nell’ottobre 2020 questi lavoratori intellettuali, che hanno la colpa di essere stati occupati nel corso della gestione che si richiamava all’Amministrazione Cariello, si sono trovati senza lavoro e nessuna clausola di salvaguardia e dunque senza poter essere assorbiti in altre programmazioni delle politiche sociali, né tantomeno hanno percepito gli ultimi sei mesi di stipendio loro spettanti, accontentandosi della Naspi o della Cig.
Da qui ne è nata un’annosa diatriba giudiziaria, una vertenza giuslavoristica vera e propria tra la cooperativa napoletana ed il Comune di Eboli nelle vesti di comune capofila; invero i dipendenti avrebbero potuto agire direttamente nei confronti del datore di lavoro ma ben consci della sua temporanea insolvenza hanno preferito aspettare, desistendo viepiù dall’opportunità sancita dal codice di procedura civile medesimo, di agire verso Il debitore del debitore, ovvero l’ente comunale capofila dell’ex piano di zona S3 ex S5. Gli articoli in proposito editati da questo sito sono tanti nel corso degli ultimi tormentati anni, ed è facile farne una ricerca esaustiva per i nostri lettori: https://www.massimo.delmese.net/?s=pdz+s3 ma sul tavolo rimangono ancora i 18 sfortunati professionisti, molti di loro genitori, che nonostante le promesse di buona volontà e della necessità di tutelare il lavoro in tutto i suoi aspetti come principio costituzionale, da parte delle istituzioni locali, sono in perenne kafkiana attesa di vedere evasi i loro diritti. Ancora una volta la macchina comunale come un plantigrade impantanato, finisce per non soddisfare le esigenze dell’utenza sempre più incazzata nera; certo depone a suo favore (Il Comune) la mancanza cronica di personale, ma non deve essere questo un facile alibi per coprire le manchevolezze nei servizi.
Venendo alla vertenza in oggetto, vi è una volontà della cooperativa di accettare soltanto 180 mila euro sui 300.000 euro aggiudicatesi nella gara di appalto del predetto progetto, a ciò si oppone, secondo rumors, l’amministrazione che vorrebbe chiudere una transazione a 150.000 € intanto la causa va avanti e se quest’ultima dovesse, come si declama nella vulgata, venire a sentenza e vedere la cooperativa di Marano di Napoli nel ruolo di vincitrice, il Comune non soltanto dovrebbe esaudire le istanze in toto della cooperativa, in più restituire parte del finanziamento alla Regione, non essendo fondi comunali ma della Regione Campania, aggiungendovi gli interessi e le spese legali. In soldoni significherebbe aggravare il debito pubblico dell’erario cittadino, portare il riconoscimento dei debiti fuori bilancio in aula ed aprire una procedura di riequilibrio che deve essere discussa ed infine definita in consiglio comunale con una (sofferta) delibera ad hoc e non con un rapido passaggio in Giunta, proprio adesso che il nostro Ente rientra dal dissesto!!!
Siamo certi, o meglio ci auguriamo e confidiamo nella buona volontà del sindaco Conte, il quale a sua volta da avvocato è pienamente consapevole degli effetti di un giudizio che vedrebbe il Comune soccombere, si adopererà nel chiudere quanto prima e con un minor aggravio possibile per le casse municipali la querelle ed altresì nel rispetto sempre coram populo statuito, del diritto al lavoro e della “Giusta Retribuzione” ai lavoratori. A questo fa il controcanto la nuova dirigenza del Consorzio A.S.S.I. ovvero l’Azienda Speciale Sele Inclusione per le Politiche Sociali, nata dalle ceneri (ancora ardenti) del PdZS3 ex S5 e presieduta da qualche mese da Donato Guercio, il quale non fa mistero anch’egli di voler chiudere la partita con la Esculapio dopo aver compensato i residui e completato tutta la procedura con gli altri Sette Comuni facenti parte dell’assetto Consortile, per far partire A.S.S.I., il quale diversamente dalla precedente forma convenzionale, gode di una maggiore autonomia in virtù della personalità giuridica acquisita per atto notarile, che le permetterà una specifica autonomia manageriale. Infatti un mese fa è stato scelto, dopo una selezione su una rosa di tre candidati, nelle vesti di Direttore Generale di A.S.S.I. Antonio Nuzzolo ex funzionario del consorzio del piano di zona Agorà s10 di Palomonte, retto magistralmente da Gianni Russo, il quale dovrebbe prendere servizio dal primo ottobre, ma le “voci di dentro” al palazzo affermano neanche troppo velatamente che il dirigente designato sia recalcitrante o quantomeno dubbioso nell’accettare la nomina! Attenzione di non incappare, da parte dei soggetti interessati, nel 340 c.p. ovvero interruzione di pubblico servizio, sarebbe una grana esiziale per il Consorzio in fasce ed in ambasce.
