Salerno – Fede e ragione nel dialogo interculturale

Martedì 31 marzo 2099, alle ore 14,30, presso l’Aula 16 della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Salerno Dipartimento di Filosofia, si terrà il seminario “FEDE E RAGIONE NEL DIALOGO INTERCULTURALE”: presiede Aniello Montano, Direttore Dipartimento di Filosofia; Davide Magni s.j., del Centro S. Fedele; Antonio Manzo, inviato speciale de “il Mattino” di Napoli; Francesco Tomatis, Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Salerno.

Università degli Studi di Salerno
Dipartimento di Filosofia Cappella universitaria

FEDE E RAGIONE NEL DIALOGO INTERCULTURALE
martedì 31 marzo 2009, ore 14.30
Facoltà di Lettere e Filosofia, aula 16

Davide Magni s.j. (Centro San Fedele)
Antonio Manzo (Il Mattino)
Francesco Tomatis (Università di Salerno)

presiede Aniello Montano
(direttore Dipartimento di Filosofia)

Note biografiche

Davide Magni s.j., sacerdote della Compagnia di Gesù, ha compiuto gli studi di Filosofia e Teologia a Napoli e quelli per la licenza e il dottorato in Missiologia presso l’Università Gregoriana di Roma. Specializzato in Studi Buddhisti presso il Tulana Research Center di Kelanya (Sri Lanka) del quale ora è membro ed è co-fondatore dell’International Jesuit Board for Buddhist Studies (Macau).

Antonio Manzo, salernitano, inviato speciale del “Il Mattino” di Napoli.

Aniello Montano è direttore del Dipartimento di Filosofia dell’Università di Salerno e professore ordinario in Storia della filosofia presso la Facoltà di Scienze della formazione.

Francesco Tomatis è professore ordinario in Filosofia teoretica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Salerno.

2 commenti su “Salerno – Fede e ragione nel dialogo interculturale”

  1. E’ su questo che bisogna spingere per cercare un giusto rapporto con tutti gli extracomunitari,sia quelli provenienti dal magreb, sia dai balcani.

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  2. Il rispetto interculturale può esserci solo se ogni cultura rispetti prima se stessa. Eliminare i crocefissi o i presepi sotto l’egida di un laicismo vuoto e omologante la trovo di un ignominia indefinibile. Vale la premessa di Giovanni Paolo II secondo cui “ciascun popolo nella sua terra”…. più che sufficiente per mettere a tacere il dilettantismo potervio di tanti professionisti dello pseudomulticulturalismo.

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