“Un nuovo Ospedale per Eboli e Battipaglia, moderno, tecnologicamente avanzato, al passo con i nuovi modelli di gestione assistenziale dell’emergenza-urgenza e della medicina di specialità”.
POLITICAdeMENTE
EBOLI / BATTIPAGLIA – Riceviamo e volentieri pubblichiamo un intervento del Dott. Damiano Capaccio, Primario Ospedaliero Pneumologo, Capogruppo “Eboli Responsabile” al Consiglio Comunale della Citta di Eboli, con il quale egli si pone l’obiettivo di aprire un dibattito e sollecitare un confronto, oltre la politica stessa ed i luoghi istituzionali canonici per avanzare proposte concrete sulla necessità, ormai improcastinabile, di realizzare un nuovo Ospedale della Piana del Sele e più ingenerale di ripensare alla Sanità e alla salute ed immaginare, per questo, anche ad una nuova rete di servizi e prestazioni da offrire ad un comprensorio, come quello della così detta “Valle del Sele“, che abbraccia una popolazione di ben oltre i 200mila abitanti, non escludendo di ripensare anche una nuova organizzazione della rete di “emergenza-urgenza“.
Un obiettivo, quello di Damiano Capaccio ambizioso e sicuramente coraggioso, specie se si tiene conto che bisognerà fare i conti: Con le Politiche nazionali, che oggettivamente vedono in quella “minacciosa” proposta di “autonomia differenziata“, ordita dalle lobbyes politiche trasversali del Nord a scapito del Sud e delle Regioni più povere, un progetto scientifico che tende nella sua diabolica struttura, più che a ridurre, ad accentuare le diversità economiche e sociali del Paese ma anche a indirizzare maggiori risorse verso alcune aree specifiche del Nord Italia a scapito delle altre; Con le Politiche regionali che alla pari di quelle nazionali tendono a depotenziare alcune aree geografiche ed alcune realtà ospedaliere, come nel caso di quella della Valle del Sele e dei malcapitati Ospedali del DEA Eboli-Battipaglia-Roccadaspide in favore di altre aree a Nord come quella di Salerno con il preciso obiettivo di realizzare il mega Ospedale di Salerno da 750 posti letto e a Sud con Vallo della Lucania, area di servizio non meno importante, ma di sicuro meno per numero di abitanti ed orografia territoriale della così detta Valle del Sele, più vivace e più densamente popolata addirittura di Salerno; Una doppia battaglia ricordando soprattutto ai tardo “campanilisti” che se c’è un Nord prepotente, ci sono anche al Sud i “Nord”, si i “Nord dei Sud”, e la storia ci dice che queste battaglie geografiche non portano maica nulla di buono se non a prepotenti rivendicazioni che di fanno stradda su basi geografiche.
Tornando al tentativo di Damiano Capaccio come Medico e come politico, si ritiene che è quanto mai imminente riporre ogni stupida rivendicazione di campanile ed immaginare di aprire un dibattito che porti ad una proposta concreta che affronti nel breve, medio e lungo termine le questioni legate alla Sanità sul nostro territorio, immaginando di costruire una proposta seria e praticabile che vada oltre e che vada a risolvere i problemi della carenza di personale medico ed infermieristico che nei prossimi anni è volta a condizionare inesorabilmente l’assetto dell’assistenza ospedaliera non solo in provincia di Salerno ma più in generale in Campania e a livello nazionale, e ancor più penalizza gli Ospedali di Eboli e Battipaglia, proprio per la loro vicinanza, anche in relazione alla loro struttura organizzativa che presenta, ahi noi, doppioni di reparti già ora in affanno ed in difficoltà relativamente alla impossibilità di reperire personale medico e non solo. Difficoltà che coinvolgono l’aspetto logistica ed organizzativo, e richiedono fin da subito una seria riflessione, ma che obbigano sin da ora ad immaginare una nuova proposta che sia di prospettiva futura ma che deve compendiare il breve e medio termine.
In questo è opportuno aprire immediatamente un dibattito e, giocando di anticipo organizzare una proposta che veda nell’immediato futuro una struttura Sanitaria che sappia rispondere per grandezza e specialistica raccogliendo tutte le esperienze e le professionalità del DEA Eboli-Battipaglia-Roccadaspide, e strategicamente, pensando nel contempo di allontanarsi da Salerno e avvicinarsi alla Valle del Sele.
Si riuscirà a sollecitare un dibattito? Si spera di si, e POLITICAdeMENTE sin da ora di rende disponibile ad ospitarlo e promuoverlo e nel contempo favorire la convocazione di un tavolo politico programmatico che ascolti ed elabori, nella sua pluralità una proposta unitaria. I primi a rispondere dovrebbero essere i Sindaci.
