Giornata di sciopero contro il bavaglio dell'informazione

POLITICAdeMENTE aderisce alla giornata di sciopero indetta dalla FNSI contro il DDL sulle intercettazioni.

ADERITE CON UN “SI. VIVA LA LIBERTA'”

Contro il “DdL sulle “intercettazioni”, con diverse modalità di adesione, si fermano quotidiani, siti web, tv, blog.

………………..  …  ………………..

Oggei 9 luglio 2010, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha proclamato uno sciopero dell’informazione: la giornata del silenzio dell’informazione per protestare contro il ddl Alfano. Il DDL Alfano  limita fortemente la libertà di stampa prevedendo pesanti sanzioni contro gli editori e i giornalisti che raccontano fatti di cronaca giudiziaria o di  indagini investigative, infliggendo gravi interruzioni al libero circuito delle notizie. Il ddl Alfano se dovesse passare, collocherebbe l’Italia tra i paesi a rischio democrazia.

L’informazione è un diritto, ed è un dovere per i giornalisti esercitarla senza bavaglio e senza nessun tipo di condizionamento.

I giornalisti italiani si asterranno dal lavoro con le seguenti modalità:

I giornalisti dei quotidiani, dei service e delle strutture sinergiche nazionali e locali si asterranno dal lavoro nella giornata di giovedì 8 luglio per impedire l’uscita dei quotidiani nella giornata di venerdì 9 luglio;

i giornalisti delle agenzie di stampa, si asterranno dal lavoro dalle ore 07.00 di venerdì 9 luglio alle ore 07.00 di sabato 10 luglio;

i giornalisti delle testate web e dei siti on-line, ancorché collegate a testate stampate, quotidiane o periodiche, si asterranno dal lavoro dalle ore 06.00 di venerdì 9 luglio alle ore 06.00 di sabato 10 luglio.

i giornalisti free-lance, i collaboratori ed i corrispondenti si asterranno dal lavoro secondo le modalità previste per i giornalisti della testata per la quale prestano la loro opera;

i giornalisti degli uffici stampa si asterranno dal lavoro per l’intera giornata di venerdì 9 luglio;

i giornalisti dell’emittenza radiotelevisiva pubblica e privata analogica e digitale, nazionale e locale, dei giornali telematici, dei siti web, dei portali internet e dei canali tematici satellitari legati o no a network terrestri si asterranno dal lavoro a partire dalle ore 06.00 di venerdì 9 luglio alle ore 06.00 di sabato 10 luglio.

22 commenti su “Giornata di sciopero contro il bavaglio dell'informazione”

  1. Un OK per la stampa libera,ma un no alla publicazione di notizie che sono prettamente personali e che niente hanno a che fare con la eventuale inghiesta.
    Chi pensa che la stampa non è libera e un grande credulone.
    saluti a tutti ai pro e ai contro.

    Rispondi
  2. anche attraverso notizie false ,depistamenti per lettori ,in piu qesto fenomeno è sempre esitito ,ma serve comunque , è indice di democrazia . E’ vero non sempre i giornali dicono la verità, ma è anche vero che pure i politici non sempre dicono la verita.Ma solo attraverso la libertà di comunicazione si puo scoprire la verità. Anche usando questo blog molti dicono ingiurie balle ,e comunque creano vibrazioni di pensiero movimento di dissensi ,tensioni che spesso portano alle verità piu strane ed assurde. Wuinid la libertà di stampa è indispensabile quella sciocca si esclude da solo.

    Rispondi
  3. Quando in un PAESE quasi tutta la stampa, quasi tutti i mezzi di comunicazione televisiva, quasi tutte le case editrici, quasi tutte le agenzie di stampa, quasi tutte le agenzie di distribuzione dei film, quasi tutte le case produttrici di film e fiction, etc..etc..etc.., ,sono CONTROLLATI da una sola persona che poi CASUALMENTE è anche il Presidente del Consiglio, che a colpi di “fiducia” si approva le leggi che vuole, cosa bisogna fare per RIAVERE LA LIBERTA’ ??
    SI, caro Massimo, VIVA LA LIBERTA’ , VIVA TUTTI COLORO CHE STANNO CON LA SCHIENA DRITTA !!!!!!!. antonio

    Rispondi
  4. Il tema della libertà deve fare i conti con le conseguenze del libero mercato: se si riconosce ai cittadini la proprietà privata e se si garantisce la libera iniziativa economica, poi non ci si può lamentare delle conseguenze di un siffatto assetto complessivo economico e di diritto.
    Il mercato premia il migliore, chi merita, secondo un sistema naturale di selezione.
    La questione del diritto all’informazione è altra cosa: si tratta di stabilire dove inizia l’uno e termina il diritto alla riservatezza delle persone. Dove può spigersi lo sguardo indiscreto delle telecamere, la penna talvolta cruda dei giornalisti… senza intaccare altri fondamentali diritti, quale quello di evitare lesioni all’immagine, alla vita stessa delle persone, senza che queste possano diferndersi…