La situazione è tutta in divenire, matassa difficile da sbrogliare fatta di pregressi che andrebbero chiusi per far partire 0 a 0 come si suole dire, il nuovo consorzio ed allo stesso tempo dubbi sulla funzionalità prossima dell’azienda Consortile, che sconta già anni di ritardo, ma che grazie alla paziente opera di ricucimento coi comuni facenti parte dell’ambito (un totale di oltre 500 km quadrati e quasi 80.000 residenti) per merito del “fu” assessore al ramo Massimiliano Curcio, si è costituita l’azienda speciale consortile; Curcio che per ironia della sorte, è dato dai media in uscita dal governo cittadino; paradossalmente l’unico che è riuscito a portare a casa in quasi due anni di amministrazione, un risultato concreto viene esautorato? Si spera in un ripensamento generale, una resipiscenza operosa che sarebbe il caso di applicare anche per le future assunzioni e stabilizzazioni.
Dicevamo del neonato consorzio, che questi (lento pede) dovrebbe entrare in funzione intorno l’autunno 2023, un autunno che si prospetta molto caldo sul fronte delle politiche sociali; infatti il reddito di cittadinanza è stato decurtato a tantissimi cittadini e certamente non potrà la carta-card ‘Dedicata a te’ aiutare le famiglie italiane a far fronte all’aumento dei prezzi di prima necessità, ad evitare una bomba sociale che si innesterebbe su un quadro dell’ordine pubblico molto carente sul fronte prevenzione e assai preoccupante per i residenti sempre meno propensi alla vita sociale ed avvezzi a rintanarsi con le dovute tutele nelle proprie abitazioni. Se a questo aggiungiamo con sdegno, il ristagnare dal 2017 dei fondi regionali per gli abbattimenti delle barriere architettoniche per le persone con gravi disabilità, vergognosamente non erogate ancora ai destinatari! Un qualcosa che urla vendetta davanti a Dio e qualifica senza fallo alcuno da quarto mondo la situazione dei servizi nella nostra città.
Se a questo aggiungiamo vieppiù, le cosiddette grandi opere (sic) infrastrutturali (ça va sans dire) che fra poco incominceremo collettivamente a subirne i prodromi sul nostro territorio: Elettrodotto Terna, Alta Velocità Ferrovie dello Stato e la fantomatica quanto fantasmagorica bretella autostradale Eboli – Agropoli, che dovrebbe costare circa 30 mila euro al metro, forse tutte inutili per Eboli che figurerebbe come una servitù di passaggio per interessi altrui. Pertanto si prospetta un autunno caldo anzi rovente per Eboli, fatto di espropri di ubertosi terreni e distruzione del prospero microclima di aziende agricole – florovivaistiche leader nel territorio che esportano in tutto il continente, con annessi abbattimenti di manufatti di civili abitazioni, rischio di inquinamento da polveri sottili e contestualmente sonoro, vista la deroga ai parametri nazionali. Dunque la prospettiva in divenire sarebbe quella di trasformare Eboli e buona parte della Piana del Sele in una nuova (in salsa meridionale), Val di Susa, dove le proteste e sommosse popolari potranno farsi parecchio drammatiche come in Piemonte è accaduto negli anni recenti, coinvolgendo forze dell’ordine, Esercito, VV.FF. etc, perché nessuno ha il piacere di vedere mandato a ramengo, sotto i propri occhi, il sacrificio della propria vita e di intere generazioni di famigliari .
Come siamo soliti terminare i nostri articoli sull’argomento Politiche Sociali, ricordiamo sempre che POLITICAdeMENTE rimane una voce libera ed equidistante da tutto e tutti, ma vicina soltanto alle esigenze del Popolo, non in un’ottica populista come di moda oggi, ma bensì Popolare, nell’intento solo di tutelare con determinazione gli interessi delle famiglie e dei piccoli imprenditori che ancora reggono, nonostante crisi finanziarie mondiali, chiusure da pandemia e guerra alle porte dell’Europa. Effettivamente se il tutto si dovesse coagulare anche con uno sciagurato depotenziamento del SSN cittadino ed a sud del capoluogo di provincia, avremmo un quadro del tutto tombale per il futuro dei nostri territori, a cui certo noi non ci arrenderemo, e non deporremo le armi di una giusta e sana informazione.
