Conte: “Tra le priorità, come governare il qualunquismo e come equilibrare gli effetti perversi del piano ospedaliero”.
Conte elogia ed assolve Cirielli, affondando Villani, Alfonso Andria e indirettamente De Luca.
SALERNO – Il dibattito sul recente Piano Ospedaliero ex Zuccatelli, ora Caldoro, con i suggerimenti di Edmondo Cirielli, non si è affatto sopito, anzi sta suscitando una serie di proteste che interessano in particolar modo la Costiera Amalfitana e la Valle del Sele.
In effetti la Provincia di Salerno complessivamente perde 224 posti letto, solo i 4 Ospedali che dovranno confluire in uno ne perdono ben 242. Deducendo che il piano Sanitario regionale con la complicità di Cirielli, De Mita, Caldoro, si fa a spese della Piana del Sele. Questo argomento è stato più volte trattato da POLITICAdeMENTE e Conte fornisce un ulteriore opportunità per riparlarne come in uno degli ultimi articoli dal titolo “Il nuovo corso della Sanità: Chiudono 5 Ospedali nel salernitano” .
Ebbene si riscontra che questo Piano Sanitario per la Valle del Sele risulta essere estremamente punitivo, rispetto alle altre aree del territorio che confermano e addirittura, come nel caso di Vallo della Lucania che aumenta i suoi posti letto di ben 20 unità. Fatto il Piano, il lavoro “sporco”viene affidato al neo commissario De Simone, che sarà affiancato al femminile da due esponenti di stretta osservanza cirielliana.
Conte individuando nel Presidente della Provincia un interlocutore “attivo” della falcidie ospedaliera, prende carta e penna e scrive a Cirielli. Questa volta a differenza di quando si rivolge ai suoi compagni di partito, il Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca e quello di Eboli Martino Melchionda, tra l’altro suo concittadino, lo fa in maniera discorsiva, rispettosa e confidenziale, quasi a rimarcare la differenza: tu operi bene, loro no; buttando a mare il suo Partito, le due precedenti esperienze gestionali della Provincia di Alfonso Andria e di Angelo Villani, facendo dell’amministrazione Cirielli un modello gestionale. Forse Conte se fosse “delicato” allo stesso modo con i suoi compagni di Partito, come lo è con Cirielli, si capirebbero meglio, collaborerebbero meglio e tante stupidaggini non le avrebbero fatte.
E’ evidente che c’è strabismo politico nelle osservazioni e nelle valutazioni di Conte, verso un avversario politico, che con le sue proposte ha praticamente decretato il “de profundis” dei nostri Ospedali, limitandoci solo a questo settore di cui egli, come sottolinea lo stesso Conte non ne ha titolo, ancora più grave, se non nel suo ruolo di personaggio politico, perché la sanità non rientra nei compiti assegnati alla Provincia.
Ma se l’Onorevole Conte ritiene altro evidentemente ha una sua personale convinzione, che va ben oltre le rispettive posizioni politiche di entrambi. In ogni caso Conte si rivolge a Cirielli, ben sapendo che non è un interlocutore istituzionale e propone un Ospedale Riuniti sul modello del San Leonardo. La proposta in se è un titolo, dal momento in cui il Governo regionale di Stefano Caldoro ha appena fatto altro, ma anche in questo speriamo che la missiva arrivi anche a Caldoro, che l’ex Ministro pure conosce e bene.
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Lettera aperta al Presidente della Provincia.
di Carmelo Conte
SALERNO – Il tuo modo di amministrare e di fare politica sta dando buoni frutti: è cresciuto il ruolo della Provincia, è cresciuta la tua leaderchip, crescono, anche per il concorso di altri fattori, consensi e adesioni per i partiti del centro destra. Un fenomeno che dovrebbe preoccupare più che irritare le opposizioni, anche perché negli enti gestiti dal centro sinistra cresce, in continuità con il passato, il potere personale dei vertici e diminuisce il consenso popolare. Nell’uno e nell’altro campo prolifera, in verità, il qualunquismo, che a destra si manifesta con l’adesione formale di esponenti della sinistra, caratteristica tipica del bipolarismo, mentre a sinistra, caso più grave, si manifesta attraverso trattative disadorne con consiglieri del centro e della destra, che restano però nel loro partito.
Credo che tutto questo meriti una riflessione serena e pubblica per arginare le degenerazioni e coinvolgere i cittadini.