«L’epidemia da Covid 19, ha fatto emergere drammaticamente il ritardo nell’adeguamento ai nuovi standard strutturali e tecnologici del sistema ospedaliero della Provincia di Salerno, in particolare dell’area Sud della Provincia – scrive nel suo lunghisdimo intervento che offre alla discussione Damiano Capaccio Primario Ospedaliero Pneumologo, Capogruppo “Eboli Responsabile” al Consiglio Comunale Citta di Eboli – Come una tempesta perfetta la convergenza di vari fattori, di cui alcuni legati alle caratteristiche proprie del contagio del Coronavirus che ne ha favorito la rapida diffusione, altri relativi ad errori di programmazione (vedi la carenza di medici dovute a politiche di austerity nel pubblico impiego a cui si è aggiunto il numero chiuso all’accesso alla Facoltà di Medicina e Chirurgia) e relativi ad una rete di strutture ospedaliere di vecchia impostazione, hanno determinato le condizioni favorevoli per il collasso dell’assistenza sanitaria.
Anni di Politiche di Austerity concentrate sul contenimento della spesa pubblica con il prolungato, ormai decennale, blocco delle assunzioni nel pubblico impiego, hanno avuto come unico effetto in Sanità la netta riduzione di organico in tutti i settori. Il pensionamento senza alcuna sostituzione, ha provocato l’innalzamento dell’età media del personale in servizio (Età media dei 103.092 medici del Ssn è di 51,3 anni, tra gli infermieri l’età media è di 47,3 anni – 56 rapporto Censis 2022-), a cui si è aggiunto per il mancato incremento delle risorse al fondo sanitario nazionale, un drammatico ritardo nell’adeguamento strutturale e tecnologico, dei plessi ospedalieri, soprattutto di quelli al Sud Italia.
Ulteriore spinta alla crisi della Sanità, ha contribuito e di non poco, il numero chiuso all’accesso ai corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia, associato ad un finanziamento insufficiente al fabbisogno di borse di studio alle scuole di specializzazione, titolo indispensabile per l’accesso alla professione medica. Si è aggiunta cosi, ulteriore criticità, in un settore in cui la formazione supera in media i 12 anni prima dell’immissione nel sistema di assistenza (-56 rapporto Censis 2022 – Per quanto riguarda il capitolo sanità, dal 2008 al 2020 il rapporto medici/abitanti è diminuito da 19,1 a 17,3 ogni 10.000 residenti, e quello relativo agli infermieri da 46,9 a 44,4 ogni 10.000 residenti) .
In questo scenario nazionale già di per sè drammatico, il commissariamento della Sanità Campana, stretto in un programma draconiano di rientro dal debito, ha lasciato sul terreno non solo la perdita complessiva di oltre 17000 unità di personale, ma anche il blocco del già asfittico programma di adeguamento strutturale, oltre che tecnologico ed organizzativo degli ospedali, pagando un prezzo aggiuntivo alla già carente assistenza Sanitaria Nazionale.
In queste ultime settimane, i mass media segnalano con crescente preoccupazione le difficoltà dei pazienti che affluiscono ai Pronto Soccorsi costretti a soste di ore se non addirittura in alcuni casi di giorni per essere assistiti, dovute innanzitutto alla carenza di personale medico ed infermieristico ma anche a disorganizzazione e limiti strutturali. Ulteriori segnali, allarmanti, che sollecitano una svolta alla Sanità, con risposte adeguate alle attese dei cittadini.
Lo stesso Presidente della Regione On. Vincenzo De Luca, nelle ultime settimane, di fronte alla palese difficoltà a reperire personale medico ha preannunciato la necessità di dover pensare alla chiusura di alcuni Pronto Soccorso, preannunciando di fatto, la rimodulazione dell’Organizzazione Ospedaliera Regionale.
La Provincia di Salerno è nel pieno dell’emergenza e sta pagando un prezzo altissimo nella difficoltà a reperire i medici. Criticità esplosa con la pandemia da Covid 19, ma che ha trovato terreno fertile nel ritardo dell’applicazione del Piano Ospedaliero Regionale (Piano Ospedaliero Regione Campania DCA 33 del 17/05/2016 e successive modifiche ed integrazioni con definitivo decreto n° 103 del 28/12/2018), che seppur recepita nell’atto Aziendale dell’ASL Salerno (Atto Aziendale Deliberazione n° 90 del 29/09/2016 approvato dalla regione Campania con Atto n° 5 del 11/01/2017) , di fatto non ha trovato completa concretizzazione, per errori nella distribuzione numerica e nella rimodulazione dei posti letto, scegliendo sotto la pressione di interessi localistici e clientelari di mantenere reparti doppioni e non prevedendo innovazioni in alcune branche specialistiche (vedi il caso delle Pneumologie e delle Subintensive Respiratorie), tutto questo nonostante vari interventi delle società scientifiche mediche.
Gli Ospedali della Piana del Sele
Il DEA di I° Eboli/Battipaglia/Roccadaspide strutturato su tre Plessi Ospedalieri presenta tutte le criticità ed i rischi sopra richiamati.
Gravissimi sono i ritardi nell’applicazione dell’atto aziendale e soprattutto i deficit strutturali e di logistica per i due plessi ospedalieri maggiori. Programmati e costruiti da oltre 50 anni quello di Battipaglia, e oltre 80 quello di Eboli, con logiche e tecnologie ormai superate, hanno evidenziato drammaticamente il peso delle loro età.