    Rispondi
  5. Nell’annuale classifica di Freedom House, l’Italia va indietro come i gamberi, insieme a Israele, Taiwan e Hong Kong. «Un declino che dimostra come anche democrazie consolidate e con media tradizionalmente aperti non sono immuni da restrizioni alla libertà», ha commentato Arch Puddington, direttore di ricerca per Freedom House. Su un punteggio che va da 0 (i Paesi più liberi) a 100 (i meno liberi), l’Italia ottiene 32 voti: unico Paese occidentale con una pagella così bassa. I «migliori della classe» restano le nazioni del Nord Europa e scandinave: Islanda, Finlandia, Norvegia, Danimarca e Svezia (prime cinque a livello mondiale). Le «peggiori»: Corea del nord, Turkmenistan, Birmania, Libia, Eritrea e Cuba.Karin Karlekar, la ricercatrice che ha guidato lo studio, è Berlusconi. «Il suo ritorno nel 2008 al posto di premier ha risvegliato i timori sulla concentrazione di mezzi di comunicazione pubblici e privati sotto una sola guida», spiega. Altri fattori: l’abuso di denunce per diffamazione contro i giornalisti e l’escalation di intimidazioni fisiche da parte del crimine organizzato. Intanto giovedì il Committee to Protect Journalists, un’organizzazione non-profit che lavora per salvaguardare la libertà di stampa nel mondo, ha pubblicato la top ten dei peggiori Paesi al mondo per i blogger. La Birmania guida la lista, seguita da Iran, Siria, Cuba e Arabia Saudita. Sesto il Vietnam, seguito a ruota da Tunisia, Cina, Turkmenistan ed Egitto.

    Rispondi
  6. Di norma non intervengo su dichiarazioni anonime. Ma avendo letto:
    Verba Volant : Il tema della libertà deve fare i conti con le conseguenze del libero mercato: se si riconosce ai cittadini la proprietà privata e se si garantisce la libera iniziativa economica, poi non ci si può lamentare delle conseguenze di un siffatto assetto complessivo economico e di diritto.
    Il mercato premia il migliore, chi merita, secondo un sistema naturale di selezione.
    VORREI capire:
    1-che cosa centra il cosiddetto libero mercato con il diritto di ogni essere umano ad essere correttamente (ed in libertà)informato;
    2-la selezione naturale per avere il migliore, chi merita, significa avere come modello di riferimento (IL MIGLIORE) CHI HA PIU’ SOLDI ???? CHI LI HA FATTI NEL PIU’ BREVE TEMPO POSSIBILE ???? INDIPENDENTEMENTE DAL COME ????
    Per intenderci S.B. ????? Se è così e quindi se ho capito bene, non solo non condivido questo assioma – selezione naturale per avere il migliore- ma resto dell’opinione che è bene gridare SI’ VIVA LA LIBERTA! -sempre- antonio lioi

    Rispondi
  7. Per Admin:Penso possa interessare alla redazione ma anche a noi tutti:
    CASSAZIONE: I DIRETTORI DELLE TESTATE WEB NON SONO ‘RESPONSABILI IN CASO DI “OMESSO CONTROLLO”
    (ANSA) – Il direttore di un giornale on-line non risponde di “omesso controllo” in caso di pubblicazioni, sul sito da lui diretto, dai contenuti diffamatori. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, che spiega come il reato previsto dall’art. 57 cp, che punisce i direttori per non aver vigilato sul contenuto delle pubblicazioni, non può essere applicato al web perché previsto solo per la carta stampata.

    CASSAZIONE
    L’articolo 57, spiegano infatti i supremi giudici nella sentenza 35511 “si riferisce specificamente all’informazione diffusa tramite la carta stampata. La lettera della legge è inequivoca e a tale conclusione porta anche l’interpretazione storica della norma”.

    COMPUTER INTERNET JPEG
    In giurisprudenza, spiega la quinta sezione penale, si è discusso sulla possibilità di estendere il concetto di stampa anche ad altri mezzi di comunicazione, ma si anche escluso “che fosse assimilabile al concetto di stampato la videocassetta preregistrata” ed è anche noto, ricorda la Cassazione, che la “giurisprudenza ha concordemente negato che al direttore della testata televisiva sia applicabile la normativa dell’articolo 57 cp stante la diversità strutturale tra i due differenti mezzi di comunicazione (la stampa da un lato, la radiotelevisione dall’altro) e la vigenza nel diritto penale del principio di tassatività”.

    Mentre per la tv il problema della responsabilità del direttore è stato risolto con la legislazione, il web è una materia ancora da studiare.

    EVANGELIZZAZIONE-INTERNET
    “Analogo discorso – sottolineano i supremi giudici – deve essere fatto per quel che riguarda l’ammissibilità di internet al concetto di stampato. L’orientamento prevalente in dottrina è stato negativo atteso che, perché possa parlarsi di stampa in senso giuridico occorrono due condizioni che certamente il nuovo medium non realizza: che vi sia una riproduzione tipografica e che il prodotto di tale attività sia destinato alla pubblicazione e quindi debba essere effettivamente distribuito tra il pubblico”.

    Il caso esaminato ha riguardato il direttore della testata ‘Merate online’, condannato dalla Corte d’appello di Milano per omesso controllo in relazione alla pubblicazione di una lettera ritenuta diffamatoria nei confronti dell’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli e di un suo collaboratore. La sentenza è stata annullata dalla Corte di Cassazione proprio perché “il fatto non costituisce reato”.INTERNET
    Così come non sono “responsabili dei reati commessi in rete gli access provider, i service provider e gli hosting provider – hanno spiegato i supremi giudici – a meno che non fossero al corrente del contenuto criminoso del messaggio diramato (ma in tal caso rispondono di concorso) così qualsiasi tipo di coinvolgimento va escluso per i coordinatori dei blog e dei forum” e per questo anche per “la figura del direttore del giornale diffuso sul web”. Mi scuso per l’intervento ma forse è interessante da constatare come in una materi ancora da acclarare vi è una presa di posizione dell’unico organo deputato a fare,come si suol dire,giurisprudenza,dunque un precedente!

    Rispondi

Lascia un commento