Da attori principali delle politiche sociali a soggetti passivi delle stesse: la tristissima parabola di 18 professionisti forse figli di un Dio minore della politica?
Tra un ennesimo ricorso al TAR, stavolta di una cooperativa esclusa per una gara di assistenza specialistica agli alunni diversamente abili e recentissimo bando “Benessere Minori” con soli cinque giorni per la manifestazione di interesse, la confusione nelle Politiche Sociali cittadine regna sovrana. Un cattivo viatico per il costituendo Consorzio. Chi ci fa e chi ci è?
da POLITICAdeMENTE il Blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Il Piano di Zona di Eboli è stato uno dei principali cavalli di battaglia di questo sito che non ha mai spento “il faro” sulle convulse vicende che lo hanno riguardato negli ultimi anni, tra poche luci e tante, tantissime ombre: vedi: https://www.massimo.delmese.net/?s=piano+di+zona, rimane assoluto protagonista delle cronache amministrative e purtroppo mediatiche. Naturalmente non ci soffermeremo oltremodo sulle vicende riguardanti il ricorso inerente un appalto all’assistenza per gli studenti affetti da diversa abilità né sul sulla recente pubblicazione del settore Politiche Sociali di una manifestazione d’ interesse per il progetto “Benessere Minori”, il quale gode, ca vas sans dire, di un termine di scadenza di 5 giorni intramezzati da un weekend, francamente troppe poche ore per permettere a qualcuno del terzo settore di poter presentare un progetto valido con i crismi dovuti alla bisogna, e realizzare le strutture laboratoriali per i ragazzi nell’incipiente mese di dicembre 2022.
Preme sottolineare invece come per il terzo anno consecutivo i 18 professionisti tutti o quasi laureati e diversi padri e madri di famiglia, che hanno prestato servizio dal 16 giugno 2020 al 31 marzo 2021 nella Cooperativa Esculapio vincitrice del bando SIA al PdZ di Eboli, vantino ancora stipendi che vanno nell’arco temporale: dall’ottobre del 2020 stesso, fino al marzo del 2021, dunque 6 mensilità, certificate da busta paga cadauno, che con gli interessi sono una bella somma potenziale a carico del Comune di Eboli, capofila e dunque stipulante del contratto.
Va ricordato che trattasi non di denari del nostro ente comunale, ma di un finanziamento regionale e la somma intera non è stata erogata alla cooperativa Esculapio, la quale ha presentato regolare decreto ingiuntivo a cui il nostro comune si è opposto per volontà di una dirigente, quest’ultima le cronache la vogliono soccombente in diverse vertenze in materia. Inutile dire che in caso di ulteriore sconfitta dinanzi ad un magistrato, daranno luogo ad un aggravio debitorio per il nostro comune, il quale sta giustappunto uscendo dalla fase di predissesto decennale nel prossimo 2023, sarebbe una vera iattura.
Ricordiamo al gentile lettore che trattasi di una somma finanziata dalla regione Campania di circa 250.000 euro, dunque non sono sostanze in house, ed i dipendenti vantano un credito alla fonte di 78.000 che con gli interessi ed eventuali spese legali lieviterebbero moltissimo, costringendo in seguito ad un riequilibrio di bilancio in consiglio comunale, previo riconoscimento del debito ai sensi del TUEL, e la restituzione a beffa, del rimanente finanziamento alla regione, doppia spesa, si ravviserebbe una scoppola finanziaria per il contribuente eburino e la potenziale convocazione davanti la Corte dei Conti per gli amministratori per danno erariale. Del resto le passività di un Comune non le paga l’omino che vive su Marte, ma il cittadino che si ritrova abitualmente con aliquote ai massimi e con servizi tagliati.
Non vorremmo pertanto, che per le paturnie di una dirigente, la quale ha stilato all’epoca una relazione negativa sui dipendenti, reiterata dal pessimo commissario prefettizio, e in più vorrebbe rivalersi di lavoratori medesimi (un obbrobrio giuslavoristico) cosa mai sentita!!! La medesima dirigente, rectius APO a cagione che sotto i 50.000 abitanti vi sono soltanto facenti funzioni, reputa persino irrilevanti gli articoli di stampa a lei sfavorevoli, dimentica che possono tranquillamente essere inseriti negli atti di un eventuale procedimento e costituirne prova documentata. Ma il danno reale consta che si fermi la macchina delle politiche sociali, specie in un momento storico così sciagurato sul fronte economico, servizio che dovrebbe offrire conforto e ristoro a tantissimi, singoli e famiglie, ritrovantesi in una drammatica situazione di difficoltà finanziaria e perché no, anche psicologica. Meritorie di contro le uniche voci politiche che si sono levate in difesa di questi lavoratori, quella di Emilio Masala capogruppo di Italia Viva e del suo omologo di Fratelli d’Italia, Damiano Cardiello, che in una interrogazione ha minacciato di spedire i responsabili davanti al magistratura contabile se non si risolvesse la vertenza entro il 31 dicembre c.a. con una sensata transazione, per non aggravare i bilanci successivi. Registriamo amaramente che il resto della “truppa” ha fatto spallucce e guardato dall’altra parte in maniera bipartisan, altro arcano da chiarire ma allo stesso tempo da evidenziare: tanto malcelato livore contro i lavoratori della Esculapio, cui prodest, chi avvantaggia? Maggioranza ed Opposizione sono su tale questione un tutt’uno? Sarebbe come minimo imbarazzante, specie quanto nei copiosi comunicati stampa inviati alle redazioni, si sottolinei il bene comune, vacua espressione se non seguita dai fatti!