Abbiamo bisogno, per la popolazione della Piana del Sele, di investimenti importanti per l’adeguamento strutturale e tecnologico dei due plessi ospedalieri.
Questo piano, prevede per il PO di Eboli € 16 milioni art 20 legge 67/87 di investimento, un nuovo corpo di fabbrica per le attività dell’urgenza Emergenza .
Mentre al PO di Battipaglia è previsto un finanziamento di 24 milioni di Euro per l’adeguamento sismico con fondi PNRR .
La Pandemia da Covid 19 ci ha messo di fronte ad una criticità rispetto alla quale, i responsabili della Gestione della Sanità Pubblica ed il potere politico locale e Regionale, devono necessariamente sviluppare una riflessione sulla valutazione delle risorse disponibili e se le soluzioni proposte vanno nella direzione della qualità e dell’efficacia necessaria per la Sanità Ospedaliera della Piana del Sele.
Investire sull’innovazione e su un nuovo modello organizzativo.
Già da alcuni mesi dalle amministrazioni delle due Città e nel mondo delle professioni sanitarie è in atto un confronto, “sottotraccia”, che non ha raggiunto un adeguato livello informativo sui mass media, sull’utilità a continuare con interventi apparentemente importanti per le risorse impegnate ma che non danno forza al segnale di una reale prospettiva e spinta innovativa per la risoluzione dei problemi esistenti.
In concreto, crediamo sia più utile e razionale, considerando non solo i problemi attuali, ma anche le nuove sfide che il mondo della Sanità dovrà affrontare per il futuro, la verifica da subito con la Direzione Generale dell’ASL Salerno della ridefinizione di una proposta per un Unico Presidio Ospedaliero.
Chiediamo soluzioni innovative nella logistica, nell’organizzazione oltre che strutturali e tecnologiche da sottoporre alla Regione Campania con l’obiettivo di razionalizzare, contenere e liberare risorse per accrescere l’attrattività del sistema ospedaliero pubblico. Nasce l’esigenza di evitare sprechi e doppioni e di liberare risorse per nuove branche specialistiche in grado di competere con altre aree avanzate.
Un nuovo Presidio Ospedaliero, modello, che miri ad abbattere i costi di gestione della manutenzione con un assetto innovativo e moderno nella struttura e nell’organizzazione che introduca il concetto di flessibiltà e modulazione del numero dei posti letto, quest’ultimi collegati ai dati epidemiologici del territorio ed alle contingenze straordinarie legate ad emergenze sanitarie.
Un moderno ospedale, tecnologicamente avanzato, capace di competere sull’innovazione ed attrarre grandi professionalità.
Esso dovrà essere in grado di garantire assistenza a tutti i pazienti che ne abbiano reale bisogno anche in caso di nuove emergenze (pandemiche e non solo) poichè non è ammissibile ridurre intere strutture alla paralisi, costrette a sospendere del tutto le attività di elezione per dedicarsi ad alcune categorie di pazienti, dimenticando le altre.
Dovrà essere intrinsecamente collegato all’assistenza primaria e intermedia, costituendo una parte integrante di un processo assistenziale circolare e non la tappa finale di un percorso unidirezionale (vedi la nuova rete delle case e degli ospedali di comunità)
In questo contesto il nuovo ospedale va ripensato secondo la cosiddetta “progressive patient care”, un modello che raggruppa i malati non più per singola specialità medica ma in base al grado di intensità di cura della quale necessitano: intensivo, medio-alto, basso.
Un approccio “innovativo” che dev’essere multidisciplinare per evitare quel fenomeno della medicina delle “ tante unità operative – spezzatine-” e poter finalmente passare ad un’effettiva presa in carico globale, non più della malattia, ma del malato, che spesso di patologie ne ha più di una.
Abbiamo già disponibili risorse importanti che vanno rimodulate e ridefinite su un solo plesso ospedaliero. Siamo in un momento decisivo per la Sanità della Piana del Sele.
Quali risorse impegnare
Il PNRR ha stanziato 20 mld di cui 8,6 mld per gli ospedali e la loro fondamentale innovazione tecnologica. I soldi dunque ci sono, è il tempo delle grandi sfide che riguardano il futuro di tutta l’area della Piana del Sele.
La rinnovata centralità sociale della salute, imposta dalla pandemia da Covid 19, spiega il Censis, accresce la volontà dei cittadini di giocare un ruolo attivo nei processi riguardanti la propria salute.
La politica deve fare la propria parte convergendo su di un unico obiettivo, mettendo da parte partigianeria e convenienze, lavorando per gli interessi dell’intera collettività .
Occorre per questo fare presto per non finire travolti».
Eboli / Battipaglia, 4 gennaio 2023
Disamina impeccabile, aprire un confronto su temi fondamentali e’ indispensabile per non rimanere sopraffatti dalle emergenze