Amministrative. “Il mio progetto per Campagna”: Intervista a Biagio Luongo candidato Sindaco a capo di una coalizione di 6 liste.
di Carmine Notarpiero per POLITICAdeMENTE
CAMPAGNA – Con sei liste e novantacinque candidati, quarantotto donne e quarantasette uomini, Biagio Luongo si candida a sindaco della città di Campagna, contendendosi la poltrona più “alta” della Città con Attilio Busillo e Pierfrancesco D’Ambrosio.
Una sfida tutta improntata sul civismo, sebbene un “civismo militante” atteso che tutti e tre i candidati a Sindaco hanno la loro “impronta” politica ben definita, infatti: Busillo si richiama al centrodestra; D’Ambrosio al centrosinistra sebbene ha come sponsor principale il Sindaco uscente Roberto Monaco Dirigente provinciale di FdI, come lo stesso Luongo, essendo egli un esponente storico e militante della Sinistra e nell’orbita PD. Una sfida che si sta caratterizzando per ogniuno dei candidati di “cambiamento” per Busillo, di “continuità” per D’Ambrosio, del rilancio nella “tradizione” per Luongo. I campagnesi chi sceglieranno? C’è solo da attendere, ormai mancano pochi giorni e lo sapremo a scrutinio avvenuto, intanto si propone un’intervista a Biagio Luongo, Sindaco per due consiliature consecutive, dal giugno 2003 al giugno 2013, che con la sua ridiscesa in campo ritorna per riprendere il “discorso” politico, interrotto dopo i suoi 10 anni da Sindaco, sia per rimettere in moto la Città e sia per riprendere da dove, giocoforza è stato costretto a lasciare, e completare un lavoro, a suo dire interrotto.
Quanto é cambiata la città da giungo 2013, da quando ha lasciato il palazzo municipale?
“La città è peggiorata, ci sono problemi che pensavamo di aver affrontato e risolto definitivamente che oggi sono di nuovo nell’agenda politico-amministrativa. Penso alle fogne, alla rete idrica, al centro storico”.
Se vincerà da dove partirà?
“Dalla ripresa del dialogo con e il territorio.
Credo che ci sia una grave carenza di dialogo fra le istituzioni e i cittadini, vedo una rottura. Bisogna invertire subito la rotta.
La città ha un territorio di 135 chilometri quadrati e queste dimensioni rendono fondamentale il dialogo fra il palazzo municipale e il territorio.
Poi c’è la questione dei rapporti con le istituzioni territoriali per la tutela delle fasce deboli, degli anziani, delle persone con disabilità. E’ necessario riprendere i rapporti con il Piano di Zona, ma anche con la Provincia, con la Regione, con i Ministeri. E poi c’è la partita del PNRR.
Altre priorità sono la scuola e l’associazionismo intorno al ruolo fecondo e propositivo della Pro Loco Città di Campagna”.
Lei ha pubblicamente stigmatizzato la mancata celebrazione da parte delle autorità cittadine del 25 aprile.
“Non aver ricordato e non aver organizzato la commemorazione dei caduti è una ferita che resterà nella storia della città. Dobbiamo ricordare che Campagna è la città della medaglia d’oro alla memoria, la città che seppe accogliere e fraternizzare con i perseguitati della seconda guerra mondiale, gli ebrei”.
Un’eredità importante che va difesa e onorata.
“A Campagna ci fu un asse della pace e dell’umanità creato dal vescovo Giuseppe Maria Palatucci con il nipote, il questore Giovanni Palatucci. Un asse decisivo per la salvezza di centinaia di vite umane a cui si associarono i cittadini tutti. Altrimenti il destino di quelle persone sarebbe stato Auschwitz, la morte. A Campagna trovarono l’amicizia, la pace e l’umanità”.
I suoi detrattori dicono che lei é vecchio. Quanti anni ha?
“Ho sessantanove anni e faccio politica da quando ne avevo sedici.
La politica ha bisogno di tutte le generazioni: dei giovani, dei meno giovani, degli anziani, di chi per tutta la vita ha fatto politica dedicandosi agli altri.
La politica non é una questione anagrafica, la politica é idee, passione, entusiasmo, amore per la propria terra e per la propria gente.
Ma c’é bisogno dei giovani e non é un caso che l’età media della coalizione che mi sostiene sia di quarant’anni”.
Come sta vivendo questa campagna elettorale?
“Per me è iniziata sei mesi fa quando un gruppo di amici mi chiese di mettermi al servizio della città. E’ da ottobre che incontro giovani, amici, amiche, cittadini.
Su tutto il territorio, dal centro storico a Quadrivio, alle Zone Alte, alle Zone Basse.
E sto riscontrando la crescita di entusiasmo, passione, amore.
Che cosa chiedono i cittadini ad un candidato sindaco?
“Chiedono cose indispensabili: acqua, fogne, scuola, sicurezza, viabilità rurale, nazionale e comunale. Chiedono cordialità, amore, umanità”.
In trenta punti ha schematizzato il suo programma.
“Dalla città sostenibile e solidale alla città della musica e dell’arte, poi città smart, città dell’olio e del vino, città della memoria, città dell’acqua e del fuoco.
Fondamentale è la transizione ecologica e digitale.
Per ottenere i finanziamenti necessari collaboreremo con tutte le istituzioni sovracomunali.
E’ necessario far decollare il secondo lotto dell’area PIP poco distante dall’uscita autostradale. Se ad essa si aggiunge la significativa area dell’ex Rdb Sud si può immaginare di realizzare una grande area deputata allo sviluppo economico e produttivo.
Quanto alla logistica c’è da considerare che il nostro snodo autostradale ci pone al centro del traffici del Mezzogiorno e credo che nel 2024 ci sarà anche l’apertura dell’aeroporto Costa d’Amalfi. Abbiamo le carte in regola affinché Campagna giochi un ruolo importante per lo sviluppo a sud di Salerno”.
Lo sviluppo passa anche attraverso il recupero dei vecchi mestieri.
“Andremo alla ricerca di maestri per aprire nuove botteghe e per un artigianato diffuso all’interno del centro storico. Fondamentale sarà il ruolo dei maestri. Per i giovani con meno di quarant’anni abbiamo previsto la concessione di proprietà comunale per insediamenti produttivi agricoli, di silvicoltura, agroalimentari e agrituristici”.
Il Piano Urbanistico Comunale fu approvato nel 2013 quando era sindaco.
“Il Puc fu approvato il sei maggio 2013 dopo nove anni di intenso lavoro e di interlocuzione con territorio e con la Provincia.
Questo strumento oggi, a distanza di dieci anni, chiede una nuova riflessione.
Bisogna andare in Consiglio Comunale per una rivalutazione di quanto determinato soprattutto per abbattere l’Imu per le aree edificabili”.
Imposte esosissime che creano forti disagi ai cittadini. Quelle tariffe le impose lei da sindaco?
“Assolutamente no. Quando furono aumentate le tasse non ero né sindaco né consigliere comunale”.
Parliamo del PNRR.
“I 191 miliardi di fondi europei, un terzo a fondo perduto e due terzi a tasso agevolato, credo rappresentino l’ultimo treno per lo sviluppo e per la crescita sociale ed economica del Mezzogiorno e dell’Italia, non lo dobbiamo perdere”.
Campagna, 4 maggio 2023