Eboli, 16 agosto 2023
Un cold case aggravato dalla gestione commissariale e dalla titubanza dell’amministrazione.
Poveri lavoratori cui tutti blandiscono ma nessuno tutela.
Spero che l’ufficio legale della Cooperativa abbia avanzato un contenzioso di diritto del lavoro 414 codice di procedura civile e seguenti che iniziando per ricorso sulla carta dovrebbe essere rapido, errore sarebbe quello di iniziare una causa civile classica con atto di citazione anche se in ogni stato del procedimento si può arrivare ad una mediazione, non da sottovalutare la possibilità di avere una causa da amministrativa essendo un appalto pubblico.
Alla fine della faccenda in essere, per i lavoratori si dovrebbe stralciare la propria posizione con un pagamento previsionale sulla maggiore somma e magari continuare la causa tra l’ente e la cooperativa; auguri a tutti i proletari del mondo che pagano colpe non loro.
Vorrei distaccarmi un attimo dall’affare della Cooperativa, le politiche sociali vivono un momento difficile con il reddito di cittadinanza strappato a tanti ma va anche detto che nella nostra città vediamo un proliferare di auto di lusso che stride con i dati ufficiali.
Come mai non ci sono controlli su questi redditi?
Come mai vediamo tenori di vita molto alti nonostante in città abbiamo Carabinieri di guardia di finanze e d’agenzia delle Entrate?
Vuoi vedere che al cittadino classico che paga le tasse se fa il passo più lungo della gamba gli arriva qualche segnalazione?
Un processo verbale di contestazione e tutto quel se seguire di procedure che colpiscono troppe volte i contribuenti onesti?
Non facciamo che le persone per bene subiscono anche questa umiliazione!
Voglio ancora avere fiducia nello Stato Italiano.
Voglio fare i complimenti all’estensore dell’articolo perché effettivamente c’è molto assortimento di notizie anche specifiche quindi vi è un’opera di ricerca , pure sull’albo pretorile del consorzio Agorà di Palomonte sul via libera al nuovo direttore generale per Eboli.
Ecco Cristo si è fermato ad Eboli, come le politiche sociali stanno all’anno ZERO.
Speriamo che una città antica come la nostra possa ripartire in dignità verso più fragili. Un’ultima cosa Vi è sfuggita! Forse, tra le bombe sociali vi sarà lo spostamento del mercato non alimentare con il riconsegnare la licenza da parte degli ambulanti e la rabbia di buona parte dei commercianti del Paterno che rischia di diventare un quartierone dormitorio.
Tutto questo naturalmente sempre in autunno, secondo buona tradizione italiana, ci si riscalda per l’inverno.
Giuste le rivendicazioni della Cooperativa, ma sono migliaia i cittadini che attendono delle risposte Il rischio è di un litisconsorzio ovvero di una Class Action da parte degli enti del terzo settore che rappresentano le persone fruitrici dei servizi sociali, attenzione perché sarebbe deflagratorio per tutto e tutti- aspettiamo il da farsi.
Martedì prossimo, apprendo da FB ci sarà la convocazione dell’assemblea al comune con vari punti all’ordine del giorno, vedremo se troveranno la quadra…..https://albopretorio.datamanagementitalia.it/AlboPretorioWeb/allega/ComuneDiEboli/Urp/2023/08/34184_132950632.pdf
Sulla faccenda presente nell’articolo sono state zitte tacite molte associazioni del terzo settore ebolitano, come mai forse perché non trattava una cooperativa o un’associazione di Eboli?
Un bipolarismo alternato di solidarietà a convenienza territoriale?
SCONCERTANTE: MA SUL PROLIFERARE DI REALTA’ ETS CI SAREBBE DA SCRIVERE MOLTO….
I lavoratori sono quasi tutti di Eboli potenziali elettori e dato che ne conosco qualcuno, di famiglie e conoscenze anche abbastanza grandi e composite, ma sacrificati sull’altare delle lotte intestine alla politica questo è la sacrosanta verità malcelata da tre anni.