Ulteriori voci di corridoio vogliono un certo ostracismo non soltanto dalla dirigente di settore, verso la quale auspichiamo un ravvedimento, ma anche da alcune parti della maggioranza contro i lavoratori della cooperativa sociale, in odio a causa della vicinanza a “Pinco Pallino”!, Assai strano che i medesimi non si scandalizzino che alcuni componenti della Maggioranza siedano sugli scranni del parlamentino civico ed erano bellamente coram populo, fino a ieri espressione di quel “Pinco Pallino” tanto inviso. Ebbene sarebbe una doppia morale ipocrita e suicida politicamente allo stesso tempo. Per adesso i lavoratori della Esculapio stanno pazientemente aspettando l’esito della causa civile, anche se avrebbero potuto agire de plano in danno del debitor- debitoris, direttamente verso il Comune di Eboli debitore della Coop di cui sono i creditori, col rischio che anche alcune associazioni di tutela delle persone soggette in condizioni di fragilità, visto un andazzo alquanto imbarazzante di tutto l’universo mondo delle politiche sociali eburino, non diano vita ad un litisconsorzio o usando un termine più alla moda anglofono, ad una class action nei confronti del Comune. Peraltro proprio ora che si sta costituendo la cosiddetta Azienda Speciale, per grande merito del coraggioso assessore al ramo, Massimiliano Curcio, che ha avuto il temperamento politico quanto umano, di portare innanzi il progetto nella sfiducia generalizzata degli altri sette comuni d’ambito, nei primi mesi di consigliatura.
Sul fronte del Consorzio si registra che ad inizio di dicembre, si dice mercoledì 7 (con decollo definitivo dell’Azienda Speciale prima di marzo 2023), si rogiti la nascita dell’ente giuridico presso un notaio da parte degli otto comuni, per complessivi 80.000 abitanti stanziati su 500 km², con un organico di 27 unità. Di primo acchito appaiono sottostimate se facciamo il raffronto con l’azienda speciale Agorà s10 di Palomonte, che con 20.000 assistiti potenziali e un territorio assai più ridotto, la quale ne ha circa una decina di dipendenti. Di conseguenza tra il Piano di Zona dei servizi socio-assistenziali ed Ufficio di Piano, ovvero il disbrigo delle pratiche burocratiche, contabili, legali, progettuali etc si dovrà costituire un organico rinforzato, che possa realmente far fronte all’esigenza dell’utenza d’area vasta, ed agevolare la fruizione di servizi essenziali, nella trasparenza delle assunzioni senza penalizzare alcuno, e così dando vita a quel “cambio di passo”, di cui si parla sempre, ma difficilmente lo si realizza nella italica nazione.
In conclusione noi ripeteremo come un mantra la fiducia nel buon senso e nella squisitezza umana del sindaco Mario Conte come del suo vice Vincenzo Consalvo, siamo certi che sotto la loro guida si potrà addivenire ad una composizione della lite inerente i lavoratori della Esculapio, alla nascita di un’Azienda Speciale Consortile performante nelle molteplici esigenze, composta da un CdA di tre membri di cui Eboli nelle vesti capofila, sotto la guida temporanea del prof. Porfidio Monda, ma specialmente nella completa meritocrazia, senza vendette, senza ombre, a tutela del cittadino contribuente che poi è quello che porta avanti la baracca. Difatti non vorremmo che si desse luogo a quella battuta felice del comico cinematografico, Lino Banfi, in caso contrario sarebbero ”volatili per diabetici”, con tutto lo strascico di polemiche mediatiche e procedimenti giudiziari, di cui Eboli, la Piana del Sele, diciamola tutta, in un momento così esiziale per la vita dei contribuenti percossi dalle imposte, persone ed imprese, non hanno di certo bisogno. Di contro segnaleremo sempre con piacere, i buoni uffici licenziati dall’amministrazione in carica, nel solco dell’equidistanza ed indipendenza, muniti di quell’onestà intellettuale che è divenuta il nostro “marchio di fabbrica”, riconosciutaci dai nostri affezionati lettori da quasi tre lustri.
Eboli 28 novembre 2022