Non posso sottacere, inoltre, pur riconoscendo un cambio di rotta positivo, la sensazione che la Provincia curi, con più attenzione, alcune zone rispetto ad altre. Eppure la destra, alle elezioni, aveva vinto in quasi tutti i collegi, imponendo una sua geografia politica da Sapri a Scafati. Una (ir)riconoscenza che è risultata evidente, per ultimo, nelle scelte del Piano Ospedaliero che, se ha il merito di aver coniugato riforma e tagli, non ha quello dell’imparzialità, rispetto ai territori. Uno squilibrio che balza evidente almeno sotto due profili, uno regionale e l’altro provinciale.
Infatti, nella ripartizione tra le province sono stati abbonati a Napoli – e quindi non calcolati ai fini dei tagli – ben 1050 posti letto (Santobono, Cotugno, Pascale, Maugeri), perché considerati di valenza regionale. Un criterio ad usum delfini, che consente al Comune capoluogo di avere due punti percentuale in più per ogni mille abitanti. Criterio che si sarebbe potuto applicare, almeno parzialmente, anche al San Leonardo di Salerno, includendolo nella convenzione prevista per le strutture sanitarie universitarie.
Quanto alla ripartizione all’interno della provincia, Salerno ha subito il taglio di 224 posti letto, tutti concentrati nella Valle del Sele che, in verità, di tagli ne ha subiti addirittura 241, perché 17 sono stati assegnati ad altre zone (sic).
L’operazione è stata compiuta prevedendo l’accorpamento in un ospedale unico, da realizzare entro cinque anni, dei plessi di Eboli, Battipaglia, Roccadaspide e Oliveto Citra. Non ti sfugge che in cinque anni quello ospedale non si farà, ma è certa la lenta agonia di quelli che ci sono, in quanto le riduzioni previste saranno applicate da subito. Rispetto a tale scelta – che segnala la debolezza politica della valle del Sele, divenuta ricettacolo di immondizie e di speculazioni, peraltro non riconducibili alla tua gestione – si rende perciò necessario un correttivo che, senza mettere in discussione il Piano, elimini questa evidente distorsione. La soluzione potrebbe essere trovata istituendo, in luogo dell’ospedale unico, gli ospedali Riuniti dell’Agro Noverino Sarnese e gli Ospedali riuniti della Valle del Sele, con un tetto di spesa programmato e autonomia di gestione, sul modello del S. Leonardo. Ipotesi organizzativa che dovrebbe coinvolgere anche le strutture private, che sembrano godere di un favorevole silenzio.
So bene che non hai una potestà diretta in materia, ma è noto che hai avuto un ruolo nelle scelte del piano ospedaliero, determinandone correttivi significativi.
Confido, perciò, che alla ripresa estiva, la Provincia, anche di là del suo ruolo, e i partiti, per un dovere specifico, facciano proprie queste due priorità: come governare il qualunquismo e come equilibrare gli effetti perversi del piano ospedaliero.
Ritengo che la proposta del On. Carmelo Conte sia l’unica oggettivamente perseguibile e che possa contribuire da un lato a recuperare qualche posto letto per i nostri nosocomi e dall’altra e ridare sin da subito, senza attendere l’utopica costruzione di un super ospedale, dignità e autonomia decisionale a tutto il comparto sanitario della Valle del Sele risparmiando tout court il nostro ospedale. Complementarietà e caratterizzazione delle 4 strutture sono stati da sempre i miei personali cavalli di battaglia e sono compiaciuto del fatto che anche l’On. Conte converga in qualche modo su questa linea. Messo da parte il giudizio di merito, veniamo a quello politico. Ma l’On Conte sa che Melchionda e tutti i suoi accoliti (compresi quelli del PD area Conte) hanno impostato tutta la politca sanitaria nella difesa INUTILE dell’ospedale unico e dell’impostazione della legge 16 di bassoliniana memoria? Insomma mi sembra chiaro che dopo aver bocciato l’operato del suo sindaco nella faccenda dell’impianto fotovoltaico adesso raddoppia, bocciando in un sol colpo tutta la politica sanitaria dell’amministrazione Melchionda. Ormai è chiaro che la maggioranza vacilla paurosamente e che, martoriata dai conflitti interiori, non è più in grado di assicurare efficacia e continuità di azione.