E i consiglieri tutti, nessuno o quasi, hanno speso una parola per questi concittadini sfortunati, vorrei vedere poi sotto elezioni con che faccia di c….si presenteranno!
Carissimi Mario ed Enzo, sono un vostro amico e vi rispetto e vi voglio bene, ma il modus operandi che si sta strutturando troppo ricorda quello del congelamento del potere tipico degli anni 80 inizio 90, del pentapartito garofanato, che mal si concilia purtroppo o per fortuna, con la politica fast food e social degli anni 2020.
Il congelamento delle cariche, delle nomine, delle assunzioni in senso stretto, porteranno nulla in causa delle esigenze cittadine molto pressanti.
Poi attenzione, non fatevi ingannare dai nuovi compagni di viaggio, come da quelli vecchi che all’occorrenza per rifarsi una verginità, come di abitudine italiota, abbandoneranno la nave che sta affondando.
Carissimi, in sintesi gentili Mario ed Enzo, non sacrificheranno le loro legittime velleità politiche future, sull’altare della candidatura di Federico e delle aspirazioni paterne del grande Carmelo che è rimasto a 40 anni dei bei tempi che furono.
Fate presto, fate bene, fate subito per le politiche sociali, Palomonte che ha gli abitanti del Molinello ha un Consorzio funzionante, fra poco Cecilia avrà lo stesso dopo i 97 milioni per l’ospedale della ex periferia, i servizi e le assunzioni annesse operatele con giudizio ed apertura mentale, come per tanto altro ve lo dico con l’intento sincero di chi vi rispetta e vi conosce e sa la vostra correttezza e probità d’animo,:
eliminate le tante mosse altrimenti saranno percosse! Amen. <3
Un affettuosissimo e caloroso saluto.
EBOLI CITTA’ DI ARTE STORIA E CULTURA 2023
1- A prescindere da tutto Eboli è una città sporca ci sono tante persone di ogni fascia di età che si lamentano delle punture di zanzare, topi morti per strada o che gironzolano allegramente colpa forse di uno sfalcio dell’erba tardivo di una disinfestazione insufficiente se a questo aggiungiamo il depuratore di Coda di volpe inaugurato tre volte serve soltanto ai tagli del nastro sostanzialmente Eboli è una città che lamenta in malo modo delle pecche di pulizia e di nettezza.
2- Si sente tra i cittadini che parlano tra loro un forte sentimento di abbandono, ci si è quasi rassegnati ad una discesa verso una qualità della vita pessima se pensate che Capaccio Scalo a confronto per dinamismo sembra una metropoli.
3 -Ho paura come cittadino che un domani senza tutele molte famiglie, qualcuno/i possano commettere sciocchezze perché ricordiamoci, le persone quando non hanno nulla da perdere sono disposte a tutto se a questo ci aggiungiamo pure tanti irregolari sul territorio l’ordine pubblico non è dei migliori.
4 – Allora cosa fare? una cosa semplicissima! darci subito sotto impegnarsi se invece ci si rende conto che la prova è troppo difficoltosa per le proprie capacità o anche per la tenuta nervosa della classe dirigente non c’è gesto più nobile ed umile di deporre le armi e di passare il testimone al prossimo.
5- Una massima vuole che sia meglio il peggior sindaco del miglior commissario prefettizio ed è giusto. Ma se il peggior sindaco pur essendo lui stesso un’ottima persona non riesce a soddisfare le istanze della popolazione insieme alla sua squadra di gestione, preferibile uno oscuro funzionario di Prefettura che per qualche mese faccia almeno un dignitoso operato di ordinaria amministrazione. Questo lo dico senza polemiche perché di tutto abbiamo bisogno tranne che di queste.
Buonasera.
Lunedi si riunisce l’assemblea dei comuni, vediamo cosa ne esce, ma preliminare di tutto sarà l’accettazione del DG designato che dopo la liberatoria discussa tra gli attori istituzionali dell’ambito s10, secondo veline velenose, abbia avanzato perplessità gestionali e di rendicontazione pregressa non facili sistemare sotto un profilo ragionieristico e legale.
In definitiva il paventato 340 c.p., interruzione di pubblico servizio non è una ipotesi fantascientifica ma soprattutto reale..
Una dilatazione ulteriore dei tempi di messa in moto A.S.S.I. non deve essere sottovalutata.