Il declino del P.O. e i venti di guerra fanno i conti con la disperazione di chi precario da anni si incatena davanti all’Ospedale di Eboli.
Luca Sansone, un operatore sanitario che lavora nel nosocomio cittadino da circa 20 anni, disperato, si è incatenato dinanzi l’ingresso dell’Ospedale di Eboli. “Non mi muovo da qui se non parlerò con il sindaco, il direttore generale dell’ASL”
POLITICAdeMENTE
EBOLI – Il declino del Presidio Ospedaliero cittadino e i venti di guerra che lo attraversano e lo accompagnano, fanno temere vi sia un disegno perverso che prevede il continuo depauperamento del Maria Santissima Addolorata di Eboli e delle sue potenzialità fino a giungere alla sua chiusura, ma fanno i conti anche con la disperazione di Medici, infermieri e personale vario che vede attentare alla propria serenità lavorativa e professionale, e con chi, come Luca Sansone, un operatore sanitario che lavora nel nosocomio cittadino da circa 20 anni, il quale, disperato, si è incatenato dinanzi l’ingresso dell’Ospedale di Eboli, pronto, con il suo gesto, a denunciare un ventennio di soprusi e di illegalità, e in un cartello che lo affianca racconta in tanti “pizzini” la sua vita lavorativa incerta di precario lunga venti anni. Non contento di essersi incatenato Luca Sansone fa nomi, cognomi, fatti e circostanze che partono da lontano e giungono ai giorni nostri e alla disperazione che lo ha costretto, suo malgrado, ad incatenarsi.
Sansone è un fiume in piena, dice di avere le prove di assunzioni fatte a parenti e ad amici a scapito di altri. La sua protesta nasce dall’ennesimo licenziamento e conseguente trasferimento in un’altra sede. Il motivo? Secondo il suo racconto, sarebbe da attribuire al fatto che sia una persona “scomoda”, non gradita. “Io un bel po’ di cose – dice – e forse per questo do fastidio”. Inoltre la sua protesta non si limita solo alla sua vicenda personale ma abbraccia tutte le criticità che da anni e soprattutto negli ultimi mesi sono sul tavolo, purtroppo, senza vi siano soluzioni che salvino il nosocomio cittadino. La sua protrsta è finalizzata ad alzare il livello di attenzione per scongiurare quella chiusura “annunciata” del reparto di ortopedia di Eboli, ed il pericolo che altri reparti facciano la stessa fine, fino a decretare la chiusura dell’Ospedale.
Una protesta, quella di Sansone, che ha attirato l’attenzione della stampa, dei curiosi, ma anche quella di Rosa Adelizzi, Presidente del Comitato di Salute Pubblica della Valle del Sele, che subito è corsa in aiuto a Sansone per dargli la solidarietà, ma anche per preannunciare che per sabato 25, alke ore 17.30 di pomeriggio, nella sala del Bar Ritz di Eboli ha convocato un’Assemblea aperta a tutti per discutere appunto dell’Ospedale di Eboli dal titolo: Quale futuro per l’Ospedale di Eboli.
E mentre la protesta tocca attraverso le persone semplici temi politici legati alla Salute, la politica latita, non si gira dall’altra parte, non si avvicina proprio, si mantiene a debita distanza. Ma Sansone più determinato che mai ha deciso: “Non mi muovo da qui se non parlerò con il sindaco, il direttore generale dell’ASL Gennaro Sosto, con il Presidente regionale della Commissione Bilancio Franco Picarone o il Vice Presidente di Vincenzo De Luca, Fulvio Bonavitacola” entrambi plenipotenziari del Governatore della Campania.
Eboli, 21 marzo 2023
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